Ipocondria: significato, sintomi, cause e cura

L'ipocondria è una condizione caratterizzata da una preoccupazione eccessiva per la propria salute. Questa ansia può interferire con la vita quotidiana e richiede un trattamento psicoterapeutico mirato per essere gestita.

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Cos'è l'ipocondria

Punti chiave:

  • Definizione: l'ipocondria, o Disturbo da Ansia da Malattia, è una condizione caratterizzata da un'eccessiva preoccupazione di avere o sviluppare una malattia grave. Chi ne soffre interpreta sintomi lievi o normali funzioni corporee come segnali di patologie serie, compromettendo la qualità della vita.
  • Diagnosi: la diagnosi di ipocondria viene effettuata da un professionista della salute mentale dopo aver escluso cause fisiche. Si basa su colloqui clinici, scale di valutazione e criteri specifici del DSM-5, tra cui ansia persistente per la salute e preoccupazioni durature per almeno sei mesi.
  • Cura: il trattamento dell'ipocondria prevede principalmente la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT), che aiuta a modificare i pensieri disfunzionali. Nei casi più gravi, possono essere prescritti farmaci ansiolitici o antidepressivi per gestire i sintomi di ansia e depressione associati.
 

Cos'è l'ipocondria? Significato e definizione

L’ipocondria, conosciuta anche come Disturbo da Ansia da Malattia, è una condizione che provoca un’ingiustificata preoccupazione di soffrire di una patologia grave o di potersi ammalare. Questa ansia porta la persona a interpretare normali funzioni corporee o lievi disturbi come segnali di gravi malattie.

Chi soffre di ipocondria è particolarmente sensibile alle informazioni sulle malattie, alle esperienze di persone malate e alle proprie percezioni fisiche, sviluppando un’attenzione ossessiva verso il proprio corpo. Questo stato d’ansia può compromettere in modo significativo la qualità della vita, interferendo con le relazioni interpersonali, le attività quotidiane e le prestazioni professionali.

Il termine ipocondria ha origini antiche: deriva dal latino hypochondria, a sua volta dal greco hypokhóndria (da hypo- “sotto” e khóndros “cartilagine”), riferito all’ipocondrio, la zona sotto le costole. Nell’antichità si credeva che fosse il luogo in cui risiedeva la malinconia.

Nonostante il termine ipocondria sia ancora utilizzato nel linguaggio comune, la comunità scientifica lo ha sostituito con “disturbo d’ansia da malattia”, come definito dal DSM-5.

L’esatta incidenza di questa problematica non è nota, ma si stima che ne soffra circa il 5% della popolazione, prevalentemente in età adulta.

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Quali sono i sintomi dell’ipocondria?

I sintomi della persona ipocondriaca possono essere diversi da soggetto a soggetto. 

La persona ipocondriaca può evitare del tutto le visite mediche, oppure al contrario sottoporsi a controlli fin troppo frequenti; e quando i risultati degli esami escludono la presenza di patologie severe, tende a non fidarsi del risultato o delle rassicurazioni.

Tra i sintomi più comuni ci sono:

  • Percezioni di funzioni corporee alterate (battito cardiaco accelerato o irregolare, sensazione di mancanza di respiro, ecc)
  • Preoccupazione eccessiva: Paura persistente di avere una malattia grave, nonostante i risultati negativi degli esami. Questo porta la persona a prenotare molteplici visite e a consultare diversi specialisti per scagionare una presunta malattia già esclusa.
  • Evitamento: Evitare situazioni che possono evocare preoccupazioni sanitarie, come leggere articoli medici o frequentare ambienti medici.
  • Controllo eccessivo: Monitoraggio compulsivo dei sintomi corporei, controllo frequente su internet alla ricerca della causa dei propri sintomi, tendenza a mantenersi vicino ad un ospedale.
  • Rimuginio: Pensieri costanti riguardanti la salute e interpretazione catastrofica dei segnali corporei.
  • Ansia e stress: Elevati livelli di ansia, preoccupazione e stress correlati alla salute.

Affinché si possa parlare di ipocondria, è necessario che questi sintomi siano presenti da almeno 6 mesi, per la stessa malattia o per malattie diverse.

Inoltre, questi sintomi non devono essere giustificati da altri disturbi, come la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo o il disturbo da sintomi somatici.

Quali sono i sintomi dell’ipocondria

Quali sono le cause dell’ipocondria?

Le cause dell'ipocondria non sono note al 100%. L’ipocondria può essere ereditaria, quindi la genetica risponde in parte alla domanda, ma sembrano coinvolti anche diversi fattori ambientali e di contesto: ad esempio, situazioni di forte stress o di abusi durante l’infanzia possono predisporre all’insorgenza del disturbo in età adulta.

Le cause principali sono:

  • Predisposizione genetica: Una predisposizione familiare ai disturbi d'ansia può aumentare il rischio di sviluppare ipocondria.
  • Esperienze personali: Traumi o esperienze personali legate alla salute, come la malattia grave di un familiare, possono innescare preoccupazioni eccessive.
  • Modelli di comportamento: Crescere in ambienti dove la malattia è eccessivamente enfatizzata o in cui si sono vissuti comportamenti ipocondriaci da parte di genitori o figure significative.
  • Caratteristiche psicologiche: Tratti di personalità come la tendenza al perfezionismo e l'alta sensibilità al dolore fisico possono contribuire.

Il decorso dell'ipocondria può variare. Alcuni individui possono sperimentare episodi intermittenti, mentre altri vivono un’ansia costante. Senza intervento terapeutico, l’ipocondria può diventare cronica e debilitante.

Avere paura delle malattie può essere la spia di altre fragilità, come la tendenza al controllo o la paura della morte. Tra le altre possibili cause ci sono l’atteggiamento eccessivamente protettivo delle figure genitoriali e l’esposizione ad articoli, programmi e contenuti allarmistici e imprecisi, che possono contribuire ad aggravare la paura della malattia, soprattutto nel breve termine.

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Conseguenze dell'ipocondria: l'ipocondria grave

L'ipocondria può raggiungere livelli gravi, portando a conseguenze negative nella quotidianità. Le persone affette possono sperimentare diversi sintomi, tra cui:

  • Peggioramento della qualità della vita: Le preoccupazioni costanti per la salute interferiscono con il lavoro, le relazioni personali e le attività quotidiane.
  • Costi economici: Le spese mediche aumentano a causa delle visite frequenti e dei test diagnostici non necessari.
  • Problemi relazionali: Le relazioni con familiari e amici si deteriorano a causa della continua richiesta di rassicurazioni e preoccupazione per la salute.
  • Disturbi psicologici: Ansia cronica, depressione e stress derivano dall’ipocondria grave, peggiorando il benessere psicologico.
Conseguenze dell'ipocondria l'ipocondria grave

Ipocondria: come si effettua la diagnosi?

Per diagnosticare l'ipocondria, è necessario prima escludere eventuali patologie fisiche che possano spiegare i segni o sintomi riportati dal paziente. Una volta escluse queste cause mediche, la diagnosi viene effettuata da un professionista della salute mentale attraverso una valutazione clinica dettagliata.

Il processo diagnostico include colloqui approfonditi volti a esplorare i sintomi, le preoccupazioni e il comportamento del paziente in relazione alla propria salute. Inoltre, possono essere utilizzati questionari e scale di valutazione per misurare l'intensità dei sintomi e l'impatto che essi hanno sulla vita quotidiana del soggetto.

Una diagnosi accurata è cruciale per sviluppare un piano di trattamento adeguato e mirato a gestire efficacemente il disturbo.

I criteri diagnostici individuati nel DSM-5-TR (ovvero il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, 5th edition) e riportati nel DSM-V sono:

  • Il paziente è preoccupato di avere o di poter prendere una grave malattia.
  • Il paziente è asintomatico o presenta minimi sintomi somatici.
  • Il paziente è molto in ansia per la salute e facilmente allarmato sui problemi di salute personali.
  • Il paziente controlla più volte lo stato di salute o evita in modo mal adattivo visite mediche ed ospedali.
  • Il paziente è stato preoccupato per la malattia per almeno 6 mesi, anche se la malattia specifica temuta può cambiare durante quel periodo di tempo.
  • I sintomi non sono meglio giustificati da depressione o da un altro disturbo psichiatrico.

Fonte: DSM-5, Disturbo da ansia di malattia

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Test: come riconoscere l’ipocondria? 

Se ti riconosci in alcuni dei sintomi elencati sopra e vuoi approfondire la tua situazione puoi svolgere il test per l’ipocondria di Serenis, è un test online e gratuito e potrai ricevere subito il risultato. 

Si tratta dell’’Health Anxiety Questionnaire (HAQ), ovvero una scala di valutazione della struttura e della gravità dell’ansia legata alla propria salute basata sul modello di analisi cognitivo-comportamentale che si basa su 21 domande.

Ricorda che questo test non ti darà una diagnosi, quella può farla soltanto un professionista della salute mentale. 

Cura e trattamento dell'ipocondria: si può guarire?

In linea generale, sì: l’ipocondria può essere superata, anche se è una condizione soggetta a recidiva (cioè può succedere di avere una ricaduta dopo la guarigione).

Il trattamento dell’ipocondria, soprattutto nei casi più gravi, prevede un approccio combinato che comprende:

  1. Psicoterapia: Interventi terapeutici mirati a ridurre i pensieri e i comportamenti disfunzionali.
  2. Farmacoterapia: Farmaci per gestire i sintomi di ansia e depressione associati all'ipocondria.

Psicoterapia per l'ipocondria

La psicoterapia è spesso il trattamento principale per l'ipocondria. L'approccio più utilizzato in questi casi è quello della Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT).

La CBT mira a identificare e modificare i pensieri distorti riguardanti la salute e a ridurre il comportamento di monitoraggio eccessivo. Questo metodo può includere esposizione graduale ai timori riguardanti la salute e tecniche per gestire l'ansia.

Psicoterapia per l'ipocondria

Terapia farmacologica

I farmaci possono essere prescritti per gestire sintomi di ansia e depressione. I tipi di farmaci comunemente utilizzati includono:

  • Antidepressivi: Come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), che possono aiutare a stabilizzare l’umore e ridurre l’ansia.
  • Ansiolitici: Farmaci per ridurre l'ansia, sebbene vengano generalmente usati con cautela a causa del rischio di dipendenza.

Fonti

  • Noyes, R. (1999). The relationship of hypochondriasis to anxiety disorders. General Hospital Psychiatry21(1), 8–17. https://doi.org/10.1016/s0163-8343(98)00063-2
  • Abramowitz, J. S., Schwartz, S. A., & Whiteside, S. P. (2002). A contemporary conceptual model of hypochondriasis. Mayo Clinic Proceedings77(12), 1323–1330. https://doi.org/10.4065/77.12.1323
  • Marcus, D. K., Gurley, J. R., Marchi, M. M., & Bauer, C. (2006). Cognitive and perceptual variables in hypochondriasis and health anxiety: A systematic review. Clinical Psychology Review27(2), 127–139. https://www.sciencedirect.com/science/article/
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Agnese CannistraciPsicologa e Psicoterapeuta
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Dopo la laurea in Psicologia Clinica a Roma, mi sono specializzata in Gruppoanalisi e ho conseguito certificazioni in Psicodiagnostica Giudiziaria e Clinica, Tecniche Psicodrammatiche e Formazione alle Dinamiche Istituzionali. Credo che nel mio lavoro sia fondamentale generare uno spazio relazionale in cui la persona si senta vista e ascoltata, sia dal terapeuta che da se stessa, motivo per cui ho svolto un master in Sustainability Management, con l'intento di integrare gli aspetti clinici con un approccio volto alla promozione di benessere e sostenibilità individuali, organizzativi e sociali.
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