Disforia di genere o disturbo dell'identità di genere: cos'è?

La disforia di genere è un tema complesso legato all’identità. Affrontarlo ci invita a considerare come ciascuno di noi esprima la propria autenticità e come possiamo essere di supporto agli altri nel loro percorso.

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che cos'è la disforia di genere

Punti chiave:

  • Cos'è la disforia di genere: la disforia di genere è il disagio che si prova quando l’identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Questo disagio può manifestarsi con un forte desiderio di vivere come appartenente al sesso opposto.
  • Diagnosi: la diagnosi di disforia di genere si basa su criteri definiti nel DSM-5, che include la persistenza di incongruenza di genere per almeno sei mesi e un significativo disagio nelle aree sociali e lavorative. Il medico psichiatra è generalmente colui che emette la diagnosi.
  • Come affrontarla: affrontare la disforia di genere implica un supporto psicologico e, in alcuni casi, una transizione sociale o interventi medici. Ogni percorso è unico e può includere terapia ormonale e interventi chirurgici per allineare il corpo con il genere percepito.
 

Il disagio legato all’identità di genere e la “medicalizzazione” delle identità transgender (transessualità) sono da decenni temi controversi. Il rischio della stigmatizzazione è dietro l’angolo: anche per questo motivo il DSM V - il manuale che classifica i disordini psicologici e psichiatrici- ha preferito adottare l’espressione “disforia di genere”, sostituendola al patologizzante “disturbo dell’identità di genere” (inserito nel 1994 all’interno del DSM IV). 

Cos'è la disforia di genere?

La disforia di genere è il disagio profondo di chi non si identifica, a livello di identità interiore o di genere, con il sesso fenotipico assegnato alla nascita.

Come si manifesta la disforia di genere?

La disforia di genere si manifesta come una condizione di disagio e sofferenza dovuta ad un’incongruenza tra la propria identità di genere e il proprio sesso biologico. 

Ad esempio, una persona che soffre di disforia di genere potrebbe sentirsi e vivere come una donna pur essendo nata in un corpo maschile o viceversa.

Come si manifesta la disforia di genere

Disforia di genere nell’età evolutiva

Quando si avvertono i sintomi della disforia di genere? Il DSM-5 afferma che “L’incongruenza o la disforia di genere nei bambini possono svilupparsi già all’età di 2–3 anni” anche se “alcuni non riconoscono i sentimenti di incongruenza di genere fino all’adolescenza o all’età adulta.”

Sempre nel DSM-5 si parla di disforia di genere nei bambini. Nel manuale si afferma che molti bambini che mostrano una preferenza per attività generalmente associate all’altro sesso (un comportamento noto come "non conformità di genere") non soffrono di disforia di genere. È comune, infatti, che i bambini scelgano attività che, nella società in cui vivono, vengono considerate più adatte al sesso opposto. Questi comportamenti rientrano nel normale sviluppo infantile.

I bambini con disforia di genere, invece, spesso manifestano comportamenti specifici, come:

  • Prediligere il travestirsi con abiti dell’altro sesso.
  • Affermare con convinzione di appartenere al sesso opposto.
  • Desiderare di svegliarsi trasformati nell’altro sesso.
  • Preferire giochi e attività tipicamente associati all’altro genere.
  • Provare disagio o insoddisfazione nei confronti dei propri organi genitali.

La ricerca scientifica, tuttavia, ha prodotto risultati contrastanti sull’evoluzione dell’identità di genere: non è sempre certo che i bambini che si identificano come transgender o soffrono di disforia di genere mantengano questa identità anche in età adulta.

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Glossario per comprendere la disforia di genere

Quando si parla di genere, di sesso e di identità è semplice fare confusione. Ecco alcuni termini tecnici che può essere utile tenere a mente.

LGBTQ+È l’acronimo usato per fare riferimento alle persone lesbiche, gay, bisessuali, transgender, queer e a tutte quelle che non si riconoscono nell’etichetta di donna o uomo eterosessuale. Quel “+” racchiude quindi anche asessuali (coloro che non provano attrazione sessuale nei confronti di nessun altra persona, indipendentemente dal genere), pansessuali (le persone che sono emotivamente, romanticamente e sessualmente attratte dalle altre, indipendentemente dal loro genere), aromantici (coloro che non provano attrazione romantica nei confronti di altre persone, qualunque sia il loro genere).
Cisgenderuna persona la cui identità di genere si allinea con il sesso assegnatole alla nascita.
Transgenderuna persona che si identifica con il genere opposto al proprio sesso biologico, oppure con un genere intermedio tra il femminile e il maschile. Il termine "transessuale", usato prima come sinonimo, è ormai obsoleto.
Genere binarioespressione che può essere attribuita a una persona che si colloca all’interno della tradizionale bipartizione del genere in maschile e femminile.
Genere non binarioespressione che fa riferimento a una persona la cui identità di genere non è racchiusa nel binomio classico “uomo-donna”: può invece essere multipla, neutra, fluida o mutevole.
Queerè un termine-ombrello che racchiude tutte le persone che non sentono di appartenere a un’identità di genere o a un orientamento sessuale “tradizionale”. Infatti, questa parola è traducibile dall’inglese come “strano”/”bizzarro”.
Gender fluidè un termine che descrive le persone che non si identificano né come uomo né come donna e si muovono in maniera “fluida” fra i due generi, attribuendosi di volta in volta caratteristiche sia dell’uno sia dell’altro.
DragIndica chi assume comportamenti tipicamente non attribuibili al proprio sesso biologico e si veste con un abbigliamento di un certo genere: il fine è la performance. Le Drag Queen interpretano la femminilità in maniera teatrale, così come i Drag King esprimono una mascolinità artificiosa. Questo tipo di performance non indica in alcun modo la sessualità, l’identità di genere o l’orientamento sessuale di chi la compie.
AllyIndica una persona che fa parte di un gruppo di maggioranza ma si pronuncia in difesa dei diritti delle minoranze sessuali. Per esempio, una donna eterosessuale che partecipa a un gay pride e decide di battersi per i diritti della comunità LGBTQ+ è un’ally.
Coming outdichiarare alle altre persone la nostra specificità, con i nostri tempi e nel modo che preferiamo.
Outingdichiarare pubblicamente l’orientamento o l’identità di genere di un’altra persona senza il suo consenso.

Cos'è l’identità di genere?

Il concetto di identità di genere va oltre le definizioni biologiche di "maschio" e "femmina" e riguarda la percezione di sé come uomo, donna, entrambi o nessuno dei due. L'identità di genere è spesso influenzata da fattori biologici, psicologici e sociali e può essere complessa.

Sesso e identità di genere, infatti, sono due cose diverse. Il sesso si riferisce alle caratteristiche fisiche e biologiche ricevute alla nascita, mentre l’identità di genere corrisponde al senso di appartenenza che percepiamo verso uno dei generi possibili (o verso nessuno di essi).

Qual è la differenza tra “identità di genere” ed “espressione di genere”?

L’identità di genere è legata al senso psicologico del proprio genere - ciò che noi percepiamo di essere. L’espressione di genere è invece culturalmente definita e varia dal punto di vista temporale e spaziale.

La normativa sulla disforia di genere in Italia

In Italia, la legge n. 164 del 14 aprile 1982, che regola la rettificazione del genere percepito e del nome anagrafico per le persone transgender, è stata introdotta grazie alla mobilitazione del Movimento Italiano Transessuali e dei Radicali. 

La legge n. 164 riconosce ufficialmente la condizione delle persone transgender e il loro percorso di transizione. L'articolo 3 della legge stabilisce:

«Il tribunale, quando risulta necessario un adeguamento dei caratteri sessuali da realizzare mediante trattamento medico-chirurgico, lo autorizza con sentenza. In tal caso il tribunale, accertata la effettuazione del trattamento autorizzato, dispone la rettificazione in camera di consiglio.» 

(Legge 14 aprile 1982, n. 164)

In teoria, quindi, la legge non impone l’obbligo di un intervento chirurgico per ottenere la rettifica dei dati anagrafici, come chiarito da una sentenza del Tribunale di Roma nel 2012. Secondo questa interpretazione, il raggiungimento di un equilibrio personale da parte della persona transgender sarebbe sufficiente per il cambiamento legale.

Tuttavia, nella pratica, la legge è stata spesso interpretata in modo restrittivo, richiedendo l’intervento chirurgico come condizione necessaria per la modifica dei dati anagrafici. Questo approccio ha limitato l’applicazione del principio di autodeterminazione che la legge, almeno teoricamente, sembrava voler tutelare.

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Psicopatologie associate alla disforia di genere

Ricerche del passato sulla disforia di genere hanno spesso indicato una forte associazione con vari disturbi psicologici, in particolare disturbi della personalità come quelli borderline, narcisistici e antisociali. Tuttavia, queste problemi erano considerati più causa che conseguenza del disturbo.

Studi più recenti hanno invece messo in luce come molte persone transgender non presentino necessariamente disturbi mentali gravi. In realtà, la comorbilità psicopatologica è spesso più legata allo stigma sociale, al rifiuto e alle pressioni ambientali che all'identità di genere in sé. Il rischio di suicidio tra le persone transgender è molto elevato, con legami a fattori di stress esterni e condizioni preesistenti, evidenziando l'importanza di un supporto psicologico adeguato.

Alcune delle psicopatologie frequentemente associate includono:

  • Depressione: L'intenso disagio provato da chi vive in conflitto con il proprio genere può sfociare in stati depressivi. La sensazione di isolamento, rifiuto sociale o difficoltà nell'autoaccettazione può aggravare la condizione.
  • Ansia: L'incertezza sul futuro, l'ansia sociale e le paure legate all'espressione della propria identità di genere in contesti familiari o pubblici possono amplificare il disagio.
  • Disturbi dell'Alimentazione: Alcune persone con disforia di genere sviluppano disturbi alimentari come mezzo per tentare di cambiare la percezione del proprio corpo.
  • Autolesionismo e Ideazione Suicidaria: L'elevata pressione psicologica può portare ad azioni autolesionistiche o, nei casi più gravi, a pensieri suicidari.

Il contesto sociale e familiare gioca un ruolo cruciale: il rifiuto da parte della famiglia o della comunità, la discriminazione e lo stigma possono aggravare le psicopatologie collegate alla disforia di genere.

Psicopatologie associate alla disforia di genere

La diagnosi di disforia di genere

Il 2013, l’anno in cui il DSM 5 sostituì il termine “disturbo” con quello di “disforia”, segna una tappa importante nella storia dei diritti umani: la patologia non dipende dal non riconoscersi nel sesso assegnato, ma nella sensazione di disagio e di emarginazione che ne deriva.

I criteri per una diagnosi di disforia secondo il DSM-5 sono:

  • Una marcata incongruenza di genere, che persiste per almeno sei mesi.
  • Forte desiderio di essere del genere opposto, o insistente affermazione di appartenere al genere opposto.
  • Disagio rispetto alle caratteristiche sessuali primarie e/o secondarie o forte desiderio di eliminarle o evitarle.
  • Desiderio di assumere le caratteristiche sessuali del genere opposto.
  • Significativo disagio clinico o compromissione del funzionamento in ambito sociale, lavorativo o altre aree importanti.

Chi può fare una diagnosi di disforia di genere? La diagnosi di disforia di genere viene fatta da un medico, spesso un medico psichiatra.

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Quali sono le cause della disforia di genere?

Le cause della disforia di genere non sono ancora del tutto chiare, ma le teorie più accreditate suggeriscono che il disturbo derivi da una combinazione di fattori psicosociali, ambientali e biologici.

C’è chi evidenzia l’importanza dei fattori biologici (gli ormoni sessuali prenatali potrebbero avere un ruolo nello sviluppo dell’identità di genere) e chi si concentra maggiormente sui fattori ambientali di rinforzo (come l’educazione impartita dalla famiglia e le esperienze di vita). 

Studi sui gemelli suggeriscono che i fattori genetici abbiano un ruolo nell'insorgenza della disforia di genere: infatti la probabilità che si manifesti in entrambi i gemelli è più alta nei monozigoti (che condividono lo stesso corredo genetico) e minore negli eterozigoti (che condividono solo il 50% del DNA). 

La teoria più diffusa è multifattoriale: all’origine ci sarebbe una miscela di fattori biologici, psicologici e ambientali.

Ci sono alcune rare circostanze che possono originare la disforia di genere e intersessualità. E cioè i disordini dello sviluppo sessuale, come l’insufficienza congenita delle ghiandole surrenali (che determina alti livelli di ormoni sessuali maschili nelle persone di sesso femminile) e la sindrome di Morris (caratterizzata dal malfunzionamento del recettore per gli ormoni sessuali maschili: il corpo geneticamente maschile di chi ne soffre è insensibile a questi ormoni e sviluppa genitali femminili).

Quali sono le cause della disforia di genere

Come affrontare la disforia di genere

Affrontare la disforia di genere richiede un approccio personalizzato, che consideri sia il benessere psicologico sia i possibili interventi medici o chirurgici. Ogni persona ha un percorso unico e il percorso può includere vari tipi di interventi, raggruppabili in:

  1. supporto psicologico: la consulenza psicologica è una delle prime e più importanti fasi di supporto per chi vive la disforia di genere. Non si tratta di "curare" l'identità di genere, ma di fornire uno spazio sicuro in cui esplorare le proprie emozioni e prendere decisioni consapevoli sul proprio percorso;
  2. transizione sociale: per alcune persone, affrontare la disforia di genere implica una transizione sociale, che può includere il cambio del nome, l'abbigliamento e i pronomi usati dagli altri. Questo è spesso uno dei primi passi verso l'autenticità di genere;
  3. interventi medici: alcuni individui optano per interventi medici come la terapia ormonale sostitutiva (HRT), che può aiutare ad allineare le caratteristiche fisiche con il genere percepito. La HRT può includere estrogeni o testosterone, a seconda del genere verso cui si sta transitando;
  4. interventi chirurgici: in casi più avanzati, si possono prendere in considerazione interventi chirurgici, come la mastectomia (per la rimozione del seno) o interventi di riassegnazione sessuale. Tuttavia, queste decisioni sono estremamente personali e richiedono un'attenta valutazione psicologica e medica.
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La psicoterapia per affrontare la disforia di genere

L'intervento psicoterapeutico nella disforia di genere riveste un ruolo chiave nel trattamento della disforia di genere, con l'obiettivo di aiutare le persone a comprendere e gestire il disagio derivante dalla discrepanza tra il genere percepito e il sesso assegnato alla nascita, senza cercare di "curare" l'identità di genere.

La psicoterapia si concentra sull'esplorazione dell'identità e sull'accompagnamento nella transizione. La psicoterapia mira a creare uno spazio sicuro e privo di giudizi per permettere alla persona di esplorare e accettare la propria identità. 

Inoltre, la psicoterapia si concentra sulla riduzione del disagio emotivo associato alla disforia, fornendo strumenti per affrontare l'ansia, la depressione e migliorare l'autostima

La psicoterapia per affrontare la disforia di genere

 

Fonti

  • Zucker, K. J., Lawrence, A. A., & Kreukels, B. P. (2016). Gender dysphoria in adults. Annual review of clinical psychology12(1), 217-247.
  • Dhejne, C., Van Vlerken, R., Heylens, G., & Arcelus, J. (2018). Mental health and gender dysphoria: A review of the literature. Gender Dysphoria and Gender Incongruence, 56-69.
  • Smallwood, J., O'Connor, R. C., Sudbery, M. V., & Obonsawin, M. (2007). Mind-wandering and dysphoria. Cognition and Emotion21(4), 816-842.
  • Ristori, J., & Steensma, T. D. (2016). Gender dysphoria in childhood. International review of psychiatry28(1), 13-20.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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