Capire i disturbi alimentari: cause, sintomi e come uscirne
Scopriamo cosa sono i disturbi alimentari, da quali sintomi sono caratterizzati e come possono essere affrontati. Abbiamo verificato la correttezza dei contenuti, ma non usarli per autovalutarti, soprattutto se ti rivedi in certe frasi. Non possono sostituire un aiuto professionale.
Cosa sono i Disturbi Alimentari?
Il Ministero della Salute definisce i Disturbi della Nutrizione e dell’Alimentazione (DNA) come "patologie complesse caratterizzate da un disfunzionale comportamento alimentare e un'eccessiva preoccupazione per il peso con alterata percezione dell’immagine corporea." Sottolinea inoltre come tali aspetti siano spesso correlati a bassi livelli di autostima e possano presentarsi associati ad altri disturbi psichici come ad esempio disturbi d’ansia e disturbi dell’umore.
I disturbi alimentari insorgono solitamente fra i 15 e i 25 anni. Nelle persone oltre i 40 anni, spesso il disturbo è causato da un evento stressante della vita.
Epidemiologia: quanto sono diffusi i DCA?
Il Ministero della Salute ci offre dei dati sull’incidenza in Italia dell’anoressia nervosa e della bulimia: per la prima, in un anno vengono riscontrati almeno 8 nuovi casi per 100.000 persone per il sesso femminile e fra lo 0.02 e gli 1.4 nuovi casi per quanto riguarda gli uomini. I dati sulla bulimia parlano di 12 nuovi casi ogni 100.000 donne e di 0.8 nuovi casi ogni 100.000 uomini.
Inoltre, nel mondo occidentale i DCA risultano nettamente in aumento: sono le ragazze tra i 14 e i 30 anni a essere più esposte a questo pericolo e ai canoni di bellezza ideale dettati dalla moda, dai mass media, dalle riviste e da Internet; ma anche le donne vicine alla menopausa. Un insieme di voci che sembra suggerire che la magrezza è bellezza e la bellezza è felicità.
Nel cervello delle persone che soffrono di un disturbo alimentare sono state individuate alcune similarità: la riduzione del volume della materia grigia nelle regioni cerebrali legate al meccanismo di ricompensa, al controllo degli impulsi e alla regolazione delle emozioni; delle anomalie all’interno delle reti che coinvolgono la corteccia cingolata anteriore e l’insula; una attivazione irregolare in risposta a stimoli avversivi o di ricompensa.
Quali sono i principali disturbi alimentari?
Esistono moltissimi comportamenti che rientrano nei disturbi alimentari. Vediamo di seguito i principali tipi di DCA:
L’anoressia nervosa
Secondo il DSM V è «caratterizzata da un'inesorabile ricerca della magrezza, da una paura patologica dell'obesità, da una distorta immagine corporea e da una restrizione degli introiti che porta a una significativa perdita di peso». Chi soffre di anoressia di tipo restrittivo tende a ridurre l’assunzione di cibo e a fare molta attività sportiva, ma non ricorre alle abbuffate né ad alcuna condotta di eliminazione; le persone che soffrono di anoressia con abbuffate invece spesso si servono di lassativi, diuretici o clisteri per eliminare il cibo introdotto.
La bulimia
La bulimia si caratterizza per i ricorrenti episodi di abbuffate, seguiti da una sorta di compensazione (come il vomito autoindotto, i lassativi o i diuretici, il digiuno o l’esercizio fisico). A differenza delle persone che soffrono di anoressia, quelle bulimiche sono spesso più consapevoli, vivono un maggior senso di colpa e sono meno inclini all’isolamento: per questo motivo il trattamento psicoterapico potrebbe rivelarsi più efficace. Però sono anche più impulsive ed esposte al pericolo della depressione.
Il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder)
Le abbuffate sono tipiche anche del binge eating disorder, ma non sono qui seguite da comportamenti compensatori. Le altre differenze con la bulimia riguardano il sesso, l’età e il peso di chi ne soffre: il binge eating disorder colpisce soprattutto gli uomini adulti in sovrappeso o in stato di obesità.
La pica
Chi soffre di picacismo tende a mangiare cibo non nutriente e/o materiale non alimentare. Gli esempi più comuni sono: carta, argilla, sporcizia, capelli, gesso, spago e lana. Non è un disturbo in grado di causare dei gravi danni medici, ma può essere causa di blocchi intestinali, avvelenamento da piombo o infestazioni interne da parassiti (a seconda di cosa viene inghiottito). È frequente in gravidanza.
Il disturbo di ruminazione
La ruminazione consiste nel rigurgito ripetuto di cibo dopo aver mangiato, senza che chi ne soffra sperimenti nausea o conati di vomito. Il rigurgito può essere volontario o involontario ed è spesso causa di imbarazzo: per questo motivo le persone affette dal disturbo di ruminazione cercano di non mangiare con le altre e/o limitano l’assunzione di cibo.
Il disturbo evitante/restrittivo
Diversamente da anoressia e bulimia, il disturbo evitante/restrittivo non prevede una percezione alterata del proprio corpo: chi ne soffre limita l’assunzione di cibo, ma lo fa perché non prova interesse per gli alimenti, perché ha paura che mangiare possa comportare conseguenze dannose come il vomito o il soffocamento o perché il cibo ha caratteristiche sensoriali sgradite (come l’odore, la consistenza o il colore).
Come nasce un disturbo alimentare?
Possiamo suddividere le principali cause che solitamente scatenano l'insorgere di un disturbo alimentare in tre categorie:
- le cause socio-culturali, fra cui possiamo inserire i modelli estetici proposti dalla società e ai quali soprattutto i giovani tendono ad aspirare.
- le cause psicologiche, tra le quali potremmo annoverare gli abusi o i traumi del passato, ma anche i problemi familiari e il bullismo, una bassa autostima, i momenti di forte ansia e stress, i disturbi depressivi e la tendenza al perfezionismo.
- le cause biologiche: per le donne, c’è il ruolo degli ormoni sessuali nella regolazione della serotonina, che è un neurotrasmettitore importante per la gestione dell’ansia, dell’umore e delle sensazioni di fame e sazietà. Alcuni studi dimostrano infatti che, rispetto agli uomini, le donne producono meno serotonina a seguito di una restrizione calorica.
Fattori di rischio
Il centro DCA identifica i principali fattori di rischio e li suddivide in tre categorie.
Fattori di rischio biologici | Fattori di rischio psicologici | Fattori di rischio sociali |
---|---|---|
Avere un parente stretto con un disturbo alimentare | Perfezionismo | Stigma legato al peso |
Avere un parente stretto con un disturbo mentale | Insoddisfazione del proprio fisico | Derisione o bullismo |
Passato e storia di diete passate | Pregressi disturbi legati all'ansia | Reti sociali limitate |
Diabete di tipo 1 | Inflessibilità comportamentale | Internalizzazione dell’ideale dell’aspetto |
Sintomi dei DCA
Ogni disturbo alimentare ha le proprie caratteristiche e dei sintomi diversi, ma alla base di ogni DCA sono visibili segnali psicologici e sintomi fisici comuni:
- la tendenza a isolarsi;
- sbalzi d’umore caratterizzati da rabbia e rimuginio;
- ansia e/o depressione;
- comportamenti ossessivi e ritualizzati;
- insonnia;
- indebolimento muscolare;
- alterazione del metabolismo;
- perdita/aumento del peso corporeo.
Principali conseguenze dei DCA
Soffrire di DCA comporta una modificazione del proprio modo di pensare e il danneggiamento della concentrazione. I disturbi del comportamento alimentare possono inoltre togliere flessibilità al pensiero, indurre a procrastinare e rendere difficile prendere qualsiasi decisione. Insieme ai sintomi elencati sopra, questi sono solo alcuni degli effetti psicologici che un disturbo alimentare può procurarci.
Ci sono poi effetti psicosociali che portano a perdere progressivamente i nostri interessi, compreso quello per le relazioni e il sesso.
Dal punto di vista fisico il nostro cervello si modifica, ci sentiamo deboli, il metabolismo basale diminuisce e la nostra fertilità viene danneggiata.
Cura e trattamento dei disturbi alimentari
Guarire da un disturbo alimentare è un viaggio complesso che richiede l'integrazione di diverse forme di supporto. È essenziale rivolgersi a esperti che possano intervenire sugli aspetti fisici, ma al contempo è indispensabile avviare un percorso psicoterapeutico per fronteggiare le sfide emotive e mentali che si presenteranno lungo il percorso.
Centri specializzati nella cura dei DCA
Affidarsi a centri specializzati nei DCA può aiutare in modo determinante nella guarigione dall'anoressia.
Ruolo della psicoterapia nel trattamento dei DCA
La psicoterapia rappresenta un alleato fondamentale per trattare i disturbi alimentari poiché essi coinvolgono non solo gli aspetti fisici ma anche quelli psicologici ed emotivi.
Una modalità di coping centrato sul problema (espressione che si riferisce al modo che abbiamo di fronteggiare situazioni avverse e sfidanti) e il sostegno familiare sono importanti nel percorso verso il miglioramento della qualità di vita delle e dei pazienti. Può essere essere utile anche un approccio alla mindful eating.
Puoi considerare di iniziare un percorso di psicoterapia. In questo caso, Serenis potrebbe aiutarti con il supporto di uno psicologo online altamente qualificato. La tua salute fisica e mentale è importante: prenditene cura.
FONTI:
- Ministero della Salute, Disturbi Alimentari
- Regione Lombardia, Disturbi della Nutrizione e dell'Alimentazione
- Centro DCA, Fattori di rischio dei disturbi alimentari