Come si cura l'ipocondria? Diversi approcci terapeutici

Affrontare l'ipocondria: scopri strategie terapeutiche per gestire l'ansia da salute e ridurre le preoccupazioni

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Come curare l'ipocondria

Come si fa a guarire dall'ipocondria? 

Guarire dall’ipocondria è possibile attraverso percorsi di psicoterapia e terapia farmacologica, quando necessaria.

La psicoterapia ha dimostrato la sua efficacia empirica nel trattamento dell'ipocondria. Durante il trattamento si mira a ridurre i sintomi più invalidanti, come i pensieri ossessivi e intrusivi, e a contenere i comportamenti più debilitanti, come i continui esami medici richiesti. 

Elaborando e analizzando le basi emotive e ideative che si trovano dietro le angosce sul corpo, si arriva ad affrontare le radici del disturbo. La psicoterapia si è rivelata il trattamento di elezione nel ridurre i livelli di ansia e angoscia rispetto alle condizioni di ipocondria, nel ridurre le spese mediche legate agli esami diagnostici e nell'aumento della qualità della vita dei pazienti. 

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Terapia cognitivo comportamentale per l'ipocondria

La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) per l'ipocondria rappresenta un approccio mirato ed efficace nella gestione di questo disturbo.

Questa forma di psicoterapia si basa sull'idea che:

  • pensieri;
  • emozioni;
  • comportamenti,

sono interconnessi, e che modificando i modelli di pensiero distorti si possono apportare cambiamenti positivi nella percezione della salute e nel comportamento.

Una parte cruciale della terapia consiste nella psicoeducazione, che fornisce al paziente informazioni dettagliate sull'ipocondria e le sue dinamiche. Si aiuta il paziente a individuare i "pensieri trigger" e pensieri intrusivi, ossia i pensieri che scatenano l'ansia legata alla salute, identificando come questi pensieri si collegano e si rinforzano reciprocamente.

Terapia cognitivo comportamentale per l'ipocondria

Terapia metacognitiva per l'ipocondria

La terapia metacognitiva (MCT) rappresenta un approccio avanzato e specifico nel trattamento dell'ipocondria, affiancandosi e integrandosi con successo con la CBT.

La MCT, sviluppata da Adrian Wells, si basa sulla teoria che le preoccupazioni ipocondriache siano sostenute da credenze metacognitive disfunzionali e schemi di pensiero che perpetuano il disturbo.

La CBT, pur utilizzando metodologie simili, pone l'accento sulla modifica dei pensieri automatici e dei comportamenti, mentre la MCT affronta direttamente le credenze metacognitive che influenzano l'interpretazione dei sintomi fisici.

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Terapia breve strategica per l'ipocondria

Nel contesto della terapia breve strategica (BTS) per l'ipocondria, gli interventi si concentrano su strategie operative che mirano a destabilizzare i modelli di comportamento disfunzionali della persona ipocondriaca.

Alcuni interventi specifici della BTS per curare l'ipocondria includono:

  • ritualizzazione del rituale - finalizzata a disinnescare il ricorso compulsivo ai rituali legati all'ipocondria. Il terapeuta, attraverso l'uso di tecniche suggestive, può incoraggiare il paziente a modificare il proprio atteggiamento verso le pratiche rituali e adottare nuove prospettive più funzionali;
  • check-up - utilizzato per smontare il bisogno ossessivo di controllare costantemente il proprio stato di salute. Il terapeuta guida il paziente attraverso esperienze concrete che mostrano l'inefficacia e l'irrilevanza del continuo monitoraggio dei sintomi;
  • interventi contraddittori - per rompere i modelli mentali rigidi del paziente. Questo potrebbe coinvolgere l'uso di paradossi o domande che inducono il paziente a riflettere criticamente sui propri comportamenti legati all'ipocondria.

Terapia farmacologica per curare l'ipocondria

Nonostante la riluttanza che alcune persone ipocondriache possono manifestare nei confronti dell'assunzione di farmaci, è importante sottolineare che l'approccio farmacologico può svolgere un ruolo significativo nel fornire sollievo dai sintomi dell'ansia, specialmente durante fasi più acute del disturbo o come supporto alla psicoterapia.

Il coinvolgimento del paziente nel processo decisionale, con una comunicazione aperta e trasparente con il medico, è cruciale per affrontare le paure legate agli psicofarmaci e garantire che il trattamento sia personalizzato per rispondere alle esigenze specifiche di ciascun individuo.

Gli antidepressivi triciclici, come la clomipramina e l'imipramina, insieme agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), come fluoxetina, fluvoxamina e paroxetina, sono tra i farmaci comunemente prescritti per gestire i sintomi associati all'ipocondria.

Questi farmaci agiscono sul sistema neurochimico, in particolare sulla serotonina, contribuendo a stabilizzare l'umore e a ridurre l'ansia correlata all'ipocondria.

La scelta del farmaco può variare in base alle caratteristiche specifiche del paziente e alla presenza di eventuali disturbi concomitanti, come i disturbi d'ansia. Inoltre, in caso di problemi fisici legati, ad esempio, a un uso improprio di farmaci, il medico o lo psichiatra potrebbe prescrivere medicinali aggiuntivi.

Terapia farmacologica per curare l'ipocondria

Testimonianze di chi ha superato l'ipocondria

Le testimonianze di persone affette da ipocondria e le testimonianze di chi ha superato l'ansia possono aiutare a comprendere quanto questo disturbo possa diventare debilitante per chi ne soffre. 

“Sono disperato – scrive Giovanni -, perché non so più come gestire la mia ipocondria. In poche settimane mi sono convinto di avere decine di orribili malattie. L’unico momento positivo della giornata è quando dormo e non penso, ma ogni mattina mi sveglio in preda al panico. Non rido più e non parlo più con nessuno, ho iniziato a evitare contatti sociali e le amicizie. Soffro di attacchi di panico e la mia testa è una fabbrica di idee negative”.

"Nella mia mente c’è sempre il terrore di stare male – confessa Marco - e anche quando sto bene ho paura che mi possa succedere qualcosa. Spesso penso che vivere così non è giusto, non solo per me, ma anche per chi mi sta intorno. Non so perché sto così male, ma l’anno scorso anno ho vissuto un evento bruttissimo. Nella mia mente ormai non riesco più a distinguere se i sintomi che ho sono reali oppure se mi sbaglio. Non so davvero più cosa fare".

Alcuni racconti però dimostrano come si possa uscire da questa situazione. “Ero arrivata a livelli terribili di ipocondria – racconta Sara -, grazie alla terapia cognitivo-comportamentale ne sono uscita”. 

Mentre Andrea rivela: “La psicoterapia mi ha salvato la vita. L’ipocondria ormai mi impediva anche solo di uscire di casa. Grazie all’aiuto di un professionista sono rinato”.

Fonti

  • Stathopoulos G. (2017). HYPOCHONDRIA: A REVIEW OF ITS PLACE IN PSYCHOANALYTIC THEORY. The Psychoanalytic quarterly, 86(2), 359–381. https://doi.org/10.1002/psaq.12143
  • Micoulaud-Franchi, J. A., & Quilès, C. (2019). Hypocondrie : souci excessif pour sa santé ou trouble à symptomatologie somatique ? [Hypochondria: excessive health concern disorder or somatic symptom disorder?]. La Revue du praticien, 69(2), 205–206.
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Jacopo RizzutiPsicologo e Psicoterapeuta
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Sono psicologo e psicoterapeuta. Dopo la laurea in psicologia dinamico-clinica mi sono specializzato in psicoterapia psicoanalitica. Nella mia attività clinica do pari priorità sia all'ascolto attento ed empatico del paziente e del suo mondo interno, sia alla costruzione di un intervento efficiente e utile al benessere del paziente stesso. Queste penso che siano le colonne portanti per arrivare ad un vero cambiamento interno.
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