Qual è il legame tra stress per l'università e pressione esercitata dai genitori?
Secondo una recente indagine, uno studente universitario su tre mente alla famiglia sugli esami e sul reale andamento della sua carriera accademica. Le aspettative e le richieste dei genitori creano una sensazione di inadeguatezza e sopraffazione nei ragazzi, che preferiscono eludere la verità piuttosto che ammettere un insuccesso.
La famiglia ci fornisce le basi per comprendere la realtà e per valutare le "cose" della vita. È proprio da qui che partiamo per esplorare il mondo e lo facciamo calibrando la nostra innata sensazione di indipendenza con la sicurezza offerta dai nostri genitori. Ali e radici, proprio come recita il celebre proverbio arabo.
Sotto questo punto di vista, è normale quindi che una mamma e un papà nutrano delle aspettative per il proprio bambino e spesso sono proprio queste a dare una direzione alla vita dei piccoli. Sport, musica, cultura, viaggi: ogni famiglia desidera solo il meglio per i figli.
È un atteggiamento sbagliato?
In linea di massima no: diversi studi hanno addirittura dimostrato che quando i genitori attribuiscono speranze e aspettative ai propri figli, questi mostrano un rendimento scolastico migliore perché sono più propensi a sostenerli e incoraggiarli.
Stress universitario: le aspettative irrisolte dei genitori
Le aspettative irrisolte dei genitori possono diventare una fonte di pressione negativa per i figli, generando stress, soprattutto in ambito scolastico.
Freud suggerisce che i genitori spesso proiettano sui figli i propri sogni e desideri irrealizzati, trasformandoli in strumenti del proprio narcisismo. Questo atteggiamento impedisce ai ragazzi di svilupparsi in modo autonomo, poiché non viene lasciato loro lo spazio per imparare dai propri errori e affrontare il mondo in modo equilibrato. La proiezione delle ansie genitoriali crea uno stress accademico che ostacola la crescita personale dei figli.
Stress universitario: quali sono gli effetti della pressione dei genitori sullo studio?
La pressione e il peso delle aspettative dei genitori influiscono negativamente sulla salute mentale degli studenti che spesso iniziano a soffrire di disturbi d’ansia, disturbi del sonno, dell’umore oppure di depressione. Tra gli effetti dello stress dei genitori sugli studenti troviamo anche:
• Diminuzione del rendimento
I genitori che nutrono aspettative irrealistiche per il successo accademico e professionale dei propri figli possono creare stress, ansia e senso di inadeguatezza: queste sensazioni portano a una mancanza di motivazione e ad una diminuzione dell’autostima. Dubitiamo delle nostre capacità e il rendimento scolastico o universitario inizia a calare.
• Mancanza di sincerità
Uno studente sottoposto a eccessiva pressione non studia per se stesso ma lo fa per soddisfare il genitore. Sotto questo punto di vista, è comprensibile il meccanismo di cui abbiamo parlato all'inizio di questo articolo.
In un contesto in cui il fallimento di una prova o l’ammissione di essere indietro con gli esami definisce il figlio ma soprattutto delude il genitore, è normale che subentri la bugia. Lo studente mente e mistifica la verità, creando un circolo vizioso dal quale sarà difficile uscire.
• Burnout
La pressione continua alla quale è sottoposto un figlio può condurlo in uno stato di completo esaurimento sia fisico che emotivo. Il burnout accademico si verifica quando si sperimenta uno stress cronico che rende sfiniti, demotivati ed esausti.
• Disturbi alimentari
Il disturbo alimentare è una patologia complessa, causata dalla concomitanza di fattori emotivi, sociali, psicologici. L’adolescenza è uno dei periodi più a rischio ma una ricerca di qualche anno fa ha evidenziato una crescita allarmante di casi di DCA tra gli studenti universitari.
Le sfide della vita accademica, l'ansia di socializzare e la gestione del tempo sono più che sufficienti per far crollare gli studenti. La pressione esercitata dai genitori si aggiunge a questo carico di stress: ci si sente sopraffatti e le emozioni diventano difficili da gestire.
Ma con l'aiuto di un terapeuta puoi tenerlo sotto controllo.
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
- Centro medico autorizzato
Come reagire alla pressione sugli studi esercitata dai genitori
Alcuni metodi per reagire sono:
1. Non mettere in dubbio il tuo valore
Non importa quello che gli altri dicono o si aspettano da te: le scelte che fai in campo universitario o professionale sono importanti ma non sono le uniche "cose" che ti rendono quello che sei. Non ti definiscono, raccontano soltanto una parte di te.
2. Sii gentile con te stesso
Fin qui ci siamo concentrati sulle aspettative altrui: le tue però quali sono?
Il problema è che alcune volte pretendiamo così tanto da noi stessi da sentirci sfiniti, sopraffatti. Partiamo proprio da qui. Stabilire degli obiettivi o dei traguardi può essere utile ma ricordati che questi devono farti sentire bene con te stesso e non crearti disagio. Ascoltati, senza colpevolizzarti. La gentilezza nei confronti di te stesso ti aiuta e spesso risolve i conflitti personali.
3. Capire il punto di vista di un genitore
I tuoi genitori sono crudeli? Niente affatto. Proviamo a capire il loro punto di vista: per te vogliono soltanto il meglio e spesso sono convinti che metterti sotto pressione ti aiuterà a raggiungere velocemente e senza problemi il traguardo finale.
4. L’importanza del dialogo
Parlare con i tuoi genitori di ciò che desideri veramente può aiutarti a ridurre la pressione che senti e soprattutto a risolvere qualsiasi conflitto.
Dimostra che ti stai assumendo la responsabilità delle tue emozioni ed evita colpe e recriminazioni. Sii sincero e spiega che ti senti preoccupato di non poter soddisfare le loro aspettative.
Ascolta, cerca di capire i loro pensieri, ma se ritieni che non riescano a vedere le cose dal tuo punto di vista, accetta di non essere d'accordo.
Psicoterapia e stress
La psicoterapia rappresenta un valido strumento per affrontare lo stress, fornendo uno spazio sicuro in cui esplorare le cause profonde del malessere. Attraverso il dialogo con uno psicologo, si possono identificare i meccanismi mentali che alimentano la tensione e sviluppare strategie per gestirli in modo più efficace. La psicoterapia aiuta a migliorare la consapevolezza di sé, a riconoscere i propri limiti e a costruire una resilienza emotiva che permette di affrontare meglio le sfide quotidiane e prevenire il burnout.
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Il primo colloquio è gratuito, poi 55 € a seduta, o 196 € ogni 4 sessioni..