Reato di stalking: quando si verifica e come proteggersi

Lo stalking è un reato alle cui base ci sono diversi disagi mentali. In questo articolo scopriremo insieme di cosa si tratta e le possibili soluzioni, tracciando il profilo psicologico della vittima e dello stalker.

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Stalking: cos'è e come difendersi

Lo stalking è un comportamento persecutorio che può causare paura, stress e isolamento nelle vittime. Si manifesta attraverso attenzioni indesiderate e intrusive, spesso con ripetute comunicazioni o pedinamenti.

Negli anni questi scenari si sono amplificati, infatti, attraverso l'uso dei social possiamo avere informazioni immediate sulla vita delle persone, e il fenomeno dello stalking si ritrova anche nei contesti online, più propriamente definito cyberstalking.

 In questo articolo analizzeremo le dinamiche psicologiche alla base dello stalking, le conseguenze per chi lo subisce e i mezzi legali e psicologici disponibili per affrontare e prevenire questa forma di violenza.

Stalking: che cos’è?

Stalking, o cyberstalking nel contesto online, è un termine inglese che indica coloro che mettono in atto una serie di atteggiamenti ossessivi e persecutori.

Questi individui vengono chiamati stalker, e i loro comportamenti danneggiano un'altra persona (la vittima) perché mirano a perseguitarla, tanto da scatenare reazioni di paura e ansia. Le vittime, infatti, si ritrovano a non essere in grado di compiere le normali attività della vita quotidiana.

Definizione e significato di stalking

Lo stalking è “una vera e propria forma di aggressione praticata da un persecutore che irrompe in maniera ripetitiva, indesiderata e distruttiva nella vita privata di un'altra personache a sua volta si trova ad affrontare gravi conseguenze". (Gargiullo e Damiani, 2008).

Il Codice Penale lo definisce “un reato abituale caratterizzato dalla reiterazione delle minacce o molestie, protratte per un certo lasso di tempo in modo seriale e comportanti tre differenti eventi tra loro alternativi che devono essere in rapporto di immediata causalità con la condotta di aggressione.” Questi tre eventi sono:

  •  il perdurante e grave stato di ansia o paure della vittima;
  • il fondato timore per la propria incolumità o per quella di persona legata affettivamente;
  • la costrizione ad alterare le proprie abitudini di vita.

Lo stalking può manifestarsi in vari modi, tra cui:

  • invio di lettere, messaggi, email o post sui social media;
  • telefonate indesiderate;
  • aggressioni verbali o fisiche;
  • danneggiamento di proprietà;
  • diffamazione o calunnia presso il luogo di lavoro.
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Etimologia del termine

Stalking è un termine inglese che nasce dal verbo “to stalk”, che vuol dire "appostare". Questo stesso verbo può essere tradotto anche come "camminare con circospezione", "camminare furtivamente", "colui che cammina in modo furtivo" e "cacciatore in agguato".

Lo Stalking è un fenomeno in crescita?

Lo stalking è un fenomeno molto diffuso. Secondo il Rapporto Italia 2021 dell’Eurispes, 1 italiano su 10 è stato o è vittima di stalking e il fenomeno è cresciuto dell’1,4% rispetto all’anno precedente.

Secondo il report dell’ISTAT “Il numero delle vittime e le forme della violenza”, il 21,5% delle donne fra i 16 e i 70 anni (pari a 2 milioni 151 mila) ha subito comportamenti persecutori da parte di un ex partner nell’arco della propria vita. 

Non solo gli ex partner: complessivamente, sono circa 3 milioni 466 mila le donne che hanno subìto stalking da parte di un qualsiasi autore, pari al 16,1% delle donne.

Nei casi di autore diverso da un ex-partner le donne hanno subito stalking da 

  • conoscenti;
  • sconosciuti;
  • amici o compagni di scuola;
  • colleghi o datori di lavoro;
  • dai parenti e dai partner con cui la donna aveva al momento dell’intervista una relazione.

Gli autori di stalking sono maschi nell’85,9% dei casi a fronte di un 14,1% di femmine.

Il 78% delle vittime non si è rivolta ad alcuna istituzione e non ha cercato aiuto presso servizi specializzati; solo il 15% si è rivolta alle forze dell’ordine e percentuali più piccole si sono rivolte a un avvocato o ad un centro antiviolenza.

Non solo in amore: lo stalking condominiale

Lo stalking si classifica anche in base al contesto. 

Lo stalking condominiale, ad esempio, è una forma specifica di stalking che si verifica all'interno del contesto condominiale e che viene commesso da chi compie atti persecutori nei confronti dei vicini di casa, al punto da ingenerare in loro un grave e perdurante stato di ansia, frustrazione e paura per sé o per i propri familiari e da costringerli a cambiare le proprie abitudini di vita.

Anche se non è espressamente citato nell’articolo 612 bis del Codice Penale, ha ottenuto riconoscimento giurisprudenziale dalla Cassazione.

Tribunale: aspetti legali dello stalking

Aspetti legali e giuridici dello stalking: l’articolo 612-bis del Codice Penale

Lo stalking è riconosciuto come reato nell'ordinamento penale italiano a partire dal 2009, con l'introduzione dell'art. 612-bis del Codice Penale. Tale norma punisce chiunque, attraverso prove di condotte reiterate di minaccia o molestia, provochi un grave e perdurante stato di ansia o di paura nella vittima, ingeneri un fondato timore per la propria incolumità o quella di un prossimo congiunto, o costringa la vittima ad alterare le proprie abitudini di vita.

Per avviare il trattamento giuridico del reato di stalking è necessaria la ripetizione delle condotte persecutorie, come minacce, molestie, invio di messaggi indesiderati (email, SMS, post sui social media), danneggiamento di proprietà, aggressioni verbali o fisiche. Anche due sole condotte possono essere sufficienti se considerate idonee a costituire una reiterazione.

Il reato di stalking può sussistere anche in ambiti legati alla famiglia, in particolare se il soggetto attivo è il coniuge separato o divorziato, o una persona legata da una relazione affettiva alla vittima.

Non è stalking un'interazione occasionale o consensuale, contatti per motivi professionali, o azioni isolate senza intento di controllo. Se le richieste di cessare il contatto sono rispettate e non c'è intento di molestia, non si tratta di stalking. L'importante è considerare l'intenzione, la percezione della vittima e la frequenza delle interazioni.

Sanzioni allo stalker

Il reato di stalking viene punito con la reclusione da un annosei anni e sei mesi.

La pena aumenta:

  • se lo stalker è il coniuge, anche separato o divorziato;
  • se lo stalker è o è stata legata da una relazione affettiva alla vittima;
  • se gli atti persecutori sono commessi con strumenti informatici o telematici (cyberstalking).
  • se la vittima è un minore, una donna in gravidanza o una persona con disabilità
  • se lo stalker si avvale di armi o modifica il proprio aspetto per non farsi riconoscere.

Chi è lo stalker?

Lo stalker è colui che mette in atto comportamenti persecutori nei confronti della vittima, ovvero un’altra persona a cui può essere o non essere legato da una relazione (affettiva, lavorativa, ecc.) nel presente o in passato.

Profilo psicologico dello stalker

Quali sono le tipologie di stalker?

Gli studi effettuati nel corso degli anni su questo argomento hanno portato alla luce diverse tipologie di stalking. Tra le varie che sono emerse, una delle più specifiche è la lista redatta da Paul Mullen (Università di Melbourne) che ha distinto 5 tipologie di molestatore.

  1. respinto: lo stalker più comune, ovvero colui che è stato rifiutato dal/dalla partner e non accetta la fine di una relazione, per questo sente l'incontrollabile desiderio di dover fare la pace. Nella maggior parte dei casi è consapevole di quello fa, che minacce e aggressioni allontanano questa possibilità, ma non riesce a farne a meno;
  2. rancoroso (o risentito): la sua motivazione a mettere in atto atteggiamenti persecutori è la voglia di vendetta, perché è convinto di aver subito un grave torto. La molla principale dei suoi comportamenti è il senso di potere e di controllo sulla vittima, che gratifica e rinforza il suo comportamento. Molto spesso sono stalker affetti da un disturbo di personalità chiamato narcisismo maligno;
  3. bisognoso d’affetto: si tratta di una persona che soffre di solitudine affettiva e che per questo cerca disperatamente una relazione, d'amore o d'amicizia che sia, idealizzando la persona verso cui sono indirizzate le sue attenzioni. Di questa categoria fanno parte gli affetti dalla sindrome di de Clérambault alla cui base c’è un vero e proprio delirio, poiché queste persone sono certe di essere amate dalla persona che è di loro interesse (spesso è un personaggio dello spettacolo). Se vengono rifiutati, la classica reazione è quella del “Non cede perché non riesce ad ammettere che mi ama” e purtroppo questi sono gli stalker più insistenti;
  4. incompetente: sono persone non in grado di corteggiare l'altro, una tipologia di stalker più "innocua" di quelle spiegate fino a ora. In genere queste persone si muovono con dei comportamenti grezzi, espliciti e fastidiosi, ma in alcune circostanze possono diventare anche aggressive o moleste. Dopo i ripetuti rifiuti, gli incompetenti si rivolgono ad altre prede, mettendo in atto però gli stessi identici atteggiamenti che si rivelano di nuovo privi di successo;
  5. predatore: è la tipologia di stalker più rara che è stata individuata fino ad ora, ma allo stesso tempo anche la più pericolosa in quanto vero e proprio maniaco. L'obiettivo è l’appagamento sessuale e per ottenerlo può arrivare a spaventare e torturare la sua vittima. Fanno parte di questa tipologia di stalker quasi sempre persone di sesso maschile, che spesso vengono arrestate per molestie sessuali.

Profilo psicologico dello stalker

Lo stalker è una persona con un’evidente problematica nell’area affettivo-emotiva, relazionale e comunicativa. 

Di frequente sono partner o ex-partner di sesso maschile (in Italia il 70% degli stalker è uomo) e con un’età compresa tra i 18 ed i 25 anni (il 55% dei casi). 

Le motivazioni principali dello stalking sono la gelosia, l’abbandono o un amore respinto.

In diverse circostanze, coloro che mettono in atto questo comportamento persecutorio sono persone che soffrono di disturbi mentali associati a una qualche forma di distorsione della realtà. In genere si parla di psicosi, disturbi di personalità, disturbi ossessivi e schizofrenia.

Quali sono le cause dello stalking?

Le cause dello stalking possono essere di vario tipo e anche differenti a seconda di chi lo mette in atto. Le cause più comuni individuate fino a questo momento sono:

  1. i disturbi mentali
  2. la fissazione nei confronti della vittima
  3. la rottura di una relazione
  4. la vendetta per torti o ferite
  5. fattori ambientali e sociali

Disturbi mentali. Si tratta di condizioni che influenzano la percezione della realtà con conseguenti comportamenti ossessivi. In particolare:

  • disturbo borderline di personalità;
  • disturbo ossessivo-compulsivo;
  • disturbo narcisistico di personalità;
  • psicosi.

Fissazione nei confronti della vittima. In questo caso i motivi che la innescano possono essere di varia natura, tra cui:

Fine della relazione. In questo caso lo stalker rifiuta la fine di una relazione, non riesce a superare la rottura e cerca di riconquistare l’ex partner in modo ossessivo.

Vendetta per presunti torti o ferite inflitte in passato. Lo scopo, nella maggior parte delle situazioni, è punire la vittima. Ci possono essere situazioni in cui lo stalker si vendica attraverso il revenge porn.

Fattori ambientali e sociali. Tra questi i più frequenti sono:

  • l'abuso infantile;
  • l'esposizione a comportamenti violenti;
  • il disagio emotivo;
  • la bassa autostima.
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La vittima di stalking

Le vittime di stalking vivono una realtà fatta di ansia, paura e costante preoccupazione. Gli atti persecutori possono avere un impatto devastante sulla vita quotidiana, minando la sicurezza e la serenità della persona colpita. Essere perseguitati da una persona determina un fondato timore per la propria incolumità.

Nei prossimi paragrafi vediamo gli effetti psicologici a lungo termine e le strategie di supporto per affrontare e superare questa forma di violenza subdola.

Conseguenze psicologiche dello stalking: ansia

Conseguenze sulle vittime

Le conseguenze sulle vittime di stalking possono essere di vario tipo. 

La prima cosa da sottolineare è che non è necessariamente detto che tutte sviluppino un disturbo psichiatrico. Anzi, i sintomi possono variare da sintomi subclinici a transitori, e in molti casi possono essere affrontati grazie alla propria resilienza di fronte a eventi traumatici.

A ogni modo, non sono da escludere sintomi come:

  • disturbi del comportamento alimentare;
  • abuso di alcool;
  • insonnia;
  • nausea;
  • aumento del consumo di sigarette;
  • reazioni depressive che portano a un senso di impotenza, disperazione, paura e pensieri suicidari.

Quali disturbi possono svilupparsi se si è vittime di uno stalker?

Nei casi più gravi possono emergere dei disturbi psicologici, tra cui quelli evidenziati da Gargiullo e Damiani:

  • disturbo post-traumatico da stress: si evidenzia soprattutto in seguito a minacce di morte, gravi lesioni, atti persecutori persistenti e angoscianti e si manifesta principalmente con sogni e ricordi invasivi, sensazioni che l’evento traumatico si ripeta, e disagio psicologico. Le conseguenze sono amnesie dissociative, poco interesse per le attività sociali, distacco emotivo dalla vita di tutti i giorni, affettività ridotta e una visione negativa del futuro;
  • complex post-traumatic stress disorder: emerge nei casi di abusi fisici, emozionali, sessuali e maltrattamenti ripetuti nel tempo. Le conseguenze principali sono perdita di sicurezza, di fiducia, di valore e di autostima, insieme a grandi difficoltà a livello emozionale e interpersonale;
  • somatizzazioni: quando si avvertono disturbi fisici che però non esistono a livello organico, condizioni legate all’ansia e il grave disagio emotivo sperimentato;
  • avversione sessuale: ansia, disgusto, paura, repulsione e diminuzione della libido. Spesso le vittime di stalking vanno a letto presto, trascurano il proprio aspetto fisico e dedicano eccessivo tempo al lavoro o allo sport. Non riescono a più a trovare gioia nell'attrazione sessuale;
  • vaginismo: contrazione involontaria dei muscoli perineali che rende doloroso e quasi impossibile il sesso.

Donne e stalking: violenza di genere?

Secondo uno studio effettuato da Rosemary e collaboratori, le donne stalker spesso e volentieri cercano altre donne, mentre gli uomini lo fanno solo con donne. In sostanza, quindi, ad essere vittime di stalking sono principalmente le donne (l’80% delle vittime sono di sesso femminile).

Non è un caso che si parli molto spesso di violenza di genere. Nel nostro Paese, su un recente comunicato stampa (novembre 2023) del Consiglio Nazionale delle Ricerche si può leggere che sono oltre 12 milioni le donne che hanno subito almeno una volta un episodio di violenza fisica o psicologica. Il dato ancor più spaventoso è che, di queste, solo il 5% ha presentato denuncia per stalking.

Una ricerca condotta dall’Unione Europea (Violence Against Women) ha invece evidenziato che sempre in Italia il 19% delle donne, nel corso della sua vita, ha subito violenze fisiche o sessuali; il 38% abusi psicologici; il 9% stalking. Ad essere vittime di episodi di violenza sono soprattutto donne con meno di 60 anni, con un livello di istruzione medio-alto, un lavoro e un reddito medio. Inoltre, sono coniugate e conviventi con il partner e oltre la metà ha figli.

Conseguenze psicologiche dello stalking: paura

Profilo psicologico della vittima di stalking

Coloro che sono oppressi dagli stalker possono vivere emozioni e sensazioni molto forti e complesse da gestire, come:

  • stress psicologico;
  • preoccupazione;
  • paura per la propria vita;
  • rabbia;
  • disprezzo per il molestatore;
  • senso di colpa;
  • vergogna;
  • incapacità di amare se stessi a seguito dello stalking.

Ciò può portare a reazioni di isolamento e chiusura, con la conseguente cessazione di richieste di aiuto. Si tratta di un atteggiamento che a sua volta genera stati d’ansia, disturbi del sonno e quadri psicopatologici.

Pathè e Mullen hanno condotto una ricerca su 100 vittime di stalking australiane. I risultati hanno mostrato che:

  • il 94% di loro riferiva di aver avuto notevoli cambiamenti nello stile di vita e nelle attività quotidiane;
  • il 70% di aver notato una significativa diminuzione delle attività sociali;
  • il 50% diminuiva la quantità di ore spese al lavoro o smetteva del tutto di lavorare;
  • il 34% finiva per cambiare lavoro;
  • il 40% mutava la sua residenza.

L'ansia è aumentata nell’80% dei casi. In più sono emersi disturbi cronici del sonno (75%) e pensieri ricorrenti riguardanti l’evento traumatico (55%). Infine, sintomi dei disturbi del comportamento alimentare (50%), stanchezza, debolezza e cefalee. Più raramente sono stati evidenziati problemi di depersonalizzazione (38%), incremento nell’uso di alcool e nicotina (25%) e pensieri concernenti il suicidio (25%).

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Cosa fare se si è vittima di stalking?

Essere vittima di stalking può generare sentimenti di impotenza e paura, ma sapere come reagire è il primo passo per riprendere il controllo della propria vita.

Intervento psicoterapeutico con le vittime di stalking

Le vittime di stalking devono necessariamente affidarsi a degli esperti della salute mentale che possano accoglierle in un ambiente terapeutico empatico e non giudicante, capace di favorire la comprensione e la fiducia.

Da uno studio di Curci e collaboratori è emerso che un approccio molto valido in questi casi è quello utilizzato per trattare il disturbo post-traumatico da stress, molto simile per sintomatologia, e quindi di stampo cognitivo-comportamentale. 

Non si può escludere la necessità di ricorrere anche a un intervento di tipo farmacologico, soprattutto nei casi in cui le vittime di stalking sviluppano sintomi psichiatrici disabilitanti. Serenis può aiutarti, con il supporto di uno psicologo online, o uno psichiatra in base alle tue esigenze, fornendoti l'aiuto che necessiti.

Come comportarsi: guida pratica per difendersi dallo stalker

Se sei vittima di stalking, sappi che è un reato perseguibile penalmente. Chiama il 1522, Numero Anti Violenza e Stalking.

La prima cosa a fare per difendersi dagli stalker è non rispondere alle sue provocazioni. Occorre poi chiarire con il carnefice che non si è interessati a una relazione con lui, e che quindi deve cessare qualsiasi tipo di contatto.

In secondo luogo, occorre avvisare parenti e polizia. In diversi casi l'intervento delle autorità motiva lo stalker a non mettere più in atto i suoi atteggiamenti pericolosi, ovvero ciò che avviene quando lo stalker smette di perseguitare la vittima. Ma a prescindere dall'esito, la denuncia deve essere fatta il prima possibile, perché le conseguenze di uno stalking assiduo possono essere gravi.

Infine, occorre affidarsi all'aiuto di un esperto della salute mentale che possiede tecniche e strumenti utili per superare le emozioni di disagio e inadeguatezza che si stanno sperimentando.

 

Fonti:

  • Maran, D. A., Pristerà, V., Varetto, A., & Zedda, M. (2010). Stalking: aspetti psicologici. Psicologi a confronto.
  • Pathé, M., Mullen, P. E., & Purcell, R. (2001). Management of victims of stalking. Advances in Psychiatric Treatment, 7(6), 399-406.
  • Galeazzi, G. M., & Curci, P. (2001). La sindrome del molestatore assillante (stalking): una rassegna. Giornale italiano di psicopatologia, 7, 434-452.
  • Damiani, R., & Gargiullo, B. C. (2010). Vittime di un amore criminale: la violenza in famiglia: natura, profili tipologici, casistica clinica e giudiziaria. Vittime di un amore criminale, 1-192.
  • Purcell, R., Pathé, M., & Mullen, P. (2010). Gender differences in stalking behaviour among juveniles. The Journal of Forensic Psychiatry & Psychology, 21(4), 555-568.
  • Rosemary Purcell, Michele Pathé, and Paul E. Mullen. A Study of Women Who Stalk. AJP 2001 Am J Psychiatry 158:2056-2060, December 2001.
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche, I dati sulla violenza di genere in Italia.
  • European Union Agency for Fundamental Rights, Violence against women: an EU-wide survey. Main results report.
  • Eurispes - L'Istituto di Ricerca degli italiani, Risultati del Rapporto Italia 2021.
  • Gargiullo B. e Damiani R., Lo stalker, ovvero il persecutore in agguato. Classificazione, assessment e profili psicocomportamentali, Angeli, Milano 2008.
  • Amato, L. (n.d.). Stalking condominiale: cos’è e quando si configura. Studio Cataldi
  • Il numero delle vittime e le forme di violenza – Istat. (n.d.)
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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