Sordità congenita e perdita dell'udito

La condizione, sebbene congenita, è variegata: può infatti presentarsi secondo diversi livelli di intensità, a seconda che si tratti di sordità lieve, moderata, profonda o totale.

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sordità congenita

Sordità congenita: definizione


La sordità congenita è una condizione che comporta la perdita dell'udito fin dalla nascita o nel periodo subito successivo alla gestazione (in genere, durante il primo mese di vita). Si tratta di una condizione medica che ad oggi, solo in Italia, sembra interessare quasi un bambino su mille.

La condizione, sebbene congenita, è variegata: può infatti presentarsi secondo diversi livelli di intensità, a seconda che si tratti di sordità lieve, moderata, profonda o totale.

Trattandosi di una condizione innata, ha tra le sue cause motivazioni ereditarie, che riguardano cioè il patrimonio genetico del soggetto in questione. Anche fattori ambientali possono però contribuire allo sviluppo della sordità congenita. Fattori ambientali che riguardano il periodo della gestazione o quello subito successivo.

Tra essi, compaiono: infezioni, complicazioni perinatali. Ricordiamo che quasi la metà dei casi di sordità congenita ha comunque una causa genetica.

La diagnosi precoce può aiutare il soggetto a sviluppare le sue abilità linguistiche e comunicative, al di là delle difficoltà che la sordità può comportare anche dal punto di vista verbale. Affinché vi sia diagnosi di sordità, infatti, è necessario che i problemi di udito abbiano conseguenze anche sullo sviluppo del linguaggio verbale.

Grazie ai moderni screening neonatali, la sordità congenita può essere rilevata e trattata in maniera precoce, migliorando significativamente le prospettive di sviluppo del bambino.

Ricordiamo che la sordità congenita può avere effetti anche dal punto di vista psicologico ed emotivo, portando il bambino ad affrontare difficoltà inedite e profonde sul piano dei rapporti interpersonali. Anche per i genitori, o più in generale per i caregiver, la situazione può essere fonte di stress, ansia, tensione: dovuta soprattutto alle preoccupazioni per il bambino con sordità congenita.

Ne parleremo approfonditamente nel corso dell'articolo, indagando cause, soluzioni e ipotesi terapeutiche. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

Sintomatologia clinica


La sordità congenita è una condizione ampiamente studiata, che come detto colpisce in Italia quasi un bambino su mille. Un numero impressionante, che ci fa capire quanto tale problematica sia diffusa e necessaria da indagare.

Nei neonati e nei bambini piccoli, i sintomi tendono a svilupparsi precocemente (o dalla nascita, o nel periodo subito successivo). In effetti, è comune che la diagnosi avvenga tra i tre e i sei mesi di vita, quando i genitori cominciano a rendersi conto delle problematiche uditive del più piccolo.

I sintomi della sordità congenita possono includere la mancata reazione a suoni ambientali e alla voce umana, il ritardo nello sviluppo delle capacità verbali e più in generale nell'acquisizione del linguaggio.

Nei bambini più grandi, può appunto manifestarsi con difficoltà di apprendimento, generale problemi di attenzioni, o comportamenti che sembrano indicare la difficoltà a rapportarsi con l'ambiente circostante.

È importante notare che alcuni bambini con perdita dell'udito parziale possono sviluppare alcune abilità linguistiche, pur andando incontro a difficoltà o ritardi nello sviluppo di tali abilità.

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Quali sono le cause della sordità congenita?


La sordità congenita ha, alla base, cause genetiche o ambientali. Le cause genetiche riguardano alterazioni del patrimonio genetico, che possono per vie trasverse influenzare il naturale sviluppo dell'udito.

Le cause ambientali, invece, riguardano perlopiù infenzioni come rosalia, toxoplasmosi e altre condizioni che intaccano la componente uditiva, e che vengono trasmesse al bambino quando ancora si trova nell'utero.

Anche l'utilizzo di antibiotici durante i primi mesi di vita, mancanza di ossigenazione durante la gestazione e altre problematiche ambientali, possono contribuire allo sviluppo della sordità congenita.

Infine, complicanze durante la gravidanza o il parto e prematurità si pongono come causa della condizione. Tra i fattori di rischio ricordiamo storia familiare con sordità genetica, dato che il fattore ereditario è tra le principali cause del disturbo.

Ipotesi di cura


Il trattamento della sordità congenita varia a seconda della gravità del disturbo. Ad oggi, tutte le condizioni di deficit uditivo sembrano comunque trattabili, con strumenti all'avanguardia che permettono al bambino di rimediare, almeno parzialmente, all'ipoacusia.

Non si tratta in generale di cure mediche, ma della somministrazione di apparecchi di supporto, che permettono di ampliare la capacità uditiva contrastando la sintomatologia tipica del disturbo.

Le opzioni includono appunto apparecchi acustici, impianti cocleari o orecchi bionici e altre tecnologie di assistenza, nonché supporto terapeutico come la logopedia. L'istruzione e il supporto per la comunicazione visiva, come l'apprendimento della lingua dei segni, sono importanti soprattutto nei casi più gravi di sordità congenita.

Non serve sottolineare che tale condizione può avere impatti a breve e lungo termine sulla qualità della vita del bambino, che spesso si trova ad affrontare situazioni difficili e inedite per i suoi coetanei.

Per i caregiver, un figlio con sordità congenita può comportare un impegno costante e continuativo, che nei casi più gravi può causare ansia, stress, tensione, preoccupazione e burnout del caregiver.

Potrebbe essere necessario iniziare un percorso terapeutico per far fronte allo stress che la sordità può causare ai caregiver. Serenis è un centro medico autorizzato che offre sedute di psicoterapia. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Fonti

  • American Speech-Language-Hearing Association. (n.d.). Congenital hearing loss.
  • Coyle, M. A., & Kearney, M. (2019). Congenital hearing loss: A review. Archives of Disease in Childhood, 104(4), 394-397.
  • Centers for Disease Control and Prevention. (2022). Facts about congenital hearing loss.
  • Bess, F. H., & Humes, L. E. (2003). Introduction to hearing loss. In F. H. Bess & L. E. Humes (Eds.), Hearing Loss in Children (pp. 1-8). New York: Thieme Medical Publishers.
  • Joint Committee on Infant Hearing. (2019). Year 2019 position statement: Principles and guidelines for early hearing detection and intervention programs.
  • Van Naarden Braun, K., & Yeargin-Allsopp, M. (2018). Prevalence of congenital hearing loss in the United States: A systematic review. American Journal of Public Health, 108(8), 1036-1042. 
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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