Sindrome di Cotard: cos'è e come si manifesta

Vediamo cos'è la Sindrome di Cotard, come si manifesta e quali sono prognosi e trattamenti per gli individui che ne sono colpiti.

|
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito
sindrome di cotard

Cos'è la sindrome di Cotard?

Da un punto di vista neuropsichiatrico, la sindrome di Cotard è un disturbo mentale raro caratterizzato da un delirio nichilista di negazione e distorsione della realtà: ma cosa vuol dire in pratica?
La sindrome di Cotard è un film horror sugli zombie che ha abbandonato la finzione per diventare realtà. Le persone che soffrono di questo disturbo esternamente non somigliano di certo ai cadaveri in decomposizione che vediamo sullo schermo ma, internamente, si sentono proprio così.
Chi soffre di questa patologia è convinto di non esistere e di essere morto. In qualche caso il paziente afferma che i suoi organi si stanno decomponendo e la convinzione è talmente forte e radicata da avvertire l’odore della propria carne in stato di putrefazione e dei vermi che si nutrono del suo corpo.
La sindrome di Cotard può mettere in serio pericolo la vita del paziente che, convinto di essere già morto e che il suo corpo quindi non esista, può decidere di farsi del male e di porre fine alla propria vita.

Sindrome di Cotard: quali sono i sintomi principali?

L’esordio di questa sindrome è solitamente improvviso; a volte è correlato a un precedente disturbo come la depressione maggiore, ma in qualche caso inizia senza una pregressa storia medica alle spalle.
Come abbiamo avuto modo di sottolineare, uno dei principali sintomi della sindrome di Cotard è la convinzione che nulla abbia valore o significato e che nulla esista realmente. Le persone che ne soffrono si sentono come se fossero morte o in decomposizione o, in qualche caso, potrebbero sentirsi come se non fossero mai esistite; questa sensazione è diffusa per tutto il corpo ma alcuni pazienti riferiscono di avvertirla soltanto per alcuni organi o addirittura per la loro anima.
Tra gli altri sintomi di questa sindrome ricordiamo:

  • frustrazione
  • alessitimia
  • depressione reattiva
  • allucinazioni
  • analgesia o mancanza di risposta al dolore
  • autolesionismo
  • ideazione suicidaria

I pazienti spesso tendono a isolarsi, rifiutano di parlare e di mangiare perché convinti di essere già morti, possono sentire voci o manifestare deliri di onnipotenza.

Sindrome di Cotard: la paziente zero

Questo disturbo prende il nome da Jules Cotard, il neurologo che nel 1880 curò Mademoiselle X ovvero la paziente zero. Durante una conferenza, lo specialista descrisse il caso di una donna di 43 anni che non solo aveva tentato diverse volte il suicidio ma aveva chiesto espressamente di essere bruciata viva perché convinta di essere "senza nervi, cervello, viscere o petto, di non aver bisogno di cibo perché era eterna e sarebbe vissuta per sempre".
Nel 1882, dopo aver studiato a fondo il caso della paziente zero, Cotard passò dall’idea iniziale di un disturbo depressivo all’idea del delirio di negazione, inteso come un nuovo tipo di depressione malinconica incentrata sulla negazione della propria esistenza. Nel 1893, sulla Gazette médicale de Paris: journal de médecine et des sciences accessoires, lo psichiatra Emil Regis coniò il termine Sindrome di Cotard affermando però che questo disturbo poteva essere correlato a patologie diverse dalla depressione.

Quali sono le cause della sindrome di Cotard?

L'origine esatta della sindrome di Cotard non è stata ancora identificata ma gli specialisti concordano nel ritenere che sia dovuta a una disfunzione nel cervello in quanto nelle forme depressive gravi si nasconde spesso una fragilità biologica.

Anche se la sindrome di Coatrd sembra colpire soprattutto i pazienti affetti da depressione senile, in realtà è un disturbo non riferibile a una tipologia distinta di individui. Diversi studi indicano che l’età media delle persone con sindrome di Cotard è di circa 50 anni ma, per quanto rara, può colpire anche bambini e adolescenti; in particolare, le persone di età inferiore ai 25 anni manifestano correlazione con il disturbo bipolare.
Il sesso femminile è più soggetto alla comparsa di Cotard, soprattutto dopo episodi di baby blues sfociati in depressione post-parttum.

Questa sindrome inoltre potrebbe essere causata da:

  • distimia
  • depressione post intervento chirurgico
  • abuso di sostanze
  • traumi pregressi
  • sclerosi multipla
  • morbo di Parkinson

Anche un trauma fisico in alcune aree del cervello può causare questo disturbo. Tra i casi della sindrome di Cotard citiamo quello di un paziente scozzese vittima di un incidente motociclistico che causò una grave lesione al cranio e la successiva comparsa di questo disturbo.

Cause della sindrome di Cotard

Il ruolo dell'emisfero destro nella sindrome di Cotard

Uno studio (Nisho e colleghi, 2012) ha esaminato la correlazione del delirio di identità con le funzioni dell'emisfero destro ovvero l’area che presiede alle funzioni del sé. È stato preso in esame il caso di un paziente colpito da ictus e successivamente dalla sindrome di Cotard. A un anno dalla remissione di tutti i sintomi, l’uomo affermava con convinzione di essere morto per qualche mese. L'imaging cerebrale ha evidenziato nelle lesioni a carico dell’emisfero destro, confermando l'ipotesi che la percezione di essere vivi dipenda proprio da questa area del cervello.

Quanto dura la sindrome di Cotard?

La durata del disturbo è variabile in quanto può risolversi entro qualche settimana oppure durare anni, in base alla malattia sottostante.

La sindrome di Cotard è stata classificata in:

  • depressione psicotica: il paziente presenta sintomi che ricordano più uno stato depressivo che un delirio nichilista;
  • tipo I: il paziente presenta deliri di negazione e ipocondriaci ma non è interessato da episodi depressivi;
  • Cotard tipo II: in questa fase compaiono ansia, depressione, deliri nichilisti e uditivi, allucinazioni e tendenze suicide.

Gli stadi della sindrome di Cotard

La malattia si manifesta seguendo uno schema rappresentato da tre stadi:

  • germinale: l'esordio della malattia è caratterizzato soprattutto dall’ipocondria e dalla cenestopatia ovvero la sensazione dolorosa riferita una parte del corpo o a un organo, non suffragata però da una spiegazione medica;
  • florido: questo è il passaggio in cui compare il delirio di negazione, la derealizzazione, una forte ansia e una profonda negatività;
  • cronico: è lo stadio più complesso della malattia perché vede un peggioramento dei sintomi con comparsa di paranoie o depressione.

Paranoia e sindrome di Cotard

Quali sono i disturbi associati alla sindrome di Cotard?

Uno degli studi più completi sulla sindrome di Cotard è stato pubblicato nel 1995 da due ricercatori dell'Università di Cambridge. I risultati di questa ricerca, che ha analizzato centinaia di casi rilevati in poco più di un secolo trascorso dalla prima diagnosi, hanno indicato che l’89% dei pazienti con sindrome di Cotard soffriva anche di depressione mentre il 65% di ansia.
La sindrome di Cotard rimane comunque una malattia molto rara e questo rende la ricerca ancora più difficile. Tuttavia sembra che esista un collegamento con alcune malattie fisiche e mentali come la schizofrenia, la sindrome maniaco-depressiva, l’epilessia, la demenza, ictus e infarto cerebrale.

Prognosi e trattamento della sindrome di Cotard

Questa sindrome solitamente viene diagnosticata per esclusione dopo che i medici hanno escluso altre condizioni simili come, ad esempio la sindrome di Capgras.
Non è semplice stabilire una prognosi per questo disturbo. A volte, dalla sindrome di Cotard si guarisce in maniera improvvisa e spontanea, anche se si tratta di un caso grave; in qualche altro caso invece, nonostante una presenza moderata dei sintomi, la guarigione è lenta e graduale.
Se la patologia è legata a una condizione organica sottostante, lo sviluppo e la durata dipenderanno dalla terapia utilizzata per trattare la condizione preesistente.
Il trattamento varia in base alla presenza di patologie precedenti o correlate. In linea di massima prevede l’utilizzo di farmaci antidepressivi, antipsicotici o con gli stabilizzatori d’umore uniti spesso alla terapia elettroconvulsivante.

L’influenza della cultura nella sindrome di Cotard

Le credenze culturali e superstiziose potrebbero avere un ruolo importante nella sindrome di Cotard. Tra le varie testimonianze, citiamo quella di una paziente in cui i sintomi tipici erano aggravati dall'esperienza extracorporea e dalla convinzione di essere stata uccisa da Aal, uno spirito maligno del folklore persiano (A. Ghaffarinejad e colleghi, 2012).

 

Fonti:

  • A case report of Cotard’s syndrome. (n.d.). PubMed. https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC2695744/
  • Cotard Syndrome: "I’ m dead, so why do I need to eat?". (n.d.). Psychiatrist. https://www.psychiatrist.com/pcc/cotard-syndrome/
  • Debruyne, H. (2016). Cotard’s Syndrome. In Oxford University Press eBooks (pp. 94–106). https://doi.org/10.1093/med:psych/9780190245863.003.0007
Il nostro processo di revisione
Scopri di più
Approfondimento
Coinvolgiamo nella stesura dei contenuti clinici terapeuti con almeno 2.000 ore di esperienza.
Verifica
Studiamo le ricerche sul tema clinico e quando possibile le inseriamo in bibliografia.
Chiarezza
Perfezioniamo gli articoli dal punto di vista stilistico privilegiando la comprensione del testo.
Validano gli articoli
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
Leggi la biografia
Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
Leggi la biografia
Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Trova un terapeuta
Primo colloquio gratuito
Primo colloquio gratuito