Scippo: come superare il trauma?

Lo scippo è un evento traumatico che influisce profondamente sulle vittime, generando sentimenti di vulnerabilità, paura e impotenza.

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Scippo come superare il trauma

Lo scippo è un’esperienza traumatica che può avere un forte impatto emotivo sulle vittime. La sensazione di vulnerabilità e di impotenza derivate da questo reato possono provocare sentimenti di paura, rabbia, tristezza, ansia ma anche una costante sensazione di allarme e pericolo.

In questo articolo esploreremo l'impatto emotivo dello scippo e capiremo insieme come affrontare questo evento traumatico.

Qual è la differenza tra scippo, furto e furto con scippo?

Nel furto ci si impossessa di qualcosa che appartiene a un altro per trarne profitto: è il ladro che si introduce nell’appartamento o che ruba la merce in un negozio e così via.

Con lo scippo accediamo a un'ipotesi più grave di reato perché la sottrazione del cosiddetto bene mobile avviene con lo "strappo": il delinquente strappa di dosso o di mano la cosa alla persona che la detiene.

Il furto con strappo (noto gergalmente come furto con scippo) rientra nelle ipotesi di furto aggravato.

Proviamo a calare queste definizioni che appartengono alla sfera giurisprudenziale in ambito psicologico. Cos’è che differenzia un furto da uno scippo? La risposta è drammaticamente semplice: la violenza.

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Cos’è un trauma psicologico?

Il trauma, in ambito psicologico, indica un evento brutale che sconvolge la vita di un individuo al punto che esiste un "prima" e un "dopo". Questo shock violento può essere sia fisico che psicologico e può riguardare un evento che subiamo in prima persona o al quale assistiamo come testimoni.

Da un punto di vista pratico, vivere un trauma vuol dire vivere un evento o una situazione in cui perdiamo il controllo di quello che accade. Non è un semplice stress ma uno stato in cui la paura è il sentimento predominante.

Come ci sente dopo uno scippo?

Lo scippo è un evento traumatico e inatteso che ci coglie di sorpresa.

Le conseguenze psicologiche di uno scippo possono essere di varia natura e più o meno intense. La nostra storia personale, le nostre esperienze, il carattere e il modo di affrontare gli eventi contribuiscono a determinare la nostra capacità di reagire. Per alcune persone l'esperienza di un crimine può causare lievi danni, per altri può rappresentare un evento così forte e doloroso da sfociare, come vedremo, in un vero e proprio disturbo da stress post traumatico.

Le emozioni provocate da questo atto violento sono numerose.

Le più comuni sono l’ansia, l'impotenza ma anche l’incredulità. Ci si ritrova improvvisamente in una situazione che non credevamo potesse capitarci. L’evento delittuoso può sembrare irreale e simile a un incubo. La paura ci immobilizza e ci provoca dolore e un costante senso di inutilità.

La violenza subita ci fa sentire esposti e vulnerabili, alla mercé del mondo, ma spesso anche frustrati e carichi di rabbia perché accettare l’idea che qualcuno ci abbia sottratto (o abbia provato a farlo) un oggetto con la violenza ci regala una tremenda e spesso insanabile sensazione di ingiustizia e di violazione.

A volte ci si sente in colpa.

La nostra mente mette in gioco pensieri come "Se non avessi fatto" o "Se non fossi passato di lì": ci convinciamo quasi di aver causato o consentito lo scippo.

Una parte di noi sa quello che è successo non è colpa nostra ma questa sensazione diventa una compagna fastidiosa. Per difenderci dai suoi effetti elaboriamo dei meccanismi di difesa che spesso ci spingono a non parlare con nessuno dell'esperienza subita o addirittura a negarla o ad avere dei ricordi confusi e frammentati.

Questo modo di reagire è assolutamente comprensibile nei giorni successivi all’evento perché lo shock protegge la nostra mente dalle emozioni stressanti.

Il problema è quando ci impedisce di chiedere aiuto e si trasforma in qualcosa di più profondo e invalidante.

Lo scippo: quando l’ansia e la paura ci impediscono di superare il trauma

L'evoluzione della specie ha permesso al nostro corpo di sviluppare un sistema di allarme che si attiva quando ravvisiamo un pericolo.

L’ansia basale e la paura in questo caso sono delle alleate preziose perché hanno il potere di comunicare con l'amigdala, quel piccolo nucleo presente all’interno del sistema limbico, che ci aiuta a far fronte all’emergenza che stiamo vivendo.

A volte però questo sistema di allarme non si spegne e l’ansia e il terrore diventano eccessivi e interferiscono con la vita quotidiana.

Quando subiamo uno scippo, il pensiero che il dolore possa attenuarsi nel tempo non sempre ci regala conforto perché spesso questo evento traumatico ci toglie la capacità di pianificare o di pensare al futuro.

Perdiamo interesse per le attività quotidiane o per quello che un tempo ritenevamo importante. Ci sentiamo isolati, distanti dagli altri, soffriamo di insonnia e tutto ci fa paura: a volte basta un movimento improvviso per attivare il nostro sistema di allarme.

Cosa ci succede?

Lo scippo influenza e indebolisce la capacità della vittima di pensare e agire razionalmente. Se è vulnerabile perché è eccessivamente sensibile o ha già sperimentato uno stress significativo nella sua vita, è più esposta ai rischi e alle conseguenze di un evento traumatico.

Lo scippo e il disturbo da stress post traumatico

Il disturbo da stress post-traumatico è un tipo di disturbo d’ansia che può svilupparsi dopo l’esposizione a eventi stressanti o traumatici.

Tra i principali sintomi ricordiamo:

  • rabbia improvvisa
  • ansia
  • difficoltà nel controllo delle emozioni
  • insonnia

Chi soffre di disturbo da stress post traumatico spesso è ipervigile, vive in uno stato di allerta permanente, pronto a rispondere in caso di pericolo. Il nostro cervello analizza e reagisce in modo eccessivo alle possibili minacce quotidiane, immaginando sempre il peggio.

In alcuni casi tendiamo a rivivere l’evento, provando le stesse sensazioni di terrore e paura, oppure lo neghiamo ed evitiamo di dire o fare cose che possano ricordarcelo.

Quando i sintomi durano meno di 4 settimane si parla di disturbo acuto da stress. Quando superano le 4 settimane, è possibile fare una diagnosi di disturbo da stress post-traumatico.

È importante che la vittima del reato riceva aiuto il prima possibile. Le conseguenze di questo disturbo sono difficili da gestire. Oltre all’ansia e alla depressione, il sistema "lotta/fuga" del nostro corpo potrebbe farci arrabbiare con chi ci è vicino, esplodere senza motivo e persino essere violenti e aggressivi provocando problemi nel lavoro ma anche nella vita sociale e di coppia.

Come reagire a uno scippo

Il coping cioè l’insieme delle strategie adattive e dei meccanismi psicologici utili per fronteggiare un trauma, è più rapido ed efficace se abbiamo l’opportunità di parlare delle nostre esperienze e di quello che sentiamo con i nostri cari o con un professionista della salute mentale.

Non dobbiamo provare nessuna vergogna nel chiedere aiuto. Dopo un evento traumatico, spesso tendiamo a rimanere in silenzio, un atteggiamento che crea un fiume di emozioni dolorose da cui è difficile uscire. Per superare il trauma, è fondamentale parlare della sofferenza provata e vissuta e tradurre in parole le proprie emozioni.

Decidiamo noi a chi confidare il nostro trauma. Un amico, un familiare, un gruppo di sostegno o un terapeuta: sta a noi la scelta e a nessun altro. Dobbiamo sentirci al sicuro e, proprio per questo motivo, è necessario chiarire sin dall’inizio il tipo di supporto di cui abbiamo bisogno.

Nonostante questo però, può succedere di non sentirsi supportati o capiti dagli affetti più cari. Non dobbiamo incolpare noi stessi ma nemmeno i nostri familiari: alcune persone non sono consapevoli delle conseguenze di un trauma emotivo e psicologico.

Superare il trauma di uno scippo con la psicoterapia

Comprendere le emozioni ma soprattutto capire come il cervello e il corpo reagiscono a violenti shock emotivi e fisici è fondamentale per imparare a superare il trauma.

La psicoterapia è permette di esporci al ricordo traumatico e di elaborarlo in tutta sicurezza: rievocare eventi difficili è una pratica intensa e spesso spiacevole, tutto il corpo viene influenzato a livello cognitivo, biologico ed emotivo.

Approcci come la terapia cognitivo comportamentale, l'EMDR, la terapia di gruppo o la psicoterapia breve, ci aiutano a capire qual è il posto più funzionale per questo ricordo e ci permettono di lavorare sulle false credenze, sulla gestione dello stress, dell’ansia e in generale sul nostro benessere fisico ed emotivo.

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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