Schema Therapy
La Schema Therapy è una forma di psicoterapia integrativa, sviluppata da Jeffrey Young negli anni '90, che combina elementi di terapie cognitive comportamentali, psicodinamiche, della Gestalt e dell'attaccamento
Cos’è lo schema therapy?
La Schema Therapy (ST) è un approccio psicoterapeutico sviluppato da Jeffrey Young negli anni '90, progettata per trattare disturbi psicologici complessi, come disturbi di personalità, traumi profondi e condizioni croniche. Lo schema therapy si basa su una combinazione di terapia cognitivo-comportamentale, teoria dell'attaccamento, Gestalt, psicologia dello sviluppo e mindfulness.
Questa disciplina si basa sulla teoria degli schemi e si propone di aiutare i pazienti a identificare e modificare i modelli di pensiero, le emozioni e comportamenti disfunzionali che si sviluppano durante l'infanzia e che influenzano negativamente la vita adulta. Questa metodologia si è dimostrata particolarmente efficace nel trattare un'ampia gamma di disturbi psicologici, tra cui:
- Disturbi d'ansia;
- Depressione;
- Disturbi alimentari;
- Disturbi di personalità.
Fondamenti teorici della Schema Therapy
Il fondatore della Schema Therapy, Jeffrey Young, iniziò la sua carriera lavorando con Aaron Beck, padre della terapia cognitivo comportamentale.
Durante il lavoro presso il Centro di Terapia Cognitiva dell'Università della Pennsylvania, Young riscontrò che alcuni pazienti con determinate caratteristiche comuni non traevano nessun beneficio significativo dall'approccio standard cognitivo. Questi pazienti presentavano schemi di pensiero, di comportamento e strategie di coping auto-sabotanti e particolarmente resistenti. Lo psicologo statunitense capì che era necessario creare un approccio in grado di aiutarli a identificare e modificare queste "trappole di vita".
Secondo Young, ogni essere umano, per conquistare un sano sviluppo psicologico, deve poter soddisfare 5 bisogni fondamentali:
- attaccamento sicuro;
- autonomia, senso di competenza e identità;
- limiti realistici e autocontrollo;
- libertà di esprimere emozioni e bisogni fondamentali;
- spontaneità e gioco.
Se questi bisogni non vengono nutriti in maniera adeguata, possono svilupparsi schemi maladattivi che vanno a influenzare in maniera negativa il nostro modo di pensare, di sentire e comportarsi in età adulta, creando una vera e propria dissonanza cognitiva.
Gli schemi maladattivi precoci, di cui parleremo in seguito, sono radicati nelle esperienze di abbandono, abuso emotivo o fisico e trascuratezza durante l'infanzia.
Cosa sono gli schemi maladattivi?
Uno dei concetti fondamentali nella Schema Therapy è quello di schema maladattivo precoce. Con questo termine indichiamo i modelli di pensiero, le emozioni e i comportamenti persistenti e disfunzionali che esercitano un'influenza negativa sul nostro funzionamento psicologico e relazionale. Questi schemi nascono durante l’infanzia o in età adolescenziale come risposta a carenze emotive, a un ambiente invalidante o disfunzionale o in seguito a esperienze traumatiche.
Ogni schema maladattivo precoce (SMP) presenta delle caratteristiche ben precise:
- Stabilità e durata: persiste nel tempo, influenzando il comportamento e le nostre relazioni anche in età adulta.
- Rigidità: è un modello inflessibile che limita la nostra capacità di adottare prospettive diverse e di adattarsi a nuove situazioni.
- Natura emotiva: gli SMP sono legati a emozioni intense e negative come tristezza, rabbia o paura.
- Influenza pervasiva: lo schema maladattivo precoce tocca e influenza molteplici aspetti della nostra vita: pensieri, emozioni, relazioni e comportamenti.
- Attivazione automatica: questi schemi si attivano in maniera inconscia e automatica in risposta a specifici stimoli, determinando il modo in cui reagiamo e ci comportiamo.
Lo schema maladattivo ha la capacità di influenzare in maniera negativa le relazioni interpersonali, la stima di noi stessi, i comportamenti e la nostra capacità di gestire e regolare le emozioni. In pratica, gli SMP possono esercitare un forte impatto sulla nostra salute mentale perché ci espongono al rischio di sviluppare disturbi psicologici come depressione, ansia, disturbi alimentari o disturbi di personalità.
Schemi maladattivi precoci (SMP)
Nella Schema Therapy, gli schemi maladattivi precoci sono modelli cognitivi ed emotivi disfunzionali che si sviluppano durante l'infanzia o l'adolescenza in risposta a esperienze traumatiche o bisogni emotivi non soddisfatti. Questi schemi si formano quando un bambino non riceve cure adeguate, amore o sicurezza, e continuano a influenzare il comportamento e le relazioni nell'età adulta.
Gli schemi maladattivi sono generalizzati e pervasivi, spesso collegati a credenze profonde e negative su sé stessi e sugli altri. Alcuni esempi sono:
- Abbandono: La convinzione che chiunque di importante ti lascerà inevitabilmente.
- Sfiducia/Abuso: La percezione che le persone ti faranno del male o ti tradiranno.
- Inadeguatezza/Vergogna: Sentirsi difettosi o indegni di amore.
- Deprivazione emotiva: La credenza che i propri bisogni emotivi non saranno mai soddisfatti.
- Dipendenza/Incompetenza: La convinzione di non essere capaci di affrontare le responsabilità quotidiane senza l'aiuto di qualcun altro.
La Schema Therapy mira a identificare e modificare questi schemi disfunzionali, che spesso causano comportamenti problematici, difficoltà nelle relazioni e sofferenza emotiva. Gli schemi maladattivi possono essere rigidi, ma attraverso la terapia è possibile sviluppare modalità di pensiero e comportamento più sani.
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Cosa sono i mode?
I mode sono la combinazione di schemi maladattivi precoci e strategie di coping. Ma cosa vuol dire esattamente? In parole semplici, sono i diversi stati mentali che assumiamo in risposta a determinate situazioni. Questi stati includono pensieri, emozioni e comportamenti che possono essere adattivi quindi sani o maladattivi e disfunzionali.
In ogni momento, una o più modalità possono influenzare il modo in cui pensiamo e ci comportiamo; ognuno di noi possiede una varietà di mode, sia adattivi che maladattivi, che si attivano in diverse situazioni.
Esistono però delle eccezioni, come nei disturbi di personalità, dove gli individui tendono a passare rapidamente da un mode all'altro in modo inconsapevole e incontrollabile, causando comportamenti impulsivi, relazioni instabili e difficoltà emotive.
I mode si attivano in risposta a eventi esterni, nelle relazioni con gli altri ma anche sulla scia di pensieri disfunzionali.
Esistono 3 mode principali e 10 categorie:
1) Modalità bambino
- bambino felice
- bambino arrabbiato
- bambino impulsivo
- bambino vulnerabile
2) Modalità genitore
- genitore critico
- genitore protettivo
- genitore distaccato
3) Modalità adulto
- adulto sano
- adulto punitivo
- adulto arreso
Schema therapy: efficacia
La Schema Therapy (ST) ha dimostrato un'efficacia significativa nel trattamento di vari disturbi psicologici. Di seguito alcuni risultati chiave espressi in percentuali:
- Disturbo Borderline di Personalità (BPD): La Schema Therapy ha un'elevata efficacia per il BPD. In uno studio controllato randomizzato, si è osservato che il 50-60% dei pazienti ha mostrato miglioramenti significativi entro due anni di trattamento. Questo ha portato a una riduzione marcata dei sintomi del disturbo e a un miglioramento delle capacità di funzionamento quotidiano (Sempértegui et al., 2014; Nadort et al., 2009).
- Depressione Cronica: La ST è stata utilizzata con successo per la depressione cronica. Uno studio di Malogiannis et al. (2014) ha riportato che circa il 70% dei pazienti ha mostrato una significativa riduzione dei sintomi dopo l'intervento, con alcuni che hanno raggiunto la remissione completa.
- Disturbi Alimentari: Per quanto riguarda i disturbi alimentari, in particolare l'anoressia nervosa, la Schema Therapy ha mostrato risultati promettenti. Simpson et al. (2010) hanno osservato un miglioramento significativo nei sintomi dei pazienti trattati con ST, con una gestione più efficace dei comportamenti disfunzionali.
Tecniche specifiche della Schema Therapy
Assessment e psicoeducazione
La prima fase della Schema Therapy ci aiuta a identificare gli schemi mentali disfunzionali, a comprendere le loro origini ma soprattutto a creare il collegamento tra queste modalità e i nostri problemi attuali. Durante questa fase di valutazione, possono essere utilizzati vari test per aiutare il paziente a capire il proprio disagio e a elaborare una diagnosi.
Trattamento e cambiamento
La seconda fase prevede l’introduzione di diverse tecniche ed esercizi di Schema Therapy. L'obiettivo del terapeuta è quello di correggere gli schemi disfunzionali e sostituire i mode maladattivi con comportamenti più funzionali. Questo processo mira a consentire al paziente di sviluppare e rinforzare la parte sana della sua personalità adulta, consentendogli così di soddisfare i suoi bisogni.
Autonomia
Questa è la fase in cui iniziamo ad assumerci maggiori responsabilità e ampliare le nostre relazioni sociali e lavorative al di fuori della terapia. I contatti con il nostro terapeuta diminuiscono, perché, in maniera progressiva, assumiamo maggiore autonomia nel gestire la nostra vita e nel mantenere il benessere emotivo.
Relazione terapeutica nella Schema Therapy
La relazione terapeutica è fondamentale per il nostro benessere perché offre un ambiente di accettazione e comprensione dove possiamo esplorare in tutta sicurezza le nostre vulnerabilità ma anche le nostre resistenze.
La collaborazione tra paziente e terapeuta ci aiuta a nutrire fiducia nel processo di cambiamento e sollecita il nostro impegno.
Il terapeuta agisce come una figura autentica e amorevole, pronta a soddisfare i bisogni di sicurezza, stabilità, accettazione e autonomia del paziente.
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FAQS
Cosa sono i "mode" nella Schema Therapy?
I mode (modalità) nella Schema Therapy sono stati emotivi e comportamentali che una persona sperimenta in momenti specifici. Rappresentano un insieme di emozioni, pensieri e comportamenti che vengono attivati in risposta a situazioni di vita, soprattutto quando i vecchi schemi maladattivi vengono sollecitati. I mode sono come "parti" della personalità che emergono in determinate circostanze.
Esistono quattro gruppi principali di mode:
- Bambino: modalità legate a emozioni infantili come vulnerabilità, rabbia, impulsività o bisogno.
- Genitore disfunzionale: modalità in cui la persona si critica o giudica se stessa in modo severo, spesso riflettendo le voci critiche interne.
- Mode di coping disfunzionale: rappresentano le modalità in cui una persona cerca di evitare il dolore causato dagli schemi, come la sottomissione, la fuga o l'ipercompensazione.
- Adulti sani: la modalità che la Schema Therapy cerca di sviluppare e rafforzare, in cui una persona può affrontare la vita in modo equilibrato, prendersi cura di sé e risolvere i problemi in modo costruttivo.
Quali sono gli schemi nella Schema Therapy?
Gli schemi nella Schema Therapy sono modelli di pensiero, emozioni e comportamenti profondamente radicati, spesso formati nell'infanzia o nell'adolescenza. Questi schemi disfunzionali influenzano negativamente il modo in cui una persona percepisce sé stessa, gli altri e il mondo. Esistono 18 schemi maladattivi divisi in cinque categorie:
- Disconnessione e rifiuto: si manifesta in persone che si sentono non amabili, isolate o non degne di affetto. Schemi comuni includono:
- Abbandono
- Sfiducia e abuso
- Deprivazione emotiva
- Inadeguatezza/vergogna
- Esclusione sociale
- Autonomia e prestazioni compromesse: riguarda persone che si sentono incapaci di prendersi cura di sé o fare scelte indipendenti. Include schemi come:
- Dipendenza/incompetenza
- Vulnerabilità
- Fallimento
- Limiti compromessi: persone che hanno difficoltà a stabilire limiti o regole personali. Schemi includono:
- Pretese/grandiosità
- Autocontrollo o autodisciplina insufficiente
- Orientamento verso gli altri: individui che cercano di soddisfare gli altri a discapito dei propri bisogni. Schemi come:
- Sottomissione
- Autosacrificio
- Ricerca di approvazione
- Ipercriticismo e inibizione: persone che si aspettano troppo da sé stesse o si inibiscono emotivamente. Schemi includono:
- Negativismo/pessimismo
- Inibizione emotiva
- Standard severi
- Punizione
Quanto dura la Schema Therapy?
La durata della Schema Therapy può variare a seconda della gravità dei problemi del paziente e degli obiettivi della terapia. Generalmente, è un approccio a medio-lungo termine, che può durare da 6 mesi a diversi anni, a seconda del caso. Le sedute sono solitamente settimanali, con un'attenzione continua sulla modificazione degli schemi e lo sviluppo di un "adulto sano". Nei casi di disturbi della personalità, come il disturbo borderline, la terapia può richiedere più tempo rispetto a problematiche meno complesse.
Come nasce la Schema Therapy?
La Schema Therapy è stata sviluppata da Jeffrey Young negli anni '90 come estensione della terapia cognitivo-comportamentale (CBT), con l'intento di trattare pazienti che non rispondevano completamente alla CBT tradizionale. Young ha combinato elementi della terapia cognitiva, comportamentale, psicodinamica, della Gestalt e della teoria dell'attaccamento, per creare un approccio più integrato e centrato sulle esperienze emotive di fondo, soprattutto per affrontare problematiche più profonde come i disturbi della personalità.
L'obiettivo principale della Schema Therapy è aiutare i pazienti a comprendere come e perché i loro schemi maladattivi si sono formati e a modificare questi schemi per migliorare la loro qualità di vita e le loro relazioni.
Fonti
- Understanding Schema Therapy • The Schema Therapy Institute. (2024, March 7). The Schema Therapy Institute. https://www.schemainstitute.co.uk/understanding-schema-therapy/
- Villines, Z. (2023, April 24). What is schema therapy? What to know. https://www.medicalnewstoday.com/articles/schema-therapy
- Masley, S. A., Gillanders, D. T., Simpson, S. G., & Taylor, M. A. (2012). A Systematic review of the evidence base for schema therapy. Cognitive Behaviour Therapy, 41(3), 185–202. https://doi.org/10.1080/16506073.2011.614274
- Malogiannis, I. A., Arntz, A., Spyropoulou, A., Tsartsara, E., Aggeli, A., Karveli, S., ..., Zervas, I. (2014). Schema therapy for patients with chronic depression: A single case series study. Journal of Behavior Therapy and Experimental Psychiatry, 45, 319–329.
- Nadort, M., Arntz, A., Smit, J. H., Giesen-Bloo, J., Eikelenboom, M., Spinhoven, P., ..., van Dyck, R. (2009). Implementation of outpatient schema therapy for borderline personality disorder with versus without crisis support by the therapist outside office hours: A randomized trial. Behaviour Research and Therapy, 47(11), 961–973.
- Sempértegui, G. A., Karreman, A., Arntz, A., & Bekker, M. H. J. (2014). Schema therapy for borderline personality disorder: A comprehensive review of its empirical foundations, effectiveness and implementation possibilities. Clinical Psychology Review, 33, 426–447.
- Simpson, S., Morrow, E., van Vreeswijk, M., & Reid, C. (2010). Group schema therapy for eating disorders: A pilot study. Frontiers in Psychology in Clinical Settings, 1, 182.