Rimuginio e ruminazione: cosa sono e come evitarli?
Le ruminazioni alimentano diversi disturbi psicologici: cosa sono e che cosa occorre fare per non essere vittime di queste forme di pensiero
Gli esseri umani sono dotati di pensiero, una funzione bellissima e di cui non possiamo fare a meno. Ci sono situazioni, però, specialmente quelle caratterizzate da forte ansia, in cui i pensieri diventano costanti e che sono indirizzati soprattutto a un evento spiacevole e alle emozioni negative che ci ha procurato.
In psicologia, quando questo succede, si parla di ruminazione o ruminazione mentale, e in questo articolo scopriremo insieme cosa sono esattamente, quali sono le possibili conseguenze negative e come smettere di rimuginare.
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Cos'è la ruminazione?
In psicologia la ruminazione è un meccansimo di pensiero disfunzionale, incentrato nelle esperienze passate e focalizzato soprattutto sugli stati emotivi interni e sulle loro conseguenze negative. Spesso è correlata ai sintomi dell'ansia.
Le che tendono a ruminare sono orientati a ripetere mentalmente gli stessi pensieri negativi (overthinking), senza giungere a una risoluzione o a una conclusione.
Questo processo può alimentare sentimenti di:
- tristezza
- ansia
- frustrazione
Contribuendo alla persistenza di problemi emotivi.
Significato di ruminazione
Quando attiviamo una ruminazione mentale, tutta la nostra attenzione è indirizzata:
- all'umore negativo che stiamo sperimentando
- ai sintomi che percepiamo
- alle cause
- ai significati
- alla conseguenze
Differenza tra ruminazione e rimuginio
Non si può parlare di ruminazioni senza accennare anche al rimuginio. Rimuginare e ruminare sono entrambe delle particolari modalità di pensiero che presentano caratteristiche simili tra loro, e per questo vengono spesso confuse.
La differenza sostanziale tra questi due stili di pensiero è il loro orientamento: il rimuginio, che risulta più fastidioso, è orientato ai pericoli futuri, mentre la ruminazione, che è invece più duratura, analizza e comprendere le cause del proprio malessere che deriva da eventi passati.
Come è possibile intuire, sono entrambi condizioni che abbiamo sperimentato e che sperimenteremo tutti almeno una volta nella vita. Nonostante questo, ci sono situazioni in cui l'eccesso può portare a conseguenze non di certo positive.
Le forme di ruminazione
Le ruminazioni non sono sempre a associate ai disturbi mentali, semplicemente perché possono intensificarsi in determinanti momenti della vita particolarmente stressanti, eventi che possono capitare ad ognuno di noi.
Esistono tre principali forme di ruminazione:
- ruminazione depressiva
- ruminazione rabbiosa
- ruminazione ossessiva
Entrambe associate allo sviluppo di disturbi psicologici.
Ruminazione depressiva
Le ruminazioni depressive portano a riflettere continuamente su alcuni temi che fanno parte del nostro passato, con la conseguente riflessione su cosa avremmo potuto fare di diverso. In sostanza, sono quelle situazioni in cui nella nostra testa circola sempre la domanda “perché?”.
La ruminazione depressiva ci richiede tantissime risorse cognitive e conduce le restanti energie che abbiamo sulle sensazioni ed emozioni, dimenticando completamente l'ambiente circostante.
Ruminazione rabbiosa
C'è poi la ruminazione rabbiosa che ci porta ad amplificare l’intensità e la durata dell’emozione negativa che, come si legge su un articolo di Sukhodolsky, sfocia nella vendetta e nell’aggressività, se rivolta verso l’esterno.
In sostanza, la ruminazione rabbiosa ha un ruolo centrale nel mantenimento di emozioni negative, nella riduzione dell’autocontrollo, nella messa in atto di comportamenti aggressivi e vendicativi. Ciò vuol dire che non ci aiuta a calmarci, ma incrementa la nostra rabbia, gli effetti negativi e la sofferenza.
Ruminazione ossessiva
La ruminazione ossessiva è una forma di pensiero ripetitivo e intrusivo che è spesso associata ai disturbi ossessivo-compulsivi (DOC) o ad altri disturbi dell'ansia. In questo contesto, la ruminazione ossessiva coinvolge pensieri o immagini persistenti e indesiderati che possono essere difficili da controllare. Questi pensieri intrusivi possono causare significativa angoscia e interferire con la vita quotidiana.
Quali sono le cause della ruminazione mentale?
Le ruminazioni sono alimentate da una serie di specifiche metacredenze positive, quindi dalla nostra convinzione che adottare questi processi di pensiero ci porti al raggiungimento di uno specifico scopo.
C'è chi pensa che ruminare aiuti a non ripetere più certi errori; che possa placare determinati sintomi: che sia fondamentale farlo perché ci aiuta a risolvere alcuni problemi; che facendolo diventiamo persone “di valore”.
In poche parole, ripensare ripetutamente a esperienze, errori, situazioni passate di tipo negativo sembra essere una strategia utile a raggiungere una maggiore comprensione di un problema, per dare un senso alle cose e migliorare la qualità della propria vita.
La realtà dei fatti è che, spesso, non siamo consapevoli di queste metacredenze e che le ruminazioni non ci consentono di raggiungere gli scopi per cui le abbiamo messe in atto. Anzi, potrebbero tranquillamente peggiorare il nostro stato, fino a confermare le conseguenze temute.
Le conseguenze negative delle ruminazioni
Il ricorso alle ruminazioni, in particolare quelle depressive, possono portare a numerose conseguenze negative. Esse, infatti, mantengono e alimentano nel presente gli stati affettivi dolorosi che riguardano il passato, spesso associati a:
- senso di colpa
- vergogna
- disgusto per se stessi
Non riuscendo a raggiungere gli scopi prefissati, rischiamo di provare anche un senso di impotenza e incapacità, così come precipitano notevolmente i livelli di autostima e autoefficacia.
Senza dimenticare che il processo ruminativo ci richiede l'uso di molte energie mentali che, conseguentemente, diminuiscono l’autocontrollo e ostacolano la nostra capacità di adattamento.
C'è poi il rischio di chiuderci in noi stessi, tanto da rendere la nostra mente meno sensibile agli stimoli esterni.
I disturbi a cui è associata la ruminazione
In un altro articolo di IPSICO - Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, si può leggere che le ruminazioni sono tipicamente associate allo sviluppo di sentimenti depressivi, ma anche a:
- disturbi d'ansia come il disturbo d’ansia sociale o il disturbo d'ansia generalizzato
- disturbi da uso di sostanze
- disturbi di personalità del cluster B
La ruminazione, infatti, intensifica e prolunga la durata e le probabilità di una cronicità di alcuni disturbi, perché intensifica gli effetti dell’umore depresso, rende il nostro pensiero più pessimistico e più fatalistico, riducendo la nostra motivazione al cambiamento. Senza dimenticare che le ruminazioni stimolano l’evitamento e che danneggiano le relazioni che abbiamo con gli altri.
Ruminazione mentale: come curarla?
Purtroppo le ruminazioni possiedono delle caratteristiche che vanno ad aggravare alcuni disturbi psicologici che, come tutti ormai sappiamo, sono oggetto di intervento terapeutico. Per questo motivo, è fondamentale rivolgersi a un esperto della salute mentale in quanto possiede strumenti e strategie per modificare nella giusta maniera questo particolare stile di pensiero.
Vediamo insieme alcune delle opzioni terapeutiche consigliate.
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT)
La terapia cognitivo-comportamentale è un approccio terapeutico che si concentra su come i pensieri influenzano i sentimenti e i comportamenti. Includendo la ruminazione mentale come obiettivo della terapia, il terapeuta lavora con il paziente per identificare e modificare i modelli di pensiero negativo o distorto.
- Terapia dialectical behavior (DBT)
La DBT è una forma di terapia che combina approcci cognitivo-comportamentali con tecniche di mindfulness. Aiuta le persone a sviluppare strategie di regolazione emotiva e di tolleranza al disagio, riducendo la ruminazione mentale.
- Psicoterapia psicodinamica
La terapia psicodinamica possono esplorare le radici più profonde dei pensieri ricorrenti, aiutando il paziente a comprendere e affrontare le cause sottostanti della ruminazione mentale.
È online, è gratuito e dura 5 minuti.
Farmaci per la ruminazione mentale
I farmaci più comunemente prescritti per la depressione includono Prozac, Paxil, Zoloft, Effexor, Tofranil, Wellbutrin, Elavil, Nardil, Parnate e il litio. La loro somministrazione deve essere sempre gestita da un medico, preferibilmente uno psichiatra, che determinerà il trattamento più adatto per ogni paziente.
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Fonti
- Martino, F., Caselli, G., Ruggiero, G. M., & Sassaroli, S. (2013). La psicopatologia cognitiva della ruminazione rabbiosa. Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale, 19(3), 322-331.
- IPSICO - Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, La ruminazione depressiva: cos’è e come affrontarla.
- Sukhodolsky, D. G., Golub, A., & Cromwell, E. N. (2001). Development and validation of the anger rumination scale. Personality and individual differences, 31(5), 689-700.
- IPSICO - Istituto di Psicologia e Psicoterapia Comportamentale e Cognitiva, Rimuginio e ruminazione.