I risvegli confusionali, spiegati: tutto quello che vuoi sapere per affrontarli
Svegliarsi di colpo spaventati: esplora le cause e adotta strategie per gestire l'ansia notturna, promuovendo un riposo più tranquillo.
Quando si parla di risvegli confusionali (o ebbrezza da sonno), si intende un disturbo che si manifesta con uno stato confusionale di breve o lunga durata al momento del risveglio dal sonno, generalmente durante la prima parte della notte, quando il sonno è più profondo.
Ciò che accade a chi soffre di risvegli confusionali, quindi, è svegliarsi durante le ore di sonno, in preda a uno stato confusionale e di disorientamento che gli impedisce di compiere diverse attività motorie, parlare e percepire correttamente lo spazio e il tempo, fino ad avere un deficit della memoria.
È un disturbo che solitamente si manifesta durante l’infanzia e che può avere frequenza diversa, sia in termini di durata dello stato confusionale in sé, che rispetto al numero di episodi vissuti, arrivando anche a impattare negativamente sulla vita stessa del paziente e portando, nei casi più gravi, a comportamenti di autolesionismo ed eterolesionismo.
Ecco perché è importante comprendere le cause che portano a soffrire di risvegli confusionali e se necessario farsi aiutare da un terapeuta esperto a risolvere e gestire il problema nel modo migliore.
Risvegli confusionali: cosa sono
I risvegli confusionali, insieme al sonnambulismo e ai terrori notturni, fanno parte dei disordini dell’arousal, una delle classificazioni dei disturbi del sonno e più nello specifico delle parasonnie, ovvero quei comportamenti insoliti che si manifestano appena prima di addormentarsi, durante il sonno o al risveglio.
Caratteristica dei risvegli confusionali è quella di presentarsi maggiormente nel corso delle prime ore della notte, quando il sonno è caratterizzato da onde lente ed è più profondo, manifestandosi con uno stato confusionale e/o di disorientamento, che può avere una durata variabile da pochi minuti fino a qualche ora. Se cerchi un test sull'insonnia, rispondi al nostro quiz.
Risvegli confusionali: le possibili cause
Un disturbo che si manifesta solitamente nell’arco della prima infanzia, fin dal quinto anno di età, ma che può presentarsi (più raramente) anche in età adulta. Può essere causato e favorito da diversi fattori tra cui:
- eventuali disturbi del ritmo circadiano (per esempio per chi lavora facendo dei turni, a causa del jet lag, ecc.);
- l’utilizzo di farmaci ad azione depressiva sul sistema nervoso centrale;
- come conseguenza alla privazione del sonno;
- presenza di encefalopatie;
- familiarità.
Provocano una serie di sintomi specifici in chi ne soffre, che permettono l’identificazione stessa del disturbo da parte di un terapeuta specializzato.
Come si manifestano e si identificano
I sintomi tipici dei risvegli confusionali, infatti, sono diversi ma ben definiti. I più comuni possono essere:
- senso di disorientamento spazio temporale nel momento del risveglio;
- deficit della memoria e incapacità a ricordare le cose appena fatte;
- possibilità di vaneggiamento;
- problemi a compiere attività motorie di tipo complesso;
- possibilità di comportamenti aggressivi se si cerca di contenere lo stato che si sta vivendo;
- scarsa reattività con l’ambiente esterno;
- difficoltà a parlare.
Si può arrivare, nei casi più gravi e quando i risvegli confusionali si verificano per lunghi periodi e in modo ripetuto, a comportamenti di autolesionismo ed eterolesionismo (ovvero verso altre persone).
Differenze e punti in comune con altri disturbi del sonno
A differenza degli altri disordini dell’arousal sopra citati, nei risvegli confusionali la caratteristica dominante è il senso di stordimento e la confusione mentale vissuta dal soggetto al momento del risveglio. Ma non è presente nessuna forma di deambulazione (camminare, sedersi, ecc.) come accade nel sonnambulismo, né di reazione verso stati di paura o spavento vissuti dal paziente (urla, reazioni corporee, ecc.), elemento che invece caratterizza i terrori notturni.
Allo stesso modo i risvegli confusionali non sono associabili agli incubi notturni in cui il soggetto che ne soffre sogna qualcosa che lo impaurisce solitamente a causa di uno stato di angoscia vissuto, oppure febbre, affaticamento, ecc.
Ma, come nel caso del sonnambulismo, possono presentarsi in seguito a una deprivazione del sonno e/o una scarsa igiene del sonno. Così come aumenta la probabilità che si verifichino in età adulta in caso si abusi di sostanze eccitanti come la caffeina, droghe, ecc. che stimolano comportamenti che vanno a interferire con il sonno stesso.
Diagnosi e Terapia
La diagnosi dei risvegli confusionali viene fatta in base ai comportamenti e ai sintomi del soggetto, escludendo così che si tratti di altre "parasonnie" (disturbi del sonno) e potendo intervenire nel modo più opportuno e mirato.
La terapia usata per risolvere questo problema è solitamente di tipo non farmacologico e va ad agire sulle abitudini e i comportamenti tipici del paziente, tenendo conto della sua età, evitando:
eventuali situazioni di stress, sia fisico che psicologico;
- deprivazione frequente del sonno;
- alterazione del ritmo circadiano;
- l’uso di sostanze eccitanti come alcool, droghe, abuso di caffeina, ecc.;
- l’uso di farmaci ad azione sedativa.
Riportando mente e corpo a uno stato di equilibrio e favorendo il naturale decorso del sonno e un benessere totale del paziente.
Psicoterapeuta: come scegliere
Una volta presa la decisione di farti aiutare da uno o una psicoterapeuta per prenderti cura di te, è il momento di trovare la persona giusta. La decisione non è semplice: ci sono diverse scuole di psicoterapia con diverse tecniche. Ma è proprio questo uno dei momenti più delicati, perché scegliere quella sbagliata potrebbe far fallire la terapia. Ecco qualche consiglio per intraprendere il percorso che fa per te:
- Scegli qualcuno che non sia legato a parenti o amici: durante la terapia devi sentirti tranquillo o tranquilla e poterti aprire completamente. Questo avviene meglio con professionisti che non sono connessi alla tua sfera di conoscenze;
- Trova uno o una psicoterapeuta con esperienza: per quanto tutti i terapeuti abbiano avuto una formazione completa, migliaia di ore di esperienza sul campo e una specializzazione sono garanzia di un percorso di successo;
- Scegli qualcuno con cui entri in sintonia: questo lo puoi sapere veramente solo provando una seduta, ma in fase di prenotazione puoi porre delle domande che ti aiuteranno a capire meglio se lo o la psicoterapeuta che hai scelto fa al caso tuo. Come sarà strutturato il percorso? Su cosa ci si concentrerà? Sono previsti esercizi e compiti a casa?
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A chi rivolgersi
Se pensi di soffrire o che qualcuno soffra di risvegli confusionali, è utile rivolgersi a uno psicologo che possa valutare la situazione e aiutarti a risolverla per tornare a vivere una vita più serena.
Ricordati sempre che il primo passo che si compie per la propria salute è quello più importante.
Bibliografia
- Parasonnia su MDS Manuals
Risvegli confusionali: cause, sintomi, diagnosi e terapie su Medicina online: