Revenge porn: cos'è e come difendersi

ll reato di revenge porn consiste nella diffusione non consensuale di immagini o video sessualmente espliciti per danneggiare la vittima; è punibile a querela di parte entro sei mesi dalla scoperta del fatto, con possibilità di segnalazione al Garante per la Privacy per la rimozione dei contenuti.

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Revenge porn

Diversi casi di cronaca hanno portato all’attenzione dell’opinione comune il fenomeno del revenge porn, che consiste nella diffusione in rete di immagini o video sessualmente espliciti senza il consenso della persona raffigurata in tali materiali. 

In questo articolo vediamo il significato di revenge porn, come funziona la legge in Italia e in altri stati e quali sono le conseguenze psicologiche che le vittime devono affrontare. 

Cos’è il revenge porn?

Il revenge porn è un reato che consiste nella diffusione non consensuale di contenuti sessualmente espliciti solitamente realizzati all'interno di una relazione intima, che a causa di tale comportamento denigratorio, assume i connotati di una relazione tossica. Questa forma di violenza digitale viene utilizzata spesso come strumento di vendetta o di umiliazione dopo la fine di una relazione per danneggiare l’immagine e quindi la reputazione della vittima.

Il revenge porn fa parte della cosiddetta “pornografia non consensuale (NCP)”. 

Si parla più diffusamente di revenge porn a partire dal 2014 quando diverse star holliwoodiane ne sono state colpite, tra queste le attrici Jennifer Lawrence e Kate Upton. I loro telefoni erano stati violati e alcuni media intimi contenuti al loro interno erano stati diffusi online.

Revenge porn e altri fenomeni: sexting e deepfake

Il revenge porn non è un fenomeno isolato. Spesso è una conseguenza del sexting, ovvero l'invio di messaggi, immagini o video di natura sessuale tramite dispositivi digitali. Questi materiali vengono talvolta inviati all’interno di una relazione in forma confidenziale all’altra persona, di cui, in quel momento, ci si fida. 

Il revenge porn, oltre ad essere una grave mancanza di rispetto, può essere collegato ad altre forme di molestia e abuso come lo stalking e il cyberstalking, violenze che colpiscono soprattutto le donne.

Oggi, con lo sviluppo delle tecnologie di intelligenza artificiale il revenge porn si unisce a quello del deepfake. Un “deepfake” è un video di una persona in cui il suo volto o il suo corpo sono stati alterati digitalmente in modo da farla apparire come un'altra persona, tipicamente usato in modo malevolo o per diffondere informazioni false. Nell’ambito del revenge porn, la faccia della vittima viene applicata in video o foto sessualmente espliciti. 

Diffusione del revenge porn: dati e statistiche

Lo studio “La gestion des ex sur les réseaux sociaux“ condotto nel 2023 dalla società francese IFOP ha studiato il comportamento di 1000 ragazzi di età compresa tra i 15 e i 34 anni con alle spalle la rottura di una relazione. Il 26% degli intervistati ha confessato di aver utilizzato i social network per danneggiare la reputazione dell’ex mentre il 25% ha ammesso di aver inviato foto intime dei propri ex.

Solo in Italia, si stima che le vittime siano più di due milioni e che 14 milioni di account italiani abbiano visualizzato immagini online carpite o diffuse senza consenso.

Il fenomeno colpisce maggiormente i minori. In molti casi, coloro che hanno inviato le loro foto sono stati costretti o hanno ricevuto forti pressioni per farlo. 

Per quanto riguarda il genere delle vittime, secondo lo studio “Sexting at an Early Age: Patterns and Poor Health-Related Consequences of Pressured Sexting in Middle and High School” ha ricevuto pressioni per inviare foto di nudo online

  • il 77,5% delle ragazze
  • il 77,8% delle persone non binarie
  • il 68,4% dei ragazzi.

Infine, lo studio “Nonconsensual pornography among U.S. adults: A sexual scripts framework on victimization, perpetration, and health correlates for women and men” pubblicato da Cyber Civil Rights Initiative ha evidenziato come l’8,02% degli adulti intervistati abbia riportato di essere stato vittima di pornografia non consensuale. 

Tra questi la maggior parte è stata vittima dell’attuale partner o di un partner precedente.

Il 5,12% si è dichiarato colpevole di aver diffuso il materiale e, anche in questo caso, la maggior parte di loro era o era stato in una relazione amorosa con la vittima. Solo in rari casi si trattava di amici o addirittura sconosciuti.

Il reato di revenge porn: aspetti legali

Visto l’aumento di casi di revenge porn in molti paesi è stata creata una legislazione specifica. In altri il reato di revenge porn ricade in altre fattispecie. 

Reato di revenge porn

Leggi sul revenge porn nel mondo

La maggior parte degli Stati Uniti, Germania, Canada e Australia sono solo alcuni dei paesi che hanno disciplinato il reato di revenge porn con una legge specifica. 

Anche le Filippine, dal 2009, prevedono uno specifico reato che comprende la copia, la riproduzione, la condivisione o l’esibizione di immagini o video sessualmente espliciti online, senza il consenso scritto dell’individuo rappresentato. 

Infine, Israele ha introdotto nel 2014 una pena di 5 anni per la condivisione di video sessualmente espliciti senza consenso della persona ritratta.

La legge italiana sul revenge porn: l’art. 612-ter

In Italia la diffusione di immagini intime costituisce un reato da quando il “Codice rosso” del 2019 ha introdotto il nuovo delitto chiamato “Diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” regolato dall'articolo 612-ter del Codice Penale, che recita:

“Salvo che il fatto costituisca più grave reato, chiunque, dopo averli realizzati o sottratti, invia, consegna, cede, pubblica o diffonde immagini o video a contenuto sessualmente esplicito, destinati a rimanere privati, senza il consenso delle persone rappresentate, è punito con la reclusione da uno a sei anni e con la multa da euro 5.000 a euro 15.000.
La stessa pena si applica a chi, avendo ricevuto o comunque acquisito le immagini o i video di cui al primo comma, li invia, consegna, cede, pubblica o diffonde senza il consenso delle persone rappresentate al fine di recare loro nocumento.”

Il reato di revenge porn è punito con la reclusione da uno a sei anni e con una multa da 5.000 a 15.000 euro.

Questa specifica norma è stata pensata a seguito del dibattito generato da alcuni casi “celebri” di revenge porn in Italia. Prima dell’introduzione della legge, la vittima di revenge porn poteva difendersi facendo ricorso alle leggi sui reati di diffamazione, estorsione, violazione della privacy e trattamento scorretto dei dati personali.

La legge per il revenge porn punisce la diffusione di video o immagini espliciti dal punto di vista sessuale senza il consenso della persona ritratta, anche se sono stati realizzati all’interno di una relazione consenziente.

Le aggravanti previste includono 

  • la relazione affettiva tra le parti
  • l'uso di strumenti informatici,
  • condizioni particolari della vittima, come infermità fisica o psichica o gravidanza. 

Il reato è punibile a querela della persona offesa, ma nelle forme aggravate è procedibile d'ufficio.

Cause di revenge porn

Cause del revenge porn

Il revenge porn è sempre scatenato dal comportamento di una persona vendicativa che agisce con crudeltà a causa di un suo forte malessere interiore. 

Non sempre il revenge porn è correlato ad un senso di vendetta per una relazione terminata. 

Le principali cause che spingono gli individui a diffondere materiale pornografico senza autorizzazione sono:

  • il ricatto, minacciando di diffondere materiali inviati in confidenza per ottenere un ritorno personale di vario tipo;
  • la volontà di danneggiare la reputazione dell’altra persona, scatenata magari dalla rabbia che si prova nei confronti di questa persona e che non è stata adeguatamente gestita;
  • una forma di gratificazione personale.

La vittima di revenge porn: impatto emotivo

Questa forma di violenza può suscitare un profondo sentimento di profonda umiliazione, imbarazzo e vergogna nella vittima, che può sentirsi vulnerabile e indifesa agli occhi degli altri. Da un punto di vista emotivo, il revenge porn espone la vittima al rischio di sviluppare disturbi d'ansia, depressione, disturbo da stress post traumatico. Un report del 2021 pubblicato su Human Rights Watch ha sottolineato come lo stigma derivante dal revenge porn può portare, in alcuni casi, al suicidio.

Le conseguenze psicologiche del revenge porn

Per comprendere la gravità degli impatti psicologici del revenge porn, basti pensare che il 51% delle vittime contempla la possibilità del suicidio.

In generale chi è vittima di revenge porn potrebbe provare un forte senso di vergogna e umiliazione, che potrebbe determinare l’isolamento sociale per non esporsi al giudizio delle altre persone. Inoltre, la vittima potrebbe sviluppare senso di colpa, soprattutto se il revenge porn segue al sexting.

Le principali conseguenze psicologiche che il revenge porn può determinare sono:

  • riduzione del livello di autostima;
  • perdita di fiducia nelle relazioni, con conseguente paura per le relazioni future;
  • ansia, stress e depressione;
  • Disturbo Post-Traumatico da Stress;
  • pensieri suicidi. 

Revenge porn vittima

Come prevenire il revenge porn?

Per prevenire il revenge porn è necessario essere consapevoli dei rischi legati alle relazioni tossiche e ad abusi come il love bombing e al breadcrumbing, che possono sfociare in episodi di revenge porn; è necessario anche riconoscere e identificare molestie considerate innocue come il catcalling.

Prestiamo attenzione ad alcuni segnali molto importanti come, ad esempio, l’atteggiamento rabbioso e vendicativo del partner in molti settori della sua vita e alla presenza di una tendenza generale all'egocentrismo, alla manipolazione, al controllo.

Per proteggere la nostra privacy dobbiamo inoltre:

  • evitare di condividere contenuti sessualmente espliciti, anche all'interno di un rapporto di fiducia;
  • proteggere i nostri dati personali con adeguate misure di sicurezza come l'uso di password complesse o l'autenticazione a due fattori;
  • monitorare il comportamento online dei minorenni.

Cosa fare se si è vittima di revenge porn?

Se siamo vittime di revenge porn, dobbiamo:

  • salvare screenshot, link e qualsiasi altro materiale che possa documentare la diffusione non autorizzata dei contenuti;
  • segnalare la violenza al Garante della Privacy;
  • sporgere denuncia presso le Forze dell'Ordine per attivare il procedimento penale;
  • richiedere la rimozione dei contenuti ai gestori dei siti web e ai motori di ricerca.
  • chiedere il supporto di un legale specializzato nei processi civili e penali.
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Come denunciare: segnalazione al garante della privacy

Se siamo vittime di revenge porn, possiamo in prima battuta rivolgerci al Garante della privacy per segnalare la violazione della nostra privacy e per chiedere la rimozione dei contenuti illeciti.

Il Decreto Legge c.d. Riaperture (D.L. 139/21 pubblicato in G.U. 241/2021) ha introdotto all'interno del "Codice in materia di protezione dei dati personali" (d.lgs. 30 giugno 2003, n. 196) l'art. 144-bis rubricato "Revenge Porn" che riguarda la possibilità di rivolgersi, mediante segnalazione o reclamo al Garante della Privacy, che ,entro 48 ore dal ricevimento della richiesta, provvederà a predisporre le indagini. 

Revenge porn come denunciare

ll reato di revenge porn è procedibile a querela di parte, il che significa che la vittima deve presentare una querela per avviare il procedimento penale contro il presunto colpevole. Ecco i passi dettagliati da seguire:

1. Presentazione della Querela

  • Termine: la querela deve essere presentata entro sei mesi dal momento in cui la vittima ha avuto conoscenza del fatto. Questo termine è più lungo rispetto ai tre mesi previsti per altri reati.
  • Procedura: la querela può essere presentata presso la Polizia Postale, una stazione dei Carabinieri o un ufficio della Procura della Repubblica. È essenziale includere tutte le prove raccolte, come screenshot, link e qualsiasi altra documentazione che dimostri la diffusione non autorizzata dei contenuti.

2. Procedimento d’Ufficio

  • Eccezioni: in alcune situazioni, il reato di revenge porn è procedibile d’ufficio, il che significa che non è necessaria la querela della vittima per avviare il procedimento penale. Questo avviene, ad esempio, se il fatto è segnalato da un amico o a seguito della presentazione di una denuncia.
  • Conseguenze: anche senza la querela della vittima, il procedimento penale a carico di chi ha diffuso le immagini può iniziare e proseguire.

Supporto alle vittime di revenge porn

Esistono diverse organizzazioni e servizi di supporto.

centri antiviolenza offrono assistenza psicologica e legale alle donne vittime di violenza, compresa la violenza digitale. In rete puoi trovare inoltre numerosi sportelli gratuiti specializzati che possono fornirti indicazioni utili su come agire e come proteggerti. Non dimenticare inoltre che esiste un numero verde, il 1522, attivo 24 ore su 24, che offre ascolto e orientamento alle donne vittime di violenza all'interno di relazioni abusanti.

Infine, se sei vittima di revenge porn, gli psicoterapeuti online di Serenis sono al tuo fianco per aiutarti a elaborare e superare il trauma subito e per recuperare il tuo benessere emotivo e psicologico.

Alcuni consigli utili

Se sei stata vittima di revenge porn:

  • contatta immediatamente la piattaforma su cui i tuoi contenuti sono stati diffusi per chiedere la sospensione degli account e l’eliminazione dei contenuti. La responsabilità delle piattaforme online è aumentata con i nuovi regolamenti europei, il Digital Services Act e il Digital Markets Act, che impongono maggiori obblighi di controllo sui contenuti pubblicati dagli utenti;
  • se necessario rivolgiti ad un avvocato penalista, possibilmente raccogliendo più prove possibili (soprattutto screenshot, messaggi di testo e vocali).

La cosa fondamentale è non vergognarsi dell’accaduto. Molte più persone di quante immagini hanno subito la stessa violenza e hanno chiesto aiuto. 

 

Fonti:

  • Revenge porn. (n.d.). Garante Privacy. https://www.garanteprivacy.it/temi/revengepor
  • Revenge porn. (n.d.-b). www.carabinieri.it. https://www.carabinieri.it/in-vostro-a
  • Guillaume. (2023, November 9). La gestion des ex sur les réseaux sociaux. Lemon. https://lemon.fr/la-gestion-des-ex-sur-les-reseaux-sociaux/
  • Parti, K., Sanders, C. E., & Englander, E. K. (2023). Sexting at an Early Age: Patterns and Poor Health-Related Consequences of Pressured Sexting in Middle and High School. The Journal of school health, 93(1), 73–81. https://doi.org/10.1111/josh.13258
  • Ruvalcaba, Y., & Eaton, A. A. (2019). Nonconsensual pornography among U.S. adults: A sexual scripts framework on victimization, perpetration, and health correlates for women and men. Psychology of Violence, 10(1), 68–78. https://doi.org/10.1037/vio0000233 
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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Agnese CannistraciPsicologa e Psicoterapeuta
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Dopo la laurea in Psicologia Clinica a Roma, mi sono specializzata in Gruppoanalisi e ho conseguito certificazioni in Psicodiagnostica Giudiziaria e Clinica, Tecniche Psicodrammatiche e Formazione alle Dinamiche Istituzionali. Credo che nel mio lavoro sia fondamentale generare uno spazio relazionale in cui la persona si senta vista e ascoltata, sia dal terapeuta che da se stessa, motivo per cui ho svolto un master in Sustainability Management, con l'intento di integrare gli aspetti clinici con un approccio volto alla promozione di benessere e sostenibilità individuali, organizzativi e sociali.
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