Relazione violenta: come riconoscerla e come uscirne

Scopri in questo articolo come riconoscere di essere in una relazione violenta e quali strategie puoi applicare per cercare di uscirne.

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Relazione violenta

Le relazioni violente possono toccare chiunque, indipendentemente dall'età, dal genere o dalla condizione sociale. Si tratta di un fenomeno complesso che spesso rimane nascosto tra le mura domestiche, rendendo difficile per chi ne è vittima trovare la forza e gli strumenti per uscirne.

Questo articolo si propone di fare luce sulle dinamiche delle relazioni violente, fornendo strumenti concreti per riconoscerle e indicando le vie d'uscita possibili. Ma prima di approfondire le caratteristiche di una relazione violenta, è importante sfatare alcuni miti comuni che spesso impediscono di riconoscere e affrontare il problema.

Molte persone credono che la violenza domestica sia un fenomeno che riguarda solo certi ambienti sociali o culturali; in realtà, la violenza attraversa ogni strato sociale, culturale ed economico.

Un altro pericoloso equivoco è credere che la violenza sia sempre e solo fisica. Questo porta spesso a sottovalutare forme di abuso psicologico o economico altrettanto dannose. Anche l'idea che «L'ha provocato» o che «Se lo è cercato» è un mito dannoso che contribuisce a colpevolizzare la vittima invece che l'aggressore.

Infine, particolarmente insidioso è il mito secondo cui la persona violenta «Cambierà se gli/le voglio abbastanza bene». Questa convinzione tiene molte persone intrappolate in relazioni dannose, aspettando un cambiamento che, senza un intervento professionale, difficilmente avverrà.

Cos'è una relazione violenta

Una relazione violenta si sviluppa quando uno dei partner esercita potere e controllo sull'altro attraverso comportamenti manipolativi, intimidatori o abusanti (Guidi et al., 2016). 

Il controllo può manifestarsi anche a livello psicologico, sessuale ed economico. La natura insidiosa di queste relazioni sta proprio nel loro sviluppo graduale che rende difficile per chi ne è vittima riconoscere subito i segnali d'allarme.

Spesso, infatti, la violenza si insinua nella relazione nascosta dietro comportamenti che inizialmente potrebbero sembrare manifestazioni di amore o protezione. Il partner abusante può giustificare il proprio comportamento come espressione di gelosia o preoccupazione eccessiva, confondendo i confini tra attenzione e controllo.

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Le fasi della relazione violenta

Il ciclo della violenza segue uno schema che tende a ripetersi nel tempo, crescendo progressivamente in intensità (Walker, 1979).

Fase della luna di miele 

Nella fase della luna di miele il partner abusante si mostra estremamente affettuoso e premuroso. Fa promesse, regali e si comporta in modo idealizzante. Questa fase crea un forte legame emotivo e spesso convince la vittima che il partner "vero" sia questo, non quello che manifesta comportamenti violenti.

Accumulo di tensione

Gradualmente, iniziano a manifestarsi comportamenti controllanti e critiche frequenti. La tensione cresce progressivamente e la vittima sente come di "camminare sulle uova" per evitare di scatenare reazioni negative. In questa fase possono manifestarsi sbalzi d'umore imprevedibili, minacce velate e comportamenti passivo-aggressivi.

Esplosione 

Nella fase dell'esplosione la tensione accumulata sfocia in episodi di violenza che possono essere:

  • fisici (percosse, spintoni, lancio di oggetti),
  • economici (controllo rigido delle finanze, privazione dell’accesso al denaro),
  • verbali (urla, insulti, umiliazioni pubbliche),
  • psicologici (minacce, ricatti emotivi),
  • sessuali (costrizione a rapporti non desiderati).

Riconciliazione 

Dopo l'esplosione violenta, il partner abusante può cercare di rimediare attraverso:

  • scuse all’apparenza sincere,
  • promesse di cambiamento,
  • minimizzazione dell'accaduto,
  • tentativi di far sentire la vittima in colpa,
  • gesti romantici e attenzioni eccessive.

Dopo la fase di riconciliazione, il ciclo ricomincia con una nuova "luna di miele" più intensa e convincente della precedente. Questo andamento ciclico rende particolarmente difficile per la vittima riconoscere la natura abusante della relazione e spezzare il circolo, poiché i momenti positivi alimentano la speranza che il partner possa davvero cambiare. È importante comprendere che, senza un intervento professionale esterno, questo ciclo tenderà a ripetersi, diventando potenzialmente sempre più intenso e pericoloso.

Come riconoscere una relazione violenta

Riconoscere una relazione violenta non è sempre facile, soprattutto nelle sue fasi iniziali, quando i segnali possono essere mascherati da comportamenti apparentemente premurosi o affettuosi. Tuttavia, è essenziale imparare a individuare le dinamiche tossiche che possono svilupparsi nel tempo. Comportamenti come la svalutazione progressiva, l’isolamento sociale o la manipolazione emotiva sono indicatori di una relazione potenzialmente pericolosa.

Come riconoscere una relazione violenta

Segnali di una relazione violenta

Segnali precoci:

  • un’eccessiva velocità di sviluppo della relazione, con dichiarazioni d'amore intense e premature
  • gelosia giustificata come prova d'amore
  • piccole umiliazioni mascherate da scherzi o richieste di "prove d'amore"
  • commenti critici e svalutazione progressiva dell'autostima
  • tendenza a non assumersi mai la responsabilità dei propri errori, scaricando sempre la colpa sull'altra persona o su circostanze esterne

Comportamenti eclatanti:

  • controllo su abbigliamento, amicizie e attività
  • isolamento sociale, con critiche o manipolazioni che allontanano da amici e familiari
  • pressioni sui confini personali, con richieste invasive presentate come segni di fiducia
  • ricatti emotivi, minacce velate o esplicite di abbandono
  • creazione di dipendenza economica attraverso il controllo delle risorse finanziarie
  • manipolazione emotiva e gaslighting per far dubitare la vittima della propria percezione della realtà

Tipi di violenza

Esistono diversi tipi di violenza, che possono presentarsi separatamente o insieme nel contesto di una relazione violenta. Vediamo i principali.

Tipi di violenza

Violenza fisica

La forma più evidente di abuso include non solo percosse e aggressioni dirette, ma anche comportamenti come:

  • spintoni e strattonamenti – azioni apparentemente lievi che in realtà rappresentano un primo livello di aggressione fisica finalizzata a intimorire e dimostrare un potenziale di violenza,
  • lancio di oggetti – comportamento intimidatorio che genera terrore e senso di imprevedibilità attraverso minacce indirette di danno fisico,
  • privazione di bisogni primari – negazione strategica di elementi essenziali come cibo, sonno o cure mediche per indebolire progressivamente la persona,
  • contenimento fisico forzato – limitazione estrema della libertà personale mediante il blocco dei movimenti e dell'autonomia individuale.

Violenza psicologica

Particolarmente insidiosa perché non lascia segni visibili, include:

  • umiliazioni costanti – demolizione sistematica dell'autostima attraverso commenti sprezzanti e svalutazioni mascherate,
  • critiche persistenti – continue osservazioni negative per minare la fiducia personale,
  • minacce – dichiarazioni esplicite o velate finalizzate a mantenere un costante stato di soggezione e paura,
  • gaslighting – tecnica manipolativa che porta la vittima a dubitare della propria percezione della realtà,
  • manipolazione emotiva – controllo mediante ricatti emotivi e strategica alternanza tra affetto e indifferenza.

Violenza economica

Una forma di controllo spesso sottovalutata che si manifesta attraverso:

  • controllo totale delle finanze – annullamento dell'autonomia economica mediante gestione esclusiva e obbligatoria del denaro,
  • impedimento al lavoro o allo studio – boicottaggio attivo delle opportunità di crescita professionale e personale,
  • appropriazione dello stipendio – impossessamento diretto o indiretto del reddito della vittima,
  • creazione di dipendenza economica – progressiva riduzione dell'autonomia finanziaria fino alla totale subordinazione.

Violenza economica

Violenza sessuale

Include qualsiasi atto sessuale non consensuale:

  • costrizione a rapporti non desiderati – violazione del consenso mediante imposizione di prestazioni sessuali,
  • ricatti a sfondo sessuale – utilizzo della sessualità come strumento di ricatto e controllo,
  • comportamenti umilianti durante l'intimità – annullamento della dignità sessuale mediante atti svilenti,
  • rifiuto di pratiche di sesso sicuro – esposizione intenzionale a rischi per la salute riproduttiva e sessuale.

(Heise, 1998)

Conseguenze di una relazione violenta

L'esperienza di una relazione violenta genera conseguenze profonde e durature che si manifestano su molteplici livelli. I disturbi psicologici rappresentano uno degli impatti più significativi: il disturbo da stress post-traumatico (PTSD) può generare stati di ipervigilanza costante, mentre la depressione clinica compromette la capacità di provare emozioni positive (Campbell, 2002). I disturbi d'ansia si traducono in attacchi di panico e instabilità emotiva, mentre le alterazioni del sonno e dell'alimentazione diventano manifestazioni fisiche del trauma subito.

L'impatto sull'autostima è altrettanto devastante. La vittima sperimenta un profondo senso di inadeguatezza, con difficoltà a ricostruire relazioni sane e paritarie. La fiducia in sé stessi e negli altri viene completamente erosa, lasciando spazio a sentimenti persistenti di vergogna e colpa. Questo processo di demolizione psicologica può protrarsi anche dopo la fine della relazione violenta, rendendo il percorso di guarigione particolarmente complesso e delicato.

Impatto psicologico di una relazione violenta

La dimensione psicologica di una relazione violenta si caratterizza per una serie di meccanismi di controllo e soggezione che minano progressivamente l'autonomia individuale.

La paura diventa uno stato esistenziale permanente, dove ogni movimento, ogni decisione viene valutata in funzione delle possibili reazioni del partner. Questo genera un meccanismo di ipervigilanza che esaurisce le energie mentali e fisiche della vittima.

sensi di colpa ingiustificati rappresentano un altro elemento chiave di questo processo. La vittima viene progressivamente condizionata a credere di essere responsabile della violenza subita, un meccanismo manipolatorio che impedisce di riconoscere la natura abusiva della relazione.

La perdita di autostima diventa totale, con una conseguente difficoltà a prendere decisioni autonome. Il controllo psicologico raggiunge il suo apice quando la persona inizia a giustificare razionalmente i comportamenti abusivi, normalizzando quella che è a tutti gli effetti una dinamica distruttiva.

Come uscirne

Il primo passo per uscire da una relazione violenta è il difficile processo di ammissione e consapevolezza. Riconoscere di trovarsi in una situazione di pericolo può essere particolarmente complesso a causa del legame emotivo con il partner, della paura delle conseguenze e della speranza che le cose possano cambiare. In questo caso, è fondamentale superare questi ostacoli iniziali e comprendere che la violenza non è mai giustificabile.

Sviluppare un piano di sicurezza diventa assolutamente necessario. Questo include la preparazione di documenti importanti in un luogo sicuro, la memorizzazione di contatti di emergenza, l'accantonamento di risorse economiche e l'individuazione di luoghi sicuri dove eventualmente rifugiarsi. La fase di ricostruzione richiede particolare attenzione e gradualità.

La ricostruzione passa attraverso diversi aspetti: mantenere alta l'attenzione sulla propria sicurezza, ricostruire l'indipendenza economica e sociale, imparare a riconoscere e stabilire confini sani nelle relazioni. È importante dare tempo a sé stessi, lavorare sull'autostima e sulla fiducia, creare nuove routine positive e costruire una rete di supporto affidabile.

Come uscire da una relazione violenta

Numeri utili e centri antiviolenza

Esistono diverse risorse per chi sta vivendo una situazione di violenza:

  • numero nazionale antiviolenza 1522 – servizio gratuito e attivo 24 ore su 24, offre ascolto, supporto e consulenza;
  • centri antiviolenza locali – presenti in ogni regione, forniscono supporto legale, psicologico e pratico;
  • forze dell'ordine – possono intervenire in situazioni di pericolo immediato;
  • pronto soccorso – punto di riferimento per documentare eventuali violenze fisiche;
  • servizi sociali territoriali – offrono supporto per l'inserimento lavorativo e abitativo;
  • sportelli di ascolto – presenti in ospedali, consultori e alcuni comuni.

Percorso di psicoterapia

La psicoterapia rappresenta un altro strumento utile nel percorso di guarigione dalle conseguenze di una relazione violenta. Un supporto terapeutico mirato può aiutare ad elaborare il trauma subito, ricostruire l'autostima e prevenire il ripetersi di dinamiche abusive.

Le fasi principali del percorso terapeutico includono (Herman, 1997):

  1. valutazione iniziale – comprensione del vissuto,
  2. stabilizzazione emotiva – gestione di ansia, paura e sintomi post-traumatici,
  3. elaborazione del trauma – rielaborazione degli eventi e loro contestualizzazione,
  4. ricostruzione dell'identità – rinforzo dell'autostima e dell'autonomia,
  5. sviluppo di strategie di coping – apprendimento di modalità relazionali sane,
  6. supporto alla ricostruzione – accompagnamento verso nuove relazioni positive.

Le modalità di terapia possono variare:

  • terapia individuale,
  • terapia di gruppo,
  • percorsi online, come quelli di Serenis,
  • terapie integrate.

L'obiettivo finale è supportare la persona nel percorso di guarigione, restituendole fiducia, autonomia e capacità di costruire relazioni sane e paritarie.

 

Fonti

  • Riferimento: Guidi, E., Meringolo, P., Guazzini, A., & Bagnoli, F. (2016). Stochastic Agent-Based Models of Intimate Partner Violence. arXiv preprint arXiv:1611.06544.
  • Walker, L. E. (1979). The Battered Woman. Harper & Row.
  • Lloyd, S., & Emery, B. C. (2000). The Dark Side of Courtship: Physical and Sexual Aggression. Thousand Oaks, CA: Sage Publications.
  • Campbell, J. C. (2002). Health Consequences of Intimate Partner Violence. The Lancet, 359(9314), 1331-1336.
  • Herman, J. L. (1997). Trauma and Recovery: The Aftermath of Violence—from Domestic Abuse to Political Terror. Basic Books.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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