Rabbia repressa: cos'è, cause e soluzioni
La rabbia, in psicologia, è riconosciuta come un'emozione fondamentale per la nostra sopravvivenza e benessere, piuttosto che una semplice reazione negativa. Essa agisce come un segnale, aiutandoci a navigare le complessità delle relazioni sia con noi stessi che con gli altri. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, nessuna emozione è intrinsecamente negativa; ognuna svolge un ruolo cruciale nell'equilibrio psico-fisico. La paura ci allerta dei pericoli, consentendoci di agire di conseguenza, mentre la tristezza ci aiuta a elaborare perdite e traumi.
Tuttavia, le emozioni possono diventare problematiche quando non vengono espresse o vissute appieno. Questo è particolarmente vero per la rabbia repressa, che può emergere da un'infanzia restrittiva, da difficoltà nell'elaborazione emotiva, o da tendenze all'evitamento. Questa rabbia interiore può accumularsi e manifestarsi in modi che impattano negativamente sulla salute mentale e sulle relazioni.
Per affrontare queste sfide, esistono approcci terapeutici efficaci come la terapia cognitivo-comportamentale e la terapia breve strategica.
Cos'è la rabbia repressa
La rabbia repressa è un accumulo di rabbia non espressa che si verifica quando una persona trattiene o ignora consapevolmente o inconsciamente i propri sentimenti di rabbia per un periodo prolungato.
Questo processo di repressione può derivare dalla convinzione che esprimere apertamente la propria rabbia sia socialmente inaccettabile o possa portare a conseguenze negative.
Rabbia repressa significato
La rabbia repressa o aggressività repressa rappresenta quei sentimenti di irritazione, frustrazione e rabbia che non vengono espressi apertamente o gestiti in modo costruttivo. Spesso, le persone possono non rendersi conto di aver accumulato rabbia repressa fino a quando non si manifesta attraverso altri comportamenti come scatti di rabbia verso il partner o problemi di salute.
Rabbia repressa: i sintomi
I sintomi della rabbia dentro possono manifestarsi in molteplici modi, influenzando sia il benessere psicologico che quello fisico di una persona. Ecco un elenco dei sintomi più comuni associati alla rabbia repressa:
- irritabilità e frustrazione
- depressione e ansia
- difficoltà relazionali
- isolamento sociale
- problemi di autostima
- comportamenti autolesionistici o distruttivi
- sbalzi d'umore
- diminuzione della soddisfazione nella vita
- procrastinazione e diminuzione delle prestazioni.
Rabbia repressa: sintomi fisici
I sintomi fisici della rabbia interiore possono includere:
- tensione muscolare
- mal di testa
- problemi digestivi
- disturbi somatici che spesso riflettono lo stress interno non gestito
- affaticamento
- difficoltà di concentrazione
- insonnia
- aumento della pressione sanguigna.
Ansia e rabbia repressa
Ansia e rabbia repressa sono emozioni complesse che molte persone sperimentano. L'ansia è una sensazione di preoccupazione, nervosismo o inquietudine, spesso su eventi imminenti o su qualcosa con un esito incerto.
Lo studio condotto da Walsh et al. (2018) esplora il legame tra i sintomi dell'ansia e varie componenti della rabbia nei giovani affetti da disturbi d'ansia. Il focus particolare su rabbia repressa (interna) evidenzia come questa possa influenzare e intensificare la gravità dei sintomi ansiosi nei giovani. L'interazione tra ansia e rabbia repressa può intensificarsi, risultando in attacchi di rabbia improvvisi o in una costante sensazione di ansia.
Questi risultati aprono a considerazioni più ampie riguardo la necessità di valutare e trattare compiutamente la rabbia nelle diagnosi e negli interventi per i disturbi d'ansia nei giovani.
Rabbia repressa e depressione
La ricerca sull'interazione tra rabbia e depressione rivela una complessa relazione in cui la rabbia può essere sia espressa esternamente sia soppressa.
Studi epidemiologici hanno mostrato che la depressione è associata a un rischio aumentato di comportamento violento (Luutonen, 2007), inclusa la violenza verso il partner. In particolare, è stato osservato che i pazienti con depressione manifestano quantitativamente più rabbia ed espressioni di rabbia rispetto ai pazienti con disturbi d'ansia, disturbi somatoformi e controlli sani. Questi risultati suggeriscono che sia la rabbia espressa che quella repressa possono essere fonti di conflitto e diventare auto-dirette, giocando un ruolo significativo nella patologia depressiva.
I pazienti depressi dimostrano livelli aumentati di aggressività inibita e ostilità nascosta, non esprimendo apertamente l'aggressività (Busch, 2009). Si teme che esprimere la rabbia possa portare a ritorsioni o rifiuto, evidenziando una paura che l'espressione della rabbia possa danneggiare le relazioni. Ciò è particolarmente rilevante poiché studi hanno trovato maggior rabbia repressa in individui guariti dalla depressione rispetto ai controlli sani, insieme a un'aumentata paura che esprimere rabbia possa danneggiare le relazioni.
Queste scoperte evidenziano l'importanza di comprendere e affrontare come rabbia e depressione possano interagire, suggerendo che sia l'espressione che la soppressione della rabbia siano fattori significativi da considerare nel contesto della depressione.
Psoriasi e rabbia repressa
La relazione tra condizioni dermatologiche, in particolare la psoriasi, e le emozioni represse, come l'aggressività, è un campo di studio che ha guadagnato crescente attenzione nella ricerca medica e psicologica. La psoriasi è una malattia della pelle cronica e non contagiosa, caratterizzata da cicli di eruzioni cutanee rosse ricoperte di squame biancastre che possono causare prurito, dolore e disagio significativo.
Oltre all'impatto fisico, la psoriasi ha anche un profondo effetto psicologico sui pazienti, influenzando la loro autostima, le interazioni sociali e la qualità della vita generale.
Rabbia repressa: da cosa è causata?
Le emozioni hanno una funzione biologica essenziale. Non si tratta solo di movimenti organici, ma di campanelli d'allarme che fungono da avvertimento per l'essere umano e per la specie animale in generale.
Prendiamo come esempio la paura: quando ci troviamo in una situazione spiacevole e potenzialmente pericolosa, subiamo delle modificazioni a livello cerebrale e corporeo (che coinvolgono l'amigdala e il sistema neurovegetativo). Per esempio, i nostri muscoli si tendono, il battito accelera, il respiro si fa più breve.
L'emozione non indica solo sé stessa: indica invece la necessità di fuggire e allontanarsi da una situazione che l'organismo percepisce come pericolosa.
Le emozioni hanno quindi una finalità: quella di farci agire in maniera funzionale rispetto ad una situazione specifica.
Ci sono delle strategie con cui puoi tenerla sotto controllo.
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
- Centro medico autorizzato
Rabbia repressa e frustrazione
Per fornire una definizione, possiamo dire che la rabbia è una condizione di irritazione che si sperimenta di fronte ad una situazione percepita o immaginata come sfavorevole. Tra le principali cause di rabbia, possiamo elencare:
- frustrazione rispetto ad un desiderio non esaudito;
- imposizione di un danno emotivo, fisico o psicologico da parte di terzi.
Quando proviamo quest'emozione, stiamo quindi ricevendo un'informazione molto importante dal nostro cervello, che vuole metterci in guardia circa la natura della situazione che ci troviamo a fronteggiare.
Dinanzi all'emozione della rabbia, possiamo poi mettere in pratica tre comportamenti fondamentali:
- esternare l'emozione senza processarla,
- processare l'emozione ed esternarla,
- reprimere l'emozione, e quindi reprimere la rabbia.
Nel primo caso, dinanzi all'emozione divampata all'improvviso, il soggetto reagisce adirandosi, urlando o entrando nel ciclo della violenza. L'espressione, in questo caso, non coincide ancora con una forma di elaborazione emotiva. In altre parole: la rabbia viene espressa, ma in maniera disfunzionale con conseguenze anche importanti sul piano intra ed extra-personale.
Nel secondo caso, il soggetto sperimenta l'emozione della rabbia. Intavola un discorso interiore, comprendendo l'emozione che sta provando e poi esternandola in maniera funzionale (ad esempio, attraverso la comunicazione assertiva o non-violenta). Si tratta della cosiddetta rabbia costruttiva, che non punta solo all'espressione dell'emozione, ma al miglioramento della situazione concreta in cui l'emozione si è prodotta.
Nel terzo caso, invece, il soggetto non urla e non comunica; tace (nella speranza di evitare un possibile conflitto, o perché incapace di comprendere a pieno i propri stati emotivi) e reprime la rabbia dentro di sè. A lungo andare, il sommarsi dei silenzi porta allo svilupparsi di rabbia repressa.
La rabbia repressa come meccanismo di coping
La rabbia repressa è spesso il risultato di un meccanismo di difesa psicologica in cui l'individuo, consapevolmente o inconsciamente, sceglie di sopprimere o nascondere i propri sentimenti di rabbia piuttosto che esprimerli apertamente. Questo può essere dovuto a una varietà di fattori, tra cui:
- la paura delle conseguenze sociali o personali dell'espressione della rabbia,
- il desiderio di mantenere un'immagine di sé positiva,
- l'inadeguatezza percepita nell'affrontare i conflitti in modo diretto.
Secondo la teoria del coping repressivo, gli individui che adottano questo tipo di meccanismo tendono a mostrare una forte attivazione fisiologica e ansia comportamentale nelle situazioni in cui il loro auto concetto è minacciato, pur mantenendo bassi livelli di ansia auto-segnalata. Questo indica che, mentre la rabbia repressa può non essere direttamente visibile attraverso l'auto-segnalazione dell'affetto negativo, può manifestarsi attraverso l'attivazione fisiologica e i modelli comportamentali in situazioni di stress o minaccia (Pauls e colleghi., 2003).
La difficoltà nell'esprimere apertamente i bisogni e i desideri, spesso legata all'alta desiderabilità sociale e alla tendenza all'inibizione di impulsi, può anche contribuire alla repressione della rabbia. Questo è coerente con la ricerca sull'assertività che mostra come gli individui con elevati punteggi di desiderabilità sociale possano avere difficoltà ad esprimere i propri bisogni, potenzialmente portando a un accumulo interno di rabbia e frustrazione.
Se non sai come sfogare la rabbia in modo sano, leggi il nostro articolo, o scopri in cosa consistono i corsi di coping power.
Conseguenze della rabbia repressa
Nel breve e lungo termine, la rabbia repressa può causare sintomi psicosomatici anche gravi, che possono comprendere:
- depressione o profonda tristezza immotivata,
- ansia,
- attacchi di panico,
- tensione muscolare,
- tachicardia improvvisa,
- vertigini,
- nausea,
- e altro ancora.
Tali sintomi sono un campanello d'allarme. L'emozione, che non è stata espressa verbalmente, tende infatti a scaricarsi sul piano psicosomatico affinché il soggetto sia "costretto" ad affrontarla e a processarla una volta per tutte.
In questo delicato processo, è spesso necessario chiedere un supporto psicologico specializzato, che sappia individuare le cause della rabbia repressa e aiutare il paziente a sviluppare un rapporto diverso e più funzionale con i vissuti emotivi.
Se non affrontata, la rabbia repressa può infatti influenzare negativamente la qualità della vita e dei rapporti umani: sempre basati su un delicato equilibrio tra quello che si prova e la maniera in cui si riesce ad esprimerlo.
Ci sono delle strategie con cui puoi tenerla sotto controllo.
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
- Centro medico autorizzato
Come gestire la rabbia repressa?
Il metodo consigliato da Serenis per imparare a gestire la rabbia, è quello di approcciarsi ad un percorso di psicoterapia. Psicoterapeuti specializzati in casi di rabbia repressa possono aiutare la persona che ne soffre a gestire al meglio i problemi derivanti.
La CBT per la rabbia e rabbia interiore
La terapia cognitivo-comportamentale (CBT) applicata alla gestione della rabbia si basa su principi di modifica del comportamento e terapia razionale-emotiva, incorporando anche la cognizione sociale e le costruzioni individuali della realtà.
Questo approccio, consigliato in casi di rabbia repressa, unisce tecniche terapeutiche diverse come:
- il rilassamento
- la ristrutturazione cognitiva
- la soluzione dei problemi
- l'allenamento all'immunizzazione allo stress.
Mantenendo una coerenza teorica grazie ai principi della teoria dell'apprendimento e del processamento delle informazioni. La terapia di orientamento cognitivo-comportamentale si è rivelata di grande interesse per il trattamento di disturbi affettivi quali ansia e depressione. Negli ultimi vent'anni si sono accumulate ricerche sulla sua efficacia nel trattamento dei problemi di rabbia, in particolare attraverso l'adattamento da parte di Novaco dell'allenamento all'immunizzazione allo stress di Meichenbaum (Beck e colleghi., 1998).
Come viene strutturato l'intervento?
Questo intervento terapeutico per risolvere la rabbia repressa si struttura in 3 fasi:
- preparazione cognitiva
- acquisizione di abilità
- allenamento all'applicazione, durante le quali il cliente impara a identificare i "trigger" situazionali della rabbia, ad adottare auto-dichiarazioni per ridefinire la situazione in modo costruttivo e ad acquisire abilità di rilassamento
Questi strumenti, insieme a tecniche supplementari come la gestione dei conflitti e l'allenamento alle abilità sociali, mirano a fornire al cliente strategie per gestire efficacemente la rabbia in situazioni problematiche.
Ma a chi posso chiedere aiuto?
Come anticipato nell'articolo, consigliamo di cercare un terapeuta specializzato nell'approccio cognitivo comportamentale, il più adatto a risolvere casi di rabbia repressa. Puoi svolgere questo tipo di terapia anche online. Serenis, un centro medico autorizzato di psicologia online, ti offre la possibilità di effettuare un colloquio gratuito con il terapeuta consigliato per le tue esigenze, in modo da conoscerlo e continuare solo se trovi feeling con il terapeuta. Ma soprattutto la possibilità di filtrare per terapeuti specializzati nel tuo approccio preferito.
Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza. Normali psicologi, che puoi trovare su altre piattaforme, non possono infatti essere specializzati in approccio cognitivo-comportamentale.
Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza. Il primo colloquio è gratuito, poi 55 € a seduta.
Fonti
- Beck, R., & Fernandez, E. (1998). Cognitive-behavioral therapy in the treatment of anger: A meta-analysis. Cognitive therapy and research, 22(1), 63-74.
- Luutonen S (2007) Anger and depression – theoretical and clinical considerations. Nordic Journal of Psychiatry; 61: 246–51.
- Busch, F. N. (2009). Anger and depression. Advances in psychiatric treatment, 15(4), 271-278.
- Walsh, L. M., Benjamin Wolk, C., Becker-Haimes, E. M., Jensen-Doss, A., & Beidas, R. S. (2018). The relationship between anger and anxiety symptoms in youth with anxiety disorders. Journal of child and adolescent counseling, 4(2), 117-133.
- Pauls, C. A., & Stemmler, G. (2003). Repressive and defensive coping during fear and anger. Emotion, 3(3), 284.