Rabbia nei bambini: quando preoccuparsi

Cosa accade quando ad essere arrabbiati sono i più piccoli? E quando, la rabbia dei più piccoli, deve essere fonte di preoccupazione?

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Rabbia nei bambini

La rabbia è un'emozione primaria, che può coinvolgere sia gli adulti che i più piccoli con conseguenze spesso importanti sul piano delle relazioni interpersonali. 

Di per sé, la rabbia non può essere considerata come una problematica patologica: si tratta infatti di una reazione naturale dell'organismo. Quando però la rabbia nei bambini è eccessiva deve essere gestita. 

In questo articolo vediamo qual è il ruolo dei genitori nel processo di apprendimento di gestione della rabbia nei bambini. 

La rabbia nei bambini

La rabbia nei bambini è un'emozione naturale e, di norma, non deve essere costituire una fonte di preoccupazione. Il bambino può provare rabbia di fronte a situazioni che si frappongono fra lui e il raggiungimento di un desiderio: la frustrazione del desiderio è in effetti uno dei principali motori di questo stato emotivo anche negli adulti.

Molto spesso, i bambini piccoli non hanno ancora sviluppato capacità verbali e simboliche tali da permettergli di analizzare ed esprimere in maniera funzionale le emozioni: ecco che, di fronte alla reazione organica (l'emozione), il bambino è portato all'esternazione della stessa senza filtri e barriere.

Come detto, fino a qui la rabbia non deve destare preoccupazione. Si tratta anzi di una normale conseguenza dello sviluppo emotivo e psicologico, che porta il bambino a scontrarsi con il mondo esterno e a superare il naturale egocentrismo che contraddistingue l'età infantile.

Rabbia nei bambini: il ruolo del genitore

Il ruolo del genitore

Di fronte alla rabbia del bambino, il genitore deve mettere in atto alcuni comportamenti funzionali, volti ad aiutare il figlio nella gestione dell'emozione e nella corretta espressione del vissuto interiore.

Secondo alcuni teorici, esistono tre modi fondamentali di vivere ed esprimere la rabbia (Averill, 1982):

  • rabbia malevola, che ha il preciso scopo di danneggiare gli altri. Molto raramente, questo tipo di emozione arriva a coinvolgere i bambini;
  • rabbia costruttiva, che non punta solo all'espressione dello stato emotivo, ma anche al miglioramento della situazione che ha generato lo stato emotivo;
  • rabbia esplosiva, che è una reazione emotiva molto intensa, di norma legata a comportamenti aggressivi e/o violenti.

Il ruolo del genitore è quindi quello di un mentore: deve spiegare al bambino l'emozione che sta provando, la maniera corretta di esprimerla e la finalità per la quale dovrebbe esprimerla. In questi contesti è centrale non assumere, in risposta alla rabbia, atteggiamenti a loro volta rabbiosi o aggressivi: pena lo sterile conflitto familiare che va a peggiorare la situazione di partenza.

Rabbia nei bambini: quando preoccuparsi?

Situazioni in cui il bambino si arrabbia, grida o diventa aggressivo, possono essere considerate normali dal punto di vista clinico. Diventa però necessario analizzare i campanelli d'allarme che indicano una situazione-limite, che potrà forse un giorno sfociare nella psicopatologia.

Tra i principali campanelli d'allarme, ricordiamo:

  • la tendenza del bambino a diventare violento;
  • l'utilizzo della rabbia come principale veicolo espressivo di altre emozioni (es. la tristezza);
  • rabbia che coinvolge svariate situazioni (scolastiche, familiari, relazionali).

Se il bambino mette in atto questi comportamenti, soffre forse di un disagio più profondo che poi esprime per il tramite della rabbia. A destare preoccupazione, non è quindi l'emozione stessa ma il fatto che l'emozione possa segnalare la presenza di altri disturbi che il piccolo non sa ancora come comunicare nella maniera corretta.

Emozioni naturali ed emozioni parassite

In psicologia, le emozioni vengono spesso divise in emozioni naturali ed emozioni parassite. Le prime riguardano i vissuti interiori (ciò che il bambino realmente prova); le seconde, invece, le emozioni con cui si esprimono i vissuti interiori (e che vanno a coprire le emozioni naturali).

Se il bambino tende ad esprimere la tristezza, la nostalgia e la paura con la rabbia, ciò è sintomo di una problematica che potrebbe in un futuro costituire il primo mattone di una psicopatologie caratteriale. In alternativa, potrebbe indicare l'incapacità del bambino di rapportarsi ai propri vissuti interiori in maniera coerente. Diviene allora necessario aiutare il piccolo nel processo di educazione sentimentale.

Per farlo, è bene rivolgersi ad uno psicologo infantile, che sa come individuare i disagi del bambino ed aiutarlo ad affrontare il processo di crescita e di sviluppo in maniera serena e funzionale. Per i disagi legati alla rabbia, è spesso consigliato un percorso terapeutico cognitivo-comportamentale, che possa insegnare come rapportarsi allo stimolo organico (l'emozione) con una risposta costruttiva e clinicamente sana.

Se tuo figlio o tua figlia o altri bambini con cui hai a che fare manifestano la rabbia in una maniera che appare problematica, puoi parlarne con un professionista. 

Anche online. Per questo esiste Serenis, un centro medico online con più di 1500 psicoterapeuti adatti ad ogni situazione.

Gestire la rabbia dei bambini

Aiutare i bambini a gestire la rabbia: guida pratica in pochi passi

Aiutare un bambino a gestire la propria rabbia non è mai semplice. Vediamo però alcuni semplici passaggi che si possono percorrere per provare a calmare la situazione e comprenderne le motivazioni:

  1. a volte i bambini non riescono a comprendere di essere arrabbiati perché la rabbia è un'emozione che ancora non conoscono. Per questo motivo è innanzitutto fondamentale spiegare la rabbia;
  2. una volta che ha compreso di essere arrabbiato bisognerebbe chiedere al bambino di descrivere la rabbia, questo permette a lui o lei e all'adulto di comprendere quali sono le motivazioni che l'hanno provocata;
  3. in vista delle volte successive in cui capiterà al bambino di arrabbiarsi, è giusto normalizzare la rabbia, spiegando che anche gli altri bambini e gli adulti la provano e che non è qualcosa di cui vergognarsi;
  4. bisogna poi accogliere la rabbia consapevolmente e coscienti che è un'emozione normale;
  5. infine, per concludere il processo è necessario incanalare la rabbia, ad esempio, suggerendo modi e tecniche diversi per esprimere quelle stesse emozioni. 

 

Fonti:

  • Davis, D. D. (2007). La'rabbia'nei bambini. Una guida per i genitori. Armando Editore.
  • PENZO, M. La rabbia nei bambini zero-tre: analisi delle modalità di gestione in un gruppo di genitori.
  • Conte, R. (2022, December 21). CHE RABBIA! Gestire la rabbia nei bambini in 5 pratici consigli ⋆ Psicoterapia cognitivo comportamentale - AIAMC. Psicoterapia Cognitivo Comportamentale - AIAMC. https://www.aiamc.it/gestire-la-rabbia-nei-bambini/ 
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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