Preoccupazione e ansia: cosa fare?
Sentirsi preoccupati significa provare ansia o inquietudine per eventi futuri o possibili problemi, spesso accompagnati da pensieri negativi persistenti e tensione.
La preoccupazione è uno stato psicologico caratterizzato dalla presenza di pensieri negativi riguardo un evento futuro. Se di breve durata, è un'emozione che può essere considerata come un comportamento costruttivo di risoluzione di problemi. Al pari di altri stati psicologici a prima vista negativi come, ad esempio, la noia, ha una funzione adattiva che ci aiuta ad affrontare le piccole e grandi difficoltà quotidiane.
Cosa vuol dire sentirsi preoccupato?
Sentirsi preoccupati significa provare ansia per qualcosa che potrebbe succedere, nel breve periodo o meno. Ad esempio, una madre potrebbe sentirsi preoccupata quando sua figlia non risponde al telefono. Questa condizione emotiva si manifesta spesso attraverso pensieri negativi persistenti, difficoltà di concentrazione e una sensazione generale di disagio o tensione.
In molti casi, è funzionale alla vita stessa, pensiamo alla preoccupazione materna primaria ma il problema è che spesso questo stato d’animo ci immobilizza nel presente, ci paralizza per qualcosa che accadrà in futuro. È in questo momento che il significato di preoccupazione cambia, trasformando la sua natura positiva e funzionale in un meccanismo capace di imprigionarci in una stanza senza finestre e senza porte.
Nella maggior parte dei casi, la preoccupazione inizia con un’immagine o un pensiero che appare nella nostra mente in modo intrusivo, interrompendo ciò che stavamo facendo. Questi pensieri possono comparire più volte al giorno, generando un circolo vizioso che ci angoscia e disturba notevolmente il nostro benessere.
Come descrivere la preoccupazione?
La preoccupazione e i pensieri negativi su quello che potrebbe accadere in futuro rappresentano la componente cognitiva dell'ansia, uno stato emotivo che nasce proprio dalla risposta a un falso allarme. Pensiamo, ad esempio, al fatto di ricevere un appunto dal nostro capo. La nostra mente potrebbe iniziare a elaborare un pensiero intrusivo che ci fa temere che quel richiamo possa trasformarsi in un licenziamento.
Cosa sta accadendo nella realtà? Nulla, è tutto nella nostra mente ma la preoccupazione ha dato il via alla risposta fisiologica dello stress: il sangue scorre veloce, l’adrenalina aumenta, il nostro corpo è in uno stato di lotta o fuga, ma non c’è nessun predatore all’orizzonte. La preoccupazione quindi è una componente dell'ansia, è uno stato di attivazione che non è orientato all’azione e non ci spinge a fare qualcosa. Ci fa vivere nella nostra mente e le conseguenze possono turbare il nostro equilibrio psicologico.
Cosa causa la preoccupazione?
Le paure che emergono quando non esiste alcuna minaccia reale e che sono accompagnate da pensieri così intensi da impedirci di vivere normalmente la nostra vita, sono considerate irrazionali e possono dar luogo a delle vere e proprie fobie. L’effetto ansiogeno della preoccupazione non ci impedisce di comprendere che non c’è nulla di cui avere paura ma non possiamo fermare in nessun modo la nostra reazione.
Essere sempre preoccupati è uno stato mentale che può provocare una serie di disturbi sia fisici che mentali. Tra i principali ricordiamo:
- stanchezza,
- nervosismo e irrequietezza,
- problemi di concentrazione,
- disturbi del sonno,
- dolori fisici dovuti alla tensione muscolare.
A volte, ci troviamo a evitare tutte quelle situazioni che hanno il potere di innescare la nostra preoccupazione o cerchiamo di compensare questo stato d’animo ricorrendo a "gratificazioni" come cibo, alcol, sostanze. Se la preoccupazione diventa eccessiva, possono sopraggiungere disturbi d'ansia, dell'umore, fobie e attacchi di panico.
Preoccupazione eccessiva e costante
La preoccupazione eccessiva altera i nostri processi cognitivi perché tendiamo a preoccuparci di cose che non sono accadute e che, nella nostra mente, rendiamo negative e qualche volta catastrofiche. Non riusciamo a regolare le nostre emozioni, i pensieri finiscono per dominarci e lo stress si impossessa del nostro corpo. Emozioni come la preoccupazione e il senso di colpa hanno la capacità di bloccarci e spesso ci impediscono di agire: il problema è che diamo loro un'importanza che le rende, a volte, protagoniste assolute della nostra vita.
A medio e lungo termine, una preoccupazione eccessiva provoca disturbi che possono turbare il nostro benessere emotivo come ansia generalizzata, panico e fobie. La focalizzazione su quello che ci preoccupa e che ci rende ansiosi può generare una progressiva svalutazione dell'interesse che provavamo per le attività piacevoli (anedonia). Questa diminuzione del piacere può portare causare sintomi di tipo depressivo (E.S. Winer e colleghi, 2017)
Perché mi sento preoccupato?
Secondo una ricerca pubblicata su Clinical Psychology & Psychotherapy (D.J. Eberle e colleghi, 2021), la preoccupazione potrebbe essere un meccanismo che appartiene a diversi disturbi come il disturbo d’ansia generalizzato, se caratterizzata da ruminazione e anticipazione del futuro, o, come affermato dall’ICD-11, essere uno dei sintomi più importanti del disturbo da adattamento.
Quando parliamo di benessere emotivo ci riferiamo a uno stato d'animo in cui ci sentiamo bene, tranquilli, percepiamo di controllare le nostre emozioni e di essere in grado di far fronte alle pressioni della vita quotidiana. Per questo motivo è fondamentale gestire la preoccupazione e cercare un aiuto professionale se capiamo di aver perso il nostro equilibrio emotivo.
Come gestirla?
"Sono sempre preoccupata per qualcosa": ti riconsoci in questa frase? La preoccupazione è una ladra di istanti presente. Impariamo a gestirla attraverso alcune piccole e semplici strategie.
- Essere grati. La gratitudine è un'emozione che ha il potere di concentrare la nostra attenzione sugli aspetti positivi della nostra esistenza, rivelandosi un antidoto ideale contro le preoccupazioni.
- Accettiamo l’incertezza. Ci sono persone che tollerano l'incertezza meglio di altre ed è proprio quella tolleranza a fare la differenza. Accettando che ci sono cose che non possiamo controllare o conoscere in anticipo, impariamo a concentrarci su ciò che possiamo fare o controllare.
- Annotare le proprie preoccupazioni. Scriviamo giorno per giorno cosa ci preoccupa e proviamo a rileggerlo a distanza: le preoccupazioni di ieri, della settimana scorsa o del mese passato si sono rivelate attività utili e funzionali?
La terapia cognitivo comportamentale e la desensibilizzazione sistematica sono due interventi che possono aiutarci a gestire gli schemi cognitivi comportamentali disfunzionali e a sostituirli con modelli positivi ed efficaci, creando nuove associazioni mentali capaci di regalarci sensazioni di benessere e rilassamento. Con Serenis, puoi farlo attraverso la psicoterapia online e il supporto di un terapeuta adatto alle tue specifiche esigenze.
Come si chiama una persona che si preoccupa per gli altri?
Essere premurosi significa prendersi cura e dimostrare attenzione nei confronti delle esigenze e del benessere degli altri. È una qualità che implica empatia, gentilezza e un genuino interesse per la felicità e la salute delle persone intorno a noi. Essere persone premurose si concretizza in piccoli gesti quotidiani, come:
- ascoltare attivamente un amico in difficoltà,
- offrire supporto pratico o emotivo,
- ricordare e rispettare le preferenze e i bisogni degli altri.
Prendiamo il caso di un genitore che potrebbe preoccuparsi per il successo scolastico del proprio figlio o per la sua sicurezza quando esce con gli amici. Questa preoccupazione può portare a comportamenti protettivi e a un maggiore desiderio di essere coinvolti nella vita delle persone care. Trovare un equilibrio evitando che la preoccupazione diventi eccessiva e soffocante è importante per la propria salute mentale.
Differenze con la paura
La paura è un’emozione primaria, fondamentale e volta alla sopravvivenza umana e possiamo definirla come una risposta emotiva a una minaccia imminente, reale o percepita. Le paure comuni ci aiutano a evitare pericoli specifici, concreti: un esame, un colloquio di lavoro, un serpente velenoso, un vicolo buio di notte. La preoccupazione si riferisce invece a una minaccia futura, alla previsione di qualcosa che potrebbe accadere. È una sensazione di apprensione vaga, diffusa e sgradevole.
Fonti:
- Worry and anxiety | How right now | Centers for Disease Control and Prevention. (n.d.). https://www.cdc.gov/howrightnow/emotion/worry/index.html
- Stern, V. (2024, February 20). Why we worry. Scientific American. https://www.scientificamerican.com/article/why-we-worry/