Perdono ma non dimentico: cosa è più giusto fare?
Il perdono è un atto potente che libera dal risentimento e favorisce la guarigione emotiva. Scopri il suo significato, i benefici per mente e relazioni, e le strategie per intraprendere questo percorso di crescita personale.
Il perdono è un processo complesso che va oltre il semplice “lasciar correre”. Rappresenta un atto di coraggio e consapevolezza, capace di liberare dal peso del risentimento e di aprire la strada alla guarigione emotiva.
Questo articolo esplora il significato del perdono, i suoi benefici per la salute mentale e le relazioni.
Che cosa vuol dire perdonare?
Il concetto di perdono è stato esplorato nelle sue diverse dimensioni ed è entrato a far parte del linguaggio psicologico per le sue importanti implicazioni sulla salute mentale. Perdonare è un atto complesso e profondo che richiede tempo, introspezione e volontà e permette di liberarsi dal peso delle emozioni negative che ci tengono ancorati al passato.
Perdonare non significa dimenticare ma rappresenta un'opportunità per cambiare vita e riscoprire il proprio benessere interiore. Molte persone associano il perdono con un atteggiamento di debolezza o di resa nei confronti di chi ha fatto del male ma in termini psicologici saper perdonare è un segno di forza che può costituire una fase importante nel processo di crescita personale. Numerose ricerche dimostrano che la ricerca del perdono può trasformarsi una dimensione terapeutica grazie al supporto di un professionista capace di guidarci in questo processo.
Questo percorso è utile soprattutto quando il ricordo del torto subito fa nascere sentimenti di vendetta e rancore. In questo articolo cercheremo di esplorare il significato del perdono, le sue fasi e le sue implicazioni psicologiche cercando di rispondere alla domanda che molte persone si pongono: è possibile perdonare senza dimenticare?
Il significato psicologico del perdono
Nel suo significato psicologico il perdono non è un gesto altruistico rivolto a chi ci ha ferito ma rappresenta un atto di liberazione personale. Diversamente dalle sue implicazioni religiose o spirituali il concetto di perdono in psicologia non è fine a sé stesso ma riguarda la necessaria presa di consapevolezza dei torti subiti attraverso la quale può avvenire una vera e propria riscoperta interiore.
Si tratta di un percorso in cui scegliamo volontariamente di non lasciare che l'odio, la rabbia e il rancore causati da un'offesa occupino lo spazio mentale ed emotivo che potremmo dedicare a noi stessi e al nostro benessere. Non si tratta di dimenticare, giustificare o minimizzare l'errore dell'altro ma di scegliere consapevolmente di lasciare andare la sofferenza per evitare che continui a condizionare la nostra vita. Il perdono porta con sé molti malintesi che possono essere molto gravi e dannosi per le persone che sono intrappolate in relazioni malsane o tossiche.
Ad esempio alcuni potrebbero pensare che il perdono includa necessariamente la riconciliazione con la persona che ha commesso abusi o violenze. Inteso in questo modo il perdono potrebbe incoraggiare una persona a rimanere insieme ad un partner potenzialmente pericoloso in una condizione di rischio per la sicurezza personale.
Non è in questo senso che va inteso l'intervento terapeutico del perdono che invece serve a comprendere meglio se stessi per ottenere una sana risoluzione delle ferite passate senza esporre le persone a nuovi pericoli o cadere in una forma di rivittimizzazione. In questi casi bisogna imparare a perdonare ma allontanarsi dalle situazioni disfunzionali potenzialmente rischiose. Senza un'idea chiara di cos'è il perdono e quali sono gli ostacoli connessi alla sua autentica realizzazione è difficile ottenerlo. Per questo è importante intendere il perdono in modo terapeutico e lavorare attivamente e consapevolmente per raggiungerlo.
Ma gli interventi psicoterapeutici possono davvero aiutare le persone a perdonare? Questa domanda è stata affrontata in vari modi nelle ricerche scientifiche sull'argomento e la risposta di base sembra essere che la consulenza psicologica per promuovere il perdono aiuti efficacemente le persone a ristabilire un equilibrio interiore e permetta di prevenire o affrontare problemi psicologici connessi come depressione e ansia (Wade, 2010).
A volte il processo del perdono può risultare troppo complesso da affrontare da soli e diventa fondamentale cercare un supporto professionale. Serenis offre un aiuto prezioso per chi vuole intraprendere un percorso di guarigione emotiva attraverso la terapia del perdono. Parlare con un terapeuta esperto può facilitare il processo del perdono aiutando a gestire le emozioni negative e a costruire una nuova consapevolezza interiore.
Serenis è uno dei centri medici più grandi d'Italia: 1500 psicoterapeuti con 13 anni di esperienza media.
- Centro medico autorizzato
- Solo psicoterapeuti (psicologi specializzati)
- Primo colloquio gratuito
Come si fa a perdonare veramente?
Perdonare veramente significa riconoscere in maniera autentica e profonda di aver subito un torto, una ferita, un'offesa o una violenza ingiustificata.
L'opposto del perdono è il rancore che può radicarsi quando ci sentiamo traditi da qualcuno nei sentimenti. Il significato psicologico del rancore è strettamente collegato alla difficoltà di accettare il torto subito e alla paura di essere nuovamente feriti. Se il rancore si mantiene vivo possono aumentare il dolore e sofferenza causando ulteriori problemi a livello psicologico come l'abbassamento dell'autostima e lo sviluppo di sentimenti ansiosi e depressivi.
Perdonare veramente è un processo lungo e complesso che richiede tempo, introspezione e un lavoro interiore non sempre facile da portare avanti. In primo luogo è necessario riconoscere il dolore e affrontarlo senza cercare di ignorarlo o reprimerlo. La scelta di intraprendere la strada del perdono presuppone la consapevolezza che questa non consiste nel dimenticare o giustificare ciò che è accaduto ma si concentra sull'imparare ad inserire gli eventi all'interno di una cornice esistenziale più ampia.
Alcuni ricercatori hanno cercato di scoprire i meccanismi di cambiamento che aiutano le persone ad intraprendere il cammino del perdono. Una delle prime risposte a questa domanda è stata lo sviluppo dell’empatia per la persona che ha tradito la nostra fiducia. Una serie di studi suggeriscono che quando le persone perdonano ci riescono grazie alla capacità di sviluppare una comprensione empatica per la persona che ha ferito attraverso un sentimento compassionevole e di comprensione della prospettiva dell'altro (McCullough, Worthington e Rachal, 1997).
Perché è importante perdonare?
Il perdono è un elemento fondamentale per la nostra crescita personale. Quando perdoniamo stiamo facendo una scelta consapevole di mettere al primo posto i nostri valori e obiettivi invece che permettere al passato di continuare a influenzare negativamente il nostro presente.
A volte ci si trova in una condizione di stallo in cui non si riesce a prendere decisioni a causa di prigioni emotive in cui siamo rinchiusi. In questi casi il perdono può esserci d'aiuto come forma di liberazione dai fantasmi del passato. Non si tratta di giustificare la persona che ci ha fatto del male ma di assolvere noi stessi dai sensi di colpa e trovare serenità interiore restituendo significato ai sentimenti negativi. Perdonare permette anche di spostare il nostro locus of control dall'esterno all'interno sostituendo al dolore subito un benessere interiore. Chi riesce a perdonare in maniera autentica diventa capace di lasciare andare le emozioni negative e ottiene un controllo emotivo maturo e una forte consapevolezza di sé.
Alcuni studiosi hanno condotto una ricerca a lungo termine per valutare gli effetti di una terapia del perdono nell'arco dei due anni successivi. Gli autori riferiscono che i partecipanti avevano mantenuto gli effetti dell'intervento in termini di riduzione negativa delle reazioni e dei sentimenti ostili verso la persona violenta, una diminuzione dei desideri di vendetta nei suoi confronti e una conseguente minor presenza di sintomi psicologici associati ai disturbi mentali (Wade, 2010).
Sono state trovate anche alcune prove neuroscientifiche a supporto di un quadro teorico che tiene conto dei meccanismi psicologici alla base del perdono. Nello specifico le prove empiriche della psicologia sociale e delle neuroscienze propongono che il perdono si basi su tre macro-componenti psicologiche distinte e interagenti tra loro che sono la capacità di controllo cognitivo, l'assunzione di una nuova prospettiva sugli eventi e il grado di valutazione sociale. Questi processi sono attivati da reti cerebrali che implicano il coinvolgimento della corteccia prefrontale laterale, della giunzione temporo parietale e della corteccia prefrontale ventromediale (Krakauer et al., 2017).
Perdono ma non dimentico: come fare?
Perdonare sempre, dimenticare mai. Questa frase rappresenta la possibilità di conciliare l'idea del perdono con il fatto di non riuscire a dimenticare. Secondo la psicologia perdonare non significa dimenticare. Al contrario, ricordare ciò che è accaduto è parte integrante del processo del perdono e serve a proteggere noi stessi da ulteriori sofferenze future. Fare i conti con il proprio passato permette di dare significato alle esperienze negative per evitare di ripetere gli stessi errori e per proteggere la nostra salute mentale ed emotiva.
Il processo del perdono
Il processo del perdono è un viaggio interiore che comprende diverse fasi durante le quali sono necessarie riflessioni interiori, consapevolezza e una volontà sincera di andare avanti. Una meta-analisi pubblicata sulla rivista The International Journal of Psychiatry in Medicine mostra la maturazione scientifica della ricerca sul perdono nei contesti clinici.
Negli ultimi anni si è compresa l'importanza di intervenire psicologicamente per promuovere il perdono e sono numerose le ricerche che dimostrano l'efficacia degli interventi psicoterapeutici che aiutano le persone in questo processo. Il perdono come terapia sta guadagnando sempre più importanza grazie ai risultati di questi tipi di intervento che dimostrano come riuscire ad andare avanti può essere salutare per le persone (Clabby, 2019)
Fase di riconoscimento
La prima fase nel processo del perdono è quella del riconoscimento delle ingiustizie e dei torti di cui si è stati vittima. Questo passaggio implica l'accettazione della crudeltà subita e del dolore che ne è derivato. In questo passaggio non bisogna negare o minimizzare il malessere ma prenderne piena coscienza e riconoscere di essere stati feriti.
Fase di scelta
Per affrontare il trauma in modo costruttivo bisogna scegliere consapevolmente di perdonare. Il secondo passaggio della terapia del perdono presuppone un atto di volontà che consiste nel desiderio di liberarsi dal rancore e dalle emozioni negative che ci ancorano al passato. La fase della scelta richiede uno sforzo e un impegno notevoli sul piano psicologico per non permettere che il torto subito continui a influenzare la nostra vita.
Fase di elaborazione
La fase di elaborazione può avvenire solo dopo aver consapevolmente deciso di procedere lungo il cammino del perdono. In questo passaggio si affrontano tutte le emozioni legate alle circostanze traumatiche e alle persone che le hanno generate. Questo momento della terapia può risultare particolarmente difficile per via di una resistenza interiore che può mantenere vivi i sentimenti negativi. L'elaborazione è un momento di grande introspezione andando a toccare motivazioni e riflessioni relative a quello che è accaduto. Si tratta di accettare la propria vulnerabilità e contemporaneamente di comprendere i limiti dell'altra persona. E' anche molto importante in questa fase superare eventuali sensi di colpa che possono interferire con la corretta presa di distanza rispetto agli eventi accaduti.
Fase di integrazione
L'ultima fase del processo è quella dell'integrazione che consiste nell'inserire armonicamente le emozioni elaborate all'interno di un nuovo stato mentale. Quando l'integrazione è autentica si sperimenta una condizione di benessere mentale che serve ad impedire ai sentimenti negativi di riemergere in futuro. Integrazione significa anche imparare a lasciare andare il bisogno di vendetta recuperando in questo modo una maggiore serenità interiore e adottando una nuova prospettiva di vita.
Non riesco a perdonare: cosa fare?
Ci sono situazioni in cui il dolore è così profondo che sembra impossibile riuscire a perdonare e si continua a provare risentimento e odio verso la persona o le persone colpevoli di questo stato d'animo negativo. Il perdono in questi casi diventa un processo particolarmente difficile da raggiungere. Per chi si trova a dire "non riesco a perdonare" è importante condividere con altri il proprio sentimento. Parlarne è il primo passo per cominciare ad accettare la presenza di emozioni dolorose. Il supporto emotivo che possiamo ricevere da amici, familiari o professionisti del settore è un elemento che può essere di grande aiuto. È anche importante comprendere che a volte il processo del perdono richiede molti anni e che non c'è nulla di sbagliato in questo. Non bisogna dunque sforzarsi di perdonare prima di essere pronti a farlo.
Giustificare e perdonare: quali differenze?
Un errore che spesso facciamo è quello di confondere il concetto di perdono con l'idea di dover giustificare quanto è accaduto. Un sinonimo di giustificare è il trovare una spiegazione o fornire una scusa per i torti subiti. Cercando di trovare delle ragioni valide che hanno spinto una persona a comportarsi male nei nostri confronti corriamo il rischio di attenuare la gravità dei torti subiti. Al contrario, il perdono non cerca di minimizzare o sminuire i comportamenti violenti ma consiste nell'aiutare se stessi a superare i sentimenti di dolore, rabbia e risentimento.
Fonti:
- Clabby, J. F. (2019). Forgiveness: Moving on can be healthy. The International Journal of Psychiatry in Medicine, 55(2), 123–130.