PECS autismo: cos'è e come funziona

In questo articolo scopriamo cos'è il PECS, un metodo di comunicazione per immagini che si è rivelato efficace nello sviluppo delle capacità comunicative dei soggetti con disturbi dello spettro autistico.

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PECS e autismo

Il PECS (o Picture Exchange Communication System) è un metodo di comunicazione per immagini ideato nel 1984 da Andrew Bondy e Lori Frost. Il metodo ha l'obiettivo di aiutare le persone con disturbo dello spettro autistico a comunicare, fornendo immagini/fotografie/disegni al destinatario. Più immagini possono essere fornite in successione, così da formare frasi complesse ed esplicitare richieste, desideri e bisogni.

Al tempo della sua comparsa, il PECS è stato oggetto di discussione in ambito medico. Alcuni ricercatori sostenevano infatti che il metodo avrebbe compromesso il linguaggio verbale dei soggetti autistici.

Ad oggi, sappiamo che il metodo non risulta solo utile per scopi di comunicazione a breve termine, ma anche per l'apprendimento e lo sviluppo del linguaggio verbale a lungo termine (Anneke Jurgens et al, 2012).

In questo articolo, scopriremo come funziona il PECS, come utilizzare il metodo e quali sono i suoi principi di base. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia trovato tutte le informazioni che stavi cercando.

PECS: una definizione


Il metodo PECS fa parte dei CAA (Comunicazione Aumentativa e Alternativa), tecniche che consentono a chi ha difficoltà nella gestione del linguaggio a comunicare in maniera efficace.

Per esempio, i bambini con autismo possono utilizzare il PECS a scuola per comunicare con gli insegnanti o gli altri bambini, senza l'utilizzo del linguaggio verbale che può spesso funzionare da trigger nell'ambito dell'autismo. Anche in casa, con le figure genitoriali, il PECS consente di esplicitare con rapidità bisogni o necessità, che altrimenti il bambino non saprebbe come comunicare.

Il metodo si rivela così essenziale nel trattamento del disturbo. Per apprenderlo, è necessario seguire un breve corso di formazione.

Corso di formazione PECS

I corsi di formazione PECS interessano, da un lato, i soggetti con disturbo dello spettro autistico; e, dall'altro lato, le persone intenzionate a interagire con essi. Il genitore di un bambino autistico può apprendere il PECS per aiutare il figlio nell'ambito della comunicazione. Anche psicologi, logopedisti, e terapeuti dell'infanzia, possono essere interessati alla comunicazione per immagini.

Apprendere il metodo può essere complicato per un bambino con disturbo dello spettro autistico; mentre, in generale, risulta molto semplice per chi non soffre di questo o altri disturbi legati alla comunicazione.

Il CAA funziona in 6 fasi fondamentali:

  1. apprendimento del funzionamento di base;
  2. utilizzo a lungo termine;
  3. discriminazione;
  4. struttura della frase;
  5. risposta;
  6. commento.

Le fasi del PECS

Nella prima fase, il bambino deve comprendere il funzionamento di base del metodo. In questo contesto, un assistente specializzato interagisce con il bambino autistico e la sua figura di riferimento.

L'assistente aiuta il bambino a selezionare un'immagine per esprimere un desiderio. L'immagine viene poi fornita alla figura di riferimento, che dimostra di comprendere il desiderio e di volerlo soddisfare.

In tal modo, il bambino comprende che il metodo è funzionale alla soddisfazione dei suoi bisogni e desidera utilizzarlo di nuovo.

Nella seconda fase, il metodo viene messo in pratica in diversi contesti quotidiani. Per esempio: a scuola, a casa, con estranei, con i familiari, i fratelli e così via. Il bambino dispone di un quaderno o di una tabella con le immagini da selezionare: deve apprendere come discriminarle e fornire di volta in volta l'immagine coerente (terza fase).

Nella quarta fase, il bambino può utilizzare le immagini per creare frasi semplici, con l'aiuto del genitore o dell'assistente specializzato. Spesso, tra le immagini compare un'icona con su scritto "voglio", che va utilizzata per la costruzione del periodo.

La quinta fase riguarda la capacità di rispondere alle domande, e non solo di esplicitare bisogni o desideri. Infine, nell'ultima fase, il bambino apprende come commentare i propri desideri attraverso la comunicazione per immagini.

Tipi di immagini

Le immagini da usare per il metodo PECS possono essere di diversa natura: icone su una tabella, immagini disegnate, fotografie, oggetti. Vengono in genere fornite dall'assistente che si occupa della formazione e comprendono oggetti di uso comune, verbi, attività, alimenti, luoghi, e così via.

Devono essere immagini variegate, che permettano al bambino di esprimersi in ogni situazione e in rapporto a diverse necessità.

Il principale ostacolo all'utilizzo del metodo, è costituito dalle potenziali difficoltà del bambino autistico a comprendere le immagini o alla sua reticenza nell'utilizzarle. Diventa allora necessario trovare un metodo per rendere l'apprendimento divertente e per spingere il bambino a utilizzare le immagini con costanza.

Ricordiamo che il disturbo dello spettro autistico comporta non solo difficoltà di comunicazione, ma anche basso desiderio di comunicare con gli altri. Per questa ragione, è necessario utilizzare degli accorgimenti tecnici per rendere il PECS appetibile.

Ad esempio: se il bambino si accorge che presentando un'immagine vede soddisfatto il suo desiderio, sarà più propenso a utilizzarlo di nuovo per il principio del condizionamento classico. In questo frangente, il ruolo di un terapeuta risulta fondamentale, perché in studio può impostare le basi del metodo affinché il bambino lo utilizzi in contesti non protetti e di vita quotidiana.

 

Fonti:

  • Bondy, A. (2001). PECS: Potential benefits and risks. The Behavior Analyst Today, 2(2), 127.
  • Charlop‐Christy, M. H., Carpenter, M., Le, L., LeBlanc, L. A., & Kellet, K. (2002). Using the picture exchange communication system (PECS) with children with autism: Assessment of PECS acquisition, speech, social‐communicative behavior, and problem behavior. Journal of applied behavior analysis, 35(3), 213-231.
  • Lerna, A., Esposito, D., Conson, M., Russo, L., & Massagli, A. (2012). Social–communicative effects of the Picture Exchange Communication System (PECS) in autism spectrum disorders. International journal of language & communication disorders, 47(5), 609-617.
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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