Parlare da soli può portare molti benefici ma anche problemi
Parlare da soli aiuta motivazione, decisioni e gestione dello stress, ma eccessi o voci percepite possono segnalare disagi psicologici.
A tutti noi è capitato, almeno una volta nella vita, di ritrovarsi a parlare da soli. La cosa buffa è che quando succede a noi stessi non ci vediamo assolutamente niente di male, mentre se accade agli altri ci viene subito pensato che ci sia qualcosa di strano in quelle persone.
La verità è che si ha ragione in entrambe le circostanze: parlare da soli comporta tantissimi diversi benefici, ma in alcune situazioni può essere anche il campanello d'allarme di un malessere ben più profondo.
In questo articolo scopriremo insieme quali sono i vantaggi e i benefici di parlare da soli, ma anche le circostanze in cui occorre preoccuparsi di questa azione.
Perché capita di parlare da soli
In un articolo scientifico di Kross e collaboratori, si può leggere che ci ritroviamo a parlare da soli perché ci aiuta. Discutendo con noi stessi, diamo una mano al nostro cervello, che a sua volta aiuta se stesso, per trovare le giuste le istruzioni per compiere una determinata azione o per autoregolare i nostri comportamenti. È un modo per gestire il nostro autocontrollo, quindi, ma anche la capacità di decisione nelle varie situazioni che ci possono capitare nel corso della vita.
Chiamato anche self talking, il parlare da soli alimenta la nostra motivazione a fare determinate azioni, mentre nelle situazioni che non riusciamo a controllare, questo modo di fare è come se ci facesse mettere un filtro più oggettivo sulla nostra percezione.
Il parlare da soli può capitare in varie occasioni particolari, come prima di una decisione importante o di inviare un’email al nostro capo.
In sostanza, la facciamo perché ci troviamo di fronte a situazioni cariche di pressione emotiva, momenti in cui il parlare da soli ci aiuta a prendere le distanze.
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Quali sono i vantaggi e i benefici
Nel corso degli anni, numerosi studi scientifici hanno mostrato i vantaggi del parlare da soli. Un recente studio degli psicologi Daniel Swigley e Gary Lupya, per esempio, ha dimostrato che questa azione facilita persino alcune attività cerebrali, tra cui l’elaborazione visiva quando stiamo cercando un oggetto fra tanti.
Swigley e Lupya hanno inoltre messo in evidenza che permette alla nostra mente di acquisire nel lungo termine capacità psicologiche migliori rispetto a chi non lo fa: dalle loro ricerche è emerso che coloro che riescono a parlare da soli possiedono capacità intellettive più alte e performanti degli altri.
Ma non è finita qui, perché altre ricerche hanno sottolineato che parlare da soli aumenta la capacità di organizzazione dei pensieri, e quindi di essere più consapevoli di quali sono le priorità in un determinato momento.
Alcuni psicologi dell’Università Wisconsin-Madison hanno invece fatto sapere che il self talking promuove il funzionamento cognitivo. Così come altri studiosi dell’Università dell’Illinois hanno evidenziato che il parlare da soli serve per motivarci.
Parlare da soli: quando bisogna preoccuparsi
Parlare da soli è una pratica comune e molto utile, ma ci sono situazioni in cui, purtroppo, può comportare anche effetti negativi.
Pur non essendo un fenomeno patologico, può diventare preoccupante quando:
- Lo facciamo con eccessiva frequenza: se lo si fa continuamente, forse, c’è qualcosa che non va. Probabilmente ci troviamo di fronte a una persona con condizioni di vita non ottimali, priva di rapporti sociali, e che magari crede di non poter essere davvero capita o ascoltata;
- Sentiamo delle delle risposte: questa situazione è più preoccupante della prima non tanto perché ci si ritrova a parlare da soli, ma perché si percepiscono delle risposte provenienti da “voci” interne o esterne. Quando questo succede si parla di allucinazioni uditive;
- se abbiamo un amico immaginario: non è altro che una presenza creata dalla nostra fantasia. Se capita nell'infanzia non c'è niente di cui preoccuparsi, ma se continua ad "essere presente" anche dopo di essa, diventa molto importante analizzare l'evento perché potrebbe essere una presenza allucinatoria di cui non riusciamo a liberarci o di farne a meno.
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Come parlare da soli in modo costruttivo
Il parlare da soli, nella maggior parte dei casi, non ci deve assolutamente preoccupare perché è un valido aiuto in molte situazioni della vita. Tuttavia, come abbiamo visto può anche rivelarsi il segnale di un disturbo più profondo e che merita di essere indagato.
Questo perché, come in tutte le cose della vita, gli eccessi non sono mai positivi. In questo caso specifico, infatti, non migliora l’attività mentale ma, anzi, è solo il sintomo di qualche disagio psicologico sottostante.
In molte situazioni sono persone che emettono frequenti borbottii, esclamazioni a bassa voce e rimproveri nei confronti di loro stesse. Sono tutti segnali che stanno vivendo un forte stress. Non a caso, più ansia e stress sono elevati, più il parlare da soli può essere sintomo anche di un vero e proprio disturbo di personalità.
Nonostante ciò, è normale che il self talking aumenti quando siamo particolarmente stressati, tanto che arriviamo a farlo anche senza rendercene conto. Tutto questo per dire che se capita di parlare più spesso con noi stessi in un determinato periodo della vita non c'è assolutamente da allarmarsi.
È il caso di intervenire solo quando non abbiamo più alcun tipo di controllo su questa situazione. La soluzione più opportuna, in questi casi, è rivolgersi a un esperto della salute mentale. Esistono diverse forme di psicoterapia che aiutano a rilassare le attività cerebrali, in modo da ristabilire un rapporto più sano con noi stessi.
Secondo Ethan Kross, professore di psicologia dell’Università del Michigan, è meglio parlare da soli in seconda e terza persona perché contribuisce in modo più efficace a motivarci. La prima persona, invece, potrebbe provocare un aumento dell’ansia perché amplifica l’immedesimazione.
Dovremmo stare attenti anche al tenore delle frasi che ci rivolgiamo quando parliamo da soli. Ciò vuol dire che dovremmo sforzarci di non mortificarci.
Fonti
- Kross, E., Bruehlman-Senecal, E., Park, J., Burson, A., Dougherty, A., Shablack, H., … & Ayduk, O. (2014). Self-talk as a regulatory mechanism: how you do it matters. Journal of personality and social psychology, 106(2), 304.
- Lupyan, G., & Swingley, D. (2012). Self-directed speech affects visual search performance. Quarterly Journal of Experimental Psychology, 65(6), 1068-1085.