Cos'è l'ortoressia? Cause, sintomi e trattamento
L'ortoressia è caratterizzata da una preoccupazione eccessiva per la qualità degli alimenti, portando a comportamenti restrittivi e compulsivi. Questo disturbo può causare gravi problemi di salute fisica e mentale, come carenze nutrizionali, perdita di peso, isolamento sociale e stress emotivo.

Gli esperti segnalano che l'incidenza dei disturbi alimentari tra i giovani sta aumentando, non limitandosi ai disturbi più noti come l'anoressia e la bulimia. Frequenti sono anche i casi di ortoressia, un disturbo alimentare caratterizzato da un eccessivo controllo sulla qualità del cibo. In questo articolo, esploreremo in dettaglio cosa sia l'ortoressia e come affrontarla efficacemente.
Cos'è l'ortoressia?
L'ortoressia è un disturbo del comportamento alimentare di cui soffre chi vuole seguire una dieta il più possibile sana.
Chi è affetto da ortoressia ha un'ossessione patologica per il cibo che lo porta a scartare qualsiasi alimento considerato "impuro" o "non salutare", controllando rigidamente la sua dieta.
L'ortoressia può portare a carenze nutrizionali dovute a restrizioni alimentari, e più in generale compromette la salute fisica e psicologica, influenzando anche le relazioni sociali e la quotidianità.

Sintomi e comportamenti di una persona ortoressica
I sintomi principali dell'ortoressia riguardano la rimozione di qualsiasi alimento ritenuto poco sano e l'attenzione minuziosa nella preparazione dei pasti. Altri comportamenti tipici di chi soffre di ortoressia sono:
- ossessiva ricerca di alimenti considerati "puri" e privi di sostanze nocive;
- imposizione di regole severe su cosa mangiare e quando farlo;
- costante supervisione delle etichette degli alimenti;
- senso di superiorità nei confronti di coloro che consumano alimenti ritenuti poco salutari.

Questo atteggiamento può portare a restrizioni autoimposte che nel tempo, senza l'opportuna terapia, possono influenzare negativamente lo stato di salute attuale.
Ossessione per il cibo: fattori di rischio
Le cause dell'ortoressia possono essere complesse e multifattoriali. Numerose ricerche indicano una possibile componente genetica nei disturbi alimentari, inclusa l'ortoressia. Chi ha un parente affetto da bulimia, anoressia o ortoressia sembra avere un rischio maggiore di sviluppare una simile patologia. Tuttavia, oltre alla predisposizione genetica, altri fattori possono contribuire allo sviluppo dell'ortoressia. Questi includono:
Causa | Descrizione |
---|---|
Desiderio di perfezione | Tendenze perfezioniste possono incidere nello sviluppo dell'ortoressia, poiché si ricerca un ideale irrealistico di alimentazione perfetta. |
Tratti ossessivo-compulsivi | Le persone con tratti ossessivo-compulsivi possono essere particolarmente sensibili agli schemi di pensiero rigidi e alla necessità di controllo che caratterizzano l'ortoressia. |
Problemi di salute mentale | Condizioni come l'ansia o la depressione possono predisporre al rischio di sviluppare comportamenti ortoressici. |
Comportamenti alimentari disordinati | Un'esperienza pregressa di comportamenti alimentari disordinati, come diete estreme o restrizioni alimentari, può predisporre la persona. |
Esperienze traumatiche o stressanti | Eventi traumatici o stressanti nella vita di una persona, come traumi emotivi, difficoltà relazionali o esperienze di vita negative. |
Pressioni socioculturali | Le pressioni della società e dei media possono influenzare la percezione individuale del corpo e dell'alimentazione, spingendo le persone a cercare di aderire a standard irrealistici di salute e bellezza. |
Percezione della salute e del benessere | Desiderio di uno stile di vita considerato ottimale, in seguito a informazioni contraddittorie o fuorvianti riguardanti l'alimentazione e la nutrizione. |
Eventi di vita significativi | Cambiamenti significativi nella vita o situazioni di stress prolungato, possono scatenare comportamenti ortoressici come meccanismo di adattamento. |
Conseguenze dell'ortoressia
L'ortoressia può portare a una serie di problematiche sia a breve che a lungo termine, coinvolgendo sia le abitudini alimentari che il benessere emotivo. Le conseguenze principali sono:
- malnutrizione o mancanza di nutrienti essenziali;
- perdita di peso non desiderata, derivante da una dieta estremamente restrittiva;
- il rigido controllo degli alimenti e l'evitamento di situazioni sociali che coinvolgono cibo possono portare all'isolamento sociale;
- rischio di sviluppare anoressia, bulimia o binge eating, in quanto l'ossessione per il cibo può sfociare in un disturbo alimentare completo;
- può portare a stress e ansia significativi, compromettendo la salute mentale complessiva dell'individuo;
- una dieta estremamente restrittiva può causare problemi digestivi come costipazione, diarrea o altri disturbi gastrointestinali;
- le restrizioni alimentari e l'ossessione per il cibo possono avere un impatto sulla qualità della vita, interferire con la capacità di godersi il cibo e le esperienze sociali legate all'alimentazione.
È importante considerare questi rischi e adottare un approccio equilibrato e consapevole verso l'alimentazione per preservare la salute fisica e mentale. Un approccio alla mindful eating può essere importante in questi casi.
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Trattamento e strategie di gestione
Per il trattamento dell'ortoressia, è spesso raccomandato un percorso psicoterapeutico poiché i disturbi della nutrizione coinvolgono comportamenti compulsivi che si manifestano in risposta a stimoli ansiosi, paure o pensieri intrusivi. Uno psicoterapeuta può aiutare il paziente attraverso un percorso di crescita personale in cui apprendere modalità di gestione delle emozioni più efficace, affrontando così la problematica.
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Fonti:
- Decyk A, Księżopolska M. Orthorexia nervosa - the border between healthy eating and eating disorders. Rocz Panstw Zakl Hig. 2022;
- De Pascalis, Pierluigi. Ortoressia. Armando Editore, 2020.
- Novara, Caterina, et al. "Ortoressia Nervosa: un’indagine del costrutto e delle caratteristiche psicometriche della versione italiana dell’Eating Habits Questionnaire-21 (EHQ-21)." Psicoterapia Cognitiva e Comportamentale 23.3 (2017).