Oltraggio a pubblico ufficiale: fattori di rischio e aspetti psicologici

L'oltraggio a pubblico ufficiale è un reato regolato dal Codice Penale. Vediamo quali sono le conseguenze legali di questo comportamento, i suoi fattori di rischio e il collegamento con l'intelligenza emotiva.

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Oltraggio a pubblico ufficiale

Capita a tutti di parcheggiare la macchina in modo sbagliato. A questo punto, un vigile potrebbe richiamare la nostra attenzione e minacciarci di fare una multa. Un adulto, in pieno controllo delle proprie capacità cognitive, ringrazierebbe l'ufficiale e sposterebbe il veicolo in fretta e furia.

Al contrario, una persona con problematiche nella gestione delle emozioni, potrebbe cominciare ad inveire contro l'agente compiendo oltraggio a pubblico ufficiale. Ne parleremo nel dettaglio nel corso dell'articolo, indagando cause e conseguenze psicologiche.

Oltraggio a pubblico ufficiale: cos'è e aspetti legali

L'oltraggio a pubblico ufficiale è un affronto all'autorità vigente che può indicare problematiche pregresse di natura violenta e/o psicopatologica. Per esempio, non è raro che i tossicodipendenti e gli alcolisti si macchino di questo reato, essendo incapaci di gestire le proprie emozioni e i propri comportamenti.

La pena può avere conseguenze gravi sulla psicologia dell'individuo. Ricordiamo, infatti, che i giovani che entrano in carcere o si macchiano la fedina penale possono poi avere problematiche nell'inserimento lavorativo o sociale.

L'oltraggio a pubblico ufficiale è un reato punito dall'articolo 341 bis del Codice Penale. Così recita l'articolo: 

Chiunque, in luogo pubblico o aperto al pubblico e in presenza di piu' persone, offende l'onore ed il prestigio di un pubblico ufficiale mentre compie un atto d'ufficio ed a causa o nell'esercizio delle sue funzioni e' punito con la reclusione (da sei mesi a tre anni).

Oltraggio a pubblico ufficiale aspetti legali

Fattori di rischio dell'oltraggio a pubblico ufficiale

Ricordiamo che si tratta di un reato, per il quale è addirittura previsto il carcere. Ma quali sono i fattori di rischio che spingono a questi comportamenti?

Tra i fattori di rischio, per compiere questo crimine, possiamo ricordare la tendenza ad offendere e a usare violenza verso il prossimo. Anche la tendenza a ribellarsi all'autorità, tanto viva durante l'adolescenza, può fungere da fattore di rischio.

Il reato può essere motivato da diversi scenari. Per esempio, se una persona ha vissuto esperienze traumatiche con le forze dell'ordine, potrebbe esprimere il suo disappunto in maniera violenta e oltraggiosa.

Altrimenti, il reato potrebbe essere attuato da tossicodipendenti o alcolisti, non in possesso delle proprie capacità mentali. In questa occasione, la situazione psicologica del colpevole dovrà poi essere analizzata dal giudice, che deciderà se fornire o meno una pena.

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La capacità di gestire le proprie emozioni, e di rispondere in maniera adeguata alle norme sociali, è un talento che si acquisisce con l'età. Molto spesso, gli adolescenti hanno infatti problemi nel verbalizzare i loro vissuti e si lasciano andare a forme spiacevoli di "acting out".

Cos'è l'acting out?

L'acting out non è altro che la tendenza, presente sia nei giovani che negli adulti, ad esprimere violentemente una forma di malessere emotivo e psicologico. Così, quando litigo con il mio partner, e comincio ad urlare, sto praticando acting out.

Allo stesso modo, quando vengo licenziato e mi sfogo contro la macchina del mio capo, sono vittima della naturale tendenza all'acting out.

Si tratta di un meccanismo di difesa disfunzionale. Dato che non so come esprimere verbalmente il mio disagio, lo scarico attraverso una gestualità violenta. La medesima cosa accade con l'oltraggio a pubblico ufficiale: invece di esprimere il mio dissenso in maniera civile, utilizzo termini volgari che fungono appunto da scarica emotiva.

Le conseguenze da pagare possono essere molto gravi.

Le cause psicologiche: la mancanza di intelligenza emotiva

In generale, l'oltraggio a pubblico ufficiale è quindi motivato da una scarsa intelligenza emotiva. Per intelligenza emotiva, possiamo intendere la capacità di individuare i propri vissuti interiori e di gestirli in maniera funzionale.

La maggior parte delle persone, se vengono multate, possono sperimentare fastidio e forse angoscia. Dovranno infatti pagare una multa, che andrà a sommarsi alle bollette, alle spese dell'affitto e via dicendo.

In questo contesto, possono comprendere le proprie emozioni in questo modo:

  • stanno sperimentando angoscia, perché in questo momento vivo difficoltà economiche e non posso permettermi di pagare anche la multa;
  • in ogni caso, il colpevole non è il vigile;
  • il ragionamento che segue è "sono io ad aver lasciato la macchina in divieto di sosta nonostante il cartello."

Intelligenza emotiva

L'intelligenza emotiva permette di comprendere l'emozione, la causa dell'emozione e di agire di conseguenza. Piuttosto che urlare contro il vigile, quindi, si imparerà la lezione e in futuro non si lascerà più la macchina in divieto di sosta.

Al contrario, una bassa intelligenza emotiva non permette l'evolversi di questo scenario. Chi ha una scarsa intelligenza emotiva:

  • sperimenta tristezza o angoscia;
  • invece di esprimere queste emozioni, le maschera attraverso la rabbia;
  • questo gli dà l'impressione di gestire meglio lo stato emotivo.

Si tratta appunto di un'impressione: mascherando le emozioni naturali con emozioni parassite, non si fa altro che fraintendere il proprio vissuto interiore. Inoltre, si può incorrere in procedimenti penali e rischiare il carcere.

 

Fonti:

  • Pittaro, P. (2014). Oltraggio a pubblico ufficiale. In Reato e danno. Fattispecie criminose e ipotesi risarcitorie (pp. 119-131). Giuffrè Editore.
  • Mogavero, M. (2009). Il delitto di oltraggio a pubblico ufficiale.
  • Braschi, S. (2022). L’evoluzione del delitto di oltraggio a pubblico ufficiale tra offensività e ragionevolezza della tutela penale. In DIRITTO PENALE E PROCESSO (No. 1, pp. 89-103).
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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