Morte di una madre e conseguenze psicologiche

La morte della madre genera un profondo dolore emotivo e la sensazione di smarrimento, privandoci di un punto di riferimento fondamentale.

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superare le conseguenze della morte della madre

Le conseguenze psicologiche della morte di una madre possono essere devastanti. Il lutto per la propria mamma provoca una perdita improvvisa dell’orientamento, come se avessimo smarrito la bussola della nostra vita. Viene a mancare infatti quel punto di riferimento fondamentale che ci ha guidato, sorretto e, generalmente, regalato amore incondizionato.

La morte della mamma: tra dolore e mancanza

La sofferenza emotiva è dettata dalla consapevolezza che da questo momento in poi il nostro ruolo cambia e quello che era prima non sarà mai più. La morte di una madre lascia un posto vacante che, prima o poi, dovremo imparare a riempire: è il cordone ombelicale che si recide per sempre, è la sensazione di essere orfani e di affrontare il mondo da soli.

La perdita di un genitore è un evento devastante ma lo è ancor di più se i nostri rapporti erano tesi e pieni di zone d’ombra. Se il legame con i nostri genitori è stato conflittuale, la loro scomparsa può accentuare sia l’urgenza dei nostri bisogni insoddisfatti ma anche la disperazione dettata dalla consapevolezza che qualsiasi forma di comunicazione, chiarimento e riappacificazione è perduta per sempre. Le cose non dette e non perdonate rendono ancora più complicato il processo di elaborazione del lutto. In questo caso, riconoscere e piangere i propri bisogni insoddisfatti rappresenta il primo passo della guarigione emotiva.

Dopo un lutto non ci sono emozioni giuste o sbagliate

Ma se hai l'impressione che non tornerai mai la persona di prima, parlane con un professionista.

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Elaborazione del lutto per la morte della madre

Il trauma della perdita della madre, così come la morte del papà, rappresentano una prova tra le più dolorose. Per questo motivo, dobbiamo riconoscere le nostre emozioni e permettere loro di sgorgare liberamente. Utilizziamo questo verbo non a caso: il suo significato richiama quello di una sorgente dalla quale devono fluire spontaneamente e senza forzature rabbia, tristezza, dolore. Riconoscere e affrontare il dolore vuol dire piangere al proprio ritmo, senza esercitare nessuna pressione su noi stessi.

La teoria delle 5 fasi del lutto è stata sviluppata dalla psichiatra svizzera Elisabeth Kubler-Ross. Dopo anni di lavoro con pazienti malati terminali, ha concluso che l’elaborazione di questo evento passa attraverso 5 fasi:

  • Rifiuto
  • Rabbia
  • Contrattazione
  • Depressione
  • Accettazione

Ricordiamo però che il dolore però non segue un processo lineare e ognuno affronta il lutto a modo suo, con i propri tempi e i propri ritmi. Bisogna fare attenzione anche alle cose da non dire a chi ha subito un lutto, che potrebbero causare ulteriore peso alla persona.

elaborazione lutto della madre

Inoltre, lo psicoanalista John Bowlby sviluppò la teoria secondo cui l’attaccamento è innato nell’uomo; ci avviciniamo istintivamente alle persone per creare legami utili sia per noi che per gli altri. Il bambino, principalmente, cerca questi legami per sopravvivere e uno dei più importanti è senza dubbio quello con la madre. Se questo legame viene negato o si interrompe, il piccolo subisce le conseguenze negative di questo evento che può compromettere il suo sviluppo sociale ed emotivo. Lo stile dell'attaccamento (sicuro, insicuro-evitante, insicuro-ambivalente e disorganizzato) determina il modo in cui reagiamo alla perdita della madre.

Lutto infantile e conseguenze psicologiche per la morte della madre

Ogni bambino manifesta reazioni emotive al dolore diverse a seconda del suo livello di maturità e di sviluppo cognitivo. Le conseguenze della perdita della madre in età infantile, secondo gli studi, si ripercuotono sullo stato psicofisico ed emotivo del bambino, provocando sofferenze emotive molto forti.

Perdere la madre in età evolutiva significa smarrire le proprie sicurezze e sperimentare una terribile sensazione di vuoto. Perdere i genitori a 50 anni è doloroso, ma mentre un adulto ha risorse e capacità diverse in termini di razionalità e adattamento e può trovare in qualche modo le risposte che cerca, il bambino ne è totalmente sprovvisto.

È fondamentale quindi che le figure di riferimento monitorino il comportamento e l'umore del piccolo per intervenire in caso di necessità. Il supporto durante il lutto per la morte della madre è fondamentale. L’affetto, consolare la persona in lutto e la vicinanza emotiva possono aiutare, giorno dopo giorno, a creare un’importante rete di condivisione e sostegno.

Cos’è il disturbo da lutto complicato persistente (CGD)?

A volte, pensare sempre a un defunto o sviluppare una vera e propria ossessione per la morte dei propri genitori ci impedisce di riprendere in mano le redini della nostra vita: un lutto non elaborato e la solitudine possono avere un forte impatto sulla nostra salute fisica e mentale.

Il disturbo da lutto complicato persistente è caratterizzato da un dolore incrollabile che non migliora con il tempo. In pratica, ci troviamo a sperimentare emozioni o stati d'animo così persistenti e intensi da causare un forte ed estremo disagio.

Tra i sintomi principali ricordiamo:

  • dolore e angoscia intensa che non migliora nel tempo;
  • isolamento;
  • difficoltà a perseguire interessi o attività;
  • sentimenti persistenti di solitudine o di vuoto.

Conseguenze psicologiche della morte della madre

Affrontare la morte di una madre vuol dire sperimentare sintomi come, tristezza, ansia, stress, sensi di colpa, rabbia e paura. Di lutto ci si può ammalare, lo dimostra la comparsa di sintomi come dolori diffusi in tutto il corpo, nausea, vertigini, emicranie.

Il lutto ci rende vulnerabili, ci indebolisce e destabilizza ed è quindi normale, nei primi mesi, vivere stati emotivi altalenanti e poco funzionali.

Il primo consiglio è anche il più semplice: per superare la morte di una madre è necessario vivere le proprie emozioni e non avere fretta di tornare alla propria routine. Tutto quello che dobbiamo fare è rispettare i nostri tempi e cercare di essere gentili con noi stessi. Approfittiamo delle tutele offerte dal lutto sul lavoro per regalarci tempo e spazio, deleghiamo incombenze pratiche, impariamo, giorno dopo giorno, ad adattarci alla nuova realtà.

Conseguenze psicologiche della morte della madre

Psicoterapia per superare le conseguenze della morte di una madre

Non è semplice convivere con la nostalgia di una mamma che non c’è più e capire cosa fare dopo la morte di un genitore. Se ti rendi conto che non sei in grado di gestire da solo le tue emozioni o di adattarti a questa nuova realtà, puoi cercare un aiuto professionale soprattutto se non hai nessuno con cui parlare o non ti senti a tuo agio nel farlo con familiari e conoscenti.

Gli psicoterapeuti di Serenis ti offrono uno spazio sicuro e il sostegno di cui hai bisogno per esprimere liberamente il tuo dolore. Con la psicoterapia online puoi avere gli strumenti per imparare a elaborare il tuo lutto e recuperare il tuo equilibrio emotivo e psicologico.

Fonti:

  • Marks, N. F., Jun, H., & Song, J. (2007). Death of Parents and Adult Psychological and Physical Well-Being. Journal of Family Issues, 28(12), 1611–1638. https://doi.org/10.1177/0192513x07302728
  • Aguirre, L. C., Jaramillo, A., Victoria, T. S., & Carvajal, A. B. (2024). Mental health consequences of parental death and its prevalence in children: A systematic literature review. Heliyon, 10(2), e24999. https://doi.org/10.1016/j.heliyon.2024.e24999
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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