Minnesota Starvation Experiment: risultati dell'esperimento

Il Minnesota Starvation Experiment: uno studio chiave per comprendere effetti fisici e psicologici della fame e della rialimentazione.

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minnesota starvation experiment

Pubblicato nel 1950, il Minnesota Starvation Experiment è uno degli studi più citati in ambito nutrizionale e psicologico per comprendere gli effetti della fame sul corpo umano e sulla mente.

Cos'è il Minnesota Starvation Experiment

Il Minnesota Starvation Experiment, è uno studio condotto dall’Università del Minnesota tra il 1944 e il 1945, durante la Seconda Guerra Mondiale, sotto la guida del ricercatore Ancel Keys, noto anche per i suoi studi sulla dieta mediterranea.

L'obiettivo principale dell'esperimento era comprendere gli effetti fisici e psicologici della fame prolungata e sviluppare strategie efficaci per il recupero di coloro che ne avevano sofferto durante la guerra. L'esperimento coinvolse 36 volontari, uomini di età compresa tra i 22 e i 33 anni, che rifiutarono di combattere per motivi morali o religiosi, e che furono sottoposti ad un regime di restrizione calorica controllata.  

Fasi dell'esperimento

Il Minnesota Starvation Experiment fu suddiviso in tre fasi principali:

  1. Fase di controllo (3 mesi): i partecipanti consumarono una dieta bilanciata di circa 3400 calorie al giorno, permettendo ai ricercatori di osservare i loro parametri fisici e psichici basali di riferimento in condizioni normali per le valutazioni successive.
  2. Fase di semi-digiuno/alimentazione ridotta (6 mesi): l'apporto calorico dei partecipanti fu dimezzato rispetto a quello iniziale, distribuito in due pasti principali composti principalmente da pane, patate, cavoli e altri alimenti di base, così da simulare le condizioni di carestia. Nonostante la drastica riduzione calorica, i partecipanti continuarono a svolgere attività fisica e a mantenere le loro consuete mansioni quotidiane.
  3. Fase di rialimentazione (3 mesi o più): i partecipanti furono rialimentati progressivamente attraverso protocolli differenti in termini di contenuto calorico e nei nutrienti, per individuare i metodi più efficaci per il recupero fisico e mentale.

Cosa si è osservato nell'esperimento

I ricercatori osservarono effetti devastanti sia sulla salute fisica che su quella mentale dei partecipanti.

Effetti fisici:

  • perdita di peso significativa: in media, i partecipanti persero circa il 25% del loro peso corporeo;
  • riduzione della massa muscolare e della forza: la perdita di tessuto muscolare portò a un notevole calo della capacità fisica;
  • riduzione della termoregolazione: i partecipanti sperimentarono una costante sensazione di freddo;
  • diminuzione del battito cardiaco e della pressione sanguigna: i parametri vitali diminuirono drasticamente, riflettendo lo stato di debilitazione fisica;
  • difficoltà nella fase di recupero: il ripristino del peso avvenne con una diversa velocità tra la massa grassa e quella muscolare. Inoltre, la termogenesi adattativa rimase elevata, suggerendo che il corpo continuava a risparmiare energia anche dopo la rialimentazione.

Effetti psicologici:

  • cambiamenti dell'umore: depressione, ansia e irritabilità divennero frequenti durante l’esperimento;
  • isolamento sociale: alcuni partecipanti evitarono il contatto sociale;
  • ossessione per il cibo: molti partecipanti svilupparono comportamenti ossessivi legati alla sua preparazione e consumo.

Questi effetti psicofisici confermarono la gravità della privazione alimentare prolungata, suggerendo analogie con i disturbi del comportamento alimentare e fornendo pertanto un quadro utile per la diagnosi e la gestione clinica di queste patologie.

Risultati dell'esperimento

Sebbene datato, il Minnesota Starvation Experiment, ha generato numerose osservazioni e studi, continuando a rappresentare un punto di riferimento fondamentale poichè aiuta a comprendere i meccanismi di adattamento metabolico e le conseguenze psicologiche della restrizione calorica e della rialimentazione.

I risultati dell’esperimento, infatti, evidenziarono diversi aspetti chiave:

  • Effetti psicologici e fisiologici: durante la fase di semi-digiuno, i partecipanti svilupparono depressione, irritabilità e ossessione per il cibo. Fisiologicamente, si riscontrarono una marcata riduzione della termoregolazione e un abbassamento della funzione cardiaca, simile a quanto osservato in disturbi alimentari come anoressia nervosa e bulimia.
  • Adattamento termogenico: la riduzione calorica portò a una diminuzione della massa grassa e magra, riducendo il dispendio energetico e rallentando il metabolismo, con alterazioni ormonali simili a quelle osservate nei pazienti con anoressia.
  • Conseguenze a lungo termine della fame: anche dopo la conclusione dello studio, molti partecipanti continuarono a manifestare disturbi alimentari, mostrando come la privazione prolungata del cibo possa lasciare tracce fisiche e psicologiche persistenti.
  • Riabilitazione nutrizionale complessa: la semplice reintroduzione del cibo non era sufficiente per un pieno recupero. I partecipanti impiegarono mesi per ripristinare il loro peso e la loro salute fisica, mentre il supporto psicologico si rivelò essenziale nel trattamento dei disturbi alimentari.
  • Importanza di una dieta equilibrata: la restrizione calorica estrema non solo causò una significativa perdita di peso, ma ebbe effetti devastanti sulle funzioni fisiche e mentali, sottolineando l’importanza di un approccio equilibrato nella gestione della nutrizione.

Conclusioni dell'esperimento

Questo esperimento ha fornito importanti conoscenze sui cambiamenti metabolici e psicologici causati dalla malnutrizione, contribuendo così allo sviluppo di indicazioni fondamentali per la rialimentazione nella gestione di disturbi alimentari come l'anoressia nervosa, la bulimia e altre condizioni caratterizzate da cachessia o perdita di peso dovuta a malattie.

Le intuizioni raccolte hanno contribuito a migliorare le strategie di intervento, evidenziando l'importanza di un approccio integrato che consideri tanto la riabilitazione fisica quanto quella psicologica.

FONTI:

  1. Keys, A., et al. (1950). The biology of human starvation: Volume I. University of Minnesota Press. https://doi.org/10.5749/j.ctv9b2tqv
  2. Dulloo, A. G. (2021). Physiology of weight regain: Lessons from the classic Minnesota Starvation Experiment on human body composition regulation. Obesity Reviews, 22(Suppl 2), e13189. https://doi.org/10.1111/obr.13189
  3. Müller, M. J., et al. (2015). Metabolic adaptation to caloric restriction and subsequent refeeding: The Minnesota Starvation Experiment revisited. The American Journal of Clinical Nutrition, 102(4), 807–819. https://doi.org/10.3945/ajcn.115.109173
  4. Haas, V., et al.  (2005). Leptin and body weight regulation in patients with anorexia nervosa before and during weight recovery. American Journal of Clinical Nutrition, 81(4), 889-896. https://doi.org/10.1093/ajcn/81.4.889
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