Minacce: cause e conseguenze psicologiche

Le conseguenze psicologiche della minaccia, sia in ambito familiare che non, possono essere gravissime. Se vieni minacciato, chiedi aiuto.

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minacce

Le minacce sono un'azione criminosa punita dal Codice Penale. L'articolo 612 del C.P. recita infatti:

"Chiunque minaccia ad altri un ingiusto danno è punito, a querela della persona offesa, con la multa fino a 1.032 euro.

Se la minaccia è grave o è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, la pena è della reclusione fino a un anno.

Si procede d’ufficio se la minaccia è fatta in uno dei modi indicati nell'articolo 339, ovvero se la minaccia è grave e ricorrono circostanze aggravanti ad effetto speciale diverse dalla recidiva, ovvero se la persona offesa è incapace, per età o per infermità".

Per minaccia, si intende dunque qualsiasi azione capace di causare turbamento in una vittima, a prescindere dal fatto che l'evento che causa turbamento vada infine a verificarsi..

Negli ultimi anni, hanno fatto scalpore i casi di partner che hanno minacciato i coniugi di compiere violenza, ad esempio verso i figli o verso i coniugi stessi, in caso di rottura. La minaccia può ad esempio causare disturbo da stress post traumatico, portando le vittime a sviluppare ansia, fobia sociale, attacchi di panico e altro ancora.

Minacce: cause psicologiche

Le cause che possono spingere i soggetti a usare minacce sono variegate. In generale, le minacce sono utilizzate come mezzo di dominazione psicologica.

Questo perché, il cervello umano, funziona in maniera particolare: quando mi prospetto un evento futuro, tendo a provare le medesime emozioni che proverei durante l'evento reale. Questo significa che, se vengo minacciato di subire violenza, sperimento già il timore e la paura che si accompagnerebbero alla violenza vera e propria.

Non di rado, le minacce sono spesso utilizzate in contesti di violenza familiare o di stalking. Gli stalkers, si servono delle minacce come mezzo di dominio e di violenza: instillando timore di una ritorsione nelle proprie vittime, possono spingerle a non denunciare o a non chiedere aiuto.

La medesima cosa avviene nel caso di partner violenti: la minaccia viene allora utilizzata come deterrente e per manipolare il comportamento della vittima.

La minaccia viene anche usata in contesti criminali e mafiosi. Pensiamo che, se l'azione criminale avviene appunto in situazioni mafiose, per il Codice Penale è prevista un'aggravante. La condotta mafiosa è infatti aggravata dall'art. 7 d.l. n. 152/1991. Prevede che la pena venga aumentata in caso di "minacce di tipo mafioso".

Conseguenze psicologiche

Le minacce sono un'arma particolarmente subdola, perché impediscono alla vittima di chiedere aiuto, per il timore di veder realizzato il contenuto delle minacce stesse. Pensiamo ad una vittima di stalking:

  • una vittima che subisce continue minacce e vessazioni fisiche ed emotive;
  • ma che non riesce a denunciare per timore della violenza.

Molto spesso, in questi contesti, al timore della minaccia si aggiunge un meccanismo psicologico di abuso conosciuto come ciclo della violenza.

Il partner violento, accosta cioè alle minacce e alle violenze dei periodi di grande tenerezza e disponibilità, convincendo la vittima che il peggio sia ormai passato. Si tratta di una meccanica non rara nelle relazioni tra un narcisista e un dipendente affettivo, in cui il narcisista violento usa love-bombing per ottenere le attenzioni che desidera.

Le conseguenze psicologiche della minaccia, sia in ambito familiare che non, possono essere gravissime. In generale, questi eventi hanno lo stesso impatto psicologico di un abuso, una molestia o un'esperienza di grave lesione.

In seguito alle minacce, possono dunque prodursi i sintomi tipici di PTSD (Post Traumatic Stress Disorder), che comprendono:

  • flashback;
  • pensieri intrusivi e ricorrenti;
  • frequenti incubi;
  • insonnia;
  • difficoltà di concentrazione;
  • irritabilità;
  • pensieri negativi su di sé;
  • sentimenti distorti;
  • confusione mentale;
  • ipervigilanza;
  • sensazioni di distacco dalla realtà;
  • difficoltà nel parlare;
  • crisi di pianto.


A tutti questi elementi possono aggiungersi fobia sociale e timore di incontrare il proprio aggressore per strada, in casa o sul luogo di lavoro.

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Cosa fare in caso di minaccia

In caso di minaccia, ci si può sentire indifesi e tacere per timore di subire violenza. Questo comportamento, apparentemente funzionale (poiché sembra placare l'ira dell'aggressore), in realtà non fa che innescare il ciclo della violenza con conseguenze gravi nel lungo periodo.

Per questa ragione, è necessario rivolgersi all'autorità competente al primo segnale di pericolo.

Sarà poi necessario prendere le dovute precauzioni nella vita quotidiana e, se possibile, cominciare un percorso di supporto che possa fornire aiuto dinanzi al trauma causato dalle minacce.
 

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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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