L'autoironia: un'arma potente contro le difficoltà
L'umorismo, con la sua capacità di suscitare risate e distendere le tensioni, funge da guida per affrontare la vita con leggerezza, spirito critico e un pizzico di saggezza.
Si dice che la risata abbia un enorme potere: quello di far sentire bene chi ne regala una e anche chi la riceve, grazie a un effetto contagioso. Questo vale per tutti i tipi di risata genuina, da quella fragorosa a quella spensierata e autoironica. L’ironia, e soprattutto l’autoironia, infatti, sono atteggiamenti che consentono di far fronte alle vicissitudini in modo più rilassato e tollerante, con effetti vantaggiosi sia sul corpo che sulla psiche.
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La storia dell’umorismo: da Freud alla psicologia positiva
Quello dell’umorismo è un concetto che affascina fin dagli inizi della psicologia, e infatti già Freud parlò dei motti di spirito. Per il padre della psicologia, questi erano degli stratagemmi per sublimare un’energia che altrimenti sarebbe rimasta inespressa e, quindi, repressa. In particolare, Freud vedeva i motti di spirito, e quindi l’umorismo, come un meccanismo messo in atto per esprimere un’opinione negativa su una persona, o addirittura insultarla, ma in modo velato, in un modo che risulta socialmente accettabile poiché indiretto e modulato. In pratica, l’umorismo consente di esprimere le proprie emozioni negative nei confronti di qualcuno senza per questo risultare fuori luogo o inadeguati al contesto.
Dai tempi di Freud, ovviamente, la psicologia è cambiata molto e, in tempi più moderni, si è affermato, grazie a Martin Seligman, un nuovo filone incentrato proprio sull’umorismo, ovvero la psicologia positiva. Si tratta di un approccio orientato alla ricerca di un benessere che possa permettere a ciascuna persona che lo pratica di potersi dire soddisfatto della propria vita. Secondo la psicologia positiva, l’umorismo è uno dei fattori che determinano tale benessere. Questo perché l’umorismo consente di reagire in modo costruttivo ai problemi, in modo da ridurne l’effetto negativo. Chi lo pratica, ha una maggiore resilienza, ovvero è più capace di reagire allo stress, è più efficace nell’affrontare le difficoltà e può contare su una maggiore scioltezza nella costruzione dei legami sociali.
L’umorismo come modo di esprimere le emozioni e canale di comunicazione
Ma l’umorismo può essere considerato anche una modalità di comunicazione funzionale, un canale che ci permette di esprimere le emozioni, sia positive che negative, senza lasciare che rimangano dentro di noi e possano in seguito nuocerci. In pratica, come sosteneva Freud, l’umorismo si configura come una terza possibilità di espressione dei nostri stati emotivi senza provocare conseguenze dannose nelle relazioni e senza dover trattenere tutto.
Il problema è che ciascuno ha il suo specifico modo di fare umorismo, e questa caratteristica lo rende a volte difficile da interpretare. Ma la mancanza di vere e proprie regole ci consente di esprimere in una forma abbastanza neutra anche un’aggressività che volgiamo celare e che deve essere celata secondo le norme sociali. Questo, a sua volta, ci consente di rimodulare l’aggressività dell’altra persona, favorendo, al contrario, una risposta positiva.
Anche nei confronti di noi stessi possiamo attuare un meccanismo simile, grazie all’autoironia. Questa può sostituire autocritiche più severe e pensieri di autosvalutazione che avrebbero un effetto distruttivo. Allo stesso tempo, l’effetto sarà quello di contenere il sopraggiungere di rabbia verso se stessi, paura, ansia e altri sentimenti disfunzionali.
Umorismo e benessere: effetti fisiologici e psicologici
Come abbiamo detto all’inizio, l’umorismo ha delle ripercussioni positive sull’organismo e sulla mente. Riguardo al primo, sono molte le ricerche che hanno dimostrato i numerosi effetti sulle funzioni automatiche come la respirazione, la circolazione sanguigna e la difesa immmunitaria.
Ma cosa succede esattamente nel nostro cervello quando ridiamo o facciamo dell’ironia? A livello psicobiologico, ovviamente, queste azioni hanno un correlato, che consiste nell’aumento della produzione di beta-endorfine, normalmente presenti nel nostro organismo per agire come moderatori dello stress. L’effetto visibile sul corpo è un rilassamento della muscolatura, un aumento della soglia del dolore grazie all’effetto analgesico delle beta-endorfine e un migliore funzionamento dei processi mentali. In particolare, a trarne beneficio è prima di tutto il piano cognitivo, dal momento che l’umorismo favorisce il pensiero creativo ma anche il rafforzamento della memoria.
In particolare, a livello psicologico è stato dimostrato come l’umorismo possa avere degli effetti positivi anche in caso di stress elevato, ad esempio dopo aver subito un trauma: uno studio del 2017 ha provato che i livelli di stress erano molto inferiori, così come lo erano i sintomi tipicamente post-traumatici, in persone che avevano più alti livelli di umorismo. Come diretta conseguenza, risultava migliore anche la regolazione delle emozioni negative come ansia, rabbia e paura. Per lo stesso motivo, l’umorismo è in grado anche di contrastare i sintomi della depressione, grazie alla sua capacità di ridimensionare i problemi e favorire le relazioni sociali, ottimo alleato nei casi di malessere depressivo. In tal modo, anche la qualità generale della vita può migliorare.
Tutto l’umorismo è buono?
Naturalmente la risposta a questa domanda è no: ci sono delle forme di umorismo alle quali è necessario prestare attenzione, dal momento che sono malevole e vengono messe in atto allo scopo di danneggiare una persona, ferendola a livello psicologico attraverso l’umiliazione. Alcuni esempio possono essere le battute volte a denigrare l’altro, a prenderlo in giro e svalutarlo, specialmente all’interno di un contesto sociale, esattamente come accade nei fenomeni di bullismo, in cui l’umorismo impiegato è crudele e genera sentimenti di ansia e depressione nella vittima.
In pratica, in questi casi l’umorismo non viene utilizzato per dare una lettura diversa e meno negativa di una situazione, ma per esprimere aggressività in modo non tanto velato, anzi esponendo l’altro al giudizio degli astanti. Lo stesso accade con il sarcasmo, che consente proprio a uno dei due interlocutori di lasciar andare dell’aggressività che per la società non sarebbe in altro modo accettabile. La differenza fondamentale tra questo e l’umorismo è che il secondo è basato su un elemento di compassione, nel senso greco-latino del termine, come un "sentire insieme", ovvero condividere un’esperienza, un vissuto emotivo. Al contrario, il sarcasmo genera una disparità volta a porre uno dei due in una situazione di vantaggio.
L’umorismo come strategia di coping
L’umorismo vero, invece, in virtù di tutti i benefici che è in grado di produrre, può essere considerato una vera e propria strategia di coping, ovvero un’arma vincente per affrontare le situazioni critiche e le difficoltà, specialmente quando l’unica cosa che possiamo fare è accettarle. Questo perché una semplice risata o uno sguardo differente sul problema, trovando il lato comico, aiuta a mettere una distanza tra questo e chi lo deve affrontare, limitando lo sviluppo di sentimenti negativi come la frustrazione per non poter cambiare le condizioni in alcun modo. Anche l’autoironia viene utilizzata esattamente in questo modo, separandoci dal problema come se non lo stessimo vivendo in prima persona.
Queste considerazioni, ovviamente, valgono per l’ironia e l’umorismo veri: il sarcasmo non produce gli stessi effetti benefici. Tutte le situazioni dolorose, in questo modo, possono trarre giovamento dall’applicazione di questo atteggiamento, che aiuterà a prendere distanza dalle difficoltà favorendo un’analisi più obiettiva del problema. In tal modo sarà più facile ridimensionare le responsabilità che ciascuno pensa di avere, grazie anche all’utilizzo della mindfulness e di altre tecniche di meditazione, oggi molto utilizzate nei percorsi di psicoterapia e supporto psicologico per via della loro efficacia nel lasciar andare rimpianti, ansie e pensieri intrusivi che fanno star male.
Inoltre, esistono anche degli esercizi molto semplici, o meglio delle misure, alle quali ciascuno di noi può ricorrere in autonomia per sviluppare la nostra capacità di fare fronte ai problemi utilizzando l’umorismo come strategia di coping. Innanzitutto, è importante circondarsi di stimoli positivi, divertenti, persone che ci fanno stare bene e sono in grado di trasmetterci sentimenti positivi: una maggiore disponibilità di questi elementi, infatti, aumenterà il numero di risorse alle quali ricorrere.
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