Disturbo d'ansia generalizzata: cos’è e come si può guarire

Affronta l'ansia generalizzata: scopri sintomi, cause e strategie di gestione per affrontare efficacemente questa condizione cronica e ritrovare la serenità.

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Ansia generalizzata

Per parlare di ansia generalizzata, prima dobbiamo parlare della paura. Perché?

La paura è una delle emozioni primarie dell’uomo, nasce quando percepiamo un pericolo e ci prepara ad affrontarlo. Oltre a essere universale – tutte e tutti possiamo provarla –, la paura è molto utile, per non dire essenziale, perché ci aiuta a riconoscere quello che ci minaccia. Così come anche quando si tratta di ansia funzionale.

Ad esempio, se piove tanto mentre siamo alla guida, provare un po’ di paura ci ricorda che dobbiamo rallentare e procedere con prudenza.

Inoltre, è anche una risposta sana e fisiologica a eventi emotivamente stressanti. Per fare un altro esempio, dopo aver subito un furto in casa, è normale provare uno stato di paura che non ci fa dormire: sarebbe anomalo non percepirla.

La paura può essere e diventare figlia di un disturbo d'ansia quando il pericolo che percepiamo è immaginario, aspecifico – cioè privo di una causa precisa – o figlio di un conflitto interiore.

Esistono diversi tipi di disturbi d’ansia come il disturbo di panico. In questo articolo ci concentreremo sul disturbo d’ansia generalizzato, detto anche DAG (o GAD).

In particolare, parleremo dei sintomi comuni del disturbo, delle cause e dei fattori di rischio associati, delle opzioni di trattamento disponibili e di come affrontare il disturbo d'ansia generalizzato nella vita di tutti i giorni.

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Cos’è il disturbo d’ansia generalizzato?

Il disturbo d’ansia generalizzato, o DAG, è un disturbo d'ansia cronico caratterizzato da preoccupazioni eccessive e persistenti che riguardano vari aspetti della vita quotidiana e dalla salute. Può capitare di provare ansia da lavoro, ansia sociale o ansia notturna. Queste preoccupazioni possono essere difficili da controllare e possono andare a interferire con le attività quotidiane, causando un significativo disagio emotivo e fisico.

La minaccia di un ipotetico pericolo ci sembra sempre molto vicina, anche quando è lontana: è possibile anticipare scenari catastrofici molto prima che l’evento si verifichi (il cosiddetto “film negativo”).

Il DAG ha un'elevata comorbilità: circa il 90% di chi ne soffre presenta anche un altro disturbo, come:

Cos'è il disturbo d'ansia generalizzato?

I sintomi dell’ansia generalizzata

Innanzitutto va chiarito che per parlare di disturbo d'ansia generalizzato devono sussistere almeno tre dei sintomi elencati sotto per un periodo di minimo 6 mesi.

I sintomi del disturbo d'ansia possono essere divisi in tre categorie principali:

  • sintomi cognitivi
  • sintomi fisici
  • sintomi comportamentali

I sintomi cognitivi del disturbo d’ansia generalizzato

Tra i sintomi cognitivi più comuni del disturbo d’ansia generalizzato troviamo:

  • paura di perdere il controllo
  • difficoltà di concentrazione
  • distacco dalla realtà
  • sensazione di ansia costante
  • rimuginio e/o preoccupazioni eccessive

Il rimuginio come sintomo del disturbo d’ansia

Coloro che soffrono di un disturbo d’ansia si descrivono di solito come persone sensibili, tendenti al nervosismo e alla preoccupazione cronica, detta anche rimuginio, caratteristica cognitiva principale del disturbo d’ansia generalizzato.

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Cos’è il rimuginio? Il rimuginio è inteso come una catena di pensieri negativi, in forma soprattutto verbale, nei quali il soggetto si concentra sulla natura incontrollabile della preoccupazione e sul suo possibile ruolo nell’evitare gli esiti negativi degli eventi temuti.

Ciò che rende la preoccupazione patologica nel disturbo d’ansia generalizzato è la percezione che la preoccupazione sia eccessiva, incontrollabile e non causata da eventi esterni.

La maggior parte dei pazienti con disturbo d’ansia generalizzato riconoscono di trascorrere molto tempo della loro giornata preoccupandosi per cose di secondaria importanza. Le loro preoccupazioni tendono a riflettere una vulnerabilità nel senso di minaccia percepito (ad es., “Qualche cosa andrà male”) e la mancanza di risorse personali nel fronteggiamento delle situazioni (ad es., “Non sono in grado di farcela”).

Disturbo d'ansia generalizzata sintomi

I sintomi fisici del disturbo d’ansia generalizzato

Tra i sintomi fisici e mentali dell'ansia troviamo:

  • tremori ai muscoli e muscoli tesi;
  • nausea;
  • eccessiva sudorazione;
  • tachicardia;
  • senso di soffocamento;
  • respiro affannoso;
  • vertigini;
  • formicolio a mano e/o piedi;
  • mani fredde;
  • dolori al petto;
  • bocca secca.

Questi sintomi rinforzano i pensieri catastrofici, e viceversa. La persona ansiosa teme queste sensazioni fisiche perché pensa che segnalino che qualcosa di pericoloso stia accadendo. Sono sintomi che sono non controllabili e visibili agli altri: questo può farci provare un senso di vergogna.

Conseguenze dell'ansia sul corpo e sulla mente

Con il tempo poi l’ansia e le preoccupazioni costanti possono contribuire a determinare:

  • senso di eccessiva stanchezza
  • mal di testa (cefalea tensiva)
  • disturbi epigastrici (nella parte superiore dell’addome)
  • insonnia

Conseguenze dell'ansia generalizzata

I sintomi comportamentali del disturbo d’ansia generalizzato

Tra i sintomi comportamentali più comuni del disturbo d’ansia generalizzato troviamo:

  • evitamento di situazioni che possono provocare ansia. Nei casi più gravi questo può portare a una reclusione sociale;
  • difficoltà a svolgere alcune attività quotidiane, compresa l’attività lavorativa;
  • comportamenti ripetitivi o rituali, che possono sfociare in un vero e proprio disturbo ossesivo-compulsivo;
  • difficoltà a relazionarsi, collegato al primo punto.

Le cause scatenanti del disturbo d’ansia generalizzato

Il disturbo d'ansia generalizzato può essere scatenato da molteplici fattori. Alcune delle cause scatenanti possono essere:

  • eventi stressanti: situazioni di stress prolungato, come problemi in famiglia, a lavoro, con il partner;
  • genetica: ci sono prove che suggeriscono che il gad può essere ereditato attraverso i geni;
  • neurotrasmettitori: le persone che soffrono di gad possono avere un disfunzionamento dei neurotrasmettitori, come il gaba e la serotonina che regolano il livello d’ansia;
  • condizioni mediche: alcune problematiche di tipo medico, come problemi alla tiroide e ipertiroidismo, disturbi cardiaci o polmonari, o sindrome delle gambe senza riposo, possono aumentare il rischio di gad;
  • uso di sostanze: l'abuso di sostanze, come l'alcool e le droghe, può aumentare il rischio di sviluppare il gad;
  • personalità: le persone con tratti di iper-reattività, paura dell'incertezza, sensibilità eccessiva e l'evitamento di situazioni sconosciute possono essere più a rischio di sviluppare il gad;
  • esperienze traumatiche: eventi traumatici, come abusi, lutti o malattie possono aumentare il rischio di gad.

La cura dell’ansia “fai-da-te”: comportamenti fobici e controfobici

Le due reazioni più tipiche per combattere l'ansia intensa si basano sulla percezione del controllo:

  • se pensiamo di non avere il controllo, mettiamo in atto dei comportamenti di evitamento, o fobici;
  • se invece pensiamo di avere il controllo, mettiamo in atto dei comportamenti controfobici.

Entrambe non sono espressione di un reale superamento della paura. Vediamo perché.

Evitamento

L’evitamento è una scorciatoia: nel breve periodo, gestiamo l’ansia evitando la situazione che riteniamo stressante. Ad esempio: se la paura di guidare mi paralizza, evito di mettermi al volante e mi sposto in un altro modo. Il mio livello di ansia si riduce e mi sento subito meglio.

Con il tempo, però, l’evitamento compromette il raggiungimento degli obiettivi personali: in pratica, impedisce di affrontare l’ansia. La prima regola per superare l’ansia, quindi, è evitare di evitare la situazione che ci spaventa.

Ricerca di rassicurazioni

La ricerca di rassicurazioni è un altro comportamento tipico di chi sente di non avere il controllo. Inizialmente genera sollievo, perché dà una sensazione di controllo, ma nel tempo aumenta il livello di preoccupazione e di insicurezza.

Esempi di rassicurazioni sono le frequenti telefonate al partner per rassicurarsi che stia bene, o per avere un parere su un sintomo o una situazione. Le richieste di conforto nel tempo possono amplificarsi, fino ad arrivare ad una drammatizzazione dei propri bisogni di rassicurazione, pur di ricevere una sicurezza che però non sarà mai sufficiente.

Atteggiamento controfobico

L’atteggiamento controfobico è l’opposto dell’evitamento e della ricerca di rassicurazioni.

Neghiamo la nostra paura, come se fossimo noi a controllarla. Cerchiamo il rischio, il pericolo e le situazioni estreme, anche in maniera compulsiva, perché tanto – così pensiamo – non ci faremo mai del male.

Togliamo alla paura la sua funzione primaria, mettendo a rischio la nostra incolumità, senza rendercene conto.

Si guarisce dall’ansia generalizzata? Ecco come curarla

Sì, si guarisce dall’ansia generalizzata. Può essere trattata con successo e le varie persone che soffrono di questo disturbo possono ottenere un sollievo significativo dai sintomi. Il trattamento dell'ansia generalizzata può includere una combinazione di terapia e farmaci.

Curare l'ansia generalizzata

La psicoterapia per curare l’ansia generalizzata

Oggi possiamo contare su approcci terapeutici cosiddetti top-down e bottom-up, a seconda se viene posta l’attenzione maggiormente sugli aspetti cognitivi o centrati sul corpo. Ogni approccio, seppur con il proprio accento, ha come obiettivo il superamento della sofferenza ansiosa nella sua complessità mente-corpo.

Importante sottolineare che non esistono approcci più o meno efficaci in termini assoluti, ma più o meno adatti ad ogni singola persona. A titolo esemplificativo ne citeremo solo alcuni.

La terapia sistemico-relazionale per la cura dell’ansia generalizzata

Questo approccio si concentra sulle relazioni. Prevede diversi strumenti, come il genogramma e le domande circolari, che servono a risolvere i legami disfunzionali e a farci stare meglio come individui.

Attraverso l’approccio sistemico-relazionale sarà possibile:

  • comprendere la “funzione” dell’ansia all’interno delle relazioni familiari;
  • rintracciare le radici e le esperienze nelle quali la persona ha imparato a stare all’erta, a provare inadeguatezza e paura rispetto ai cambiamenti e all’esplorazione del mondo esterno alla famiglia;
  • individuare i modelli familiari di gestione dell’ansia e di rassicurazione.

La terapia cognitivo-comportamentale per la cura dell’ansia generalizzata

Questo approccio si concentra sui nostri comportamenti. Prevede protocolli ed esercizi pratici, anche da svolgere a casa, grazie ai quali è possibile iniziare a fare le cose in maniera diversa.

Attraverso la terapia cognitivo-comportamentale sarà possibile:

  • individuare tutte quelle situazioni che generano emozioni di paura e di ansia, i pensieri negativi (ad es. non sono all’altezza, sono in pericolo, sono impotente) e le reazioni comportamentali che ne conseguono;
  • focalizzare l’attenzione sugli errori cognitivi, i rimugini, le interpretazioni negative, gli evitamenti comportamentali;
  • imparare tecniche per poter ristrutturare il proprio pensiero catastrofico/intrusivo e favorire il comportamento temuto.

I farmaci per curare l’ansia generalizzata

I farmaci che possono essere utilizzati per trattare l'ansia generalizzata sono i cosiddetti psicofarmaci e quelli prescritti più comunemente sono ansiolitici e antidepressivi. Per la loro prescrizione è necessario rivolgersi ad un medico, di gran lunga preferibile se specializzato in psichiatria.

La psicoterapia online di Serenis

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Fonti

  • Albert Ellis, Che ansia! Come controllarla prima che lei controlli te, Erikson Edizioni 2013;
  • Adrian Wells, Terapia metacognitiva dei disturbi d'ansia e della depressione, Erikson Edizioni 2018;
  • Bessel Van der Kolk, M. S. Patti, A. Vassalli, Il corpo accusa il colpo. Mente, corpo e cervello nell'elaborazione delle memorie traumatiche, Cortina edizioni, 2015;
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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