La somatizzazione: cos'è, come si manifesta e come si tratta

Scopri il significato della somatizzazione e come affrontare un malessere che coinvolge corpo e mente. Esplora con noi le radici psicologiche di questo fenomeno e scopri strategie efficaci per la sua gestione e cura.

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Somatizzazione

Punti chiave

  • Somatizzazione: È il fenomeno in cui il malessere emotivo si manifesta con sintomi fisici, senza una causa organica. Lo stress e l'incapacità di gestire emozioni negative portano il corpo a manifestare sofferenza.
  • Come funziona: Il corpo sceglie l'organo da “attaccare” a seconda delle emozioni non espresse. Stress continuo, difficoltà emotive e solitudine possono far emergere sintomi somatici come dolori o problemi gastrointestinali.
  • Trattamento: La somatizzazione va trattata con la psicoterapia, per affrontare le cause emotive alla base del malessere fisico. Trattare solo i sintomi non è sufficiente, poiché il problema potrebbe ripresentarsi in un’altra forma.

Somatizzazione: significato dei sintomi fisici

La somatizzazione e i disturbi correlati sono problemi di salute mentale in cui la persona si concentra in modo eccessivo sui sintomi fisici. Questo può causare un forte disagio e ostacolare le attività quotidiane.

Corpo e mente sono spesso considerati separati, ma già Cartesio ipotizzò un collegamento tra i due. Secondo lui, l'ipofisi era il punto di unione tra l’anima (res cogitans) e il corpo (res extensa). In Occidente questa idea è stata per lungo tempo trascurata, mentre in Oriente è sempre stata centrale. Negli ultimi anni, grazie a pratiche come la meditazione e la mindfulness, è tornata a essere riconosciuta anche in Europa.

Il corpo non è solo materia, ma una parte viva di noi, che percepisce il mondo e reagisce prima ancora della mente, attraverso le emozioni. La somatizzazione è l’esempio più chiaro di questa connessione: quando il malessere mentale non viene riconosciuto, si manifesta attraverso il corpo con sintomi fisici.

Di solito, la somatizzazione emerge quando una persona avverte un disturbo fisico, consulta un medico, ma non viene trovata alcuna causa organica. Il sintomo è reale e ha tutte le caratteristiche di una malattia, ma la sua origine è psicogena. Questo non significa che sia immaginario o meno doloroso: il corpo esprime ciò che la mente non riesce a elaborare.

Se il disagio emotivo viene ignorato, il corpo continua a inviare segnali sempre più forti. Trattare solo il sintomo fisico non risolve il problema alla radice: se si cura un dolore, spesso ne compare un altro. Per interrompere questo ciclo, è necessario affrontare il malessere alla sua origine, lavorando sugli aspetti emotivi che lo hanno generato.

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Fenomenologia della somatizzazione

La somatizzazione ha un significato che è strettamente correlato allo stress, provato in maniera continuativa per un periodo prolungato. Può trattarsi di una psicopatologia come la depressione o di uno stato d’animo ansioso che non hanno modo di esprimersi nella loro pienezza perché la persona non si permette di affrontare le emozioni negative, dal momento che non sa gestirle. Infatti, molto spesso i sintomi somatici colpiscono le persone che, nonostante lo stress e la difficoltà emotiva, si sforzano di passare oltre, senza elaborare le loro emozioni pur di non fermarsi. Come abbiamo detto prima: quando non ascoltiamo la nostra mente e non le concediamo spazio, il corpo prende il sopravvento per costringerci a uno stop.

Il corpo sceglie attentamente l’organo bersaglio: spesso si tratta di una parte che già soffre per qualche motivo, e viene eletta come canale preferenziale per buttare fuori una particolare emozione. Ad esempio, quando ci si stressa per molto tempo, ad esempio con sovraccarichi di lavoro e un quantitativo di riposo inadeguato, è più facile ammalarsi perché il sistema immunitario ne risulta indebolito. La malattia solitamente arriva dopo che il periodo stressante è finito, quando finalmente ci si rilassa, ma può anche darsi che intervenga anche durante.

Chi viene colpito dalla somatizzazione?

La somatizzazione non è la modalità di esprimere il malessere che utilizzano tutti. Come abbiamo detto, è facile che vengano colpite le parti già vulnerabili, per questo molto diffusi come sintomi somatici sono i vari dolori (testa, schiena, petto, stomaco o pancia, articolazioni, dolori mestruali e dolori legati alla penetrazione). Altri sintomi tipici sono anche quelli gastrointestinali, come diarrea, nausea, vomito e bruciore di stomaco. Infine, tra gli altri segni che dovrebbero mettere in allarme ci sono problemi legati alla pelle, alla respirazione, perdita di capelli e disfunzione erettile.

Ma non solo gli organi bersagli sono determinanti nel capire chi può essere predisposto alla somatizzazione: bisogna considerare anche alcuni tratti di personalità. I più predisposti sono coloro che hanno più bisogno di un supporto relazionale o sociale per affrontare i loro problemi, e se non ne ricevono a sufficienza si sentono isolati. Da soli fanno fatica a elaborare la loro sofferenza emotiva e preferiscono accantonare il problema, che trova comunque modo di esprimersi con la somatizzazione.

Queste persone rifiutano di accogliere il problema per quello che realmente è, ritenendo di non avere sufficienti risorse interne per affrontarlo sul piano emotivo e, sentendosi sole, non hanno modo di raccontare la loro sofferenza a parole. Il corpo, quindi, interviene perché la persona non può più trattenere l’ansia e le altre emozioni negative che sta sperimentando, e cerca di lanciare un segnale, una richiesta d’aiuto.

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I disturbi legati alla somatizzazione

Alcune persone sperimentano episodi isolati di sintomi somatici, proprio in corrispondenza dei picchi di stress o subito dopo, mentre altre sviluppano dei veri e propri disturbi, riconosciuti a livello clinico dal DSM-5 (Manuale Diagnostico Statistico dei Disturbi Mentali).

Ad esempio, nel disturbo da sintomi somatici il paziente converte la sua ansia indirizzandola ai sintomi, sotto forma di pensieri e preoccupazioni che assumono un’intensità eccessiva, al punto che può rendere difficile lo svolgimento delle sue attività quotidiane in diversi ambiti.

Il disturbo d’ansia di malattia è piuttosto simile, ma implica un’evoluzione dei pensieri di preoccupazione a un livello diverso, solitamente proiettato nel futuro. In pratica, la persona è convinta di soffrire di una patologia grave, che i sintomi somatici che sta sperimentando ne siano la prova e che questa malattia lo condurrà inevitabilmente alla morte. L’individuo ha bisogno di continue rassicurazioni da parte dei medici, ma spesso nemmeno queste sono in grado di attenuare i pensieri intrusivi, per cui chiede il parere di più persone. È il disturbo che precedentemente si chiamava ipocondria.

Nel disturbo da conversione, invece, i sintomi ricalcano quelli che avrebbero luogo se la persona soffrisse di una patologia nervosa. È ciò che prima veniva definito isteria e, ovviamente, i sintomi sono reali e vissuti come tali ma non esiste un correlato biologico che ne spieghi l’esistenza.

Infine, tutti questi disturbi non devono essere confusi con il disturbo fittizio, in cui troviamo una differenza fondamentale: a differenza di quanto accade in tutte le altre patologie, nelle quali i sintomi sono reali, in questo caso la persona li finge allo scopo di ottenere dei vantaggi, come dei rimborsi economici o delle giornate di malattia dal lavoro, e lo fa in modo sistematico.

I disturbi legati alla somatizzazione

Come si tratta la somatizzazione?

Che si tratti di un disturbo definito come quelli di cui abbiamo parlato poco fa, oppure di una condizione transitoria che però viene vissuta con sofferenza e fastidio, la somatizzazione necessita di un intervento specifico da parte di professionisti della salute mentale. Ciò proprio in virtù del fatto che corpo e mente contribuiscono, nel loro insieme, a comporre il nostro essere e della mancanza di tracce organiche che giustifichino i sintomi.

Come abbiamo detto, infatti, trattare i sintomi non porterà a nulla, se non alla loro migrazione in un altro distretto corporeo. Per questo motivo è fondamentale dare alla somatizzazione il suo significato, iniziando a interrogare la mente e scavando a fondo delle emozioni di ansia e depressione che determinano il malessere fisico.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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