Atelofobia: la paura dell'imperfezione
L'atelofobia è la paura di non essere abbastanza, legata all'insicurezza riguardo alla propria capacità e valore personale.
Cercare di fare le cose al meglio è un atteggiamento positivo e un po' di sana ambizione è benefica. Tuttavia, quando la paura dell'imperfezione diventa eccessiva, può influire negativamente sulla nostra vita quotidiana, portandoci a temere di non essere mai abbastanza. Questa condizione viene definita atelofobia e può essere conseguenza di una bassa autostima.
Cosa vuol dire atelofobia?
L'atelofobia è un disturbo ansioso caratterizzato da un costante timore di non essere abbastanza nei diversi ambiti della propria vita. La paura delle imperfezioni può limitare gravemente la vita sociale e lavorativa di una persona, impedendole di perseguire opportunità e di sviluppare relazioni.
Attualmente, nel DSM-5-TR l'atelofobia non è riconosciuta come una diagnosi di fobia specifica. Tuttavia, la paura di non essere abbastanza o di non essere all'altezza può rientrare in quadri clinici più ampi, come disturbi d'ansia o dell'umore.
Come si comporta una persona atelofobica?
Una persona con atelofobia spesso entra in un circolo vizioso: si pone obiettivi molto ambiziosi e difficili da raggiungere per sentirsi accettata e gratificata. Questa tendenza a voler raggiungere una "perfezione" impossibile porta inevitabilmente alla delusione, poiché non riesce mai a raggiungere i suoi standard esagerati. Di conseguenza, continua a cercare di migliorare e perfezionare ciò che ha già fatto, anche se è già molto apprezzato dagli altri: la persona ha il vissuto di non essere mai all’altezza delle aspettative e quindi di non poter assolvere efficacemente ai suoi impegni.
Chi soffre di atelofobia pertanto si sente costantemente inadeguato e cerca disperatamente la perfezione, credendo che tutto ciò che fa sia sbagliato o non all'altezza delle aspettative degli altri. Questo stato d'animo porta a insoddisfazione e ansia, spesso accompagnate da sintomi fisici come sudorazione, brividi, battito cardiaco accelerato, nausea e difficoltà respiratorie.
Chi sono i soggetti più coinvolti?
Le donne, essendo spesso più sensibili ai confronti e ai paragoni rispetto agli uomini, sono più inclini al rischio di sviluppare l'atelofobia. Questa condizione porta le donne a provare costantemente il timore di essere giudicate dagli altri, sia per il proprio aspetto fisico che per i risultati ottenuti nella vita. Tuttavia, queste pressioni influenzano significativamente le persone più vulnerabili indipendentemente dal genere. Infine, caratteristiche di personalità specifiche possono avere un ruolo rispetto all’atelofobia: il mio valore sono le mie prestazioni.
I sintomi dell'atelofobia
Gli individui che soffrono di atelofobia, la paura di non essere abbastanza o all'altezza, possono manifestare una serie di sintomi che riflettono la loro ansia e preoccupazione per il proprio valore personale, come:
- ansia e preoccupazione costante;
- bassa autostima;
- paura del giudizio;
- evitamento delle sfide;
- perfezionismo eccessivo;
- depressione;
- problemi relazionali.
E sintomi fisici come:
- palpitazioni;
- sudorazione e tremori;
- disturbi del sonno:
- tensione muscolare;
- affaticamento.
Questi sintomi possono variare in intensità e combinazione da persona a persona, e spesso la sintomatologia fisica e psicologica è interconnessa.
Per la gravità di questi sintomi l’atelofobia non è solamente una paura di non essere mai abbastanza capaci ma si configura come un problema mentale che va affrontato e risolto con l’aiuto di uno specialista della salute mentale: i sintomi si muovono lungo un continuum che va dal vissuto di inadeguatezza al blocco totale nelle azioni e a conseguenze importanti a livello relazionale e professionale. Inoltre, l’individuo affetto da atelofobia presenta alterazione del valore di sé, percepito come fallimentare e ciò lo induce più frequentemente, come in un circolo vizioso, a sperimentare insuccessi che nutriranno ulteriormente la sua fobia e il vissuto stabile e costante di insoddisfazione.
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Esiste un test per l'atelofobia?
Attualmente, non esiste un test standardizzato specifico per l'atelofobia. Le fobie sono spesso valutate attraverso:
- interviste cliniche;
- questionari specifici sulle fobie;
- valutazioni psicologiche condotte da professionisti della salute mentale.
Tuttavia, poiché l'atelofobia non è una fobia ufficialmente riconosciuta e descritta nei manuali diagnostici come il DSM-5, la valutazione può essere più complessa.
Spesso, i professionisti si basano su discussioni dettagliate con il paziente per comprendere i sintomi, le preoccupazioni e il modo in cui la paura di non essere abbastanza influisce sulla vita quotidiana.
Se sospetti di soffrire di atelofobia o desideri ottenere una valutazione più approfondita, è consigliabile consultare una o uno psicologo, psicoterapeuta o uno psichiatra (se ti interessa sapere le differenze tra queste figure professionali, leggi questo articolo).
Questi professionisti possono utilizzare varie metodologie, incluso il colloquio clinico e, se necessario, possono somministrare test specifici per valutare la presenza e la gravità delle tue paure e ansie.
Da dove nasce la paura di non essere abbastanza?
La paura di non essere abbastanza è un sentimento profondo che nasce da vari fattori psicologici e sociali. Innanzitutto, atelofobia, la paura di non essere all'altezza, è strettamente legata all'idea di introiezione, un meccanismo attraverso il quale assorbiamo e facciamo nostri ideali e aspettative esterne. Questo significa che ci troviamo a interiorizzare standard di perfezione provenienti dalla società, dalla famiglia o da altre figure significative.
Immagina questa situazione come una sorta di gabbia mentale che costruiamo noi stessi, nella quale diventa difficile muoversi. Ci convinciamo che solo raggiungendo determinati standard di perfezione saremo degni di accettazione e amore. Così, ci auto-sottoponiamo a una continua autocritica e insoddisfazione perché vorremmo essere diversi da come siamo: più belli, più intelligenti, più capaci e così via.
Se inizialmente, possiamo avere la sensazione di un contenimento che ci guida, gradualmente diventa la nostra prigione, che noi nutriamo con la paura eccessiva di non essere abbastanza, di fare di tutto per essere “perfetti”. Diviene prioritario piacere, non piacersi. Gli occhi degli altri saranno i nostri occhi: l’atelofobia ce lo ricorda tutti i giorni, sempre e costantemente. La possibilità di sbagliare diventa il nostro nemico da abbattere, da esorcizzare attraverso il perfezionismo, una gabbia che ci costruiamo da soli e dalla quale diventa difficile uscire. In molti casi, vorremmo essere diversi da come siamo, più alti, più magri, più intelligenti, più preparati e così via.
Ci sono molte ragioni per cui qualcuno può sperimentare questa sensazione, ma uno dei motivi principali è il confronto con gli altri. La pressione sociale, specialmente durante l'adolescenza, quando si cerca di soddisfare le aspettative dei genitori e di conformarsi al gruppo dei pari, può generare questa paura di non essere abbastanza. L’atelofobia può trovare le sue cause in un’impronta educativa rigida: genitori o figure di riferimento iperesigenti e non gratificanti, con spinta alla competizione esterna: per essere apprezzati e amati si deve essere i migliori. Le aspettative sociali continuano a influenzarci in ogni fase della vita, dalla scuola al lavoro, spingendoci a sforzarci costantemente per aderire a modelli ideali, il che porta spesso a sentirsi inadeguati. La pressione esterna, col tempo, viene infatti assorbita e diventa nostra attraverso il meccanismo di difesa definito introiezione.
Un trauma può far scivolare la persona nel vuoto di sé e in un vissuto di mancanza di valore; oppure il terrore di essere fagocitati dalla sofferenza può indurre la persona a voler essere perfetta e a curare ossessivamente ogni dettaglio
La tendenza al perfezionismo può, nei casi più gravi, evolvere verso il disturbo ossessivo compulsivo, con ossessiva attenzione ai dettagli e compulsione a controllare e ricontrollare più volte per accertarsi che il “compito” sia impeccabile.
Come superare l'atelofobia?
La strategia migliore per affrontare l'atelofobia è comprendere i propri limiti e punti di forza, accettando il fatto che l'imperfezione è insita nella natura umana. Avere la consapevolezza di questo può aiutare a migliorare il rapporto che abbiamo con noi stessi.
È importante inoltre riconoscere che, nonostante i nostri sforzi, ci sarà sempre qualcuno che sembra essere migliore. Il confronto con gli altri può essere utile solo quando ci aiuta a comprendere noi stessi piuttosto che spingerci a inseguire ideali irrealistici. Accettare e abbracciare la propria unicità è il primo passo per superare la paura di non essere abbastanza.
Un esercizio che gli esperti consigliano è la tecnica dello specchio, ovvero guardarsi allo specchio pronunciando frasi positive verso sé stessi. Questo potrebbe aiutare ad aumentare il proprio self empowerment e la sicurezza in sé stessi.
S., 41 anni, avvocato, ha vissuto una vita sotto enormi pressioni familiari e professionali. Dopo anni di studio intenso e lavoro nello studio legale dei genitori, ha iniziato a soffrire di attacchi di panico, con sintomi fisici debilitanti che lo hanno portato al pronto soccorso. In psicoterapia, S. ha intrapreso un percorso per comprendere il significato dei suoi attacchi di panico. Attraverso le sedute, ha iniziato a liberarsi dalle aspettative opprimenti e a trovare la propria strada verso la libertà personale.
Se senti di avere bisogno di supporto emotivo per superare la paura dell'imperfezione e di non essere all'altezza delle aspettative, un esperto della salute mentale può aiutarti. Con Serenis puoi avere il sostegno di uno psicologo online comodamente da casa tua, per ritrovare il tuo benessere interiore e prenderti cura della tua salute mentale.