Cos'è la noia: come gestirla quando diventa un problema
La noia è un'emozione legata alla mancanza di stimoli, che può portare a frustrazione, insoddisfazione e difficoltà di concentrazione. Anche se è spesso considerata negativa, può stimolare la creatività e la crescita personale. Esistono vari tipi di noia, da quella esistenziale a quella sociale o professionale. La noia può essere anche correlata a disturbi psicologici come la depressione, con cui si alimenta in un circolo vizioso. Riconoscerne i segnali è essenziale per combatterla efficacemente.

Che cos’è la noia?
La noia è un'emozione transitoria caratterizzata da una sensazione di disinteresse derivante dalla mancanza di stimoli, che causa difficoltà di concentrazione e una ricerca di novità che, se non soddisfatta, aumenta il disagio.
Senso di noia, ozio e insoddisfazione: da dove nascono?
La noia è una condizione diversa dall’ozio. Quest’ultimo, infatti, è una scelta: ovvero, quando oziamo, decidiamo deliberatamente di non fare nulla o di dedicarci ad attività passive, come guardare la TV o appisolarci sul divano. La noia, invece, non ha questo carattere di intenzionalità, ed è la diretta conseguenza di un’attività monotona, ripetitiva, oppure della non-azione. Quindi, ciò che causa la noia è l’insoddisfazione, mentre ciò che ne deriva direttamente è la frustrazione per non riuscire a trovare una via di uscita dal tormento che questa condizione provoca.
La noia, infatti, innesca un circolo vizioso di inattività che ci predispone sempre più a essere riluttanti verso qualsiasi proposta per passare all’azione.
La noia può anche avere risvolti positivi. Ad esempio può spingerci a progettare nuovi obiettivi o a dar vita a idee creative. Non dobbiamo quindi vederla solo come una condizione negativa: il desiderio di superare una situazione statica può portare a crescita e scoperta di noi stessi.
Inoltre la noia ci permette di concederci uno spazio completamente nostro, che possiamo utilizzare per riflettere e fare luce sui nostri processi mentali. Ciò proprio in virtù del fatto che la noia sospende l’azione.
Quanti tipi di noia esistono?
La noia può essere sperimentata in diversi ambiti della vita, dall'ambiente lavorativo alle interazioni sociali, dall'esperienza cognitiva alla sfera emotiva.
Noia esistenziale | Legata a domande profonde sulla vita, il senso dell'esistenza e la mancanza di uno scopo significativo. |
Noia situazionale | Si verifica in risposta a una situazione specifica o a un'attività noiosa, come ad esempio stare in fila, attendere qualcuno o svolgere compiti ripetitivi. |
Noia cronica | Caratterizzata da una sensazione costante di insoddisfazione e mancanza di interesse nella vita quotidiana. |
Noia sociale | Si verifica quando una persona si sente annoiata durante le interazioni sociali, sentendosi disinteressata o isolata. |
Noia professionale | Si verifica quando una persona si sente annoiata o insoddisfatta del proprio lavoro, spesso a causa della mancanza di sfide o di un senso di realizzazione |
Noia emotiva | Riguarda la mancanza di coinvolgimento emotivo nelle attività svolte, portando a una sorta di stanchezza emotiva. |
Noia cognitiva | Si manifesta quando una persona non è stimolata mentalmente o coinvolta in attività mentalmente impegnative. |
Il significato psicologico della noia
In psicologia, la noia è stata analizzata da psicologi come Dacher Keltner e John Eastwood che l'hanno definita come uno stato mentale caratterizzato da una mancanza di interesse o stimolazione da parte dell'ambiente circostante. La noia è considerata un'esperienza soggettiva che può derivare da vari fattori, come la monotonia, la mancanza di significato o scopo nelle attività, o un eccesso di tempo libero senza attività gratificanti.
Secondo lo psicologo del flusso Mihaly Csikszentmihaly, la noia si verifica quando una persona si trova in uno stato di sotto-stimolazione, dove le sfide presentate dall'attività sono inferiori alle proprie capacità.
Quest'emozione può avere diverse conseguenze psicologiche e comportamentali. Per esempio, può portare a sentimenti di insoddisfazione, apatia, irritabilità o depressione. Inoltre, può influenzare il funzionamento cognitivo, riducendo la capacità di concentrazione e attenzione, e può anche aumentare la propensione a comportamenti rischiosi o distruttivi nel tentativo di alleviarla.
Tuttavia, le prospettive di ricerca più recenti ci mostrano come quest'emozione possa essere estremamente funzionale per la nostra crescita personale.
Perché ci annoiamo?
Da secoli studiosi e filosofi provano a rispondere a questa domanda e capire perché ci annoiamo. Colui che ha dato più rilievo alla noia è sicuramente Arthur Schopenhauer. Egli definiva la noia come una condizione esistenziale, anzi, come la tonalità prevalente della vita. Secondo lui, infatti, l’esistenza umana è come un pendolo che oscilla continuamente tra la noia e il dolore.
Proprio il dolore viene preso come punto di partenza: lo proviamo quando ci accorgiamo che ci manca qualcosa di cui abbiamo bisogno o che semplicemente desideriamo. Quindi la volontà, il desiderio, per il semplice fatto di esistere, è la sorgente della noia. Per placare questa sofferenza, iniziamo una fase di ricerca, rappresentata proprio dal tragitto dell’oscillazione. Quando troviamo ciò che cercavamo, il momento di gioia e soddisfazione è breve ed effimero: a queste emozioni positive subentra subito la noia. La conquista, infatti, ha dato senso alla ricerca, ma una volta raggiunta, non sappiamo cosa fare di ciò che abbiamo trovato, e l’oggetto perde di interesse.
Ma la noia è insostenibile per un lungo periodo, e in breve subentra un nuovo dolore dato da un altro oggetto del desiderio che ci accorgiamo mancare. In questo modo, il pendolo comincia a oscillare nuovamente, scandendo un altro momento della nostra esistenza. Infatti, una semplice e momentanea soddisfazione non sarà mai in grado di compensare tutte le cose che mancano a ciascuno e che nel corso della vita faranno sentire il loro richiamo.
Quali persone si annoiano di più?
Alcuni ricercatori hanno scoperto che la noia può manifestarsi in modi diversi a seconda dell'età delle persone coinvolte. Ad esempio, sembra che durante l'adolescenza il senso di noia tenda ad oscillare, aumentando e diminuendo in modi imprevedibili. Al contrario, con l'avanzare dell'età, la noia sembra aumentare in modo più lineare.
Un altro aspetto interessante è che la capacità di mantenere l'attenzione su compiti noiosi, nota come Fascia di Attenzione Approssimativa (FAA), sembra essere influenzata dalla predisposizione individuale alla noia. In sostanza, coloro che sono più inclini a provare noia sembrano avere una risposta evitante quando si trovano in situazioni noiose (Perone S, Anderson AJ, 2023).
Come combattere la noia
Quando ci troviamo immersi nella monotonia e nei momenti di noia è come se il nostro cervello ci stesse dicendo: "È tempo di cambiare qualcosa". Ecco dove entra in gioco l'esplorazione. Dobbiamo essere pronti ad aprire le porte a nuove esperienze, nuovi hobby, nuove persone. Non dobbiamo dimenticare il potere delle connessioni umane. Passare del tempo con gli altri, condividere risate e storie, ci permette di allontanare la noia e di godere appieno della compagnia degli altri.
Ma la lotta contro la noia non riguarda solo l'esterno, riguarda anche il nostro mondo interiore. Prendersi cura di sé stessi è fondamentale. Questo significa ascoltare i nostri bisogni fisici, emotivi e mentali. Fare esercizio fisico, dedicare del tempo alla creatività - queste sono tutte forme di auto-cura che ci aiutano a mantenere l'equilibrio e l'energia nella vita di tutti i giorni. Motivando il desiderio di cambiamento rispetto allo stato attuale, la noia aumenta le opportunità di ottenere stimoli sociali, cognitivi, emotivi ed esperienziali che avrebbero potuto essere persi (Bench SW, Lench HC. , 2013).
La noia fa parte della vita quotidiana, e non c'è nulla di sbagliato nell'affrontarla: può essere un'opportunità per imparare qualcosa di nuovo su di noi stessi e sul mondo che ci circonda. Tuttavia, è opportuno riconoscere il confine di questa emozione, quando è sana e quando invece diviene patologica.
Quando la noia diventa un problema?
Ma è anche vero che non tutta la noia è positiva, anzi ci sono dei casi in cui assume delle forme particolari e diventa indice della presenza di un disturbo mentale, o almeno di un malessere. In questi casi parliamo di apatia, una condizione in cui non abbiamo voglia di fare nulla, tutto perde colore e ogni attività che ci dava piacere ci diventa indifferente o troppo faticosa da mettere in atto, dovuta ad una disregolazione emotiva.
Quando siamo apatici, infatti, ci sentiamo completamente svuotati delle nostre energie e anche le attività piacevoli sembrano richiedere un enorme sforzo. Automaticamente, ogni cosa perde di interesse e ci chiudiamo in noi stessi e nella nostra non-azione divenendo sempre più distaccati dal mondo. È ciò che succede nei casi di depressione.
Uno dei sintomi comuni è l'anedonia, presente in diversi disturbi psicologici, tra cui la depressione maggiore, il disturbo depressivo persistente e il disturbo bipolare.
Noia e depressione: la correlazione
Insieme all’apatia e all’abulia (ovvero l’incapacità di trarre piacere da qualsiasi cosa), troviamo anche un appiattimento della capacità di avvertire le emozioni, che rappresentano il canale principale di collegamento con la realtà, o nei casi più gravi di completa assenza delle emozioni.
Depressione e noia si alimentano a vicenda. È quindi fondamentale agire su entrambe le condizioni contemporaneamente. La depressione, infatti, si manifesta come un graduale ritrarsi della persona nel suo mondo interno, tagliando tutti i collegamenti con l’esterno e favorendo la nascita e lo sviluppo di pensieri di svalutazione del sé, valutazioni di incapacità, sentimenti come la tristezza, l’abbandono e il senso di colpa, tutti elementi che alla lunga risultano autodistruttivi. Non solo, infatti, peggiorano il tono dell’umore ancora di più, ma precludono ulteriormente ogni possibilità di azione.
Altre cause di questa condizione potrebbero essere collegate all'alessitimia, un termine psicologico utilizzato per descrivere la difficoltà o incapacità a identificare e esprimere le proprie emozioni. Le persone con alessitimia possono avere difficoltà a comprendere e descrivere le proprie sensazioni emotive, così come a riconoscere le emozioni negli altri.
Queste condizioni non devono mai essere sottovalutate. Se sospetti di soffrirne, potresti trarre un grande beneficio da un percorso di psicoterapia o di supporto psicologico. Magari puoi pensare di intraprendere un percorso con Serenis: gli psicoterapeuti online hanno oltre 10 anni di esperienza e saranno in grado di aiutarti ad esplorare le tue emozioni, e a riconnetterti con il tuo benessere emotivo e mentale.
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Fonti:
- Bench SW, Lench HC. On the function of boredom. Behav Sci (Basel). 2013 Aug 15;3(3):459-472. doi: 10.3390/bs3030459. PMID: 25379249; PMCID: PMC4217586.
- Cleary M, Sayers J, Lopez V, Hungerford C. Boredom in the Workplace: Reasons, Impact, and Solutions. Issues Ment Health Nurs. 2016;37(2):83-9. doi: 10.3109/01612840.2015.1084554. PMID: 26864838.
- Thackray RI. The stress of boredom and monotony: a consideration of the evidence. Psychosom Med. 1981 Apr;43(2):165-76. doi: 10.1097/00006842-198104000-00008. PMID: 7267937.
- Malkovsky E, Merrifield C, Goldberg Y, Danckert J. Exploring the relationship between boredom and sustained attention. Exp Brain Res. 2012 Aug;221(1):59-67. doi: 10.1007/s00221-012-3147-z. Epub 2012 Jun 23. PMID: 22729457.
- Perone S, Anderson AJ, Weybright EH. Older and Wiser? Age-related Change in State and Trait Boredom During Adolescence and Associations with Neural Correlates of Self-regulation. Adapt Human Behav Physiol. 2023 Mar 21:1-17. doi: 10.1007/s40750-023-00213-2. Epub ahead of print. PMID: 37360189; PMCID: PMC10028326.