Cos'è la noia: come gestirla quando diventa un problema

La noia può influenzare il benessere mentale e emotivo di una persona, spingendola a cercare nuove attività o sfide per rompere la monotonia e ripristinare l'interesse e l'energia.

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Noia emozione e stato d'animo

La noia è un'emozione famigliare a tutti noi e sicuramente anche a te sarà capitato di sperimentarla innumerevoli volte nel corso della vita. A volte dura pochi minuti, segnando un momento di attesa o di passaggio, mentre altre si protrae fino a diventare il tono prevalente della nostra esistenza.

Ma ci sono dei casi in cui la noia deve preoccupare? Può darsi che diventi troppa? Continua a leggere e avrai le risposte a tutte le tue domande.

Che cos’è la noia?

Prima di tutto, facciamo chiarezza su cosa intendiamo con la parola noia. È un’emozione che sperimentiamo quando stiamo facendo qualcosa che non troviamo stimolante, oppure quando non stiamo facendo nulla perché siamo indecisi, ad esempio, oppure non abbiamo spunti o motivazioni per fare qualcosa.

noia /'nɔja/ s. f. [prob. dal provenz. nojaenoia]: senso di insoddisfazione che proviene dal sentirsi occupato in una cosa monotona, dall'incapacità di decidere e di agire. Noia come fastidio - Il sostantivo oscilla tra due significati diversi: quello di «forte fastidio, dolore» e quello di «insoddisfazione causata da monotonia e sim.». Oggi prevale il secondo significato, mentre nell’italiano antico è più frequente il primo.

Treccani, Dizionario online

Senso di noia, ozio e insoddisfazione: da dove nascono?

La noia è una condizione diversa dall’ozio. Quest’ultimo, infatti, è una scelta: ovvero, quando oziamo, decidiamo deliberatamente di non fare nulla o di dedicarci ad attività abbastanza passive, come guardare la TV o appisolarci sul divano. La noia, invece, non ha questo carattere di intenzionalità, è la diretta conseguenza di un’attività monotona, ripetitiva, oppure della non-azione. Quindi, ciò che causa la noia è l’insoddisfazione, mentre ciò che ne deriva direttamente è la frustrazione per non riuscire a trovare una via di uscita dal tormento che questa condizione provoca.

Da dove nasce la noia?

La noia, infatti, innesca un circolo vizioso di inattività che ci predispone sempre più a essere riluttanti verso qualsiasi proposta per passare all’azione. Alcuni studi suggeriscono che quando l'autonomia del compito è elevata, lo stato di noia è correlato a un stato emotivo più depresso rispetto a quando l'autonomia del compito è bassa. Questi risultati implicano che è necessaria un’attenzione particolare per compiti relativamente noiosi. Al fine di ridurre la frustrazione causata, dovrebbe essere garantita una sostanziale autonomia, monitorando al tempo stesso che ciò non si traduca in un aumento dell’effetto depressivo.

Conoscere questo meccanismo rappresenta, allo stesso tempo, la soluzione per mettere un freno e darsi una spinta per modificare le cose. In certi casi, come vedremo tra poco, il sentirsi annoiati è esso stesso il motore per un’azione.

A volte, addirittura, la noia può essere il punto di partenza per pianificare un progetto, oppure per cimentarsi in qualcosa di creativo e di unico. Non sempre, quindi, dobbiamo riferirci alla noia come a una condizione negativa, perché dal desiderio di uscire da una situazione statica, di stallo, che rischia di divenire insopportabile, può innescarsi un momento di crescita e scoperta di noi stessi.

Come descrivere la noia?

Descrivere la noia può essere un esercizio complesso, poiché coinvolge una gamma di esperienze soggettive e reazioni emotive. La noia può manifestarsi in molte forme diverse, dall'apatia cronica alla frustrazione momentanea. In molti casi, la noia è accompagnata da una sensazione di mancanza di stimoli o di interesse nella situazione presente, portando spesso a una ricerca di attività più coinvolgenti o significative. Allo stesso tempo, può essere anche una sorta di segnale emotivo, indicando la necessità di cambiamento o di trovare un nuovo scopo o significato nella vita.

Quanti tipi di noia esistono?

La noia può essere sperimentata in diverse sfaccettature della vita, dall'ambiente lavorativo alle interazioni sociali, dall'esperienza cognitiva alla sfera emotiva.

Noia esistenzialeLegata a domande profonde sulla vita, il senso dell'esistenza e la mancanza di uno scopo significativo.
Noia situazionaleSi verifica in risposta a una situazione specifica o a un'attività noiosa, come ad esempio stare in fila, attendere qualcuno o svolgere compiti ripetitivi.
Noia cronicaCaratterizzata da una sensazione costante di insoddisfazione e mancanza di interesse nella vita quotidiana.
Noia socialeSi verifica quando una persona si sente annoiata durante le interazioni sociali, sentendosi disinteressata o isolata.
Noia professionaleSi verifica quando una persona si sente annoiata o insoddisfatta del proprio lavoro, spesso a causa della mancanza di sfide o di un senso di realizzazione
Noia emotivaRiguarda la mancanza di coinvolgimento emotivo nelle attività svolte, portando a una sorta di stanchezza emotiva.
Noia cognitiva
 
Si manifesta quando una persona non è stimolata mentalmente o coinvolta in attività mentalmente impegnative.

Il significato psicologico della noia

In psicologia, la noia è stata analizzata da psicologi come Dacher Keltner e John Eastwood che l'hanno definita come uno stato mentale caratterizzato da una mancanza di interesse o stimolazione da parte dell'ambiente circostante. La noia è considerata un'esperienza soggettiva che può derivare da vari fattori, come la monotonia, la mancanza di significato o scopo nelle attività, o un eccesso di tempo libero senza attività gratificanti.

Secondo lo psicologo del flusso Mihaly Csikszentmihaly, la noia si verifica quando una persona si trova in uno stato di sotto-stimolazione, dove le sfide presentate dall'attività sono inferiori alle proprie capacità.

Quest'emozione può avere diverse conseguenze psicologiche e comportamentali. Per esempio, può portare a sentimenti di insoddisfazione, apatia, irritabilità o depressione. Inoltre, può influenzare il funzionamento cognitivo, riducendo la capacità di concentrazione e attenzione, e può anche aumentare la propensione a comportamenti rischiosi o distruttivi nel tentativo di alleviarla.

Tuttavia, le prospettive di ricerca più recenti ci mostrano come quest'emozione possa essere estremamente funzionale per la nostra crescita personale.

Perché ci annoiamo?

Da secoli gli studiosi provano a rispondere a questa domanda, tra i quali molti filosofi. Colui che ha dato più rilievo alla noia è sicuramente Arthur Schopenhauer. Egli definiva la noia come una condizione esistenziale, anzi, come la tonalità prevalente della vita. Secondo lui, infatti, l’esistenza umana è come un pendolo che oscilla continuamente tra la noia e il dolore.

Proprio il dolore viene preso come punto di partenza: lo proviamo quando ci accorgiamo che ci manca qualcosa di cui abbiamo bisogno o che semplicemente desideriamo. Quindi la volontà, il desiderio, per il semplice fatto di esistere, è la sorgente della noia. Per placare questa sofferenza, iniziamo una fase di ricerca, rappresentata proprio dal tragitto dell’oscillazione. Quando troviamo ciò che cercavamo, il momento di gioia e soddisfazione è breve ed effimero: a queste emozioni positive subentra subito la noia. La conquista, infatti, ha dato senso alla ricerca, ma una volta raggiunta, non sappiamo cosa fare di ciò che abbiamo trovato, e l’oggetto perde di interesse.

Motivazioni che causano la noia

Ma la noia è insostenibile per un lungo periodo, e in breve subentra un nuovo dolore dato da un altro oggetto del desiderio che ci accorgiamo mancare. In questo modo, il pendolo comincia a oscillare nuovamente, scandendo un altro momento della nostra esistenza. Infatti, una semplice e momentanea soddisfazione non sarà mai in grado di compensare tutte le cose che mancano a ciascuno e che nel corso della vita faranno sentire il loro richiamo.

A che cosa serve la noia?

In base a quanto ha scritto Schopenhauer, quindi, potremmo dire che la noia è un sentimento funzionale? In un certo senso sì, perché il rimanere in una posizione statica e priva di movimento ci induce a trovare una motivazione per spostarci. Ovviamene non deve trattarsi di una condizione grave, perché per uscire dalla noia è necessario uno sforzo attivo che richiede, in quantità variabile, impegno.

Inoltre, non possiamo certo dire che la noia sia sempre negativa. A tutti capitano dei momenti morti, ad esempio quando stiamo aspettando qualcuno per un appuntamento, l’orario per uscire, o siamo fermi in stazione in attesa del treno. Queste sono le occasioni in cui il pensiero si mette in moto e ci induce a ragionare su noi stessi o su una situazione che ci turba e che non sappiamo come gestire. La domanda che ci poniamo in questi casi è è "Perché mi annoio"?

La noia è uno stato d’animo che ci permette di concederci uno spazio completamente nostro, che possiamo utilizzare per riflettere e fare luce sui nostri processi mentali. Ciò proprio in virtù del fatto che la noia sospende l’azione.

Chi è più incline alla noia?

Secondo i ricercatori esiste una visione complicata della noia in relazione all'età, soprattutto durante l'adolescenza. I ricercatori hanno scoperto che la noia può manifestarsi in modi diversi a seconda dell'età delle persone coinvolte. Ad esempio, sembra che durante l'adolescenza il senso di noia tenda a oscillare, aumentando e diminuendo in modi imprevedibili. Al contrario, con l'avanzare dell'età, la noia sembra aumentare in modo più lineare.

Gli adolescenti sperimentano più noia

Un altro aspetto interessante è che la capacità di mantenere l'attenzione su compiti noiosi, nota come Fascia di Attenzione Approssimativa (FAA), sembra essere influenzata dalla predisposizione individuale alla noia. In sostanza, coloro che sono più inclini a provare noia sembrano avere una risposta evitante quando si trovano in situazioni noiose (Perone S, Anderson AJ, 2023).

Questi risultati portano a riflettere sulle dinamiche complesse che possono influenzare la nostra esperienza di noia durante l'adolescenza e l'età adulta. Inoltre, suggeriscono che la noia non è solo un fenomeno statico, ma può variare in modo significativo nel corso della vita di una persona.

Come gestire e superare la noia

Quando ci troviamo immersi nella monotonia e nei momenti di noia è come se il nostro cervello ci stesse dicendo: "È tempo di cambiare qualcosa". Ecco dove entra in gioco l'esplorazione. Dobbiamo essere pronti ad aprire le porte a nuove esperienze, nuovi hobby, nuove persone. Non dobbiamo dimenticare il potere delle connessioni umane. Passare del tempo con gli altri, condividere risate e storie, ci permette di allontanare la noia e di godere appieno della compagnia degli altri.

Ma la lotta contro la noia non riguarda solo l'esterno, riguarda anche il nostro mondo interiore. Prendersi cura di sé stessi è fondamentale. Questo significa ascoltare i nostri bisogni fisici, emotivi e mentali. Fare esercizio fisico, dedicare del tempo alla creatività - queste sono tutte forme di auto-cura che ci aiutano a mantenere l'equilibrio e l'energia nella vita di tutti i giorni. Motivando il desiderio di cambiamento rispetto allo stato attuale, la noia aumenta le opportunità di ottenere stimoli sociali, cognitivi, emotivi ed esperienziali che avrebbero potuto essere persi (Bench SW, Lench HC. , 2013).

La noia fa parte della vita quotidiana, e non c'è nulla di sbagliato nell'affrontarla: può essere un'opportunità per imparare qualcosa di nuovo su di noi stessi e sul mondo che ci circonda. Tuttavia, è opportuno riconoscere il confine di questa emozione, quando è sana e quando invece diviene patologica.

Come superare i momenti di noia?

Quando la noia diventa un problema?

Ma è anche vero che non tutta la noia è positiva, anzi ci sono dei casi in cui assume delle forme particolari e diventa indice della presenza di un disturbo mentale, o almeno di un malessere. In questi casi parliamo di apatia, una condizione in cui non abbiamo voglia di fare nulla, tutto perde colore e ogni attività che ci dava piacere ci diventa indifferente o troppo faticosa da mettere in atto, dovuta ad una disregolazione emotiva.

Quando siamo apatici, infatti, ci sentiamo completamente svuotati delle nostre energie e anche le attività piacevoli sembrano richiedere un enorme sforzo. Automaticamente, ogni cosa perde di interesse e ci chiudiamo in noi stessi e nella nostra non-azione divenendo sempre più distaccati dal mondo. È ciò che succede nei casi di depressione.

Uno dei sintomi comuni è l'anedonia, presente in diversi disturbi psicologici, tra cui la depressione maggiore, il disturbo depressivo persistente e il disturbo bipolare.

Noia e depressione: la correlazione

Insieme all’apatia e all’abulia (ovvero l’incapacità di trarre piacere da qualsiasi cosa), troviamo anche un appiattimento della capacità di avvertire le emozioni, che rappresentano il canale principale di collegamento con la realtà, o nei casi più gravi di completa assenza delle emozioni.

La depressione, infatti, si manifesta come un graduale ritrarsi della persona nel suo mondo interno, tagliando tutti i collegamenti con l’esterno e favorendo la nascita e lo sviluppo di pensieri di svalutazione del sé, valutazioni di incapacità, sentimenti come la tristezza, l’abbandono e il senso di colpa, tutti elementi che alla lunga risultano autodistruttivi. Non solo, infatti, peggiorano il tono dell’umore ancora di più, ma precludono ulteriormente ogni possibilità di azione.

Altre cause di questa condizione potrebbero essere collegate all'alessitimia, un termine psicologico utilizzato per descrivere la difficoltà o incapacità a identificare e esprimere le proprie emozioni. Le persone con alessitimia possono avere difficoltà a comprendere e descrivere le proprie sensazioni emotive, così come a riconoscere le emozioni negli altri.

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Quando chiedere aiuto per combattere la noia?

In base a quanto abbiamo detto finora, quindi, a volte la noia può giocare un ruolo di protezione, permettendoci di vivere in un attimo sospeso fino a che non decideremo di interromperlo, all’interno del mondo dei nostri pensieri. Ci consente di rimanere fermi a riflettere, al riparo dagli stimoli che ci bombardano ogni giorno e sono continua fonte di stress (Thackray RI., 1981).

Ma non sempre questa modalità è funzionale, dal momento che l’incapacità di uscire dal circolo della noia può produrre una condizione che abbraccia un periodo sempre più lungo, fino a che questo stato d’animo non diventa cronico e non subentra la depressione. Ci sono situazioni in cui l’apatia diventa così invadente da impedire il normale svolgimento delle attività quotidiane, arrivando a distruggere il mondo dell’individuo.

Questa sensazione non deve mai essere sottovalutata. Se sospetti di soffrire di depressione, potresti trarre un grande beneficio da un percorso di psicoterapia o di supporto psicologico. Magari puoi pensare di intraprendere un percorso con Serenis: gli psicoterapeuti online hanno oltre 10 anni di esperienza e saranno in grado di aiutarti ad esplorare le tue emozioni, e a riconnetterti con il tuo benessere emotivo e mentale.

I nostri articoli sulle emozioni

Fonti:

  • Bench SW, Lench HC. On the function of boredom. Behav Sci (Basel). 2013 Aug 15;3(3):459-472. doi: 10.3390/bs3030459. PMID: 25379249; PMCID: PMC4217586.
  • Cleary M, Sayers J, Lopez V, Hungerford C. Boredom in the Workplace: Reasons, Impact, and Solutions. Issues Ment Health Nurs. 2016;37(2):83-9. doi: 10.3109/01612840.2015.1084554. PMID: 26864838.
  • Thackray RI. The stress of boredom and monotony: a consideration of the evidence. Psychosom Med. 1981 Apr;43(2):165-76. doi: 10.1097/00006842-198104000-00008. PMID: 7267937.
  • Malkovsky E, Merrifield C, Goldberg Y, Danckert J. Exploring the relationship between boredom and sustained attention. Exp Brain Res. 2012 Aug;221(1):59-67. doi: 10.1007/s00221-012-3147-z. Epub 2012 Jun 23. PMID: 22729457.
  • Perone S, Anderson AJ, Weybright EH. Older and Wiser? Age-related Change in State and Trait Boredom During Adolescence and Associations with Neural Correlates of Self-regulation. Adapt Human Behav Physiol. 2023 Mar 21:1-17. doi: 10.1007/s40750-023-00213-2. Epub ahead of print. PMID: 37360189; PMCID: PMC10028326.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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