Cos'è l'innamoramento: sintomi e teorie psicologiche
L'innamoramento è uno stato emotivo intenso che consiste in una forte attrazione verso un'altra persona, accompagnata da pensieri ricorrenti. Scopriamo cosa succede quando ci innamoriamo.
L’innamoramento travolge la nostra quotidianità, influenza i nostri pensieri e cambia persino la chimica del nostro cervello. È una delle esperienze più intense che possiamo vivere. Ma cosa succede davvero quando ci innamoriamo? Scopriamo insieme i meccanismi biologici e psicologici di questa straordinaria esperienza umana.
Significato e definizione di innamoramento
L'innamoramento è uno stato emotivo intenso che consiste in una forte attrazione verso un'altra persona, accompagnata da pensieri ricorrenti, dal desiderio di vicinanza e da cambiamenti sia comportamentali che fisiologici.
Questo fenomeno si distingue nettamente dall'amore maturo - o attaccamento - che è più stabile e duraturo.
Secondo Fisher (Fisher, H., 2016), il processo amoroso può essere suddiviso in tre fasi principali:
- desiderio – caratterizzato da attrazione fisica generalizzata, mediata principalmente da ormoni come testosterone ed estrogeni;
- attrazione/innamoramento – fase focalizzata su una persona specifica, caratterizzata da emozioni intense, pensieri ossessivi e comportamenti mirati;
- attaccamento – fase più stabile e duratura che rappresenta l'amore maturo, caratterizzato da una maggiore concentrazione di ormoni come ossitocina e vasopressina.
La fase dell’innamoramento è spesso descritta come una dipendenza.
I suoi tratti distintivi, come anticipato, includono:
- pensieri ossessivi – la persona amata è al centro dell'attenzione. È difficile pensare a qualsiasi altra cosa!
- desiderio di vicinanza – c’è un forte bisogno di contatto emotivo e fisico;
- cambiamenti fisiologici – aumento del battito cardiaco, sudorazione e "farfalle nello stomaco" effetti collegati all'attivazione del sistema nervoso simpatico;
- comportamenti mirati – ricerca attiva dell'altro, accompagnata da euforia quando viene stabilito il contatto.
Secondo Fisher, l'innamoramento è caratterizzato da un'elevata attività del sistema dopaminergico del cervello, associato alla sensazione di ricompensa. Questa intensa fase emotiva, però, è generalmente di breve durata, con un intervallo che varia da alcuni mesi a due anni. Al termine, l'innamoramento evolve in un amore più maturo e stabile o la relazione si conclude.
Innamoramento e chimica del cervello
Quando ci innamoriamo, il nostro corpo si trasforma in un vero e proprio laboratorio chimico, in una sinfonia di reazioni biochimiche che influenzano profondamente il nostro stato emotivo e fisiologico.
Il cervello rilascia infatti un sofisticato cocktail di sostanze, che includono:
- dopamina – il neurotrasmettitore del piacere e della ricompensa aumenta significativamente durante l'innamoramento, innescando sensazioni di gioia, energia e desiderio di unione con l'altro (Bode et al. 2023);
- noradrenalina – responsabile dello stato di eccitazione e dell'accelerazione psicomotoria tipica degli innamorati;
- serotonina – influenza l'umore e il comportamento. Curiosamente, i suoi livelli si abbassano drasticamente durante l'innamoramento causando effetti come insonnia, irritabilità e mancanza di appetito (Marazziti D. et al., 1999);
- ossitocina – conosciuta come "l'ormone dell'amore" o "delle coccole", promuove sentimenti positivi, riduce lo stress e l'ansia e svolge un ruolo importantissimo nel mantenimento a lungo termine dei legami affettivi.
Oltre a questi, entrano in gioco altre sostanze come:
- feniletilammina (PEA) – un neurormone che provoca euforia ed è responsabile della sensazione delle "farfalle nello stomaco";
- cortisolo – “ormone dello stress" che aumenta durante le prime fasi dell'innamoramento e che contribuisce ai sentimenti di ansia e preoccupazione.
Altri studi (Marazziti D. et al., 2004) hanno rivelato interessanti differenze di genere nella biochimica dell'amore. Innamorarsi per le donne significa avere livelli più elevati di ossitocina, l'ormone delle coccole che riduce stress e ansia, mentre per gli uomini è associato a livelli più elevati di dopamina, l'ormone del piacere e della ricompensa (Marazziti D. et al., 2004). Inoltre, durante l'innamoramento, nelle donne i livelli di testosterone tendono ad aumentare, mentre negli uomini tendono a diminuire.
Quindi, oltre ad essere una condizione emotiva, l'innamoramento è un'esperienza biologica che coinvolge profondamente il nostro corpo e la nostra mente. Questa complessa interazione chimica in effetti produce effetti paragonabili a quelli di una "dipendenza naturale", confermando che l'amore, nel suo stadio iniziale, è davvero una questione di chimica.
Effetti neurologici dell'innamoramento
L'imaging cerebrale ha rivelato che quando proviamo attrazione per qualcuno si attivano specifiche aree del cervello:
- l'amigdala, centro delle emozioni e della paura;
- l'area tegmentale ventrale, legata al piacere e alla motivazione;
- il nucleo accumbens, coinvolto nel sistema della ricompensa.
Questi cambiamenti neurologici (Ortigue S. et al. 2010) spiegano molti dei sintomi classici dell'innamoramento, come l'accelerazione del battito cardiaco alla vista della persona amata o la sensazione di avere le farfalle nello stomaco.
Quanto dura l'innamoramento?
Le ricerche condotte da Fisher et al. (2016) suggeriscono che la fase intensa dell'innamoramento dura mediamente da 6 mesi a 2 anni. Questo periodo coincide con il tempo necessario per stabilire un legame emotivo profondo, valutare la compatibilità con il partner e sviluppare forme più mature di attaccamento.
È importante notare che questi tempi possono variare significativamente da persona a persona e che sono influenzati da fattori come l'età dei partner, le esperienze precedenti, il contesto culturale e sociale e la frequenza delle interazioni.
Capire se si è davvero innamorati può richiedere tempo e una profonda comprensione di sé stessi.
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Differenza tra innamoramento e amore
Esistono differenze sostanziali tra questi due stati emotivi.
L’innamoramento
- è caratterizzato da una forte idealizzazione del partner,
- presenta picchi emotivi intensi,
- si basa principalmente sull'attrazione fisica,
- è focalizzato sul presente.
L’amore
- si basa su una visione realistica dell'altro,
- ha una maggiore stabilità emotiva,
- include intimità emotiva e progettualità,
- è orientato al futuro.
A tal proposito, la teoria triangolare dell'amore (Sternberg, R. J., 1986) offre un modello per comprendere la natura e l'evoluzione delle relazioni amorose.
Questa teoria, ampiamente riconosciuta nel campo della psicologia, suggerisce che l'amore può essere compreso come una combinazione di tre componenti fondamentali:
- intimità – rappresenta il legame emotivo e la vicinanza in una relazione;
- passione – si riferisce all'attrazione fisica e al desiderio sessuale;
- impegno – riflette la decisione di amare e mantenere la relazione nel lungo termine.
L’autore visualizza queste tre componenti come i vertici di un triangolo. La presenza e l'intensità di ciascuna componente possono variare nel tempo e tra diverse relazioni, creando diversi tipi di amore.
Ad esempio, l'innamoramento iniziale potrebbe essere caratterizzato da alti livelli di passione ma bassi livelli di intimità e impegno, mentre una relazione di lunga durata potrebbe avere alti livelli di intimità e impegno ma minore passione.
Questa teoria non solo aiuta a categorizzare diversi tipi di relazioni amorose, ma fornisce anche un quadro per comprendere come l'amore si evolve nel tempo. Sternberg suggerisce che le relazioni più complete e soddisfacenti tendono a bilanciare tutte e tre le componenti.
Passaggio dall'innamoramento all'amore
La transizione dall'innamoramento all'amore rappresenta una fase delicata che richiede maturità emotiva e consapevolezza.
Questo passaggio coinvolge:
- l'accettazione dei difetti del partner,
- lo sviluppo di una vera affinità di coppia,
- la costruzione di progetti comuni,
- l'evoluzione dell'attrazione fisica in intimità emotiva.
Fasi dell'innamoramento
Gli studi più recenti (Cassepp-Borges, V. et al. 2023) hanno identificato un percorso evolutivo dell'innamoramento che si sviluppa attraverso fasi distinte. Ogni fase ha caratteristiche uniche e rappresenta un passaggio fondamentale nella costruzione del legame affettivo. Vediamole nel dettaglio.
Fase dell'attrazione iniziale
Tutto ha inizio. Durante questa fase, il nostro cervello viene letteralmente "inondato" da quel cocktail di sostanze chimiche che creano la sensazione di euforia ed eccitazione.
In questa fase:
- sperimentiamo una forte attrazione fisica, guidata da feromoni e segnali non verbali;
- il nostro sistema nervoso simpatico si attiva, con aumento del battito cardiaco e della sudorazione;
- i livelli di serotonina e norepinefrina si alzano significativamente, creando uno stato di eccitazione naturale.
Fase del corteggiamento
Durante questa fase, l'attrazione iniziale si trasforma in un interesse più strutturato e consapevole. È il momento in cui la chimica tra due persone si manifesta attraverso comportamenti specifici:
- la comunicazione diventa più frequente e intensa, con la ricerca costante di occasioni di interazione;
- c'è una naturale tendenza a presentare la migliore versione di sé;
- si sviluppa un genuino interesse nel conoscere l'altro a un livello più profondo.
Fase dell'infatuazione
La fase più intensa dell'innamoramento. Gli studi di Bartels & Zeki (2021) hanno evidenziato che durante questo periodo:
- il pensiero dell'altra persona diventa quasi ossessivo e occupa gran parte dell’attività mentale;
- si sviluppa un forte desiderio di condivisione emotiva e di esperienze.
Durante questa fase, molte persone sperimentano difficoltà di concentrazione su altre attività, alterazioni del ritmo sonno-veglia, forte desiderio di contatto fisico e emotivo e idealizzazione del partner.
Fase della costruzione della relazione
Quest'ultima fase rappresenta un momento cruciale, dove l'innamoramento inizia a evolvere verso qualcosa di più maturo.
In questa fase:
- l'intimità emotiva si approfondisce, andando oltre l'attrazione iniziale;
- la coppia inizia a esplorare valori condivisi e possibili progetti futuri;
- si sviluppa una fiducia più profonda e consapevole;
- l'impegno reciproco diventa più concreto e strutturato.
È utile sottolineare che queste fasi non seguono necessariamente un percorso lineare. Ogni coppia può vivere questo processo in modo unico. La durata di ciascuna fase può variare significativamente e alcune fasi possono sovrapporsi o ripetersi nel tempo.
Le esperienze personali precedenti giocano un ruolo fondamentale nel modo in cui ci approcciamo all'innamoramento e creiamo legami. Inoltre, il contesto culturale e sociale in cui siamo immersi influenza profondamente le nostre aspettative e i nostri comportamenti nelle relazioni.
La maturità emotiva dei partner determina la capacità di gestire le intense emozioni che caratterizzano questa fase, mentre le circostanze esterne, come la distanza fisica o le pressioni familiari, possono influenzare significativamente il modo in cui l'innamoramento si sviluppa ed evolve nel tempo.
“Sintomi” dell'innamoramento
I “sintomi” (o meglio, i segnali) dell'innamoramento sono:
Segnali fisici
- Accelerazione del battito cardiaco
- Rossore del viso
- Sudorazione delle mani
- Alterazioni del ritmo sonno-veglia
Segnali emotivi
- Euforia alternata a momenti di ansia
- Pensieri ricorrenti sulla persona amata
- Difficoltà di concentrazione
- Aumentata sensibilità emotiva
Segnali comportamentali
- Maggiore propensione al rischio
- Cambiamenti nelle abitudini quotidiane
- Tendenza all'idealizzazione
- Desiderio costante di contatto
Innamoramento e infanzia: il ruolo delle prime esperienze
La teoria dell'attaccamento, sviluppata da John Bowlby (Bowlby, 1969), ha fornito una base fondamentale per comprendere come i legami affettivi formati nell'infanzia influenzino le relazioni romantiche nell'età adulta. Bowlby definì l'attaccamento come un legame emotivo profondo e duraturo che si sviluppa tra un bambino e la sua figura di attaccamento primaria, di solito la madre.
Secondo Bowlby, questo legame è cruciale per il benessere emotivo e sociale del bambino, poiché influenza il suo sviluppo futuro. La sua teoria sottolinea che i bambini nascono con una predisposizione biologica a cercare e mantenere la vicinanza con le figure di attaccamento, il che aumenta le loro possibilità di sopravvivenza.
Mary Ainsworth ha ampliato questa teoria attraverso il suo lavoro pionieristico sulla Strange Situation, un esperimento progettato per osservare le reazioni dei bambini durante separazioni e riunioni con i loro caregiver. Attraverso questo studio, Ainsworth identificò tre principali stili di attaccamento: sicuro, evitante e ansioso/ambivalente (Ainsworth et al., 1978).
Hazan e Shaver (1987) hanno poi dimostrato che questi stili influenzano il modo in cui gli adulti vivono l'innamoramento e le relazioni romantiche. Hanno scoperto che gli adulti con attaccamento sicuro tendono a stabilire relazioni più soddisfacenti e stabili, mentre quelli con stili evitanti o ansiosi possono affrontare difficoltà nelle loro interazioni romantiche.
Questa continuità tra le esperienze infantili e le relazioni adulte è supportata dall'idea di Bowlby dei "modelli operativi interni", che sono le rappresentazioni mentali delle relazioni formate durante l'infanzia e che influenzano il comportamento nelle relazioni future.
Innamoramento: teorie psicologiche che hanno fatto la storia
Il fenomeno dell'innamoramento ha affascinato numerosi pensatori e teorici della psicologia, ognuno dei quali ha contribuito alla nostra comprensione di questa complessa esperienza emotiva.
Sigmund Freud vedeva l'innamoramento come un processo profondamente radicato nel nostro inconscio. Nella sua opera "Introduzione al narcisismo" (Freud, S.1914), descrive l'innamoramento come una forma di investimento libidico in cui proiettiamo sull'altro aspetti significativi del nostro Io ideale. Secondo Freud, cerchiamo nell'altro ciò che ci manca o ciò che vorremmo essere, in un delicato gioco di proiezioni e identificazioni.
Carl Gustav Jung ha arricchito la comprensione dell'innamoramento introducendo il concetto di "anima" e "animus". Secondo la sua teoria, quando ci innamoriamo, proiettiamo sull'altro due archetipi fondamentali: l'anima – la parte femminile presente nell'uomo – e l'animus – la parte maschile presente nella donna. Questo spiega perché spesso ci sentiamo incredibilmente completi quando incontriamo qualcuno che risveglia queste parti di noi.
Erich Fromm, nel suo celebre "L'arte di amare" (Fromm, E., 1956), distingue nettamente tra innamoramento e amore maturo. Per Fromm, l'innamoramento è spesso una risposta alla solitudine e all'alienazione della società moderna. L'amore vero, sostiene, richiede invece impegno, conoscenza e lavoro su sé stessi. Non è un sentimento passivo, ma un'arte che va coltivata attivamente.
Kahlil Gibran offre una prospettiva più spirituale dell'innamoramento, vedendolo come un'esperienza di crescita personale e di connessione con l'universo. Nelle sue opere, l'innamoramento diventa un ponte tra il mondo materiale e quello spirituale.
Anaïs Nin, con la sua profonda esplorazione della psiche femminile, descrive l'innamoramento come un viaggio di scoperta di sé attraverso l'altro. Nei suoi diari, evidenzia come l'innamoramento possa essere un potente catalizzatore per la crescita personale e l'auto-comprensione.
Fonti
- Ainsworth, M. D. S., Blehar, M. C., Waters, E., & Wall, S. (1978). Patterns of attachment: A psychological study of the strange situation. Hillsdale, NJ: Lawrence Erlbaum Associates.
- Bode, A., & Kavanagh, P. S. (2023). Romantic love and behavioral activation system sensitivity to a loved one. Behavioral Sciences.
- Bowlby, J. (1969). Attachment and loss: Volume I. Attachment. New York: Basic Books.
- Cassepp-Borges, V., Gonzales, J. E., & Frazier, A. (2023). Love and relationship satisfaction as a function of romantic relationship stages. Trends in Psychology.
- Freud, S. (1914). Introduzione al narcisismo. In Opere complete di Sigmund Freud (Vol. 14, pp. 73–102). Torino: Boringhieri.
- Fromm, E. (1956). L'arte di amare. Milano: Rizzoli.
- Hazan, C., & Shaver, P. R. (1987). Romantic love conceptualized as an attachment process. Journal of Personality and Social Psychology.
- Jung, C. G. (1953). Psychological aspects of the persona. In Collected Works of C.G. Jung (Vol. 7, pp. 1–23). Princeton University Press.
- Jung, C. G. (1968). The archetypes and the collective unconscious. In Collected Works of C.G. Jung (Vol. 9, Part 1). Princeton University Press.
- Marazziti, D., & Canale, D. (2004). Hormonal changes when falling in love. Psychoneuroendocrinology.
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- Nin, A. (1966). Diari. New York: Harcourt Brace & World.
- Ortigue, S., Bianchi-Demicheli, F., Patel, N., Frum, C., & Lewis, J. W. (2010). Neuroimaging of love: fMRI meta-analysis evidence toward new perspectives in sexual medicine. Journal of Sexual Medicine.
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- Sternberg, R. J. (1986). A triangular theory of love. Psychological Review, 93(2), 119–135.