L'identikit del manipolatore affettivo: riconoscerlo per difendersi
Il manipolatore affettivo mira a instaurare una relazione di dipendenza con la sua vittima, nascondendo le sue fragilità più profonde. Scopri come riconoscerlo e come uscine.
Le relazioni con un manipolatore affettivo possono essere molto dannose e determinare delle conseguenze a lungo termine. Uscire da una relazione disfunzionale non è mai semplice, ma imparare a riconoscere un manipolatore affettivo può essere il primo passo nella direzione giusta.
Vediamo quindi i segnali d’allarme che ci permettono di comprendere se ci troviamo di fronte ad un manipolatore affettivo per poterci difendere.
Chi è il manipolatore affettivo?
Il manipolatore mentale è un individuo che riesce a controllare e influenzare il comportamento e le emozioni dell’altro sfruttandole a proprio vantaggio.
Le caratteristiche del manipolatore affettivo
Le persone manipolatrici non esitano a calpestare i sentimenti degli altri per raggiungere i loro obiettivi. Individuano il punto debole della vittima e lo sfruttano a loro vantaggio, finché non sarà la vittima stessa a giustificare il loro comportamento e a rinunciare ai propri bisogni.
Egoismo
Dietro questa mancanza di rispetto c’è un forte egoismo che spinge il manipolatore a chiedere sempre di più, fino a ottenere il controllo completo sulla vittima; ma può anche esserci una bassa autostima, mascherata attraverso atteggiamenti controllanti e dominanti, ostentazioni di superiorità e di perfezione. Naturalmente si tratta di un castello di carte, costruito per non scoprire le proprie debolezze. Anche i comportamenti di controllo servono a mantenere un’apparenza di superiorità da riversare su una persona ritenuta più fragile e facile da dominare.
Bassa autostima
La scarsa autostima del manipolatore affettivo lo rende incapace di essere assertivo, cioè di esprimere i propri bisogni in modo chiaro, educato e non prevaricatore. Nonostante le apparenze, spesso i manipolatori affettivi sono poco inclini ad amare se stessi: lo stile di comunicazione sottilmente aggressivo e la manipolazione sono mezzi per raggiungere un fine senza esporsi in maniera sana.
Per lo stesso motivo, il manipolatore affettivo medio è intollerante alla frustrazione: ogni "no" è una possibile minaccia alla sua posizione di superiorità. A questo punto possono entrare in gioco due fattori: il vittimismo e la violenza verbale e psicologica.
Vittimismo
Un manipolatore che adotta il ruolo della vittima cerca di ottenere simpatia, comprensione e supporto dagli altri trasformandosi in una figura innocente e vulnerabile. Usando l'auto-pietismo e la manipolazione emotiva può tentare di controllare gli altri, spingerli a sentirsi colpevoli o a fare in modo che cedano alle sue richieste.
Assenza di scrupoli
Il manipolatore non si farà scrupoli, una volta individuati i punti deboli della vittima, ad usarli a suo favore per ottenere ciò che desidera senza preoccuparsi delle conseguenze sull’altra persona.
Mancanza di assertività
Il manipolatore comunica attraverso uno stile aggressivo, convinto che sia l’unico modo per ottenere ciò che desidera.
Come si comporta un manipolatore affettivo
Solitamente, il manipolatore affettivo:
- si comporta in modo possessivo;
- mente e distorce la verità (un fenomeno che in psicologia viene definito "gaslighting");
- ci isola dalla famiglia e dagli amici;
- provoca o alimenta dei sensi di colpa;
- rende difficile l'espressione delle nostre opinioni e dei nostri bisogni;
- mostra un comportamento passivo-aggressivo.
Frasi tipiche del manipolatore affettivo
Questi comportamenti sono spesso espressi attraverso un lessico colpevolizzante e possessivo. Ecco alcune frasi che un ipotetico manipolatore affettivo potrebbe usare per ottenere il controllo della relazione:
- "Se mi amassi faresti quello che ti chiedo."
- "Nessuno ti capirà come faccio io, sei così fortunato/a ad avere me."
- "Fai sempre le stesse cose sbagliate: non posso fidarmi di te."
- "Sei troppo sensibile, devi imparare a non prendere tutto così sul personale."
- "Mi fai sentire così male quando esci con i tuoi amici, non ti rendi conto di quanto mi ferisci?"
Il manipolatore usa queste affermazioni per esercitare controllo sulla vittima e influenzare il suo comportamento attraverso un ciclo di conferme e negazioni, creando instabilità e dipendenza emotiva.
Queste frasi possono essere utilizzate anche nel contesto del breadcrumbing (letteralmente "lasciare briciole di pane"). È una forma di manipolazione emotiva che consiste nel dare alla vittima delle attenzioni sporadiche e superficiali, per mantenere il suo interesse senza impegnarsi in una relazione significativa. Un altro fenomeno manipolatorio è il famoso ghosting: si verifica quando una persona sparisce all'improvviso dalla nostra vita, senza più farsi vedere o sentire (esiste anche la variante del ghosting in amicizia).
Naturalmente, dire o pensare una delle frasi dell'elenco non ci trasforma automaticamente in manipolatori affettivi: considerale come dei segnali, delle spie che vale la pena analizzare da vicino.
Cosa c’è dietro: perché il manipolatore affettivo lo diventa
Non si può dare una risposta generale a questa domanda. A volte il manipolatore affettivo potrebbe essere a sua volta vittima di un disturbo di personalità, come il disturbo di personalità narcisista, o il disturbo antisociale. Sono situazioni che causano un totale disinteresse dell’impatto che le nostre azioni possono avere sulle altre persone.
Come detto, il manipolatore affettivo può anche soffrire di un’autostima molto fragile, e necessitare di continue conferme da parte degli altri. Nella coppia questo bisogno di appagamento si traduce in una manipolazione costante: il manipolatore affettivo richiede continue prove d’amore, con cui può sentirsi importante e indispensabile.
Le tecniche del manipolatore affettivo
Come abbiamo detto, il manipolatore affettivo è spesso un narcisista che ricorre a tutto pur di mantenere alta la sua autostima, sfruttando chi gli sta accanto.
Molti manipolatori assertivi fanno leva sulla seduzione e sull'attrazione sessuale per abbassare le difese della vittima e indurla a fidarsi di loro. Inizialmente si dimostrano altruisti, sensibili e generosi: è uno stratagemma per ottenere approvazione, riconoscimento e fiducia.
Dopo questa prima fase arrivano le bugie e il sabotaggio dell’autostima: la persona manipolata può essere indotta a mettere in dubbio la realtà in cui crede. Il manipolatore affettivo nega l'evidenza in modo molto convincente, o ricorre alla tecnica del silenzio, un modo passivo di essere aggressivi che punta a fare sentire la vittima invisibile e senza valore.
Il passaggio finale è condurre verso un progressivo isolamento, distruggendo il mondo della persona manipolata e tagliando tutti i ponti con l'esterno, finché la relazione tossica con il manipolatore non rimane l'unica ancora a cui potersi appigliare.
Una donna di 35 anni, sposata da 15, è giunta in terapia senza mai aver frequentato la famiglia d'origine, senza amicizie né lavoro, isolata socialmente. La situazione è degenerata in violenza fisica. Il marito l'ha poi abbandonata per un'altra donna, dichiarando che non aveva più bisogno di lei perché inutile e senza valore.
Le tecniche della manipolazione secondo Simon
Lo psicologo George K. Simon ha individuato alcuni metodi d’azione tipici del manipolatore:
- Mentire per soddisfare il proprio interesse;
- Omettere informazioni rilevanti;
- Negare i propri errori e modificare la realtà a proprio vantaggio;
- Razionalizzare i comportamenti inappropriati;
- Minimizzare i propri atteggiamenti sbagliati;
- Scegliere a cosa prestare o non prestare attenzione;
- Spostare i discorsi dove vuole;
- Rispondere in maniera evasiva;
- Minacciare la propria vittima;
- Instillare nella vittima sensi di colpa;
- Mettere in imbarazzo e far vergognare la propria vittima;
- Fingere di essere la vittima;
- Denigrare la vittima;
- Fare il servile;
- Sedurre la vittima per spingerla ad abbassare le proprie difese;
- Spostare la colpa da se stesso sugli altri;
- Fingere di essere innocente;
- Fingere di non capire o non sapere quando la vittima esprime la sua opinione sui suoi comportamenti;
- Manifestare rabbia per creare uno shock emotivo nella vittima.
Come difendersi da un manipolatore affettivo
Per proteggersi dalla possessività in amore e dalle persone manipolatrici il modo migliore è la prevenzione. Se pensi di essere vittima di una manipolazione mentale, devi concentrarti sullo spezzare la dipendenza che ti lega a lui o a lei.
Per prima cosa devi comprendere a fondo come funziona questa dinamica: anche se hai la percezione di avere assolutamente bisogno di questa persona, cerca di metterla in discussione. È il manipolatore affettivo che ha davvero bisogno della tua approvazione, non il contrario. Ed è per questo che impiega tante energie per distruggere la tua autostima.
Per trovare la forza di allontanarti da lei o da lui, pensa a tutte le libertà che hai perso: ad esempio, quella di esprimere apertamente bisogni e sentimenti senza doverti sacrificare, quella di fare valere le tue priorità, quella di poter rifiutare una proposta senza doverti difendere dai sensi di colpa o dalle aggressioni emotive.
È una cosa facile da leggere e difficilissima da mettere in pratica. Ma ricorda: puoi sempre chiedere aiuto.
Assertività
Sii assertivo. Comunica apertamente con il manipolatore per evitare qualsiasi ambiguità.
Allontanarsi
Soprattutto all’inizio questo è molto difficile ma è essenziale prendere le distanze dal manipolatore. Non solo, una volta che ci si è allontanati è fondamentale non rispondere ai suoi tentativi di riavvicinamento.
Prendersi cura di se stessi/ascoltare i propri bisogni
Riprenditi gli spazi che ti erano stati portati via dal manipolatore.
Non fidarsi o fare affidamento su di lui/lei
Ora che sei consapevole di trovarti davanti un manipolatore, non fidarti di nulla di ciò che ti dice.
Sono vittima di un manipolatore affettivo: a chi posso rivolgermi?
Se hai ritrovato un po' di te in quello che hai letto, parlarne con una persona a cui vuoi bene e di cui senti di poterti fidare è un ottimo modo per esprimere i tuoi dubbi ad alta voce.
Anche quando si è riusciti ad allontanare il manipolatore, le conseguenze psicologiche possono avere strascichi nel tempo. Per affrontare le conseguenze può essere utile aprirsi con un professionista della salute mentale. Nel caso, puoi prendere in considerazione Serenis: siamo un centro medico privato, specializzato in supporto psicologico e psicoterapia. Il nostro servizio si svolge completamente online, grazie a una rete di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè psicologi specializzati) che puoi incontrare in videochiamata.
Fonti:
- Simon, George K, In Sheep's Clothing: Understanding and Dealing with Manipulative People, 1996.
- Potter, N. N. (2006). What is manipulative behavior, anyway?. Journal of personality disorders, 20(2), 139-156.
- Hepworth, D. H. (1993). Managing manipulative behavior in the helping relationship. Social Work, 38(6), 674-682.