Groupthink: rischi e benefici del pensiero di gruppo

In questo articolo scopriamo i benefici e i rischi del pensiero di gruppo.

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Il groupthink è un fenomeno psicologico in cui i membri di un gruppo prendono decisioni sulla base del bisogno reciproco di conformarsi, di evitare conflitti e raggiungere la coesione.

Questo fenomeno ha luogo soprattutto all'interno di quei gruppi dove si vive un clima di elevata cordialità e spirito di corpo. L'unione di un team però non è sinonimo di groupthink che si verifica soltanto nel momento in cui il gruppo mette coesione e consenso al di sopra di ogni altra cosa.

Prevenire gli effetti negativi del pensiero di gruppo è fondamentale per sostenere una comunicazione assertiva e collaborazioni capaci di promuovere la creatività e le opinioni dissonanti.

Groupthink: quando è nato questo termine?

Il neologismo groupthink è stato utilizzato per la prima volta da William H. Whyte all’interno di un articolo pubblicato dalla rivista Fortune. A dare spessore a tale concetto però è stato Irving Janis, ricercatore di psicologia presso l'Università di Yale.

Nel 1972 Janis pubblicò lo studio Victims of Groupthink: A Psychological Study of Foreign-Policy Decisions and Fiascoes con l’intento di dare una spiegazione a eventi storici come la guerra del Vietnam, l’attacco di Pearl Harbor o l’invasione della baia dei Porci.

Il tentativo di Janis fu quello di capire perché i comportamenti, le pressioni del gruppo e il pregiudizio riescono a influenzare così tanto il processo decisionale da spingere individui intelligenti e consapevoli a prendere spesso decisioni sbagliate.

La conclusione di Janis fu che gruppi con mentalità simili finiscono per prendere decisioni errate o irrazionali proprio a causa del fatto di appartenere al proprio gruppo. In parole povere, i membri di un gruppo si influenzano a vicenda.

Il groupthink nasce proprio in questo momento ovvero fa la sua comparsa quando un gruppo molto coeso o con idee simili è così condizionato dalla ricerca del consenso che la sua percezione della realtà si deteriora e altera.

Secondo Janis, la tendenza a cercare un accordo non è sbagliata in senso assoluto ma tende a diventare pericolosa ed eccessiva nel momento in cui dà luogo a un quadro sintomatologico costituito dalla chiusura mentale dei membri, dalla sovrastima del gruppo e dalla pressione per l’unanimità, elementi che determinano la nascita di potenziali difetti decisionali che possono dar luogo a risultati negativi e in qualche caso nefasti.

Cosa si intende per pensiero di gruppo?

Il pensiero di gruppo è un fenomeno psicologico che si verifica quando un gruppo di persone prende decisioni disfunzionali o irrazionali.

La caratteristica fondamentale del groupthink è un desiderio di conformità e di consenso all'interno del gruppo talmente forte da sopprimere il pensiero critico e le opinioni dissenzienti. Il risultato è un processo decisionale inadeguato in quanto il gruppo trascura idee e opinioni alternative che potrebbero aiutare a raggiungere un risultato migliore.

Caratteristiche del groupthink

Il gruppo è considerato infallibile

Janis chiamava questo fenomeno l’illusione dell'invulnerabilità: le persone pensano che il gruppo sia più bravo a prendere decisioni di quanto non lo sia in realtà. Si è convinti che qualsiasi cosa si stia facendo, questa sia giusta e morale.

Chiusura mentale

Il gruppo si sforza di giustificare e rendere razionali le proprie decisioni senza considerare potenziali errori o punti deboli. In situazioni in cui c'è un conflitto o una competizione con altri team, i membri di uno stesso gruppo possono anche nutrire stereotipi negativi sugli altri e sottovalutarne le capacità.

Illusione dell’unanimità

Nel pensiero di gruppo, c'è poco spazio per esprimere opinioni dissenzienti.

Molti membri possono magari dubitare della decisione finale ma sembra che il gruppo sia unanime perché nessuno è disposto a esprimere pubblicamente il proprio dissenso e non solo.

Alcuni componenti (chiamati guardie mentali) potrebbero fare pressione direttamente sugli altri affinché si conformino al gruppo oppure potrebbero non condividere informazioni che metterebbero in discussione la decisione del team.

Perché nasce il pensiero di gruppo?

Il desiderio di appartenenza è un elemento che accomuna qualsiasi essere umano: ognuno di noi, almeno una volta nella vita, ha provato in maniera conscia o inconscia il desiderio di sentirsi parte di qualcosa. Siamo programmati per trovare la nostra "tribù" ovvero un gruppo di persone al quale apparteniamo e fondamentalmente ci rispecchiamo.

Cercare l'approvazione altrui è fondamentale per ogni individuo: si cerca un terreno comune per sentirsi accettati e approvati. Il problema nasce quando il consenso dilaga, escludendo potenziali differenze e disaccordi.

Esempio di groupthink

Un piccolo esempio ci servirà per capire la portata di questo fenomeno. Se un membro di un gruppo dice che gli piace una determinata serie tv, è più probabile che gli altri membri a cui piace ne parlino apertamente mentre tutti coloro ai quali non è piaciuta o semplicemente non l’hanno vista tenderanno a rimanere in silenzio.

In pratica assistiamo alla cosiddetta polarizzazione del gruppo, un concetto che indica un'accentuazione della posizione inizialmente dominante dovuta alla discussione di gruppo.

Il problema sussiste nel momento in cui tale dinamica viene ripetuta nel tempo: nel gruppo si parla soltanto di ciò che crea accordo e coesione (la stessa serie tv). Chi ha un’opinione diversa dal resto del gruppo, inizia a sentirsi "sbagliato", una sensazione che lo incoraggia ulteriormente a nascondere il suo punto di vista perché teme di essere rifiutato e messo da parte dalla maggioranza.

Conseguenze del groupthink

Il groupthink può avere sia benefici che conseguenze negative sul gruppo. Vediamo quali sono i principali.

Gli effetti positivi del groupthink

Il pensiero di gruppo non è sempre negativo. In alcuni casi la sua presenza può rivelarsi davvero utile: pensiamo, ad esempio, a quel senso di unione e coesione che si verifica in una squadra che deve collaborare strettamente per raggiungere un importante obiettivo comune.

La rapidità del processo decisionale tipica del groupthink ha i suoi vantaggi soprattutto quando ci si trova in situazioni d’emergenza in cui occorre prendere decisioni rapide ed evitare ritardi.

Il pensiero di gruppo aumenta la fiducia tra i membri. Gli individui si sentono più sicuri delle proprie capacità quando fanno parte di un gruppo coeso con il quale condividono convinzioni e valori. Questa maggiore sicurezza in se stessi aiuta a migliorare le prestazioni individuali e di gruppo.

Infine, il groupthink riduce il conflitto tra i membri di un gruppo e permette lo sviluppo di dinamiche più positive e funzionali al raggiungimento degli obiettivi prefissati.

Gli effetti negativi del pensiero di gruppo

Esistono una serie di conseguenze negative derivanti dal pensiero di gruppo. Tra le principali ricordiamo:

Il pensiero ristretto

Il pensiero ristretto è una delle tipiche conseguenze negative del pensiero di groupthink. Si verifica quando i membri del gruppo si concentrano interamente su una piccola quantità di idee o soluzioni e trascurano di esaminare punti di vista o fatti alternativi.

Scarso processo decisionale

I membri del gruppo possono enfatizzare la coesione a scapito di un processo decisionale ponderato. Questo modo di fare li porta a decisioni disfunzionali, improduttive o addirittura distruttive.

Il groupthink soffoca anche le opinioni dissenzienti perché, come abbiamo visto, i membri possono sentirsi spinti a conformarsi all'opinione della maggioranza ed essere riluttanti a esprimere le proprie preoccupazioni o le idee dissonanti.

Incapacità di valutare potenziali pericoli o risultati negativi

Janis ce lo ha dimostrato parlando della guerra del Vietnam o dell'invasione della baia dei Porci ma gli studiosi hanno applicato le sue conclusioni anche alla guerra del Golfo e alla questione delle armi di massa: il groupthink può portare ad azioni violente, come quelle che abbiamo citato, ma anche a eventi come linciaggi o atti di vandalismo.

Prevenire gli effetti negativi del pensiero di gruppo

Il pensiero di gruppo aiuta a evitare il conflitto ma essere in disaccordo è davvero così sbagliato?

Per evitare gli effetti negativi del groupthink occorre partire proprio da questa consapevolezza: avere opinioni discordanti è un meccanismo che non deve spaventare ma anzi ha bisogno di essere incoraggiato perché, se mantenuto entro limiti funzionali, è il punto di partenza della creatività.

Il processo di censura o autocensura

I membri di un gruppo devono avere quindi la sicurezza di poter condividere la propria opinione in ogni momento e di essere ascoltati. Il processo di censura o autocensura devono essere limitati il più possibile: la valorizzazione delle diversità unita alla promozione di una comunicazione aperta e paritaria tra i membri è fondamentale.

Come abbiamo avuto modo di sottolineare, un'altra caratteristica importante del pensiero di gruppo è quella di arrivare velocemente alla soluzione, un modo di fare che però espone al rischio di insuccessi e fallimenti.

Per prevenire questo effetto, è necessario cercare di raccogliere tutte le informazioni utili e considerare seriamente tutte le opzioni e gli scenari possibili, mantenendo aperta la comunicazione in modo da poter verificare eventuali suggerimenti per migliorare la propria decisione ed evitare possibili errori.

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Fonti:

  • Janis, I. L. (2008). Groupthink. IEEE Engineering Management Review, 36(1), 36.
  • Russell, J. S., Hawthorne, J., & Buchak, L. (2015). Groupthink. Philosophical studies, 172, 1287-1309.
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