Genitori tossicodipendenti e conseguenze sui figli

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Per crescere in maniera emotivamente e psicologicamente sana, il bambino ha bisogno di un ambiente sereno e di una genitorialità favorevole al suo sviluppo.

È proprio questo ambiente che viene il più delle volte a mancare in presenza di genitori tossicodipendenti, che non sono in grado di svolgere correttamente la funzione genitoriale e di instaurare un rapporto genitori figli equilibrato.

Di fronte a tale situazione, è spesso necessario avviare un procedimento di affido che metta al sicuro il minore dalla situazione di pericolo. In alternativa, la situazione potrebbe sfociare un domani nello sviluppo di psicopatologie o comportamenti disfunzionali.

Vediamo come agire di fronte ai genitori tossicodipendenti, quali sono le conseguenze per il bambino e quali invece le possibili soluzioni.

Sintonia tra genitore e figlio: come funziona?

Dal punto di vista neurologico, sembra ormai dimostrato che i figli tendano a fare propri i modelli comportamentali dei genitori. Si tratta di una forma di osmosi relazionale che non riguarda solo i bambini in età scolare, ma anche quelli durante il primo anno di vita.

La psicologia insegna inoltre che i modelli di attaccamento esperiti durante l’infanzia tendono a formare una base stabile per tutti i legami futuri. Cosicché, un figlio che cresca con genitori tossicodipendenti, forse mentalmente instabili o potenzialmente pericolosi, tenderà ad avere problematiche durante la vita adulta.

Ciò che manca al bambino è la cosiddetta base sicura, definita dallo psicologo britannico John Bowlby come l’effetto di una relazione funzionale tra genitore e figlio nei primi anni di vita. La base sicura offre riparo contro le incertezze, equilibrio e sicurezza in ogni ambito della vita del bambino.

Al contrario, l’accudimento tipico di un genitore tossicodipendente è incerto e porta il bambino allo sviluppo di un attaccamento generalmente insicuro (che si sviluppa, appunto, quando il caregiver è spesso assente o emotivamente non disponibile).

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Non è possibile generalizzare: resta certo che un genitore tossicodipendente può vivere a sua volta problematiche di natura psicologica, somatica ed emotiva che gli rendono praticamente impossibile prendersi cura del bambino.

Effetti nel bambino con genitori tossicodipendenti

Cosa può accadere ad un figlio di genitori tossicodipendenti? Il più delle volte, la mancanza di una base sicura ha effetti sul lungo e sul breve periodo. Questi comprendono:

  • il bambino diviene adulto prima del tempo: sfuggendo quindi al controllo delle istituzioni, perché all’esterno potrebbe apparire più maturo e determinato di altri coetanei. In realtà, il minore sta vivendo una profonda sofferenza emotiva, che è incapace di comunicare e che potrebbe presto sfogare nell’abuso di alcolici, sostanze stupefacenti, sesso non protetto e altre esperienze tipiche del disturbo borderline.

In alternativa, il bambino potrebbe sviluppare:

  • profonda angoscia;
  • incertezza verso il futuro;
  • iperattività;
  • passività;
  • aggressività e attacchi di rabbia;
  • problemi comportamentali;
  • fobia scolare e altri disturbi.

Nel lungo periodo, possiamo individuare invece:

  • problematiche relazionali;
  • problemi di tossicodipendenza o alcolismo;
  • rapporti di dipendenza;
  • daddy issues;
  • mommy issues;
  • rapporti tossici e ingresso nel ciclo della violenza.

I sintomi appaiono pressoché infiniti, perché quando viene a mancare la base sicura manca il fondamento per la crescita sana ed equilibrata del bambino.

Quali sono le possibili soluzioni?

Non è facile trattare la problematica, poiché richiede un intervento da diversi punti di vista. Il primo è sicuramente quello del procedimento di affido, per cui il bambino può essere sottratto alla famiglia di origine (incapace di svolgere il suo ruolo) ed essere dato in cura ad un affidatario su scelta del Tribunale dei Minori o dei Servizi Sociali.

Allo stesso tempo, è necessario che i genitori tossicodipendenti incomincino un percorso di disintossicazione e di cura, che gli permetta nel lungo periodo di riacquisire la potestà sul minore ed esercitare la propria funzione.

Ciò è molto difficile: quando un tossicodipendente perde il figlio, vittima di instabilità emotiva, psicologica e fisica, tende a rifugiarsi nell’abuso di sostanze perdendo ancora più lucidità e potendo andare incontro ad esiti tragici (come l’overdose).

Infine, è necessario agire tempestivamente sulla psiche del bambino, con il supporto di uno psicologo infantile che riesca a comprendere le sue mancanze e a supportarlo in questa delicata fase della vita. Il disagio del bambino potrebbe essere poco evidente. I parenti più stretti potrebbero trovarsi davanti un bambino intelligente, sveglio, talvolta malinconico, che nasconde dentro di sé un estremo disagio psicoemotivo che può manifestare all’interno di disegni o in gesti apparentemente senza importanza.

Numeri di telefono per le emergenze

In Italia, il numero 114 è quello dedicato alle emergenze per l’infanzia. Se conosci dei genitori tossicodipendenti, o se ti trovi a vivere questa complessa situazione, non esitare a richiedere aiuto prima che il bambino possa incorrere in problematiche gravi e di natura psicopatologica. Ricordati che il numero è multilingue e disponibile 24h su 24, per 365 giorni all’anno.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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