Frammentazione del sé e trauma complesso: qual è il collegamento

Vediamo in questo articolo cos'è il trauma complesso che causa la cosiddetta "frammentazione del sé" e come quest'ultima può essere risolta.

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frammentazione del sé

Quando una persona sperimenta un trauma grave e prolungato, la sua identità subisce un processo di frammentazione necessario per sopravvivere, evitare il dolore e la realtà di ciò che è accaduto.

La chiave per affrontare questo evento è trovare un modo per ricomporre e far funzionare i singoli frammenti nel loro insieme.

Cos’è un trauma?

"Trauma" significa letteralmente ferita, ovvero una lesione esterna della pelle che comporta la separazione di vari strati cutanei e delle strutture sottostanti.

In psicologia questo significa che il trauma crea una lesione psicologica più o meno profonda: la ferita può essere superficiale oppure più complessa e penetrante. 

Il trauma è un evento che supera la capacità dell’individuo di affrontarlo: ci si sente sopraffatti e le normali reazioni difensive (combattere o fuggire) falliscono miseramente di fronte all’intensità dell’avvenimento esterno.

Gli eventi potenzialmente traumatici sono solitamente intensi, improvvisi, imprevedibili ed estremamente negativi. Tutte queste caratteristiche generano una forte percezione di minaccia da parte del mondo che ci circonda e una netta diminuzione della sensazione di controllo.

Esempi di trauma

Un incidente automobilistico, un disastro naturale, una rapina, un’aggressione fisica e sessuale sono esperienze traumatiche che causano una risposta di stress acuto. Rabbia, impotenza, paura, ricordi intrusivi dell’evento ma anche evitare luoghi e situazioni correlati all'evento subito sono sintomi tipici del trauma semplice.

La maggior parte delle persone che vivono queste situazioni riesce a recuperare nel tempo, specialmente con il sostegno adeguato di familiari, amici o professionisti della salute mentale.

Cosa succede però quando le interazioni traumatiche sono ripetute nel tempo e coinvolgono una figura significativa come un genitore?

Il trauma complesso

Il trauma complesso è un'esperienza caratterizzata da due elementi essenziali:

  • l'evento traumatico è prolungato e frequente
  • la giovane età della persona colpita

La nostra visione del mondo e la nostra integrità possono essere messe a dura prova da continue mancanze di rispetto, da umiliazioni, maltrattamenti e abusi frequenti. Se questi eventi avvengono nell'ambito familiare e riguardano figure di attaccamento primarie, le conseguenze del trauma diventano ancora più profonde e lesive della salute mentale.

Un bambino non ha ancora sviluppato un senso di sé stabile e consapevole, la sua esistenza dipende dai genitori e il piccolo vive in uno stato di costante vulnerabilità. Se gli abusi, i maltrattamenti o l’incuria provengono proprio da un genitore, il bambino si troverà a dover trovare un modo per superare una tremenda verità: la persona che si prende cura di lui e quella che lo abusa sono le stesse.

Per adattarsi alle situazioni traumatiche che vivono, questi bambini devono privilegiare strategie di adattamento che ne favoriscano la sopravvivenza all’interno di un ambiente difficile. Tuttavia, questo adattamento traumatico non potrà che partire da un presupposto fondamentale: la violenza subito da un genitore o da una persona che dovrebbe prendersi cura di lui, impedisce al piccolo di sviluppare un senso di fiducia e sicurezza negli adulti.

I rapporti umani diventano un rischio e i disturbi dell’attaccamento continuano anche da adulti. L’ipersensibilità, la paura del fallimento, le aspettative irrealistiche o l’eccessivo adattamento ai desideri dell’altra persona rendono difficile avere una vita sociale e di relazione soddisfacenti.

Il problema è che la maggior parte delle volte siamo inconsapevoli che queste difficoltà derivano proprio dal trauma subito nel passato.

La frammentazione del sé

Numerosi studi indicano che i bambini che hanno subito un trauma continuo e di natura interpersonale tendono a presentare sintomi e sfide comportamentali più intensi rispetto a chi ha vissuto altre forme di eventi traumatici.

In una certa misura, i sintomi del trauma complesso si sovrappongono a quelli tipici del disturbo da stress post-traumatico: flashback intrusivi, incubi e difficoltà nel controllare le emozioni.

Nei traumi complessi però i sintomi sono più profondi e diffusi proprio perché chi ha subito questi eventi traumatici non ha trovato un modo coerente per strutturare il mondo.

Chi ha subito un trauma relazionale precoce solitamente manifesta tre tratti distintivi.

  1. il primo è la sensazione continua di un pericolo imminente che tiene costantemente attivato il sistema di difesa;
  2. il secondo elemento è la difficoltà di regolare e sintonizzare le proprie emozioni;
  3. il terzo è la frammentazione del sé.

Per comprendere il terzo elemento possiamo ricorrere a una semplice immagine. 

Pensiamo a un vaso di cristallo che cade e terra e va in mille pezzi: l'urto è stato talmente violento da non lasciare scampo. Ogni frammento costituisce una parte del vaso.

La stessa cosa succede nella nostra psiche. Di fronte a un evento traumatico, cerchiamo di mettere in moto quelle facoltà, sia fisiche che psicologiche, che ci permettono di sopravvivere e di integrare il trauma nella nostra esperienza di vita. 

Si parla in questi casi di "frammentazione del sé" perché se l’evento (l’urto) è potente, complesso e frequente, ci frammentiamo in tanti piccoli sé, proprio come il vaso.

trauma complesso

Quali sono le cause della dissociazione?

Secondo quanto riportato dall'American Psychological Association (APA), la dissociazione è "un meccanismo di difesa in cui gli impulsi contrastanti, le idee e sentimenti minacciosi vengono separati dal resto della psiche".

La dissociazione è una risorsa che utilizziamo quando non riusciamo a elaborare la sofferenza: se il dolore è forte e il corpo non può scappare, la mente si rifugia lontano. È un processo paragonabile all’anestesia che ci aiuta a non sentire il dolore ma al tempo stesso non lo cura.

La dissociazione funziona nella stesso modo: ci permette di tollerare quello che ci fa male, è una difesa che ci impedisce di entrare in contatto con quei ricordi che rimangono frammentati dentro di noi, creando disagio senza poter guarire.

La dissociazione è ampiamente correlata al trauma: le persone che hanno subito eventi traumatici possono alternare momenti di sopraffazione da parte dei ricordi a momenti di completa disconnessione, come se l’evento traumatico non fosse mai accaduto.

Si generano così due parti che funzionano contemporaneamente: una apparentemente tranquilla, capace di continuare la vita quotidiana come se nulla fosse. L’altra invece "contiene" la storia traumatica: tende a riviverla costantemente e a cercare di sopraffare l’altra. Proprio in virtù di questa dissociazione, si parla di frammentazione del sé.

È una dissociazione strutturale che logora chi ne soffre: la volontà di vivere una vita apparentemente normale viene messa a dura prova dal frammento di sé che contiene il trauma e lo ripropone, mettendo in atto continui meccanismi di fuga, controllo e protezione.

Come risolvere la frammentazione del sé

Comprendere come le parti interagiscono tra loro e l'una contro l'altra è fondamentale per il processo di guarigione. Un percorso terapeutico è lo strumento adatto per integrare le due parti all’interno di una narrazione coerente, capace di ricordare l’evento senza riattivare il trauma. 

La frammentazione del sé può essere trattata anche grazie ad un percorso online con un professionista della salute mentale: per intraprenderlo puoi rivolgerti a Serenis. Siamo un centro medico autorizzato con una piattaforma su cui potrai trovare più di 1500 psicoterapeuti e psicoterapeute. 

Ricomporre la frammentazione del sé

Per ricomporre la frammentazione è necessario identificare:

  • i diversi frammenti;
  • il momento in cui è avvenuta la separazione.

A questo lavoro ne va aggiunto un altro egualmente importante: capire ciò di cui ha bisogno ciascun frammento per arrivare alla reintegrazione del sé.

Il terapeuta può fornirci gli strumenti più adatti per affrontare questo percorso. Dopo l'iniziale identificazione, può aiutarci a comprendere la sequenza temporale della frammentazione ovvero il momento di esordio.

Il terzo step è individuare il bisogno insoddisfatto nascosto nel frammento per integrarlo nel nostro presente e nell'equilibrio del sé razionale.

Questo è il passaggio più delicato e doloroso perché prevede la ricomposizione e il collegamento dei frammenti gli uni con gli altri per imparare a gestirli nel momento in cui si affacciano nella nostra vita, un lavoro complesso e difficile che deve avvenire nello spazio sicuro e protetto della terapia. Riconoscere la presenza dei frammenti e capire quando prendono il controllo riduce la loro capacità di sopraffarci.

Per guarire il sé frammentato è fondamentale parlarne apertamente, senza nessuna vergogna o senso di colpa. La dissociazione è soltanto lo strumento che la nostra mente ha usato per sopravvivere a un evento traumatico che non abbiamo scelto o provocato.

La chiave di volta è riconoscere che nel presente non abbiamo più bisogno di quella modalità di sopravvivenza, diventata ormai vecchia e obsoleta. Scegliamo di cambiare e prosperare, lavorando con impegno e pazienza: ognuno di noi merita la guarigione e il diritto di vivere una vita all'altezza dei suoi desideri.

 

Fonti:

  • Fisher, J. (2017). Guarire la frammentazione del sé. Come integrare le parti di sé dissociate dal trauma.
  • Ricciutello, C., Cheli, M., Montenegro, M. E., Campieri, M., Fini, A., & Pincanelli, F. (2012, September 1). Violenza intrafamiliare e salute mentale in adolescenza: il trauma complesso come disturbo dello sviluppo. Rivista Di Psichiatria. https://www.rivistadipsichiatria.it/archivio/1175/articoli/13032/ 

Il primo colloquio è gratuito, poi 49 € a seduta.

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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