Cos'è la FOMO (Fear of Missing Out) e come uscirne
La F.O.M.O. è spesso alimentata dall'osservazione delle attività degli altri sui social media, che possono far sentire la persona esclusa o inadeguata

Punti chave
- Cos'è la FOMO: la Fear of Missing Out (FOMO) è una forma di ansia caratterizzata dalla paura di perdere eventi, esperienze o interazioni sociali, spesso legata all'uso dei social media e al confronto costante con gli altri.
- Sintomi della FOMO: i principali sintomi includono ansia, necessità di essere costantemente connessi, uso eccessivo dei social media, bassa autostima e senso di esclusione.
- Trattamento della FOMO: per gestire la FOMO si utilizzano terapie psicologiche (cognitivo-comportamentale, psicodinamica, sistemico-relazionale) e strategie personali come mindfulness, journaling e pause dai social.
FOMO: definizione e significato
La FOMO, acronimo di “Fear of missing out”, è la “paura di essere esclusi" o "paura di perdersi qualcosa”. Si manifesta con una preoccupazione compulsiva verso la perdita di occasioni e interazioni sociali ed è definita da due elementi:
- l'ansia di perdersi esperienze piacevoli a cui gli altri partecipano;
- il desiderio di essere costantemente aggiornato, anche per quanto riguarda social media e notifiche.
Infatti, il controllo continuo del proprio cellulare, l'uso smisurato dello smartphone e andare continuamente su siti di notizie sono comportamenti tipici di un soggetto con la FOMO.
Condividere informazioni ed esperienze con un gruppo di cui far parte e da cui, in caso di bisogno, ricevere protezione, è una necessità evolutiva. Queste interazioni, infatti, ci consentono di stabilire il nostro ruolo all’interno di un gruppo, quindi di sviluppare la nostra identità sociale.
E anche se oggi non collaboriamo più con le altre persone esclusivamente per ragioni di mera sopravvivenza, l’ansia di rimanere fuori da un gruppo a cui vorremmo appartenere ha pervaso altri aspetti della nostra vita.
La FOMO è una forma di ansia correlata alla nomofobia, ovvero la dipendenza da smartphone (che deriva dall’inglese no-mobile phobia).
Vediamo un esempio: hai presente quando ti stai rilassando sul divano, apri Instagram e in pochi secondi il tuo feed viene invaso da foto e video di amici, amiche o conoscenti che se la spassano a una festa fighissima (per la quale non hai ricevuto alcun invito) o che vivono esperienze emozionanti, super divertenti e provi quella sgradevole sensazione di “esclusione” o "overthinking"? Ecco questo è un esempio di FOMO.
La FOMO non è considerata una malattia, piuttosto una forma di disturbo d'ansia, curabile e trattabile.

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Chi soffre di FOMO?
A soffrire di FOMO sono principalmente le generazioni più giovani che fanno un uso intensivo dei social e sono quelle più esposte a questa vecchia - ma allo stesso tempo nuova - forma di ansia generalizzata, e sono anche quelle più a rischio di cadere in un circolo vizioso in base al quale si controllano compulsivamente i social per sedare la paura di perdersi qualcosa e allo stesso tempo si corre il rischio di imbattersi in eventi o dinamiche a cui non poter partecipare.
FOMO e benessere psicologico
Uno studio ha rilevato la correlazione tra FOMO e psicopatologia, ed è venuto fuori che coloro che avevano un livello di FOMO superiore alla media presentavano un moderato rischio di problemi emotivi e comportamentali, oltre a un elevato livello di emozioni negative e un livello moderato di ritiro sociale.
Sempre lo stesso studio ha indagato la relazione tra i livelli di FOMO e il benessere psicologico, evidenziando che le persone con livelli di FOMO superiori alla media hanno riportato un complessivo minore benessere psicologico. In particolare, hanno sperimentato:
- un minor senso di autonomia nella presa di decisioni
- una minore soddisfazione nelle relazioni interpersonali
La presenza di FOMO elevata è stata associata a:
- sentimenti meno positivi nei confronti di sé stessi
- minore accettazione di sé
Evidenziando l'impatto negativo di questa condizione sulla salute mentale complessiva.
Sintomi della FOMO
Tra i sintomi principali della Fear of Missing Out troviamo:
- necessità di essere costantemente connessi per vedere cosa fanno gli altri e quando;
- uso eccessivo dei social media;
- iper-controllo dello smartphone e incapacità di trascurare le notifiche;
- ansia patologica (per vedere le differenze con ansia funzionale, leggi il nostro articolo);
- senso di inadeguatezza ed esclusione.
- bassa autostima
Cause della "Fear of Missing out"
Alcuni fattori che possono generare la FOMO sono:
- La paura di sbagliare;
- L’avidità;
- L’invidia.
Vediamoli nel dettaglio.
L'amartofobia, ovvero la paura di sbagliare, ci spinge a osservare il comportamento delle altre persone.
La logica dietro a questa affermazione è che se molte persone compiono una determinata azione è molto probabile che sia corretta, al contrario, se nessuna la compie, riterremo che si tratti di una cosa sbagliata.
Un secondo fattore può essere l’avidità, in grado di spingere le persone a commettere gravi errori di valutazione, soprattutto in ambiti in cui la razionalità dovrebbe prevalere sull’emotività, come quello finanziario.
L’invidia, ovvero percepire una differenza notevole tra il proprio stile di vita e quello di chi conosciamo o di chi seguiamo sui social con più assiduità, può innescare un sentimento d’invidia “distruttivo”, che porta a screditare la condizione sociale delle altre persone per “abbassarla" al nostro livello.
Come superare la FOMO?
Ci sono diverse pratiche che ti possono aiutare a superare e gestire la FOMO. Le tecniche di mindfulness (pratiche di meditazione), ad esempio sono focalizzate sullo stare ed essere consapevoli nel momento presente e possono aiutarti a controllare l'ansia.
Consigliamo sempre di rivolgersi ad un o una professionista della salute mentale per combattere forme di ansia come la FOMO.
Combattere la FOMO grazie alla psicoterapia
Esistono principalmente 3 diversi approcci terapeutici utili per il trattamento della FOMO:
- terapia psicodinamica - focalizzata sul ruolo cruciale dell'inconscio sulla nostra parte consapevole, attraverso conversazioni molto introspettive, quasi dei “pensieri ad alta voce”, individua le forze che influenzano il nostro stato d’animo;
- terapia cognitivo-comportamentale - concentrandosi sulla relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti;
- terapia sistemico-relazionale - consapevole dell'importanza delle relazioni, utilizza diversi strumenti, come il genogramma e le domande circolari, che attraverso conversazioni molto introspettive servono a risolvere i legami disfunzionali e a farci stare meglio come individui.
Una paziente di 19 anni, vittima di bullismo per il sovrappeso alle medie, sviluppò un'abitudine compulsiva di controllare Instagram per paura di ricadere nelle dinamiche di esclusione. Questo comportamento alterò il suo ritmo circadiano a causa del vamping notturno. In terapia, si lavorò su esercizi di mindfulness, time out dai social e riscoperta delle sue passioni, aiutandola a valorizzarsi per la sua essenza, oltre che per l'apparenza.
Strategie per combattere la FOMO
Vogliamo darti 3 modi che possono essere efficaci per combattere la FOMO e le brutte sensazioni che fa provare.
1. Cambiare prospettiva e ridimensionare le proprie aspettative
Il primo modo è accettare il fatto che qualunque scelta che prenderai su cosa fare e cosa no, probabilmente comporterà l’inevitabile sacrificio di altre scelte.
Quindi, dovrai ridimensionare le tue aspettative su ciò che puoi fare, e alla base di questa consapevolezza c’è la “JOMO”, acronimo per “Joy of missing out”, cioè “gioia di perdere l’occasione di fare qualcosa” per goderti appieno ciò che già hai (è una cosa che non facciamo mai abbastanza).
2. Coltivare la consapevolezza
Un secondo metodo per contrastare la FOMO, strettamente collegato al primo, è coltivare la consapevolezza di sé.
Ci sono diversi modi per farlo: uno è la precedente citata “mindfulness”. È una pratica che aiuta a concentrarsi sul “qui e ora”, evitando così di divagare troppo con il pensiero e prestando più attenzione al presente.
Un altro metodo è il “journaling”: consiste nel tenere un diario quotidiano. Può aiutarti moltissimo nello spostamento dell’attenzione dall’approvazione esterna delle altre persone, all’apprezzamento delle cose importanti nella tua vita per cui provare gratitudine.
Se non hai mai tenuto un diario tutto tuo, potresti cominciare a fare journaling su Serenis. Puoi tenere traccia delle tue giornate annotando le emozioni, gli stati d’animo e anche i tuoi pensieri.
3. Prendersi una pausa dai social
Il terzo metodo è forse il più intuitivo - ma non per questo meno efficace dei precedenti - è prendersi una pausa dai social.
Dimenticarsi del proprio smartphone per dei momenti durante la giornata e sostituire lo scrolling del feed dei nostro social con attività piacevoli e rilassanti come:
- fare una lunga passeggiata (se ne hai la possibilità, meglio nella natura);
- ascoltare musica;
- e perché no, praticare sport per stimolare la produzione degli “ormoni del buon umore”, come le endorfine e la serotonina.
Fonti:
- Przybylski, A. K., Murayama, K., DeHaan, C. R., & Gladwell, V. (2013). Motivational, emotional, and behavioral correlates of fear of missing out. Computers in Human Behavior, 29(4), 1841–1848. https://doi.org/10.1016/j.chb.2013.02.014
- Wortham, J. (2013, February 5). How social media can induce feelings of ‘Missing out.’ The New York Times.
- Utz, S., Tanis, M., & Vermeulen, I. (2011). It is all about being popular: The effects of need for popularity on social network site use. Cyberpsychology Behavior and Social Networking, 15(1), 37–42.