L'anuptafobia: la paura di rimanere single

In questo articolo vediamo cos'è l'anuptafobia, ovvero la paura di essere single, da cosa è causata e come affrontarla.

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Cos'è l'anuptafobia

L'anuptafobia, o la paura persistente di rimanere single, è un disturbo non molto conosciuto ma in grado di influenzare profondamente le relazioni e il benessere personale dell’individuo.

Per alcuni individui, il mantenimento di una relazione stabile costituisce una fonte di sicurezza, mentre la prospettiva di rimanere single può provocare una forte paura di rimanere soli.

In questo articolo esamineremo le cause psicologiche di questa fobia, le caratteristiche tipiche di chi la prova e i suoi effetti sulla vita affettiva. Infine analizzeremo le possibili strategie per affrontarla, promuovendo una visione più equilibrata delle relazioni e della propria autostima.

Cos'è l'anuptafobia?

L’anuptafobia è, in poche parole, la paura di rimanere single. L’anuptafobia o “paura di rimanere single” è una condizione psicologica caratterizzata dalla paura e dall'ansia legate al fatto di rimanere single o di vivere da soli.

È stata definita come la “preoccupazione, ansia o angoscia per l'esperienza attuale o futura di essere senza un partner romantico”. (Spielmann et al., 2013)

Per comprendere pienamente il significato di anuptafobia bisogna considerare che la “paura di rimanere single” non è riconosciuta come un disturbo mentale ufficialmente classificato nei manuali diagnostici come il DSM-5, ma è un concetto che viene spesso discusso e studiato nell'ambito della psicologia e della sociologia per comprendere meglio le esperienze delle persone non sposate.

Origine ed etimologia del termine

Il termine "anuptafobia" deriva dal greco. Lo si trova in due varianti, anuptafobia e anuptofobia, che sono perfetti sinonimi. L’etimologia riprende due parole della lingua greca:

  • "anupta" che significa "celibe" o "non sposato";
  • "fobia" che significa "paura".

Dall’unione delle due nasce la perfetta definizione di anuptafobia come “paura di rimanere single”. 

Perché “sindrome di Bridget Jones”?

Il nome “Sindrome di Bridget Jones” ha origine dalla trama del celebre film del 2001 in cui la protagonista, Bridget Jones appunto (interpretato da Renée Zellweger nei film tratti dai romanzi di Helen Fielding), incarna una paura comune nei giovani adulti: pur di non rimanere single si trova immersa in un disastroso triangolo amoroso da cui riesce a fuggire soltanto dopo non poche peripezie. 

Paura di rimanere single

Perché non accettiamo di essere single?

Il principale motivo per cui risulta a volte difficile accettare di essere single è la più ampia paura di rimanere soli. Vediamo quindi da cosa è causata.

Perché abbiamo paura di stare da soli?

La paura di rimanere single ha, all’origine, la paura più generale di rimanere da soli. Ma quali sono le principali motivazioni che la scatenano? Perché abbiamo ci sentiamo soli?

  • paura della solitudine: la solitudine può essere spaventosa per molte persone. La paura di non avere qualcuno con cui condividere la vita quotidiana, affrontare le sfide e godersi i momenti speciali può essere un motivo per cui alcuni temono la singletudine.
  • paura del giudizio altrui: la società spesso giudica le persone single, etichettandole come "incomplete" o "sfigate". Questo giudizio può portare alcune persone a temere il rifiuto sociale.
  • paura dell'ignoto: essere single può rappresentare un territorio sconosciuto, e l'ignoto può essere spaventoso per molte persone. La paura del cambiamento e dell'incertezza può contribuire alla paura di rimanere single.

Essere single e stare da soli: qual è la differenza?

Mentre alcune persone possono trovare gioia e soddisfazione nel trascorrere del tempo da sole, altre potrebbero sperimentare ansia o disagio in questa situazione.

È importante notare che non c'è nulla di sbagliato nell'essere single, e molte persone conducono vite felici e appaganti senza una relazione romantica. Stare da soli può essere una scelta consapevole per dedicarsi al riposo, alla riflessione o all'esplorazione di interessi personali.

In entrambi i casi, sia stare da soli che essere single possono offrire opportunità preziose per la crescita personale e per imparare ad amare se stessi, senza necessariamente indicare una mancanza di valore o soddisfazione nella vita di un individuo.

Cause dell’anuptafobia

L’anuptafobia può essere causata da esperienze pregresse molto personali. Tuttavia è possibile individuare alcune motivazioni comuni che spingono le persone a percepire una certa paura di restare single. Tra queste: 

  • la disillusione dovuta a esperienze passate o aspettative non soddisfatte: dopo la fine di una storia importante è più probabile manifestare la paura di rimanere single e non trovare mai più qualcuno con cui avviare una relazione altrettanto stabile. Al contempo la disillusione riguardo alle relazioni potrebbe venire anche da aspettative personali: coloro che pensavano di trovare un partner e mettere su famiglia entro una certa età potrebbero infatti percepire un’ulteriore pressione sul trovare qualcuno e questo potrebbe alimentare la loro paura di rimanere single. L'impressione è quindi quella di non riuscire ad innamorarsi;
  • non aver sviluppato un’adeguata indipendenza emotiva e dunque ritenere la presenza di un fidanzato o una fidanzata assolutamente necessaria al raggiungimento della felicità.

Mancanza di comunicazione

Cause dell’anuptafobia nelle donne non sposate

Uno studio pubblicato sul Journal of Professional & Applied Psychology (Ammara S. e colleghi, 2022) identifica 3 fattori di rischio che potrebbero incidere sulla paura di rimanere soli nelle donne non sposate.

  1. età: lo studio suggerisce che con l'aumentare dell'età, cresce anche l'ansia e il disagio legati al non essere sposate. Le donne più anziane possono percepire una maggiore pressione sociale o autoimposta per il matrimonio, il che potrebbe contribuire all'ansia e alla preoccupazione per lo stato di singola.
  2. sistema familiare: le aspettative dei genitori o la pressione familiare per il matrimonio e la delusione possono aumentare lo stress e l'ansia nelle donne non sposate. Inoltre, la qualità delle relazioni familiari e il sostegno emotivo possono influenzare il modo in cui le donne percepiscono il loro status di singola e la loro ansia associata ad esso.
  3. status socioeconomico: le donne con uno status socioeconomico più basso potrebbero sperimentare maggiori difficoltà nell'incontrare partner adatti o nell'avere accesso alle risorse necessarie per sposarsi. Inoltre, le pressioni finanziarie possono aggiungere stress e ansia alla situazione di essere non sposate.

Quali sono i segnali dell'anuptafobia?

L'anuptafobia si manifesta con una forte preoccupazione riguardo alla possibilità di non avere una relazione romantica, di non trovare il vero amore, di non essere coinvolto in un rapporto significativo. 

Tuttavia non possiamo parlare di veri e propri sintomi dell’anuptafobia visto che non è un disturbo mentale. Possiamo però individuare alcuni comportamenti che possono fungere da segnali che ci aiutano a capire se noi o chi ci troviamo davanti sta provando questa fobia. 

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Segnali psicologici

  • Ansia e apprensione costante riguardo alla situazione di non essere sposati
  • Paura di essere giudicati o stigmatizzati per lo stato civile
  • Senso di solitudine o isolamento sociale
  • Depressione o sentimenti di tristezza persistente
  • Preoccupazione costante per il futuro e la possibilità di non trovare un partner romantico

Segnali comportamentali

  • Evitare situazioni sociali o eventi in cui potrebbe essere evidenziata la condizione di essere non sposati
  • Avere difficoltà a mantenere relazioni a lungo termine a causa dell'ansia o della paura associata allo stato di non sposati
  • Concentrarsi compulsivamente sulla ricerca di un partner o su strategie per migliorare l'attrattività personale

Questa paura può spingere a cercare in modo più urgente una relazione, talvolta portando ad accontentarsi di un partner che potrebbe non essere del tutto compatibile o soddisfacente. La paura potrebbe anche portare a una maggiore enfasi sulla quantità delle relazioni rispetto alla loro qualità, con persone che cercano avidamente una connessione romantica a qualsiasi costo.

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Come riconoscere l’anuptafobia

In generale chi soffre di anuptafobia:

  • tende a subire i partner invece di sceglierli;
  • tende a non interrompere le relazioni anche quando sono malsane o relazioni tossiche pur di stare con qualcuno;
  • tende a perdere sé stesso nelle relazioni, abbandonando la propria identità individuale in favore di quella della coppia;
  • tende ad essere eccessivamente geloso o possessivo perché teme di perdere l’altra persona e quindi di trovarsi di nuovo da solo. 

Test per l'anuptafobia: la FOBS

Sebbene non esista un vero e proprio test per diagnosticare l'auptafobia (non essendo un disturbo mentale), possiamo fare affidamento alla Fear of Being Single Scale (FOBS).

Questa scala misura la paura di rimanere single chiedendo all'intervistato quanto è d'accordo, su una scala da 1 a 5, con le seguenti affermazioni:

  1. Sento che è quasi troppo tardi per trovare l'amore della mia vita.
  2. Mi sento in ansia quando penso di essere single per sempre
  3. Ho bisogno di trovare un partner prima di essere troppo vecchia per avere e crescere dei figli
  4. Se finirò da solo nella vita, probabilmente sentirò che c'è qualcosa di sbagliato in me
  5. Con l'avanzare dell'età, sarà sempre più difficile trovare qualcuno
  6. Mi spaventa il pensiero che potrebbe non esserci nessuno per me.

Che caratteristiche ha chi ha paura di stare solo?

Le caratteristiche tipiche di una persona che soffre di anuptafobia sono le seguenti:

  • forte desiderio di relazioni romantiche e costante ricerca di relazioni: le persone con anuptafobia possono avere un desiderio intenso di trovare un partner romantico e possono concentrarsi molto sulla ricerca di una relazione.
  • pensieri ossessivi sulla solitudine ed evitamento della stessa: possono essere costantemente preoccupati per la loro situazione di essere non sposati o per il loro futuro senza un partner romantico.
  • bassa autostima o senso di valore personale legato allo stato civile: possono attribuire il loro valore personale o il loro senso di realizzazione al fatto di avere una relazione romantica o essere sposati, e quindi sentirsi inferiori o indesiderati se sono single.
  • paura del giudizio degli altri: possono temere il giudizio sociale o la stigmatizzazione per il loro stato di singola e cercare costantemente di nasconderlo agli altri.

Queste caratteristiche portano alla costante ricerca di relazioni e a una forte propensione a evitare la solitudine. Vediamole nel dettaglio.

Costante ricerca di relazioni

Le persone affette da anuptafobia possono dedicare una quantità significativa di tempo e sforzi alla ricerca di una relazione romantica. Questo può manifestarsi attraverso:

  • partecipazione frequente a eventi sociali
  • utilizzo di app di incontri
  • costante ricerca di occasioni per incontrare potenziali partner 

Evitamento della solitudine

Coloro che hanno paura di restare soli possono evitare attivamente di trovarsi da solo/a, manifestando una grande paura della solitudine. 

Preferiscono costantemente stare in compagnia di altre persone e trovano difficile o scomodo trascorrere del tempo da sole.

Dipendenza affettiva

Quali sono le conseguenze dell'anuptofobia?

L'evitamento della solitudine può influenzare negativamente la capacità di sviluppare una sana indipendenza emotiva e di godere del tempo da soli, limitando le opportunità di crescita personale e benessere psicologico e capacità personali.

D'altra parte la costante ricerca di relazioni può portare diversi rischi che, anche se apparentemente non gravi, se sommati potrebbero portare ad una situazione di profondo disagio. Tra questi ci sono:

  • Il rischio di trascurare se stessi,
  • Non concentrarsi su lavoro, interessi e hobby personali
  • Trascurare le relazioni familiari e sociali, dedicando troppo tempo ed energie alla ricerca di un partner. 

Questo squilibrio può causare un indebolimento delle performance lavorative, una diminuzione del coinvolgimento in attività che prima li appassionavano e una distanza emotiva dalle persone più vicine.

La solitudine affettiva

La solitudine affettiva si riferisce alla sensazione di vuoto o mancanza di connessione emotiva profonda con gli altri. 

Questa forma di solitudine può essere particolarmente acuta per coloro che sono single, poiché possono sperimentare una mancanza di un partner romantico con cui condividere le proprie emozioni e sentimenti in modo intimo.

La solitudine affettiva può influenzare notevolmente il benessere psicologico di una persona, poiché le relazioni affettive e le connessioni emotive sono spesso fondamentali per il sostegno emotivo e la gratificazione personale.

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Come trattare l'anuptafobia e superare la paura di rimanere single? 

Quando un paura di questo tipo ci attanaglia, il primo pensiero è quello di parlarne con gli amici e le persone a noi care. In questo modo potremmo scoprire di non essere soli e che non siamo gli unici a provare queste sensazioni. 

Quando però la paura di rimanere soli diventa una costante e si trasforma in un pensiero fisso, potrebbe causare un disagio più profondo, per il quale non è sufficiente parlarne con altre persone. 

In questi casi, l'importanza di un supporto psicologico non dovrebbe essere sottovalutata, specialmente in situazioni in cui l’essere single o gli aspetti emotivi legati alla vita da single possono diventare fonte di stress o disagio. La terapia può essere uno spazio sicuro per affrontare eventuali difficoltà legate a relazioni passate o per lavorare sulla costruzione di relazioni future in modo più sano e consapevole. Se lo desideri, puoi intraprendere un percorso anche online, grazie a centri medici autorizzati come Serenis.

Cercare supporto psicologico non è un segno di debolezza, ma un passo coraggioso verso il miglioramento del proprio benessere mentale. 

Concretamente l'anuptafobia si può curare:

  • intraprendendo un percorso di psicoterapia, se se ne sente il bisogno;
  • facendo affidamento a familiari, amici e in generale alla propria rete di supporto;
  • ignorando le aspettative e le pressioni sociali;
  • concentrandosi sulla crescita personale;
  • imparando a godere dell'essere single;
  • imparando a stare da soli e a gestire la solitudine in maniera sana.

 

Fonti

  • Long, C. R., & Averill, J. R. (2003). Solitude: An exploration of benefits of being alone. Journal for the Theory of Social Behaviour, 33(1), 21-44.
  • Spielmann, S. S., MacDonald, G., Maxwell, J. A., Joel, S., Peragine, D., Muise, A., & Impett, E. A. (2013). Settling for less out of fear of being single. Journal of Personality and Social Psychology, 105(6), 1049–1073. https://doi.org/10.1037/a0034628
  • Spielmann, S. S., MacDonald, G., Maxwell, J. A., Joel, S., Peragine, D., Muise, A., & Impett, E. A. (2013). Settling for less out of fear of being single. Journal of personality and social psychology, 105(6), 1049.
  • Ammara, S., & Jameel, R. (2022). Rejection Sensitivity and Anuptaphobia in Unmarried Women: The Moderating role of Social support. Journal of Professional & Applied Psychology3(2), 195–207. https://doi.org/10.52053/jpap.v3i2.85
  • Fan, Z., Lin, X., Tao, M., Wu, H., & Wang, X. (2023). The Chinese adaptation and validation of the Fear of Being Single Scale for college students. Acta psychologica, 238, 103989. 
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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