Essere fuori corso all’università: gli effetti psicologici

Essere fuori corso all'università può avere effetti psicologici rilevanti, come ansia, senso di colpa e perdita di autostima. Questo fenomeno si verifica quando gli studenti non riescono a seguire il piano di studi, accumulando ritardi negli esami. Le cause possono includere metodi di studio inefficaci, delusione rispetto alle aspettative iniziali e blocchi psicologici legati agli esami. Inoltre, le aspettative sociali possono intensificare il senso di fallimento, portando a una percezione negativa di sé. Per affrontare questi effetti, è importante separare l'identità personale dal successo accademico e adottare un approccio più benevolo verso se stessi.

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Essere fuori corso all'università

Il tema dell'essere fuori corso all’università è molto importante per gli effetti psicologici che procura negli studenti. Essere fuori corso significa trovarsi nella situazione in cui durante il percorso universitario si ritardano gli esami e si rimane indietro con lo studio delle materie. Si tratta di una condizione piuttosto frequente in cui lo studente non riesce a stare al passo con il normale piano di studi della facoltà universitaria;

Ogni situazione di fuori corso va considerata nelle sue specificità. E’ infatti possibile che l’ampiezza del fuori corso sia maggiore o minore a seconda del numero di mesi o anni necessari a recuperare gli esami persi. Se la media della facoltà prevede ad esempio sei esami ogni anno, dover recuperare tre o quattro esami significa ritardare di oltre sei mesi il momento della conclusione degli studi. Diventa chiaro che una pressione di questo tipo avrà degli effetti psicologici che riguardano l’ansia da prestazione, la preoccupazione di non farcela, il senso di colpa nei confronti dei genitori che spesso finanziano gli studi e la progressiva perdita della fiducia in se stessi.

Perchè essere fuori corso all’università genera effetti psicologici?


Prima di approfondire quali sono gli effetti psicologici dell’essere fuori corso all’università è importante capire che gli studenti universitari devono seguire delle tabelle di marcia predisposte dalla loro facoltà. Non è dunque così improbabile accumulare un ritardo nel dare gli esami previsti nelle singole annualità del corso. Normalmente il programma degli atenei suddivide ciascuna disciplina in determinati semestri o annualità e fissa delle scadenze entro le quali è necessario superare un certo numero di esami per essere considerati in linea con il corso. Talvolta però accade che lo studente non superi o non si presenti ad alcuni degli esami previsti. Ciò comporta che rimarrà indietro rispetto alla tabella di marcia finendo così nella categoria dei fuori corso.

Come si finisce fuori corso all’università?


Molto spesso si finisce fuori corso all’università per una combinazione di fattori. Vediamone alcuni:

Metodo di studio inefficace


Uno dei principali motivi per cui si finisce fuori corso riguarda la difficoltà di trovare un metodo di studio efficace per l’università. Tutto ciò che durante il percorso scolastico delle superiori si era rivelato sufficiente per raggiungere gli obiettivi richiesti non è detto che sia altrettanto efficace quando si tratta di approcciarsi allo studio universitario. Molto spesso i metodi adottati dagli studenti che riescono ad avere i risultati migliori alle scuole superiori consistono nel prendere qualche appunto in classe, stare attenti a lezione, sottolineare il libro e qualche volta fare anche un riassunto degli argomenti più importanti. La questione si complica quando si entra all’università. La mole di lavoro infatti è decisamente più grande e l’aspetto della comprensione è fondamentale per poter andare avanti negli studi. Le modalità di apprendimento applicate fino a quel momento dunque potrebbero rivelarsi inefficaci e si rende necessario cambiare approccio. Di solito quando non c’è un buon metodo di studio si finisce con il compiere l’errore di studiare molto più del necessario, il tempo non è razionalizzato e la stanchezza aumenta di mese in mese. Gli effetti psicologici della mancanza di un metodo di studio efficace può generare affanno e un grande accumulo di lavoro che diventa sempre più difficile smaltire. Lo studente potrebbe quindi trovarsi con un sovraccarico che genera frustrazione ed ansia.

Delusione


Spesso quando si comincia l’università si hanno molte aspettative, si crede che finalmente le materie di studio saranno conformi alle proprie attitudini ed interessi oppure che ci si troverà a contatto con un ambiente culturale di un certo livello. Talvolta però le cose non sono proprio come ci si immagina e questo genera una certa delusione che può addirittura mettere in discussione la propria scelta. Il problema principale diventa dunque di tipo esistenziale, ci si domanda se la facoltà è davvero quella giusta e la disaffezione per l’università genera come conseguenza una demotivazione che non aiuta di certo nella prosecuzione degli studi.

Il blocco dello studente


Un altro fattore che spesso si presenta negli studenti universitari è l’ansia per gli esami. Molti vivono il momento dell’esame con un eccesso di ansia al punto da rinunciare a dare l’esame il giorno stesso per paura di fallire. Quando l’ansia prende il sopravvento si corre il rischio di avere un vero e proprio blocco psicologico che impedisce di approcciarsi allo studio con la serenità e la concentrazione necessarie. Il blocco dello studente è un problema che colpisce moltissime persone e genera un forte senso di impotenza e scarsa capacità di controllo della propria vita. Gli effetti psicologici che ne derivano possono portare alla perdita dell'autostima e allo sviluppo di un profondo senso di inutilità.

Quanto pesano le aspettative sociali sull'essere fuori corso all'università


Perchè essere fuori corso all'università dovrebbe essere psicologicamente così rilevante? Il punto della questione riguarda il peso che hanno le aspettative sociali nei confronti degli studenti universitari. Il mito della perfezione in tutti gli ambiti della vita è oramai il minimo comune denominatore della società contemporanea. Ne consegue che i giovani sentono di dovere a tutti i costi stare al passo con le richieste sociali spesso rinunciando alla loro stessa libertà. Non si tratta delle aspettative dei genitori ma della più complessa cultura della performance nella quale siamo tutti immersi. La categoria degli studenti universitari fuori corso è dunque particolarmente soggetta alle critiche in quanto è evidente la non conformità agli standard richiesti. Gli effetti psicologici possono essere devastanti per i giovani che si trovano in questa condizione.

Cosa vuol dire essere uno studente fuori corso


Essere studente fuori corso significa ricevere un'etichetta giudicante da parte della società che fa sentire il giovane inferiore, sbagliato, incapace. La conseguenza può essere un senso di profondo fallimento personale che può intaccare in modo irreversibile la salute mentale.

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Come affrontare gli effetti psicologici e migliorare il benessere mentale


Il primo passo da fare per affrontare il sentimento di inferiorità dello studente fuori corso è quello di slegare del tutto la performance universitaria dalla concezione che si ha di se stessi. L'identità del giovane non può e non deve coincidere completamente con il suo essere uno studente universitario. Anche il confronto con i risultati ottenuti dagli altri è nella maggior parte dei casi qualcosa che non aiuta. Bisognerebbe dunque provare a distinguere in modo sano la propria storia e considerarla nella propria unicità. 

Non tutti arrivano allo stesso obiettivo percorrendo la medesima strada. Inoltre anche le tempistiche possono essere diverse da una persona all'altra. Per questo motivo è più utile ed equilibrato adottare un approccio benevolo con se stessi in cui ci si permette di avere ripensamenti, di non essere sempre perfetti o in linea con le aspettative sociali. E' molto importante anche confrontarsi con gli amici e i colleghi condividendo ansie, paure e preoccupazioni. In altri casi può essere di grande aiuto rivolgersi ad un professionista della salute mentale.

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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
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