Disturbo da esibizionismo: cos'è e trattamento

L'esibizionismo è un disturbo paraphilico caratterizzato dalla tendenza a mostrare i propri organi sessuali in luoghi pubblici, spesso causato da fantasie devianti e condizioni emotive negative, con trattamenti che includono terapia immaginativa e avversione.

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disturbo da esibizionismo

L'esibizionismo è considerato una parafilia, ovvero un comportamento sessuale atipico che coinvolge altre persone. Non si tratta necessariamente di abusi o perversioni, ma di fantasie che possono essere inscenate anche in contesti consensuali come i giochi di ruolo.

Esibizionismo: significato

Per esibizionismo si intende l'atto di mostrare i propri genitali o altre parti del corpo, con l'intento di eccitarsi sessualmente, oppure il forte desiderio di essere osservati durante l’attività sessuale. Nell'esibizionismo, il fulcro del piacere è nel sapere di essere osservati.

Secondo il DSM-5, parliamo di "disturbo esibizionista" quando il comportamento è caratterizzato da pulsioni o fantasie esibizionistiche che causano sofferenza o interferiscono con le normali attività quotidiane. L'aspetto principale di questo disturbo è la natura compulsiva.

Si possono distinguere due forme di esibizionismo: consensuale e non consensuale. L'esibizionismo consensuale coinvolge osservatori che sono consenzienti e che possono trarre piacere dall'atto di osservare. Al contrario, l'esibizionismo non consensuale si caratterizza per il tentativo di generare una reazione di shock o voyeuristica in persone non consapevoli e non consenzienti.

Il voyeurismo, invece, consiste nel comportamento di osservare segretamente atti di intimità. Le persone con tendenze voyeuristiche si appostano per guardare individui nudi o impegnati in atti sessuali, senza che questi ne siano consapevoli.

significato di esibizionismo

Insorgenza e caratteristiche del disturbo da esibizionismo

Gli uomini adulti con disturbo da esibizionismo spesso riferiscono di sentirsi attratti dal mostrare i loro genitali a persone non consenzienti sin dall'adolescenza. Questo comportamento può essere difficile da distinguere dalla curiosità sessuale tipica di quell'età, e le pulsioni di esibizione tendono a diminuire con gli anni, ma la persistenza nel tempo di questo disturbo è poco conosciuta.

La prevalenza esatta del disturbo da esibizionismo non è nota, ma si stima che tra il 2% e il 4% degli uomini possa soffrirne, mentre è presumibilmente molto meno comune nelle donne (APA, 2013). Anche se non sappiamo con certezza quanto sia diffuso questo disturbo, sappiamo che il comportamento esibizionistico non è raro. Gli atti di esibizionismo sono uno dei reati sessuali più frequentemente segnalati, rappresentando fino a due terzi di tutti i reati sessuali segnalati (Firestone et al., 2006; Gebhard et al., 1965; McNally & Fremouw, 2014).

Si pensa che gli esibizionisti mirino principalmente a giovani donne sconosciute, ma poche di queste vittime denunciano l'accaduto alla polizia. Questo perché molte di loro potrebbero non riconoscere il comportamento come un crimine o potrebbero sentirsi troppo spaventate per denunciarlo.

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Vittime di esibizionismo

Le vittime di esibizionismo sono spesso donne e bambini di entrambi i sessi. Questi eventi possono lasciare segni profondi nelle loro esperienze, generando associazioni traumatiche. La ricerca ha dimostrato che il 44% delle donne ha vissuto situazioni di esibizionsimo almeno una volta nella loro vita, mentre il 34% delle donne ha riportato episodi che sono verificati più di una volta. 

Molti di questi incidenti coinvolgono vittime giovani, spesso adolescenti, che possono sperimentare una mescolanza di emozioni tra paura ed eccitazione. Alcuni esibizionisti possono avere preferenze specifiche per le loro vittime, cercando attivamente situazioni in cui possono soddisfare tali preferenze. 

Nel comportamento dell'esibizionista si cela spesso il desiderio di imporre le proprie volontà e regole alla vittima scelta. Questo porta l'esibizionista a trasformare la persona in un oggetto su cui proiettare i propri desideri e impulsi sessuali, mentre la vittima subisce l'atto come una forma di violenza, indesiderata e involontaria.

Uno studio ha scoperto che il 28% delle vittime femminili ha dichiarato che l'esibizionismo ha influenzato le loro attività sociali e gli spostamenti, suggerendo che abbia conseguenze negative a lungo termine (Clark et al., 2016; Riordan, 1999).

vittime di esibizionismo

Cause di esibizionismo

Le cause precise del disturbo da esibizionismo sono ancora oggetto di studio. Diverse teorie che sono state proposte per spiegare questo fenomeno sono le seguenti:

  • Teoria comportamentale: il disturbo si sviluppa perché una persona associa l'atto di esibirsi sessualmente con una sensazione di piacere sessuale.
  • Teoria psicoanalitica: suggerisce che l'esibizionismo sia una sorta di difesa contro l'ansia da castrazione, un concetto della psicoanalisi che si riferisce alla paura inconscia di perdere i genitali. Mostrarsi sessualmente potrebbe essere un modo per contrastare questa paura.
  • Approccio fisiologico: il comportamento esibizionistico è causato da eccessive scariche neuronali in determinate aree del cervello, e questi squilibri portano una persona a mostrarsi sessualmente.
  • Ipotesi del disturbo del corteggiamento: questa teoria suggerisce che l'esibizionismo sia solo uno dei tanti comportamenti sessuali anomali che una persona può manifestare. In questo caso, l'esibizionismo sarebbe considerato parte di un insieme più ampio di comportamenti sessuali devianti che la persona utilizza come una forma distorta di corteggiamento.

Ci sono inoltre diversi fattori che possono aumentare il rischio di sviluppare il disturbo da esibizionismo e possono essere associati ad esso:

  • aver subito abusi emotivi o sessuali durante l'infanzia (McNally & Fremouw, 2014; Mohr, Turner, & Ball, 1962);
  • predisposizione a violenza verbale e comportamenti rischiosi o problematici;
  • disturbi mentali o comportamentali, come ad esempio disturbi dell'umore.

Inoltre, gli aggressori che hanno mostrato un escalation erano più propensi a presentare un disturbo della personalità, una libido eccessiva (misurata da più di un orgasmo al giorno) e una diagnosi infantile di disturbo oppositivo-provocatorio e/o disturbo ossessivo-compulsivo (Sugarman et al., 1994).

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Esibizionismo e altri reati

Gli esperti McNally e Fremouw hanno scoperto che circa il 25% degli esibizionisti torna a commettere un reato sessuale di qualsiasi tipo, mentre tra il 5% e il 10% passa a commettere un reato che coinvolge il contatto con la vittima entro cinque anni.

Gli esibizionisti possono evolvere verso comportamenti sessuali sempre più estremi nel corso del tempo, come molestare fisicamente le persone o compiere aggressioni sessuali. Questa escalation potrebbe essere alimentata dalla ricerca di sensazioni sempre più intense, portando l'individuo a commettere reati sessuali più gravi e dannosi nel tempo.

Il comportamento esibizionistico è stato associato anche ad atti di pedofilia, tentativi e violenze sessuali completate (Gebhard et al., 1965; McNally & Fremouw, 2014; Rooth, 1973). Uno studio condotto da Abel et al. (1988) ha scoperto che il 46% degli esibizionisti ha anche agito sessualmente contro bambini o è stato coinvolto in un reato di incesto. Inoltre, in un campione di 241 esibizionisti, il 15% ha ammesso di aver commesso uno stupro su un adulto (Bader et al., 2008; Freund, 1990).

Diagnosi del disturbo di esibizionismo

La diagnosi del disturbo di esibizionismo avviene con una valutazione approfondita che considera informazioni psicologiche e comportamentali per comprendere meglio il profilo della persona.

Al fine del trattamento, è importante considerare anche eventuali distorsioni cognitive o altre complicazioni che la persona potrebbe affrontare. Per una valutazione accurata è importante prestare particolare attenzione alla frequenza, gravità ed estensione dei comportamenti sessuali devianti. Inoltre, è essenziale ottenere una storia completa delle esperienze dell'individuo, comprese esposizioni precedenti, masturbazione durante l'esposizione, livelli di libido e interazioni con le vittime.

Poiché molti atti esibizionistici non vengono portati all'attenzione delle autorità, spesso l'unico modo per ottenere informazioni su tali comportamenti è tramite l'intervista alla persona coinvolta. Questo metodo può però essere influenzato da sottostime o dalla tendenza dell'individuo a minimizzare la gravità dei propri comportamenti. Di conseguenza, è importante integrare queste informazioni con dati ottenuti da altre fonti e considerare anche altri fattori di rischio che potrebbero contribuire all'escalation del comportamento, come la dipendenza da sostanze e l'abuso di alcol.

Prevenzione

Dal momento che gli atti esibizionistici avvengono spesso in luoghi pubblici, affrontare il problema a livello istituzionale potrebbe aumentare i tassi di segnalazione, riducendo così la prevalenza del comportamento, aumentare la divulgazione da parte delle vittime e la mobilitazione degli spettatori.

Inoltre, educare a riconoscere quando i propri confini personali vengono superati può aiutare le vittime a sentirsi meno colpevoli o responsabili dopo essere state esposte ad atti di esibizionismo. Questo può essere importante perché molte vittime di esibizionismo possono sentirsi imbarazzate o colpevoli, anche se non hanno fatto nulla di sbagliato. Se se stata/o vittima di episodi di esibizionismo, può essere utile affrontare il problema con un esperto della salute mentale. Serenis può aiutarti attraverso la psicoterapia online per dare spazio ai tuoi pensieri e affrontarli con un professionista adatto alle tue specifiche esigenze.

Trattamento e terapia dell'avversione

Molti esibizionisti potrebbero non cercare aiuto, ma coloro che lo fanno spesso descrivono un forte impulso a mostrare i propri genitali, spesso causato da tristezza, noia, stress o da situazioni specifiche.

Una forma di trattamento per coloro con disturbo da esibizionismo, descritta nel " Handbook of Sexual Assault and Sexual Assault Prevention" di William T. O’Donohue e Paul A. Schewe, è la terapia dell'avversione. Si tratta di un tipo di trattamento psicologico in cui una persona viene esposta a uno stimolo mentre sperimenta una sensazione spiacevole.

L'obiettivo è associare lo stimolo a qualcosa di negativo per fermare un comportamento indesiderato. Solitamente viene usata per combattere dipendenze come l'alcolismo, la tossicodipendenza o il gioco d'azzardo. Quando sorge l'impulso di esporre sé stessi, il cliente inspira una miscela di ammoniaca e libera la mente da qualsiasi pensiero legato all'offesa e sostituisce quei pensieri con un'immagine prosociale, come attività piacevoli (Marshall, 2006). Nel tempo, si ritiene che questo riduca l'impulso all'esposizione.

L'importanza della psicoterapia

L'esibizionismo è spesso scatenato da stati d'animo negativi, dove l'individuo si espone per calmarsi, creando un circolo vizioso. Per interrompere questo ciclo, l'individuo deve imparare a gestire il proprio stato emotivo in modi sani, affrontando anche eventuali pensieri irrazionali riguardanti il proprio comportamento. Per il trattamento antidepressivo, l'assunzione di trazodone a basso dosaggio può portare a una diminuzione del desiderio sessuale, disfunzione erettile e ridotta libido, registrando alti tassi di abbandono del comportamento esibizionista (Terao & Nakamura, 2000).

Gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) utilizzati per la depressione e altri disturbi dell'umore possono essere prescritti per ridurre il desiderio sessuale dell'esibizionista, aiutando così il processo di ristrutturazione cognitiva (dalla terapia CBT) a essere più efficace. Gli anti-androgeni possono anche contribuire a ridurre le tendenze compulsive del disturbo esibizionistico abbassando direttamente i livelli di testosterone nel corpo.

Anche se i farmaci possono essere utili nel controllare gli impulsi esibizionistici, da soli non influenzeranno il problema psicologico sottostante; quindi il trattamento standard d'oro è la combinazione con la psicoterapia (Chopin-Marcé, 2001). Inoltre, il trattamento immaginativo è una forma di terapia che esamina fantasie sessuali devianti e incoraggia a sostituirle con altre appropriate (Dandescu & Wolfe, 2003).

 

Fonti

  • Davis, S. K., & Davis, P. W. (1976). "Meanings and process in erotic offensiveness: An expose of exposees." Journal of Contemporary Ethnography, 5, 377–396.
  • Doren, D. M. (2002). "Evaluating sex offenders: A manual for civil commitments and beyond." Thousand Oaks, CA: Sage.
  • Enelow, M. L. (1969). "Public nuisance offenses: Exhibitionism, voyeurism and transvestism." In S. G. Kling (Ed.), Sexual behavior and the law. New York: Pocket Books.
  • Farrington, D. P., & Welsh, B. C. (2002). "Improved street lighting and crime prevention." Justice Quarterly, 19, 313–342.
  • Fenichel, O. (1964). "On acting." Psychoanalytic Quarterly, 15, 144–160.
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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