Epidemiologia dei DCA: grafici e statistiche
In questo articolo vediamo statistiche e grafici sui disturbi alimentari: trend in crescita, impatto della pandemia e crescente diffusione tra giovani e adolescenti.
I disturbi del comportamento alimentare stanno diventando una questione di salute pubblica sempre più rilevante a livello globale. Nonostante ci siano ancora lacune nella comprensione della loro esatta prevalenza, i dati statistici disponibili evidenziano che la loro diffusione sia in aumento, coinvolgendo un numero crescente di giovani donne, ma anche di uomini e fasce di età sempre più giovani, come pre-adolescenti e bambini.
Questo fenomeno, che coinvolge vari strati della popolazione, richiede un'attenzione urgente da parte della comunità medica, delle istituzioni sanitarie e della società in generale. Le statistiche attuali indicano un aumento dei casi diagnosticati, ma è probabile che i numeri reali siano ancora più alti, a causa della sottostima generata da diagnosi non riportate e dallo stigma che circonda tali patologie. Molte persone affette da disturbi alimentari, infatti, evitano di cercare aiuto a causa della vergogna o del senso di colpa legati alla loro condizione, ritardando così la diagnosi e il trattamento e contribuendo alla cronicizzazione dei sintomi.
Breve introduzione sui disturbi alimentari
I disturbi alimentari rappresentano un insieme di patologie complesse che coinvolgono sia la sfera fisica che quella psicologica, alterando profondamente il comportamento alimentare delle persone. Questi disturbi si manifestano in diverse forme, le più comuni delle quali sono l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (binge eating disorder). Ognuno di questi disturbi si caratterizza per un rapporto disfunzionale con il cibo, il peso corporeo e la propria immagine corporea, portando chi ne soffre a sviluppare abitudini estreme e pericolose come digiuni prolungati, episodi di abbuffate seguite da comportamenti compensatori (come il vomito autoindotto o l’uso di lassativi), o il consumo incontrollato di cibo.
L’impatto di queste patologie non si limita a un’alterazione del peso corporeo, ma interessa l’intera salute della persona, minando il benessere psicofisico e compromettendo la qualità della vita. Le conseguenze di questi disturbi possono essere devastanti non solo sul piano psicologico ma anche su quello fisico. Gli individui affetti da anoressia nervosa, ad esempio, possono sperimentare gravi carenze nutrizionali che portano a complicanze come osteoporosi, alterazioni cardiache, infertilità, e nei casi più gravi, la morte. La bulimia nervosa, invece, può causare squilibri elettrolitici, problemi gastrointestinali e danni ai denti a causa del vomito autoindotto. Nel caso del disturbo da alimentazione incontrollata, oltre all’impatto psicologico legato alla vergogna e alla bassa autostima, vi è spesso un rischio aumentato di sviluppare obesità, diabete di tipo 2 e malattie cardiovascolari.
Nuovi disturbi alimentari
Accanto a questi disturbi più noti, stanno emergendo nuove forme di comportamenti disfunzionali legati all’alimentazione, che spesso passano inosservate perché mascherate da un'apparente attenzione alla salute, ma che diventano problematiche quando limitano drasticamente la vita sociale e il benessere psicologico della persona. L'ortoressia, ad esempio, è caratterizzata da un'ossessione per la qualità del cibo, che può portare a restrizioni alimentari pericolose e carenze nutrizionali. La vigoressia, invece, consiste in una fissazione patologica per l'aumento della massa muscolare, spesso accompagnata da un consumo eccessivo di proteine e integratori, che può portare a gravi squilibri metabolici.
Un fenomeno particolarmente preoccupante che sta diventando sempre più comune tra gli adolescenti è la drunkoressia, una pratica pericolosa in cui si riduce l’apporto calorico giornaliero per poter "risparmiare" calorie da consumare in forma di alcol, ignorando i rischi associati a questo comportamento. Questa combinazione di restrizione calorica e consumo di alcol espone i giovani a rischi gravi, tra cui intossicazione alcolica e carenze nutrizionali. Anche la sindrome da alimentazione notturna sta emergendo come un disturbo significativo, caratterizzato da episodi compulsivi di alimentazione durante la notte, spesso seguiti da forti sensi di colpa e vergogna.
Queste nuove forme di disturbi alimentari mettono in luce la necessità di sensibilizzare maggiormente la popolazione riguardo ai rischi legati ad un rapporto disfunzionale con il cibo e all’importanza di una diagnosi precoce per prevenire le conseguenze più gravi.
Epidemiologia dei disturbi alimentari
I disturbi alimentari sono condizioni complesse che rappresentano una delle problematiche di salute mentale più diffuse nei Paesi occidentali. A livello globale, si stima che oltre 55 milioni di persone soffrano di disturbi alimentari, di cui 20 milioni risiedono in Europa.
Questi disturbi possono colpire individui di ogni età, genere e contesto socio-culturale, sebbene siano più comuni tra adolescenti e giovani adulti. La loro origine è multifattoriale, influenzata da fattori genetici, biologici, psicologici e sociali. La diagnosi e il trattamento di questi disturbi sono particolarmente delicati, poiché molti pazienti tendono a nascondere o negare la propria condizione, rendendo difficile l'accesso a dati epidemiologici accurati. Di conseguenza, non esistono informazioni completamente condivise dalla comunità scientifica, sia italiana che internazionale, sul numero di persone colpite.
La situazione in Italia: dati e statistiche
In Italia, la situazione è ulteriormente complicata dalla carenza di letteratura scientifica specifica. Per affrontare questa mancanza, è stata avviata una survey epidemiologica condotta a livello nazionale nell’ambito del Progetto “Piattaforma per il contrasto alla malnutrizione in tutte le sue forme (triplo burden: malnutrizione per difetto, per eccesso e da micronutrienti)” per raccogliere dati provenienti da vari flussi informativi nazionali e regionali, con l’obiettivo di produrre informazioni epidemiologiche sui pazienti con disturbi della nutrizione e dell'alimentazione. Questa ricerca ha generato dati statistici su una popolazione omogenea, suddivisa per fascia di età e diagnosi, rappresentativa dell'intero territorio italiano e osservata in un arco temporale significativo di cinque anni.
Secondo i dati ottenuti da questa indagine, in Italia si registrano circa 3 milioni di casi, pari a circa il 5% della popolazione. I dati riportati sono in crescita, complice l'impatto della pandemia di Covid-19, che ha comportato un incremento del 30-35% nei casi di disturbi alimentari e un abbassamento dell'età di esordio. L'isolamento sociale, il deterioramento delle relazioni interpersonali e le difficoltà economiche hanno contribuito a peggiorare la situazione, in particolare tra le fasce più giovani della popolazione.
Ad esserne colpita è principalmente la popolazione femminile con un rapporto tra femmine e maschi di circa 9 a 1, anche se il numero dei maschi è in aumento soprattutto in età adolescenziale e pre-adolescenziale.
Questa disparità riflette il forte impatto delle pressioni culturali legate alla magrezza e all'estetica, che colpiscono prevalentemente le donne. Tuttavia, si stanno registrando sempre più casi anche tra i maschi, in particolare durante la preadolescenza e l'adolescenza, dove si osserva un aumento dei tassi di incidenza.
Dati anagrafici della popolazione colpita
Secondo il primo censimento delle risorse territoriali del Servizio Sanitario Nazionale per la presa in carico e il trattamento dei disturbi della nutrizione e dell’alimentazione, su oltre 8000 utenti, il 59% dei pazienti ha tra i 13 e i 25 anni, mentre il 6% ha meno di 12 anni. Storicamente, i disturbi alimentari hanno colpito soprattutto giovani donne tra i 15 e i 25 anni, manifestandosi in due momenti critici: la pubertà e la transizione verso l’età adulta. Negli ultimi anni, però, si è assistito a un preoccupante aumento dei casi in età infantile, con bambini di 8-9 anni che mostrano sintomi solitamente tipici degli adolescenti.
Rispetto all’incidenza annua, per l'anoressia, si registrano almeno 8 nuovi casi ogni 100.000 donne in un anno, mentre per gli uomini i nuovi casi variano tra 0,02 e 1,4. Per quanto riguarda la bulimia, si segnalano 12 nuovi casi ogni 100.000 donne e 0,8 nuovi casi per ogni 100.000 uomini.
Inoltre, oltre il 70% delle persone con disturbi alimentari presenta comorbilità con disturbi come ansia e depressione, rendendo la situazione ancora più complessa; circa il 10% dei casi riporta anche dipendenze da sostanze, come l'alcol, soprattutto tra le giovani donne.
L'aumento della diffusione dei disturbi alimentari a livello globale e nazionale è un fenomeno preoccupante, che richiede interventi mirati e strategie di prevenzione efficaci. La disponibilità di dati epidemiologici più accurati è essenziale per comprendere l'evoluzione di queste patologie e migliorare gli approcci terapeutici, affinchè possano essere sviluppate misure di supporto adeguate e tempestive per coloro che ne soffrono.
Trend dei disturbi alimentari
Negli ultimi dieci anni, si è registrato un aumento preoccupante dei casi di disturbi alimentari in tutto il mondo, suscitando crescente attenzione da parte della comunità scientifica, dei professionisti della salute e delle istituzioni. Diverse ricerche hanno attribuito questo incremento ad una serie di fattori, tra cui la crescente pressione sociale e mediatica, particolarmente intensa sui giovani, legata all'immagine corporea e agli ideali di bellezza promossi dai media. La cultura della magrezza, amplificata dalla pubblicità e dai social media, ha contribuito a creare standard irrealistici e inaccessibili, spingendo molti adolescenti e giovani adulti a confrontarsi in modo costante con modelli estetici spesso inadeguati e poco salutari.
In aggiunta, la pandemia da COVID-19 ha avuto un impatto significativo sullo stato di salute mentale e fisica delle persone, in particolare su coloro che già soffrivano di disturbi alimentari. Il periodo di isolamento sociale, unito all'incertezza e allo stress provocati dalla crisi sanitaria, ha aggravato i sintomi di molti individui e ha facilitato l'insorgenza di nuovi casi. Le restrizioni e la mancanza di supporto sociale hanno contribuito a un aumento della solitudine e della vulnerabilità, fattori che possono scatenare o aggravare i comportamenti alimentari disfunzionali.
Aumento dei casi di disturbi alimentari negli ultimi anni
Uno studio epidemiologico nazionale ha evidenziato un trend in crescita di nuovi casi di disturbi alimentari, registrandone un incremento del 40% tra il 2019 e il 2023. I dati raccolti mostrano una progressione annuale crescente, con un passaggio da 680.569 nuovi casi nel 2019 ad un impressionante 1.680.456 nuovi casi nel 2023.
Questi numeri indicano un incremento preoccupante, specialmente tra le fasce più giovani, con un abbassamento dell’età di insorgenza dei disturbi. Infatti, circa il 30% dei nuovi pazienti nel 2023 ha meno di 14 anni, mentre il 10% dei casi tra i 12 e i 17 anni riguarda la popolazione maschile, una tendenza in crescita rispetto agli anni precedenti.
Questo aumento non solo sottolinea la necessità di interventi tempestivi e mirati, ma evidenzia anche l'importanza di strategie di prevenzione efficaci per affrontare le cause alla radice di questi disturbi. È essenziale che le istituzioni sanitarie, le scuole e le famiglie collaborino per creare un ambiente più sano e supportivo, in grado di promuovere una visione equilibrata del corpo e del cibo.
Dati sui disturbi alimentari negli ultimi anni
L’andamento dei nuovi casi di disturbi alimentari dal 2019 al 2023 mette in luce una crescita costante e preoccupante nel numero annuale di diagnosi.
Questo trend, che è stato evidenziato anche dai dati pubblicati da Il Sole 24 Ore, riporta un raddoppio dei casi in tre anni, con un aumento significativo soprattutto tra i giovanissimi, confermando l'impatto della pandemia da Covid-19 nell'abbassamento dell'età di esordio e nell'incremento delle diagnosi.
L'epidemiologia ha evidenziato un aumento significativo nella diffusione e nell'impatto sociale dei disturbi alimentari, rendendo necessari interventi tempestivi e multidisciplinari. Se non trattate, queste patologie possono causare complicazioni fisiche e psicologiche, come problemi cardiovascolari, disturbi endocrini e danni neurologici. Un approccio integrato tra medici, psicologi e nutrizionisti, insieme a campagne di prevenzione e programmi educativi, potrebbe ridurre l'incidenza di questi disturbi.
È inoltre cruciale investire nella ricerca per comprendere meglio i fattori che alimentano la diffusione dei disturbi alimentari e sviluppare trattamenti più efficaci e personalizzati. La collaborazione tra istituzioni sanitarie, scuole e famiglie è essenziale per rallentare l'aumento di queste patologie e migliorare la salute delle future generazioni.
Fonti:
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