10 emozioni che hai provato ma che non riuscivi a spiegarti

Vediamo 10 esempi di emozioni che hai provato ma a cui non riuscivi a dare un nome.

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A tutti è capitato almeno una volta di provare un’emozione ma di non riuscire a dargli un nome. Il fenomeno è talmente comune che John Koenig, un graphic designer statunitense, ha dato vita ad un intero progetto sul tema: il Dictionary of Obscure Sorrows. 

Anche se potrebbe sembrare simile, questo fenomeno è diverso dall’alessitimia, una condizione che preclude la comprensione delle proprie emozioni, ma che condivide con essa l’incapacità di dare un nome preciso agli stati emotivi.

The Dictionary of Obscure Sorrows

Il progetto Dictionary of Obscure Sorrows nasce sul web, con un sito e un canale YouTube, per diventare poi un vero e proprio libro stampato nel 2021. L’obiettivo è quello di coniare una serie di neologismi che possano spiegare quelle emozioni e sensazioni che chiunque ha provato almeno una volta nella vita ma per cui ancora non esiste un nome. 

Le parole raccolte nel dizionario hanno origini diverse: alcune sono state create da zero, altre sono reinterpretazioni di termini già esistenti, mentre molte sono combinazioni di frammenti presi da diverse lingue del mondo.

Emozioni che hai provato ma a cui non riuscivi a dare un nome

O almeno fino ad oggi. Ecco un breve elenco di alcune delle emozioni più comuni identificate da John Koenig, che probabilmente anche tu hai vissuto almeno una volta e che non riuscivi a spiegarti.

Anemoia

Dal greco antico ἄνεμος (ánemos), vento + νόος (nóos), mente. È la nostalgia per un tempo che non si è mai vissuto, quella sensazione che emerge osservando vecchie fotografie, con il desiderio di poterne far parte e di entrare nella scena.

Sonder

Dal francese sonder, ovvero scandagliare le profondità. È la sensazione che segue alla presa di coscienza che ogni individuo che incontriamo ha una sua propria storia e sta vivendo un’esistenza tanto complessa quanto la nostra. 

Morii

Dall’unione di memento mori, un piccolo ricordo della propria mortalità, e torii, i tradizionali cancelli giapponesi che segnano la soglia tra il profano e il sacro. Identifica il desiderio di catturare un'esperienza fugace. È la stessa sensazione che proviamo quando scattiamo una foto, nel tentativo di rendere eterno un momento che sta già sfumando.

Yu Yi

Dal cinese antico 余忆 (yú yì), ricordo e dal mandarino 玉衣 (yù yī), abito di giada (prima della sepoltura, i cadaveri dei reali della dinastia Han venivano rivestiti con abiti cerimoniali fatti di giada, una pietra che si credeva avesse proprietà conservanti). Lo Yu Yi è infatti il desiderio di sentire di nuovo le emozioni intensamente come la prima volta, proteggendole dall'influenza del tempo e dalla routine che le rende meno speciali.

Mogging Folly

Dall’inglese mog, godere di se stessi in modo tranquillo, facile, confortevole e folly, la follia, la Mogging Folly è “l'atto di sprecare deliberatamente il proprio tempo, oziando come se nulla valesse, lasciando che le ore preziose scorrano via lentamente.”

Candling

Dall’inglese candling, un metodo per vedere come sta crescendo il pulcino nell’uovo e rivelare la sua presenza illuminando un uovo con la fiamma di una candela. Indica la voglia e l’abitudine di fare un bilancio della propria vita in occasione del proprio compleanno.

Énouement 

Dal francese énouer, strappare pezzi difettosi da un tessuto e dénouement, la parte finale di una storia, in cui tutto è spiegato. Corrisponde alla sensazione di essere arrivati nel futuro e sapere finalmente come sono andate le cose che convive con l’amarezza di non poterlo dire all’io del passato.

Vemödalen

Dallo svedese vemod, tenera tristezza, pensosa malinconia e Vemdalen, il nome di una città svedese. Spiega la sensazione frustrante che si prova nel fotografare qualcosa di straordinario quando esistono già migliaia di foto identiche.

Vellichor

Da vellum, pergamena e ichor, il fluido che scorre nelle vene degli dei nella mitologia greca antica. È la sensazione di malinconia che si prova guardandosi intorno in una vecchia libreria e osservando tutti i vecchi libri appartenenti ad altre epoche che non saremo mai in grado di leggere.

Mauerbauertraurigkeit

Dal tedesco Mauerbauer, costruttore di muri e Traurigkeit, tristezza. È l’irrazionale impulso, che sorge in alcuni momenti, di allontanare le persone, anche gli amici più stretti la cui compagnia è di solito di nostro gradimento. 

La psicoterapia può aiutarti a trovare un nome alle tue emozioni

Se ti capita di non riuscire a dare un nome a ciò che provi, puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con noi: siamo un centro medico autorizzato.

Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza.

Tutto inizia con il desiderio di vivere una vita migliore, senza stress a lavoro. Noi possiamo sostenerti; Serenis è a un solo link di distanza. 

 

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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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