Effetto dotazione: cos'è e come funziona
In questo articolo vediamo cos'è e come funziona l'effetto dotazione, o endowment effect, e quali sono le conseguenze di questo bias cognitivo.
L'effetto dotazione o endowment effect è un bias cognitivo, cioè uno di quei procedimenti mentali basati su pregiudizi e teorie parziali, che comporta un'ipervalutazione dei beni che sono già in mio possesso rispetto a quelli che non lo sono.
Può presentarsi nell'ambito della finanza comportamentale, ma anche nei processi di vendita e scambio che avvengono nell'ambito della vita quotidiana.
Che cosa intendiamo con bias cognitivo?
Un bias cognitivo è un ragionamento che, invece di basarsi su una valutazione oggettiva dei fatti (cioè sul calcolo razionale), si fonda su elementi alieni alla ragione che possono vincolare e distorcere la capacità di giudizio e/o di decisione. Ad oggi, sappiamo che esistono più di 200 bias cognitivi, che comprendono:
- bias di conferma;
- bias di disponibilità;
- bias di ancoraggio;
- bias dello scommettitore;
- bias rischio zero;
- bias del pavone.
I primi a parlare di bias cognitivi, furono due psicologi israeliani, Amos Tversky e Daniel Kahneman, che decisero di indagare i "modelli sistematici di risposta delle persone ai problemi di giudizio e di decisione presumibilmente errati".
Come funzionano i bias cognitivi?
I bias cognitivi possono essere suddivisi secondo tre grandi categorie:
- i bias inconsci che si attivano senza che ce ne rendiamo conto;
- i bias automatici che ono modelli di risposta automatizzati;
- i bias consapevoli, che sono espliciti e li riconosciamo in quanto tali pur continuando ad utilizzarli (es. "So che il mio progetto non ha niente di speciale, eppure è il mio e ci tengo particolarmente!").
Ma perché gli esseri umani dipendono da pregiudizi cognitivi?
La risposta è semplice: il cervello tenta di utilizzare meno risorse possibili quando deve effettuare una valutazione o dare un giudizio. Nella psicologia della decisione, si ritiene che questo sia il principio dell'economia cognitiva.
Ad esempio: se io devo andare da un punto A ad un punto B, per esempio durante un viaggio in macchina, sceglierò ovviamente la strada più breve. Allo stesso modo, quando svolgo un procedimento mentale, sono inconsapevolmente portato a scegliere la strada più breve e che richiede un minore dispendio energetico.
Non c'è niente di strano: l'organismo è naturalmente portato all'autoconservazione. I pregiudizi cognitivi svolgono un ruolo centrale in questo procedimento biologico teso all'economia.
Effetto dotazione: che cos'è?
L'effetto dotazione o endowment effect comporta il nostro essere portati ad attribuire un valore più alto agli oggetti che sono già in nostro possesso rispetto a quelli che non abbiamo. Questo bias cognitivo, si basa sul naturale funzionamento della mente umana, per cui:
- perdere qualcosa porta una sofferenza più grande;
- di quanta gioia ne comporti invece il guadagno.
Così, se perdo cinquanta euro, sono naturalmente portato a sperimentare un fastidio maggiore rispetto alla soddisfazione che sperimento se guadagno la stessa cifra.
L'effetto dotazione trova un ampio terreno nella finanza comportamentale, cioè in quell'area che si interessa di applicare le ricerche cognitive all'ambito della finanza e dell'economia.
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Effetto dotazione ed esperimenti
Gli psicologi Daniel Kahneman, Jack L. Knetsch e Richard H. Thaler, idearono un esperimento per indagare il funzionamento dell'effetto dotazione. L'esperimento funzionava così:
- ad alcuni soggetti sperimentali venivano forniti degli oggetti di uso comune. Nel dettaglio, si trattava di semplici tazze per la colazione;
- ad altri soggetti sperimentali, le tazze non venivano invece fornite;
- al primo gruppo, veniva chiesto di valutare la cifra per cui avrebbero potuto vendere la loro tazza;
- al secondo gruppo, veniva chiesto di formulare un'offerta ragionevole per l'acquisto della stessa.
I risultati dell'esperimento furono incredibili: si testimoniò una generale tendenza a chiedere più denaro per la vendita ("willingness to accept", disponibilità ad accettare un'offerta), di quanto denaro venisse in genere offerto per l'acquisto ("willingness to pay").
Nel dettaglio, la disponibilità ad accettare era di circa 2 volte più alta della disponibilità a pagare. Questo significa che, se i soggetti sperimentali del primo gruppo chiedevano 8 euro per vendere la loro tazza, i soggetti sperimentali del secondo gruppo erano disposti ad offrirne appena 4.
Fu data la seguente spiegazione: quando un oggetto entra in mio possesso, tendo a considerarlo come di mia proprietà. Il denaro che domando per venderlo, non riguarda solo l'oggetto stesso, ma anche la compensazione per il processo di perdita.
L'endowment effect si applica al mondo della finanza comportamentale e più in generale delle compravendite. In che modo? Quando valuto un immobile, per esempio una casa con un valore affettivo, tendo a sovrastimare il prezzo della stessa per compensare l'evento di perdita.
Ricordiamo che è possibile liberarsi dei bias cognitivi attraverso un processo di consapevolizzazione (processo che faccia di meccanismi inconsci, o automatici, oggetti espliciti e presenti al pensiero).
Fonti:
- Chionsini, G., & Trifilidis, M. A. U. R. I. Z. I. O. (2010). Educazione finanziaria. L’utilità di una strategia unitaria. Banche e banchieri, 5, 360-374.
- Alemanni, B. (2008). Finanza comportamentale: presupposti teorici e approcci in letteratura. Impresa Progetto-Electronic Journal of Management, (1).