Effetto bandwagon: cos’è e come riconoscerlo

L’effetto bandwagon è un fenomeno psicologico in cui gli individui tendono ad adottare determinati comportamenti, decisioni o credenze perché percepiscono che la maggioranza delle persone fa lo stesso.

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effetto bandwagon

Cos’è l’effetto bandwagon?

L'effetto bandwagon, noto anche come effetto carrozzone o effetto pecora, è un bias cognitivo che indica la tendenza a sostenere e a far propria una determinata idea, tendenza o convinzione semplicemente perché molte altre persone lo fanno, indipendentemente dalla sua validità. In pratica, seguiamo la folla, la massa, il flusso di persone ma anche quello delle credenze e idee, senza utilizzare nessuna analisi o valutazione critica.

Siamo nel terreno del conformismo sociale ovvero di quel preciso bisogno psicologico dominato dalla necessità forte e assoluta di essere accettati, inseriti all’interno di un gruppo e non solo.

Abbracciare la tendenza dominante è una scelta che percepiamo come vincente e popolare e che soprattutto ci permette di evitare sia l'esclusione sociale che il rifiuto. Sostenere ciò che riteniamo abbia le maggiori probabilità di successo ci aiuta anche a rafforzare la nostra autostima perché ci sentiamo coerenti con la maggioranza e soprattutto avvertiamo la piacevole sensazione di stare dalla parte dei vincenti.

Cos’è un bias cognitivo?


Il bias cognitivo è un automatismo mentale che dà origine alle credenze e che ci permette di prendere decisioni veloci e repentine. La maggior parte delle volte si tratta di errori di giudizio, delle vere e proprie distorsioni che si verificano per il modo in cui elaboriamo le informazioni a nostra disposizione. Questa elaborazione spesso è influenzata da tre fattori:

  • esperienza personale;
  • norme sociali;
  • ambiente.

L’effetto bandwagon ed effetto pecora nera


L'effetto carrozzone non garantisce la qualità o la validità di una tendenza o di un’idea: il fatto che la maggioranza segua e metta in atto un determinato comportamento non vuol dire che lo stesso sia vantaggioso o giusto.

Il mainstream non è sempre sbagliato ma è necessario valutare le informazioni in nostro possesso in maniera individuale e analizzarle in maniera critica e oggettiva. L'identità sociale aiuta a mantenere la stabilità e la coesione di un gruppo ma, al tempo stesso, essere una pecora nera ci permette di costruire e sviluppare il pensiero divergente, l'unico capace di generare progresso e cambiamento.

Le cause dell’effetto bandwagon

Nel 1951 Solomon Asch, uno psicologo polacco, realizzò uno degli esperimenti più noti in materia di psicologia sociale. Questo test, noto come esperimento di Asch, servì a dimostrare che quando ci troviamo in gruppo tendiamo a modificare il nostro comportamento ma soprattutto quello che pensiamo. I risultati di questo test furono sconcertanti: nonostante l'ovvietà dello sbaglio, il 75% dei partecipanti scelse la risposta errata, data dalla maggioranza del gruppo.

L’effetto bandwagon è causato proprio dal potere della pressione esercitata dal gruppo o dalla maggioranza, una spinta contro la quale è davvero difficile combattere. Il motivo è semplice: la necessità di far parte di un gruppo implica la necessità di adattarsi alle sue tendenze perché questa è l’unica maniera che abbiamo per non rimanere in disparte e soprattutto per sperimentare la rassicurante sensazione di essere accettati.

Quali sono i fattori che influenzano l'effetto bandwagon?


L’effetto carrozzone è influenzato da 4 fattori:


1) Il desiderio di avere sempre ragione

Una serie di studi hanno dimostrato che questa spinta interna ci spinge naturalmente verso l'effetto bandwagon. Del resto, è istintivo pensare che se tutti stanno facendo o pensando una cosa, questa sia proprio quella più giusta e accettabile tra tutte.


2) La paura dell’esclusione

Il bisogno di appartenenza ci spinge ad abbracciare le regole e i comportamenti della maggioranza perché in questo modo otteniamo l'approvazione del gruppo.

L’effetto gregge o carrozzone è quindi molto potente e provoca la nascita repentina di tendenze e credenze di varia natura perché fa leva sulla FOMO ovvero la paura di essere esclusi, una forma di ansia sociale che si concretizza proprio nella fobia di rimanere tagliati fuori dalle interazioni sociali. Tipica delle generazioni più giovani, è influenzata da fattori come, ad esempio, la paura di sbagliare o l'invidia.

3) Il pensiero di gruppo

Questo termine fu utilizzato per la prima volta dallo psicologo Irving L. Janis per indicare un fenomeno psicologico in cui le persone si trovano a mettere da parte le proprie convinzioni personali per aderire a quelle della maggioranza. Il pensiero condiviso crea un effetto bandwagon che può portare a conseguenze importanti come, ad esempio, la paura della diversità e del conflitto e l'emarginazione degli elementi devianti o non allineati.


4) Scorciatoie mentali (euristiche)

Le scorciatoie mentali ci aiutano a trovare una soluzione immediata in tutte quelle situazioni complesse in cui non è possibile ragionare a freddo. Nell’effetto carrozzone abbiamo la sensazione che quello che vediamo fare agli altri sia la cosa più giusta e affidabile da fare. Questa convinzione ci permette di trovare un'efficace scorciatoia mentale e di accelerare le nostre decisioni, fidandoci del "gregge".

Quali sono i rischi dell’effetto bandwagon?

L'impatto di mode e trend passeggeri è breve e innocuo nella maggior parte dei casi. Il problema si manifesta nel momento in cui l'effetto bandwagon diventa uno stereotipo e l'unico strumento di problem solving e quando le convinzioni della massa toccano temi importanti come, ad esempio, la salute.

La pressione che subiamo a causa dell’effetto gregge può portarci a prendere decisioni irragionevoli e contrarie al nostro modo di pensare o a commettere atti poco consoni al nostro modo di essere.

L’effetto carrozzone può portarci a prendere decisioni economiche sbagliate, ad esempio, ma anche a scegliere stili di vita poco salutari, a seguire diete o mode impossibili che possono diminuire il nostro benessere fisico e mentale, arrivando, in qualche caso, a mettere in serio pericolo la nostra salute.

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Come evitare l’effetto bandwagon

Per difenderci dall’effetto bandwagon dobbiamo allenarci a:

cercare prove

Diffidiamo delle verità preconfezionate. Cerchiamo fonti, informazioni e soprattutto per le questioni legate alla salute, rivolgiamoci al nostro medico di fiducia o a un professionista della salute mentale.

conoscersi

Per prendere una buona decisione è necessario conoscere i propri bisogni, i desideri ma anche i nostri valori e gli obiettivi che vogliamo raggiungere. Un passo importante è riconoscere la propria vulnerabilità all'influenza sociale: una volta superato questo step sarà molto più semplice prendere decisioni in linea con noi stessi.

riconoscere il disagio


Prendere le distanze dal pensiero comune può provocarci un sentimento più o meno sottile di disagio e dissonanza cognitiva. Non c’è nulla di cui preoccuparsi, è una sensazione normale: tutto quello che dobbiamo fare è concederci il tempo di cui abbiamo bisogno per adattarci al cambiamento.

In conclusione, non c'è nulla di sbagliato nel seguire una tendenza o una credenza popolare, l'importante è che rispecchino davvero quello che vogliamo o che rispondano in pieno alle nostre necessità. La chiave per gestire l'effetto bandwagon consiste nel prendere decisioni informate ed evitare l’adozione cieca basata esclusivamente sul comportamento della massa.

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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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