Diventare mamma durante la pandemia: paure, incertezze e vulnerabilità
Diventare mamma durante la pandemia porta paure, incertezze e vulnerabilità uniche. Le future mamme affrontano l'isolamento, l'ansia per la salute del bambino e le incognite sul parto. Accettare il supporto e cercare risorse può aiutare ad affrontare questo periodo sfidante.
Negli ultimi anni, a causa della pandemia, molte neomamme che avevano atteso la gravidanza tra progetti, aspettative ed emozioni, improvvisamente si sono ritrovate a confrontarsi con un evento che ha messo a dura prova le certezze e i desideri.
La gravidanza e la nascita di un bambino, anche se desiderate, non sempre vengono vissute con serenità. Spesso, per la donna, questa fase del ciclo di vita porta con sé un insieme di cambiamenti e di emozioni ambivalenti, che possono condurre a diversi disturbi dell’umore. “Gli episodi dell’umore possono avere il loro esordio durante la gravidanza o il periodo postpartum. Nonostante le stime differiscono in base al periodo di follow-up dopo il parto, tra il 3% e il 6% delle donne vivrà l’esordio di un episodio depressivo maggiore durante la gravidanza, oppure nelle settimane o mesi successivi al parto”.
La pandemia ha costituito un fattore di vulnerabilità per molte donne in gravidanza e nel periodo successivo al parto, cosa che si è tradotta in un aumento dei disturbi dell’umore e di ansia.
Oggi quali ricordi ed emozioni hanno le neomamme
In seduta, molte neomamme hanno manifestato uno stato di sofferenza e di delusione, dato dallo scarto tra il modo in cui immaginavano la gravidanza e le condizioni che hanno dovuto affrontare. Il contesto sanitario, pensato da molte come un contenitore rassicurante, non è riuscito a rispondere a questa richiesta: pensiamo, ad esempio, all’impossibilità di partecipare al corso pre-parto. Ma anche alla paura di contagiare il partner e il bambino, all’incertezza di poter allattare, al sentirsi in pericolo costante e al senso di solitudine delle visite mediche.
Tutti questi ricordi, in alcuni casi anche traumatici, a distanza di mesi dalla nascita del bambino hanno provocato un forte sentimento di inadeguatezza nello svolgimento della funzione genitoriale. Un’autorappresentazione frequente è questa: “non sono all’altezza di occuparmi di mio figlio”. Una convinzione negativa che rende la neomamma fragile, e che la fa sentire colpevole. Questo pensiero, reiterato nel tempo, può essere un fattore predisponente per lo sviluppo della depressione.
Quali strategie consigliare alle neomamme che vogliono ritrovare il benessere mentale
- Cercare di focalizzare l’attenzione verso gli eventi nel presente, e rendersi conto che il disagio psicologico può essere transitorio e curabile.
- Individuare le potenzialità personali e usarle per uscire dallo stato di malessere: il coraggio è una risorsa presente nelle neomamme che hanno deciso di farsi supportare per costruire una relazione funzionale con il proprio figlio.
- Vedere la sofferenza (anche) come un’opportunità di maggiore consapevolezza di sé e di autoregolazione emotiva.
- Identificare obiettivi specifici per il raggiungimento del proprio benessere mentale: piccoli traguardi giornalieri che producono un senso di gratificazione.
- Nei casi di depressione, può essere utile identificare e rivalutare i pensieri depressivi monitorando gli episodi disturbanti. Il lavoro terapeutico, infatti, consiste proprio nell’aiutare la paziente a rivalutare l’evento e i pensieri a esso correlati.
La psicoterapia online di Serenis
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Bibliografia
American Psychiatric Association, Criteri Diagnostici, MINI DSM-5, Raffaello Cortina Editore;
Camillo Loriedo, Angelo Picardi, Dalla teoria generale dei sistemi alla teoria dell'attaccamento. Percorsi e modelli della psicoterapia sistemico-relazionale, Franco Angeli;
Cecilia La Rosa, Antonio Onofri, Depressione: affrontare il male [non più] oscuro, prefazione di Vittorino Andreoli, edizioni San Paolo.