Disturbo esplosivo intermittente: cos'è e come si cura
Il disturbo esplosivo intermittente (IED, dall'inglese Intermittent Explosive Disorder) è una condizione caratterizzata da episodi ricorrenti di esplosioni di rabbia sproporzionate rispetto alla situazione scatenante.

Punti chiave:
- Cos'è il disturbo esplosivo intermittente: è un disturbo psichiatrico caratterizzato da episodi di rabbia improvvisi e incontrollabili. Questi episodi possono includere aggressività verbale o fisica sproporzionata rispetto agli eventi scatenanti. Dopo gli attacchi, la persona prova spesso rimorso, vergogna o senso di colpa.
- Quali sono le cause: le cause includono fattori genetici, biologici e ambientali. Studi suggeriscono un collegamento con bassi livelli di serotonina e con esperienze traumatiche infantili. Anche la crescita in ambienti violenti può aumentare il rischio di sviluppare il disturbo.
- Come si cura: il trattamento prevede psicoterapia e farmaci. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta a gestire la rabbia e migliorare le capacità comunicative. Possono essere prescritti antidepressivi, anticonvulsivanti e stabilizzatori dell’umore.
Cos’è il disturbo esplosivo intermittente?
Il disturbo esplosivo intermittente (o Intermittent Explosive Disorde) è un disturbo psichiatrico. Si manifesta con esplosioni di rabbia improvvise e incontrollabili. Questi episodi includono violenza verbale o fisica e causano danni significativi nella vita sociale, lavorativa e familiare della persona.
Il disturbo esplosivo intermittente è stato inserito nella quinta edizione del DSM-5 tra i Disturbi del comportamento dirompente, del controllo degli Impulsi e della Condotta.
Il DEI è un disturbo caratterizzato dall'incapacità di resistere ai propri impulsi aggressivi. Questa "impotenza" dà luogo a episodi di aggressione verbale o fisica (o entrambe) totalmente sproporzionati rispetto all'evento che li ha causati. Questi attacchi, improvvisi e violenti, sono preceduti, come vedremo, da una sensazione dilagante di tensione mista a eccitazione e seguite da un immediato senso di sollievo che spesso viene sostituito da un sincero e genuino rimorso o imbarazzo per quanto accaduto.
Chi ne soffre avverte la spiacevole sensazione di essere tenuto in ostaggio dai propri impulsi, è consapevole della propria aggressività ma non riesce a frenarsi: il bisogno assoluto di rispondere in modo prepotente e bellicoso è forte e dirompente. L'attacco di rabbia fa sentire liberi e leggeri ma è un'impressione fugace. Dopo gli episodi spesso si provano emozioni come sgomento, senso di colpa, vergogna o rimorso.
Sebbene il disturbo esplosivo intermittente sia presente in entrambi i sessi, è più comune negli uomini che nelle donne. Se non viene effettuato un adeguato trattamento farmacologico e psicologico, al fine di controllare gli impulsi, può diventare cronico.
Diffusione del disturbo esplosivo intermittente
Fino a qualche tempo fa, gli studiosi ritenevano che questo disturbo colpisse soltanto il 2,7% della popolazione mondiale. Una ricerca effettuata dal National Institute of Mental Health (NIMH) ha invece sottolineato che il DEI è molto più comune (ne soffre il 7,3% degli adulti) e potrebbe essere una causa frequente e non riconosciuta di comportamenti violenti e aggressivi.
Cause del disturbo esplosivo intermittente
Non sappiamo molto sulle cause del disturbo esplosivo intermittente. Gli studiosi ritengono che questi episodi di rabbia improvvisa e violenta possano essere scatenati da una concatenazione di fattori genetici, fisici e ambientali.
A livello biologico è stato riscontrato un aumento del rischio di DEI nei figli di genitori affetti da questo disturbo. Secondo alcuni studiosi inoltre l'attacco di rabbia potrebbe derivare da bassi livelli di serotonina nel sistema limbico ovvero in quel complesso di strutture encefaliche che hanno il compito di regolare il nostro universo emotivo.
Infine, le situazioni di abuso infantile che possono potenzialmente generare un trauma costituiscono un terreno fertile per lo sviluppo del DEI nei primi vent'anni di vita.
Quali sono i fattori di rischio?
I fattori di rischio che possono esporre al rischio di DEI sono:
- sesso maschile;
- età inferiore ai 40 anni;
- essere cresciuti in un ambiente caratterizzato da abusi verbali o fisici;
- aver vissuto eventi traumatici durante l'infanzia;
- soffrire di un disturbo come ADHD, disturbo antisociale di personalità o disturbo borderline di personalità;
- abuso di alcol o droghe.
Quali sono i sintomi del disturbo esplosivo intermittente?
Lo scoppio di rabbia si verifica all'improvviso, con poco o nessun preavviso, e di solito dura meno di 30 minuti. Gli episodi possono verificarsi frequentemente o essere separati da settimane o mesi di relativa calma.
I sintomi del disturbo esplosivo intermittente emergono tipicamente nella tarda infanzia o nell'adolescenza. La maggior parte dei casi si verifica prima dei 40 anni.
La rabbia è del tutto involontaria e la violenza non ha uno scopo strumentale: l'aggressività non è un mezzo per raggiungere un obiettivo ma è il risultato dell'umore alterato. Gli scoppi d’ira possono verificarsi in diverse situazioni ma ogni evento è accomunato da un'unica caratteristica ovvero l'attacco di rabbia è sproporzionato rispetto alla causa che lo ha provocato.
Gli episodi aggressivi possono essere preceduti o accompagnati da:
- rabbia;
- irritabilità;
- pensieri frenetici;
- un'energia incontrollabile.
Prima di ogni episodio, è possibile avvertire sensazioni come un formicolio diffuso agli arti, una forte pressione alla testa, tremori, palpitazioni e senso di costrizione toracica.
Lo scoppio verbale e comportamentale vero e proprio si manifesta con:
- sfogo eccessivo, rabbioso e fuori luogo;
- discussioni accese;
- schiaffi, spintoni o spinte;
- minacce e danni a persone, animali e cose.
Una volta che l’attacco è passato, ci si sente stanchi, spossati, tristi, imbarazzati e in preda a rimpianti e rimorsi.
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Diagnosi del disturbo esplosivo intermittente
Non esiste un test specifico per diagnosticare il disturbo esplosivo intermittente. Lo specialista formula la diagnosi dopo aver escluso altre condizioni mentali, basandosi su valutazioni fisiche e psicologiche.
L'analisi dei sintomi permette di distinguere questo disturbo da altri, come il disturbo della condotta, il disturbo antisociale, il disturbo borderline di personalità, i disturbi dello spettro autistico, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD) e il disturbo oppositivo provocatorio, grazie ad una diagnosi differenziale.
Quali sono le conseguenze del DEI?
Il disturbo esplosivo intermittente esercita un forte impatto in diversi ambiti della vita quotidiana. Le relazioni sociali e familiari sono le prime a essere colpite perché l'aggressività e la violenza tipiche di questo disturbo creano un ambiente negativo e stressante. La mancanza di autocontrollo può causare problemi in ambito lavorativo e può portare al fallimento scolastico.
Non dimentichiamo le conseguenze sulla salute mentale. Questo disturbo causa la depressione in quasi il 40% dei pazienti colpiti mentre il 60% delle persone affette da DEI inizia a soffrire di disturbi d'ansia. Chi soffre di rabbia incontrollata può soffrire di autolesionismo o alimentare pensieri suicidi. La dipendenza da sostanze come alcol e droghe può essere una fattore di rischio ma anche una delle conseguenze più comuni.

Il disturbo esplosivo intermittente può influire sulla salute fisica di una persona?
Il disturbo esplosivo intermittente può aumentare il rischio di gravi problemi di salute.
Uno studio condotto dalla Harvard School of Public Health ha scoperto che chi soffre di attacchi rabbia improvvisi è più suscettibile ad attacchi di cuore e ictus dopo la crisi a causa dei picchi di pressione sanguigna causati dallo stress.
Se da una parte è ovvio che il singolo episodio difficilmente espone l’individuo a rischi importanti per la sua salute, lo è altrettanto il fatto che gli attacchi di rabbia relativamente frequenti possono, nel tempo, portare a un rischio concreto in termini di salute e benessere fisico ed emotivo.
Cura e trattamento del disturbo esplosivo intermittente
La prima cosa da fare è rivolgersi a un professionista della salute mentale per capire se soffriamo realmente di DEI e per escludere altre malattie o disturbi mentali che potrebbero presentare gli stessi sintomi.
Una volta effettuata la diagnosi si passa al trattamento vero e proprio che può prevedere un approccio psicoterapeutico affiancato da quello farmacologico.
La psicoterapia nella cura del disturbo esplosivo intermittente
Il focus del percorso terapeutico è quello di aiutarci a sviluppare le competenze necessarie per gestire la rabbia e il disturbo esplosivo intermittente. La terapia cognitivo comportamentale aiuta le persone affette da DEI a identificare le situazioni e i comportamenti che possono innescare l’episodio esplosivo e a sviluppare meccanismi di coping per gestire la rabbia e non solo.
Grazie alla ristrutturazione cognitiva, possiamo identificare e accedere ai pensieri disfunzionali per modificarli, un percorso ci permette di sviluppare tutte quelle abilità di problem solving che ci aiuteranno a destreggiarci nelle situazioni che ci creano difficoltà. Con Serenis puoi lavorare su te stesso comodamente da casa, grazie al supporto della psicoterapia online.
La terapia ci permette anche di lavorare sulle nostre capacità comunicative perché spesso la frustrazione che provoca lo scatto di rabbia è causata dall’incapacità di dialogare con gli altri in modo assertivo.
Infine, uno stile di vita sano, un buon riposo notturno e la pratica di discipline come lo yoga e la meditazione possono aiutarci a prendere consapevolezza del nostro corpo, delle emozioni che proviamo e a migliorare la gestione dello stress.
La terapia farmacologica
I farmaci utilizzati nel DEI sono solitamente antidepressivi (in particolare inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina), anticonvulsivanti e stabilizzatori dell'umore.
Fonti:
- Patoilo, M. S., Berman, M. E., & Coccaro, E. F. (2021). Emotion attribution in intermittent explosive disorder. Comprehensive Psychiatry, 106, 152229. https://doi.org/10.1016/j.comppsych.2021.152229
- Fanning, J. R., Coleman, M., Lee, R., & Coccaro, E. F. (2018). Subtypes of aggression in intermittent explosive disorder. Journal of Psychiatric Research, 109, 164–172. https://doi.org/10.1016/j.jpsychires.2018.10.013