Disturbo Cognitivo Lieve
Il disturbo cognitivo lieve (MCI) è caratterizzato da un declino delle funzioni cognitive che supera quello previsto per l'età, senza compromettere significativamente le attività quotidiane. Questo disturbo può rappresentare uno stadio intermedio tra l'invecchiamento normale e malattie neurodegenerative più gravi, come l'Alzheimer.
Disturbo cognitivo lieve: la definizione
Per disturbo cognitivo lieve (MCI), si intende una condizione caratterizzata da un declino delle funzioni cognitive superiore, che risultano essere inferiori rispetto a quelle normalmente attese per l'età e la posizione socioculturale di un soggetto.
Questo disturbo non interrompe significativamente le attività quotidiane, pur potendo avere effetti gravi sulla psicologia del paziente e del suo caregiver.
In ambito clinico, sembra accertato che questo disturbo funga spesso da stadio intermedio tra il normale invecchiamento e le malattie neurodegenerative più gravi, come l'Alzheimer.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) riconosce l'MCI come una questione di crescente importanza, dato che l'età media in cui viene diagnosticato sembra in calo nella popolazione mondiale.
Nel DSM-5, il disturbo è categorizzato all'interno dei disturbi neurocognitivi, e può comprendere sintomi come perdita della capacità di apprendimento, declino della memoria, problematiche nel funzionamento adattivo e molto altro ancora.
Il disturbo cognitivo lieve può manifestarsi quindi con un quadro sintomatologico e variegato, che indagheremo nel corso dell'articolo. In conclusione, parleremo delle conseguenze del disturbo sulla psicologia del malato e del suo caregiver. Speriamo che, al termine della lettura, tu abbia ottenuto tutte le informazioni che stavi cercando.
Sintomi
I sintomi del disturbo cognitivo lieve variano a seconda della sottocategoria e dell'individuo.
Esiste un quadro sintomatologico generale, che include:
- problemi di memoria;
- difficoltà nel ricordare appuntamenti o conversazioni recenti;
- difficoltà nel prendere decisioni (disagi nelle funzioni esecutive);
- difficoltà nel seguire piani complessi o istruzioni;
- perdita di orientamento nel tempo o nello spazio;
- e diminuzione della capacità di espressione verbale.
Sebbene questi sintomi possano essere lievi, affinché vi sia una diagnosi di disturbo cognitivo lieve, è necessario che siano più pronunciati rispetto a quelli normalmente associati all'invecchiamento o all'età del singolo paziente.
È importante notare che le persone con MCI mantengono la loro autonomia nelle attività quotidiane, al contrario di quello che accade in presenza di condizioni più gravi come la demenza.
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Cause del disturbo cognitivo lieve
Le cause esatte del disturbo cognitivo lieve dividono tutt'oggi gli studiosi. In generale, si ritiene che diversi fattori possano contribuire allo sviluppo dell'MCI, inclusi cambiamenti cerebrali legati all'età, fattori genetici, stili di vita e fattori ambientali. Si parla quindi di un quadro eziologico multifattoriale, in cui diversi elementi contribuiscono al sorgere della condizione medica.
Studi hanno mostrato una correlazione tra MCI e malattie come l'Alzheimer e altre forme di demenza. Altri fattori di rischio includono malattie cardiovascolari, diabete, ipertensione e colesterolo alto, oltre a fattori legati allo stile di vita come il fumo, l'abuso di alcol e la mancanza di esercizio fisico.
Anche la depressione e l'ansia sono state associate, in diversi studi, a un rischio aumentato di sviluppare MCI.
Sono quindi individuate cause genetiche (sembra esservi una componente di ereditarietà nello sviluppo di MCI) e cause ambientali, come la presenza di comorbidità o altre patologie che favoriscono l'insorgere del quadro clinico.
Ipotesi terapeutiche
Attualmente, non esistono trattamenti specifici per il disturbo cognitivo lieve approvati che possano portare ad una remissione totale del declino cognitivo.
Gli interventi possono così includere la gestione dei fattori di rischio cardiovascolari, modifiche allo stile di vita come l'aumento dell'attività fisica, una dieta sana e l'astensione dal fumo.
Gli approcci terapeutici, spesso somministrati in parallelo, possono includere terapie cognitivo-comportamentali per affrontare ansia e depressione, sintomi che spesso accompagnano l'insorgere del disturbo e i momenti di grande difficoltà che possono occorrere.
Alcuni studi suggeriscono che attività che stimolano il cervello, come puzzle, giochi di parole e attività sociali, possono essere utili. È importante che la valutazione e il monitoraggio da parte di professionisti sanitari siano continui, così da identificare eventuali segni di progressione del disturbo verso condizioni più gravi.
Conseguenze Psicologiche su Malato e Caregiver
Il disturbo cognitivo lieve può avere implicazioni psicologiche significative sia per chi ne soffre che per i caregiver. I pazienti possono vivere ansia, depressione e frustrazione dovute alla consapevolezza della degenerazione cognitiva e alla paura della progressione del disturbo verso la demenza. In questo contesto, possono presentarsi quadri sintomatologici complessi, che è necessario affrontare attraverso il supporto psicologico fornito in strutture adeguate.
Queste sfide emotive possono influire sull'autostima e sulle relazioni interpersonali dei pazienti, che devono abituarsi alla nuova condizione medica e giungere, un giorno, all'accettazione.
Per i caregiver, la gestione delle esigenze di una persona con MCI può essere impegnativa, soprattutto se esistono preoccupazioni per il futuro e per il potenziale peggioramento del quadro clinico.
Un percorso di psicoterapia può rappresentare un punto di supporto con cui fronteggiare il disturbo cognitivo lieve. Serenis è un centro medico autorizzato che offre percorsi di psicoterapia.
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