Sport e disturbi alimentari: cause e rimedi

Scopriamo le cause dei disturbi alimentari negli atleti, i sintomi da riconoscere e i rimedi efficaci per prevenire e trattare i DCA legati allo sport.

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sport e disturbi alimentari

Le statistiche sulla diffusione dell’anoressia e della bulimia nel mondo sono allarmanti. I Disturbi del comportamento alimentare rappresentano una vera e propria emergenza sanitaria globale: oltre 55 milioni di persone ne soffrono nel mondo; di queste più di 3 milioni in Italia, pari a circa il 5% della popolazione. Le ragazze sono le più colpite, con una percentuale compresa tra l'8% e il 10%, mentre tra i ragazzi si stima un'incidenza dello 0,5-1%.

La prevalenza dei DCA aumenta drammaticamente tra gli atleti, in particolare nelle donne e negli adolescenti. Gli atleti, infatti, sono spesso sottoposti a pressioni esterne e interne per mantenere un peso specifico e una determinata composizione corporea, un meccanismo li rende particolarmente vulnerabili allo sviluppo di queste problematiche.

Diffusione dei disturbi alimentari nello sport

Il contesto agonistico può esporre gli atleti al rischio elevato di sviluppare un rapporto disfunzionale con il cibo, in particolare nelle discipline in cui il peso corporeo e l'aspetto fisico sono determinanti per la performance.

Tra i disturbi più diffusi in ambito sportivo troviamo l'anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il binge eating.

I DCA però non si limitano alle categorie descritte nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, ma includono alcune varianti sempre più diffuse. Tra le forme non ancora ufficialmente categorizzate nel DSM-5 troviamo l'ortoressia, l'anoressia atletica e la vigoressia, quest'ultima più comunemente osservata negli uomini.

Come riconoscere i disturbi alimentari negli atleti?

Riconoscere un disturbo alimentare in un atleta può essere complesso perché spesso interpretiamo i sintomi e le manifestazioni del DCA come comportamenti normali, coerenti con le aspettative dello sport praticato o del contesto atletico di riferimento. Non è raro infatti che un atleta soffra per lunghi periodi prima di ricevere una diagnosi adeguata e il trattamento necessario per un disturbo alimentare

Esistono però dei segnali e degli indicatori chiave che possono aiutarci a capire se siamo in presenza di un DCA:

  • Cambiamenti nel peso corporeo
  • Eccessiva preoccupazione per la dieta, restrizioni caloriche severe o comportamenti come il digiuno o le abbuffate
  • Allenamenti eccessivi che interferiscono con la vita quotidiana e causano stress o ansia se interrotti
  • Irritabilità, ansia, depressione e isolamento sociale
  • Affaticamento cronico, disturbi gastrointestinali e ridotta capacità di concentrazione.

Fattori di rischio di disturbi alimentari nello sport

Lo sport non è una causa diretta dei disturbi alimentari ma è un fattore che può aumentare il rischio di soffrire di DCA.

Con il progredire del livello di abilità, delle performance e della competizione, l'atleta tende a diventare sempre più attento alla propria alimentazione e al corpo, nel tentativo di ottimizzare le proprie prestazioni. Questo meccanismo, nel momento in cui incontra determinati tratti geneticiambientalicaratteriali come il perfezionismo, l'attenzione ai dettagli e agli errori e l'impulsività, può aumentare la vulnerabilità di un atleta allo sviluppo di un disturbo alimentare.

Le pressioni esterne esercitate da allenatori, compagni, avversari, genitori ma anche dai social media e dal contesto sociale possono ulteriormente aggravare le preoccupazioni relative al peso corporeo. Gli sport che enfatizzano determinate categorie di peso o l'aspetto estetico come il bodybuilding, la ginnastica, il nuoto, il pattinaggio artistico, la lotta, la corsa, la danza e la pallavolo, presentano un rischio particolarmente elevato di sviluppare disturbi alimentari.

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Cure e rimedi

I disturbi alimentari nello sport possono avere conseguenze devastanti sulla salute fisica e mentale. Per prevenire e affrontare questo problema, è fondamentale creare un ambiente sportivo sano: educare gli atleti sull'importanza di una corretta alimentazione, incoraggiare un approccio flessibile all'allenamento e sfatare i miti legati al corpo ideale sono passi necessari ma soprattutto fondamentali. È essenziale dare priorità alla salute dell'atleta rispetto a qualsiasi competizione o evento, incoraggiandolo a investire a lungo termine nel proprio benessere.

Per quanto riguarda le cure, dobbiamo partire dal presupposto che Il trattamento degli atleti con disturbi alimentari non differisce sostanzialmente da quello di chi soffre di DCA senza essere uno sportivo. La terapia cognitivo-comportamentale, la terapia dialettico-comportamentale e la terapia familiare possono aiutare a ritrovare benessere ed equilibrio mentre nei centri DCA, dove è possibile ricevere supporto e cure specializzate.

È necessario che l'atleta si prenda del tempo per concentrarsi esclusivamente sulla cura e sulla guarigione dal disturbo alimentare, un percorso che, seppur difficile, aumenta in maniera significativa le possibilità di tornare in tutta sicurezza a praticare lo sport che ama.

 

Fonti:

  • EpiCentro. (n.d.). Anoressia e bulimia epidemiologia. EpiCentro. https://www.epicentro.iss.it/anoressia/epidemiologia
  • Prnjak, K., Jukic, I., & Tufano, J. J. (2019). Perfectionism, body satisfaction and dieting in Athletes: the role of gender and sport type. Sports, 7(8), 181. https://doi.org/10.3390/sports7080181
  • Fortier, M., Rodrigue, C., Clermont, C., Gagné, A., Brassard, A., Lalande, D., & Dion, J. (2023). Predictive Factors for compulsive exercise in adolescent Athletes: A Cross-Sectional Study. Journal of Clinical Sport Psychology, 1–19. https://doi.org/10.1123/jcsp.2023-0025
  • Currie, A. (2010). Sports and eating disorders – understanding and managing the risks.Asian Journal of Sports Medicine, 1:2
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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