Distimia: significato, sintomi e come curarla

La distimia è una forma cronica di depressione meno grave della depressione maggiore. Sintomi persistenti come tristezza, stanchezza e bassa autostima possono durare per almeno due anni. Scopri quali trattamenti efficaci sono disponibili.

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Distimia

Cos’è la distimia: significato

Il “disturbo distimico” o semplicemente “distimia” è un disturbo dell’umore che, a causa di alcuni sintomi, sembra molto simile alla depressione, ma in realtà se ne differenzia per diversi aspetti, configurandosi come una forma più lieve della depressione. È importante, quindi, non confondere i due disturbi e per questo cercheremo di chiarire al meglio le differenze tra le due condizioni, e come affrontarla.

Distimia è una parola meno familiare rispetto ai tipi di depressione. La sue etimologia deriva dal tedesco “dysthymie” che a sua volta deriva dal greco antico di “avvilimento, depressione”. La distimia quindi fa parte dei disturbi del tono dell’umore. Comporta, infatti, una forma lieve ma tendente alla cronicità di depressione. La definizione di sindrome distimica pura si associa a tutte le situazioni in cui i sintomi della depressione si presentano in modo continuativo, anche se in maniera e misura lieve rispetto a quelli della depressione maggiore.

Nonostante sia meno severa della depressione, la distimia è un problema i cui sintomi si ripresentano ogni giorno (a eccezione di interruzioni momentanee) per un determinato periodo di tempo.

Depressione e distimia: le differenze secondo il DSM 5

Per capire meglio di cosa stiamo parlando, è bene comprendere la differenza tra distimia e depressione maggiore:

  • durata dei due disturbi: la depressione maggiore ha un decorso minimo di due settimane (DSM 5) dopo le quali è possibile effettuare la diagnosi, il disturbo distimico (DSM IV-Tr) tende a durare per almeno due anni e spesso per periodi più lunghi.
  • episodi, vale a dire in quei periodi in cui si verifica la sintomatologia: la depressione è caratterizzata dagli “episodi”, cioè è determinata dalla presenza di due o più episodi avvenuti in momenti diversi, la distimia invece vede costantemente presente un senso di malessere e di tono dell’umore basso. Ciò vuol dire che non si presenta in episodi;
  • intensità dei sintomi: nella depressione maggiore l’intensità è molto forte, nella distimia la persistenza dei sintomi ha minore intensità (è più un malessere costante e sempre presente, come “un rumore di fondo”);
  • pratica clinica nell’affrontare i due disturbi: il depresso vive un’interferenza maggiore del disturbo che nel distimico non si ritrova in modo eccessivo. In sostanza, alcune azioni semplici come alzarsi dal letto, nel primo caso diventano difficili, pregiudicando la normalità di vita, mentre nel secondo per via dei gradi diversi di persistenza del malessere, può essere più facile e normale eseguire questo tipo di attività.

La distimia, dunque, è un disturbo che crea molto disagio soggettivo, spesso sottovalutato, ma che oggi può essere efficacemente individuato grazie a diversi esami diagnostici, tra cui un’accurata valutazione psicologica e un attento esame obiettivo. Fondamentale, però, riconoscerlo subito poiché spesso la diagnosi e quindi la cura possono essere molto tardive in quanto chi ne soffre tende a pensare che certi malesseri siano parte del proprio carattere, quindi impossibili da curare.

Allo stesso modo è utile differenziare la distimia dalla ciclotimia e dall'anedonia: mentre l'anedonia si concentra sulla perdita di interesse e piacere, sia la distimia che la ciclotimia sono disturbi dell'umore caratterizzati da cambiamenti prolungati nell'umore, con la distimia che presenta sintomi depressivi persistenti e la ciclotimia che mostra fluttuazioni cicliche tra sintomi depressivi e ipomaniaci.

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Quando compare la distimia: esordio e comorbilità

La distimia è comune, con una prevalenza stimata tra il 2,5% e il 6% della popolazione durante la vita. Generalmente, esordisce durante l'adolescenza, prima dei 21 anni, e colpisce più frequentemente le donne rispetto agli uomini. 

Secondo il DSM IV-TR, la distimia è classificata in due sottotipi basati sull'età di esordio (Jiménez-Maldonado ME, 2013):

  1. distimia ad esordio precoce: inizia prima dei 21 anni;
  2. distimia ad esordio tardivo: inizia dopo i 21 anni.

È spesso osservata in ambito clinico psichiatrico, con una comorbilità elevata con altri disturbi psichiatrici come disturbi d'ansia, abuso di sostanze e disturbi di personalità. La distimia può peggiorare, portando a una depressione maggiore. Questo fenomeno è noto come depressione doppia. Sebbene il DSM-5 non la riconosca come una patologia a sé stante, invita a utilizzare entrambe le diagnosi in caso di comorbilità.

Distimia: sintomi per riconoscerla?

Chi soffre di distimia cronica presenta da almeno due anni alcuni sintomi depressivi e quasi tutti i giorni durante la maggior parte della giornata.

Tra i sintomi più spesso riscontrati troviamo:

  • insonnia o ipersonnia;
  • scarso appetito o iperfagia;
  • bassa autostima, insicurezza, inadeguatezza, inefficienza, autosvalutazione;
  • difficoltà a concentrarsi e a prendere decisioni;
  • sconforto, tristezza, disperazione, pessimismo;
  • affaticabilità e scarsa energia.

A livello generale sono gli stessi sintomi della depressione clinica, ma più attenuati e prolungati nel tempo.

Manifestandosi con un carattere cronico e persistente, la distimia può mettere nella condizione di pensare che un certo malessere sia parte del proprio carattere da sempre, e che non ci si possa fare granché. Una convinzione che si presenta anche per parenti e amici che possono ritenere che la persona sia pessimista e insicura, anziché manifestare i sintomi di una depressione cronica

Distimia sintomi

Conseguenze della distimia e impatto psicologico

La distimia può avere conseguenze negative significative, tra cui una qualità della vita inferiore e difficoltà scolastiche o lavorative. Può evolvere in disturbo depressivo maggiore, abuso di sostanze e pensieri suicidari. Inoltre, può causare difficoltà relazionali, conflitti familiari e comportamenti autolesivi. Infine, è associata a disordini di personalità e altri disturbi mentali.

Quali sono le cause della distimia?

Le cause della distimia sono poco chiare, ma si ritiene che a influire siano fattori di natura biologica, psicologica e ambientale (Schramm E, Klein, 2020) ma tutti che devono essere ancora approfonditi, come:

  • tratti biologici: peculiarità neurocellulari che potrebbero contribuire alla predisposizione al disturbo.
  • Chimica cerebrale: alterazioni nel funzionamento dei neurotrasmettitori e nei neurocircuiti che regolano l'umore.
  • Tratti ereditari: maggiore incidenza nelle persone con una storia familiare di distimia o depressione.
  • Eventi della vita: eventi traumatici o stressanti, come la perdita di una persona cara o problemi economici.

La distimia, inoltre, si riscontra più spesso in situazioni in cui:

  • individui che vivono o trascorrono molto del loro tempo con persone distimiche o depresse;
  • soggetti che hanno sperimentato fasi di vita stressanti/drammatiche, come nel caso della perdita di una persona cara;
  • le persone che necessitano costantemente di rassicurazioni e dell’approvazione degli altri.

Alla distimia, inoltre, possono associarsi diverse psicopatologie tra cui la depressione maggiore, i disturbi d’ansia, i disturbi alimentari e in molti casi coesiste con la presenza di un disturbo di personalità.

I fattori di rischio fanno riferimento principalmente a comportamenti controproducenti come:

  • ruminazione mentale;
  • riduzione o evitamento dei contatti sociali, delle normali attività quotidiane e dei compiti;
  • autovalutazione negativa;
  • tendenza a fare previsioni negative sul mondo e sul futuro.

Come capire se si soffre di distimia: test e diagnosi

Per verificare se soffri di distimia è necessario che tu venga sottoposto a un esame obiettivo, dei test di laboratorio e a una valutazione psicologica. Chi soffre di distimia presenta sintomi depressivi per almeno due anni, quasi tutti i giorni, per la maggior parte del giorno. 

Test distimia: quali fare

Durante l’esame obiettivo, il medico indagherà se soffri (o hai sofferto in passato) di qualche problema di salute. I test di laboratorio si riferiscono a esami del sangue e della tiroide, questo perché sembra esserci un legame tra tiroide, contenuto di vitamina D nel sangue e disturbi dell’umore.

La valutazione psicologica consiste in una serie di domande che hanno lo scopo di comprendere i sentimenti, i pensieri e i disturbi dell’umore. Un momento fondamentale per stabilire esattamente la malattia mentale in atto.

In sostanza, gli esami di laboratorio servono al medico per comprendere se può esserci un collegamento tra i disturbi dell’umore e lo stato generale di salute, mentre la valutazione psicologica è necessaria per arrivare a stabilire quali sono le reali caratteristiche della malattia mentale in atto e per comprendere, infine, se si tratta effettivamente di distimia.

Di distimia si guarisce? Ecco come uscirne

Come per ogni altra patologia, anche la distimia può essere trattata.  

La principale risorsa per affrontare la distimia la psicoterapia: il percorso terapeutico deve essere personalizzato e adattato alle esigenze specifiche del paziente, seguendo le indicazioni di professionisti come psicoterapeuti e psichiatri. 

La terapia di tipo cognitivo-comportamentale, come dimostrato da diversi studi come quello del National Institute for Health and Clinical Excelence del 2011, si rivela tra le più efficaci per affrontare e superare il disturbo con benefici a lungo termine, mentre uno degli obiettivi della psicoeducazione è insegnare ai familiari di chi soffre di questo disturbo come meglio comportarsi nei confronti del loro caro. Data la natura cronica della distimia, la TCC si focalizza anche sugli schemi di pensiero, emotivi e comportamentali della persona e sulla loro relazione. Vengono utilizzati protocolli specifici come la Schema Therapy, il lavoro sul Benessere Psicologico e la Mindfulness per migliorare la consapevolezza e la gestione delle proprie emozioni e pensieri.

Per avere più speranze di guarire, però, è necessario che il paziente collabori con lo psicoterapeuta e che creda fermamente nei consigli e negli insegnamenti di quest’ultimo. Sarebbe opportuno, inoltre, evitare di isolarsi e di prendere decisioni nel momento in cui ci si sente giù di morale, poiché si potrebbero commettere delle azioni senza senso logico. 

Infine, una soluzione efficace può rivelarsi anche iscriversi a un gruppo di supporto per malati (o guariti) di distimia e che le giornate siano organizzate nel dettaglio, in modo da tenersi occupati con varie attività. L'adozione di tecniche di rilassamento, come la meditazione mindfulness e lo yoga, può contribuire a ridurre lo stress.

Distimia: farmaci

La distimia, seppur difficile da diagnosticare, può essere trattata con basse dosi di farmaci antidepressivi di ultima generazione come gli SSRI (inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina) e SNRI (inibitori selettivi della ricaptazione della norepinefrina), anche se rimane fondamentale  l’aiuto di una psicoterapia, come quella cognitivo-comportamentale e la psicoeducazione. 

Secondo alcuni studi, la Fluorexitina si è rivelata molto utile nel trattamento dei disturbi distimici (Villano R, 1998).

Farmaci per la distimia

Distimia: invalidità civile

In Italia, chi ha la diagnosi di distimia - dopo svariate visite e accertamenti da parte di medici e dell’INPS - può fare domanda per l’invalidità civile. Di solito, la percentuale riconosciuta di malattia per depressione può variare dal 31% al 40%. Se una persona che soffre di depressione non riesce a superare i suoi problemi di salute e quindi continua a essere incapace di tornare al lavoro, potrebbe essere eleggibile per ricevere un'indennità. Se non trattata adeguatamente, la distimia può infatti deteriorare progressivamente la qualità della vita del paziente. Sintomi come pensieri negativi, bassa autostima e mancanza di energia possono compromettere significativamente le relazioni sociali e familiari.

La psicoterapia online di Serenis per il disturbo distimico

Se presenti i sintomi della distimia,  magari puoi pensare di aiutarti facendo psicoterapia con Serenis: siamo un centro medico autorizzato. Il servizio è completamente online, con centinaia di psicoterapeuti e psicoterapeute (cioè hanno la specializzazione) con in media circa 10 anni di esperienza nel trattamento di disturbi dell'umore e della depressione.

Bibliografia

  • American Psychiatric Association (2000). DSM-IV-TR. Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fourth Edition, Text Revision. Washington D.C. (Tr. it.: DSM-IV-TR. Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Text Revision. Masson, Milano, 2004);
  • American Psychiatric Association (2013). Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition, DSM-5. Arlington, VA. (Tr. it.: Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali, Quinta edizione, DSM-5. Raffaello Cortina Editore, Milano, 2014);
  • National Collaborating Centre for Mental Health (Great Britain), National Institute for Health, Clinical Excellence (Great Britain), British Psychological Society, & Royal College of Psychiatrists. (2011). Common mental health disorders: identification and pathways to care;
  • Healthline, Persistent Depressive Disorder (Dysthymia).
  • Arnow BA et al. Effectiveness of Psychoteherapy and Combination Treatment for Chronic Depression, Journal of Clinical Psychology (Aug. 2003): Vol. 59, No. 8, pp. 893- 905;
  • Klein DN, et al. Dysthymia and Chronic Depression: Introduction, Classification, Risk Factores, and Course, Journal of Clinical Psychology (Aug. 2003): Vol. 59, No.8, pp. 807- 816.
  • Schramm E, Klein DN, Elsaesser M, Furukawa TA, Domschke K. Review of dysthymia and persistent depressive disorder: history, correlates, and clinical implications. Lancet Psychiatry. 2020 Sep;7(9):801-812. doi: 10.1016/S2215-0366(20)30099-7. PMID: 32828168.
  • Jiménez-Maldonado ME, Gallardo-Moreno GB, Villaseñor-Cabrera T, González-Garrido AA. La distimia en el contexto clínico [Dysthymia in the Clinical Context]. Rev Colomb Psiquiatr. 2013 Jun;42(2):212-8. Spanish. doi: 10.1016/S0034-7450(13)70008-8. Epub 2013 Aug 3. PMID: 26572816.
  • Villano, R., Tonna, M., & Paragliola, G. (1998). La fluoxetina nel trattamento del disturbo distimico. Journal of Psychopathology, 4(3), 145-150. Retrieved from https://old.jpsychopathol.it/article/la-fluoxetina-nel-trattamento-del-disturbo-distimico/
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Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
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