Disprezzo: cause e implicazioni psicologiche

In questo articolo vediamo quali sono le radici del disprezzo e come si manifesta questo atteggiamento.

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disprezzo

Se l’empatia significa mettersi nei panni degli altri, il disprezzo è esattamente l’opposto. 

In questo articolo vediamo come si manifesta questo sentimento che abbia provato tutti almeno una volta nella vita. 

Cos'è il disprezzo

Il disprezzo è una delle emozioni primarie. Esso implica un atteggiamento di arroganza e superiorità che diventa l'arma attraverso la quale giudichiamo l'altro.

Le frasi di odio e disprezzo esprimono un intenso sentimento che implica la negazione e l’umiliazione dell’altro la cui capacità e integrità morale sono messe in discussione.

Quali sono le radici psicologiche del sentimento di disprezzo?

Da dove arriva questo sentimento? La risposta è semplice eppure devastante: dal vuoto cronico che domina l’animo di chi disprezza. Un vuoto dove la rabbia e l’invidia assumono la qualifica di strumenti che utilizziamo per provocare vergogna e per annientare chi ci sta davanti.

Come si manifesta il disprezzo nel comportamento umano?

Il disprezzo utilizza le armi del sarcasmo, dello scherno, del cinismo e dell'umorismo irrispettoso e sprezzante che tende a mettere in ridicolo l’altra persona. Le frasi sul disprezzo comprendono un repertorio di espressioni che hanno il potere di sminuire gli aspetti positivi dell'altro o le cose che possiede; l'espressione "con i soldi non ci compri il rispetto" ne è un esempio lampante.

Il disprezzo, così come emozioni positive come la sorpresa o la gioia, è chiaramente visibile anche nelle nostre espressioni facciali: alzare gli occhi al cielo, una leggera tensione in un angolo della bocca o un accenno di sorriso come espressione di superiorità sono segnali inequivocabili.

Espressioni facciali disprezzo

Quali sono le possibili cause del disprezzo verso gli altri?

Il disprezzo per una persona può nascondere una grande insicurezza e una profonda svalutazione del sé. Chi disprezza spesso gioca in una posizione di difesa che obbedisce a regole dettate da una parte da un profilo rigido, emotivamente immaturo, dall'altra dal disperato bisogno di essere accettati dagli altri.

Queste persone presentano una bassa tolleranza alla frustrazione con problemi nella gestione delle proprie emozioni che li portano facilmente a scoppi di rabbia.

Il disprezzo è un’emozione che nasce dal rifiuto di qualcosa o di qualcuno che ci appare insopportabile. Quello che è meno evidente è il fatto che spesso nasconde una proiezione di un aspetto di noi stessi che disprezziamo, è un'emozione riflessa e un’arma che ci protegge da quelle parti che non abbiamo compreso, indagato e accettato.

Il disprezzo però non dipende solo da ciò che ci accade ma anche da come elaboriamo la situazione. Le persone empatiche tendono a provare meno disprezzo quando cercano di comprendere gli altri invece di giudicarli.

Infine, il disprezzo è legato alla sociopatia, alla psicopatia e al disturbo narcisistico.

Quali sono le conseguenze psicologiche del provare disprezzo nei confronti degli altri?

Il disprezzo è dannoso per la vittima ma anche per chi disprezza.

La vittima entra in una spirale deleteria per la sua salute mentale, un circolo vizioso che inizia con una progressiva perdita di fiducia nelle proprie capacità, a un senso totale di inadeguatezza che sfocia in ansia, depressione e una generale incapacità di gestire e regolare le emozioni.

Chi disprezza però utilizza questo sentimento anche contro se stesso. Lo sguardo sarcastico viene rivolto all’interno e diventa un'emozione di intenso rifiuto, freddezza e distanza da se stessi perché quello che siamo (sé reale) è distante anni luce da quello che vorremmo essere (sé ideale).

Quali differenze esistono tra il disprezzo e altre emozioni negative come l'odio o il disgusto?

Il disgusto è un’emozione primaria negativa causata dalla repulsione nei confronti di qualcosa che potrebbe danneggiarci. Il disprezzo è legato invece a un rifiuto sociale nei confronti di una persona o di un’idea che non approviamo.

L’odio è un forte sentimento di avversione nei confronti di qualcuno che nasce però dalla stratificazione di diverse emozioni primarie (Bzdok, 2017). Il disprezzo è la versione più caustica e fredda perché presuppone che gli altri non meritano nemmeno la nostra attenzione. Frasi come "il miglior disprezzo è la noncuranza" o "l'indifferenza è il miglior disprezzo" ne sono un esempio.

Qual è il ruolo del contesto sociale e culturale nel plasmare il sentimento di disprezzo?

Il disprezzo è funzionale al contesto sociale, culturale e religioso in quanto crea coesione e può essere utilizzato per unire in gruppo tutti coloro che provano la stessa emozione.

Essere disprezzati: conseguenze

Come influiscono le esperienze personali passate sull'atteggiamento di disprezzo verso gli altri?

Aver vissuto esperienze traumatiche può tradursi in un sentimento di disprezzo verso le persone che fanno riaffiorare quei ricordi e non solo. Spesso questa emozione non fa altro che rivelare il bisogno di idealizzare i valori morali legati alle convinzioni delle persone con cui siamo cresciuti e chi mette in atto disprezzo verso gli altri prova spesso una sensazione di tristezza dentro di sé.

Strategie per gestire il disprezzo

autoconsapevolezzaLa radice del disprezzo si trova solitamente negli stereotipi e pregiudizi che alimentano l’ostilità e la convinzione che coloro che non sono uguali a noi siano inferiori. Identificarli ci aiuta ad acquisire consapevolezza.
assenza di giudizioGli altri non devono comportarsi secondo le nostre aspettative: non abbiamo il diritto di giudicarli o criticarli solo perché non condividono il nostro modo di vedere la vita.
empatiaÈ difficile provare disprezzo quando riusciamo a metterci nei panni dell'altro e comprendere meglio i suoi atteggiamenti invece di alimentare sentimenti di ostilità che nascono dall'incomprensione e dalla paura del diverso.
comunicazione efficaceL'assertività è fondamentale per comunicare il nostro punto di vista senza giudicare il comportamento dell'altro.
terapiaUn percorso terapeutico può aiutarci ad apprendere le strategie più efficaci in termini di regolazione emotiva e gestione degli schemi ricorrenti di pensieri disfunzionali.

Impatto del disprezzo sulle relazioni interpersonali

Trattare gli altri con disprezzo genera rifiuto, allontanamento e nelle relazioni di coppia diventa un sintomo predittore di separazione perché crea un muro difficile se non impossibile da abbattere perché rivela la mancanza di un elemento fondamentale per la sopravvivenza di qualsiasi relazione: il rispetto.

La psicoterapia di Serenis

Capire le cause profonde del rispetto non è semplice. Gli psicoterapeuti di Serenis sono a tua disposizione per aiutarti a capire le cause del tuo atteggiamento e a trovare gli strumenti più efficaci per gestire tue emozioni.

Fonti:

  • Lisitsa, E., & Lisitsa, E. (2024, March 5). The Four Horsemen: Contempt. The Gottman Institute. https://www.gottman.com/blog/the-four-horsemen-contempt/
  • Roseman, I. J., Mattes, K., Redlawsk, D. P., & Katz, S. T. (2019). Reprehensible, laughable: the role of contempt in negative campaigning. American Politics Research, 48(1), 44–77. https://doi.org/10.1177/1532673x19857968
  • Bell, M. (2013). What is contempt? In Oxford University Press eBooks (pp. 25–63). https://doi.org/10.1093/acprof:oso/9780199794140.003.0002
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Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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