Disabilità uditive: cosa sono e quali le conseguenze

La disabilità uditiva si riferisce alla perdita parziale o totale dell'udito, che compromette la qualità della vita e delle relazioni sociali.

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disabilità uditiva

Con il termine disabilità uditiva, ci si riferisce ad una condizione segnata dalla perdita parziale o totale dell’udito. Dal punto di vista clinico, per parlare di disabilità, è necessario che la perdita dell’udito vada a compromettere la qualità della vita e delle relazioni interpersonali (i fattori socio-psicologici vanno dunque considerati come parte integrante della disabilità).

Le persone con disabilità uditive, soffrono quindi di diverse forme di sordità. Alcune di queste forme, sono diagnosticabili solo se le difficoltà uditive comportano anche impossibilità di apprendere il linguaggio parlato (Legge 381 del 1970). Questo è il caso della sordità vera e propria, in cui il linguaggio è definitivamente compromesso a causa della basilare compromissione dell’udito.

In questo articolo ne parleremo nel dettaglio, indagando che cosa sono le disabilità uditive, quali sono le cause, i sintomi più comuni e le ipotesi di trattamento.

Ricordiamo che le disabilità uditive possono avere effetti gravi sulla qualità della vita e la psicologia dell’individuo, che spesso ha bisogno di assistenza e cure da parte di un caregiver familiare o professionale.

Cosa sono le disabilità uditive (OMS e DSM-5)


Le disabilità uditive si riferiscono alla riduzione o alla perdita della capacità uditiva. Si tratta quindi di condizioni, piuttosto che di patologie, che possono a loro volta avere cause variegate come patologie pregresse o fattori genetici.

L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) classifica queste disabilità in base alla loro gravità. Esistono dunque disabilità uditive lievi, moderate, gravi e profonde.

La gravità della disabilità uditiva viene decisa sulla base di criteri oggettivi, tra cui quello della soglia uditiva (la misura, calcolata in decibel, a partire da cui si è in grado di percepire un suono).

Così:

  • sordità lieve: 21 e i 40 decibel;
  • sordità moderata: 41 e i 70 decibel;
  • sordità grave: 71 e i 90;
  • sordità profonda: 90 e i 120 decibel;
  • sordità totale: sopra i 20 decibel.


La sordità lieve non consente di percepire le parole che vengono sussurrate; quella moderata, le parole che vengono pronunciate a più di un metro di distanza; la sordità grave, impedisce di udire in assenza di apparecchi acustici o se le parole non vengono urlate vicino all'orecchio. Infine, la sordità profonda non consente di distinguere i suoni; mentre quella totale impedisce di udire qualsivoglia stimolo acustico.

Nel Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali, Quinta Edizione (DSM-5), la disabilità acustica è categorizzata sotto il più ampio spettro dei disturbi neurosensoriali, poiché influenza non solo la percezione dei suoni, ma anche l'interazione sociale e la comunicazione.

Ricordiamo che la disabilità acustica può avere effetti anche gravi sul benessere psicologico ed emotivo dell’individuo e dei suoi familiari, soprattutto se si manifesta in età infantile.

Sintomatologia


I sintomi delle disabilità uditive possono variare a seconda della gravità della condizione e della causa sottostante.

Molto in generale, si possono riconoscere i seguenti sintomi:

  • difficoltà nel sentire discorsi in ambienti rumorosi;
  • richiedere frequenti ripetizioni durante le conversazioni;
  • percezione ovattata del suono;
  • nei casi più gravi, incapacità totale di percepire suoni.


Nei bambini, un ritardo nell'apprendimento del linguaggio può essere un segnale precoce di futura disabilità acustica; perché, come abbiamo detto, l’impossibilità di cogliere i suoni può comportare problematiche anche nello sviluppo del linguaggio verbale parlato.

In tal caso, è necessario rivolgersi il prima possibile ad un esperto, per agire con tempestività e fornire al bambino tutti i mezzi necessari per far fronte alla disabilità.

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Cause della condizione


Le cause delle disabilità uditive comprendono fattori genetici e ambientali.

I fattori ambientali (derivati, appunto, dall’ambiente), indicano la presenza di stimoli esterni che hanno comportato lo sviluppo della condizione. Parliamo ad esempio di patologie, traumi e consimili. Per questa ragione, i fattori ambientali possono anche essere definiti acquisiti.

Essi includono:

  • meningite;
  • uso di alcuni farmaci;
  • esposizione a rumori forti;
  • invecchiamento.


Anche l'otosclerosi e la malattia di Meniere possono portare a perdita dell'udito. Ricordiamo che la sordità può essere genetica, lì dove esistono fattori ereditari che portano allo sviluppo della condizione.

Ipotesi terapeutiche


I trattamenti possono variare a seconda della causa sottostante e della gravità della condizione clinica. In generale, la disabilità acustica è trattata grazie ad apparecchi acustici, impianti cocleari o interventi che mirano alla riabilitazione uditiva.

Affianco a questi trattamenti specifici, è spesso consigliato un intervento terapeutico, che vada a supportare il paziente nei momenti più delicati della disabilità.

La disabilità uditiva può infatti comportare episodi di depressione, ansia, forti carichi di stress, oltre a difficoltà psicosociali che possono estendersi all’ambito relazionale e professionale.

Ecco perché, non di rado, i pazienti con disabilità uditiva necessitano del supporto di un familiare che funga da caregiver; il quale, a sua volta, deve prestare attenzione alla propria salute mentale nel contesto delle difficoltà familiari.

Ricordiamo che i burnout e le crisi di panico sono all'ordine del giorno in queste situazioni particolarmente difficili.

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La disabilità uditiva può avere un impatto significativo sul benessere emotivo e psicologico delle persone, influenzando le relazioni sociali, la comunicazione e l'autostima. La psicoterapia può svolgere un ruolo fondamentale nel supporto di individui con disabilità uditiva, affrontando non solo le difficoltà emotive ma anche i potenziali traumi legati alla condizione.

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Federico RussoPsicologo, Psicoterapeuta, Neuropsicologo
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Psicologo e psicoterapeuta con 8 anni di Esperienza. Iscrizione all’Ordine degli Psicologi - Regione Puglia, n° 5048. Laurea in Psicologia clinica e della salute, Università degli Studi di Chieti. Specializzazione in Psicoterapia presso l'Istituto S. Chiara. Crede che la parte migliore del suo lavoro sia il risultato: l’attenuazione dei sintomi, la risoluzione di una difficoltà, il miglioramento della vita delle persone.
Dott.ssa Martina MiglioreDirettore della Formazione e dello Sviluppo
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Romana trapiantata in Umbria. Laureata in psicologia e specializzata in Psicoterapia Cognitivo Comportamentale. Ex-ricercatrice in Psicobiologia e psicofarmacologia. Visione pratica e creativa del mondo, amo le sfide e trovare soluzioni innovative. Appassionata di giochi di ruolo e cultura pop, li integro attivamente nelle mie terapie. Confermo da anni che parlare attraverso ciò che amiamo rende più semplice affrontare le sfide della vita.
Domenico De DonatisPsichiatra e Direttore Sanitario
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Domenico De Donatis è un medico psichiatra con esperienza nella cura dei disturbi psichiatrici. Laureato in Medicina e Chirurgia presso l'Università di Parma, ha poi ottenuto la specializzazione in Psichiatria all'Università Alma Mater Studiorum di Bologna. Registrato presso l'Ordine dei Medici e Chirurghi di Pescara con il n° 4336, si impegna a fornire trattamenti mirati per migliorare la salute mentale dei suoi pazienti.
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